La redazione GHoST segnala Tutto questo tempo, il nuovo romanzo di Alberto Bellini edito da Fernandel Edizioni; una boy-meets-girl comedy a testa in giù, in cui caso e destino si contendono la sorte dei protagonisti. Un romanzo agrodolce e intimista che, nel ritratto affettuoso di due venti-trentenni, fotografa la verità di un sentimento sfuggente: il senso del tempo che passa.

La vicenda narra di Irene e Daniele. Di nuovo insieme, dopo tutto questo tempo, sotto il cielo stellato d’agosto che piove su di loro col garbo di una carezza: un uomo e una donna cresciuti nella stessa città, dove hanno frequentato lo stesso liceo, la stessa cerchia di amici. E che negli ultimi quindici anni si sono persi e ritrovati (o anche solo sfiorati) un’infinità di volte. Ne hanno trentatré quando si vedono per quello che consegneranno alla storia come il loro primo vero appuntamento. Ed eccoli ancora a ventotto, unici spettatori di un cinema d’essai la notte di capodanno, poche ore prima della tragedia; e a ventisei, dall’altra parte dell’oceano, diretti in auto verso un aeroporto senza nome, perfetto per quello che sembra un addio, l’ennesimo. E così via, in un imprevedibile susseguirsi di incontri fortuiti. Risalendo il tempo come un fiume, Ire e Dani tornano così al pomeriggio di pioggia della loro adolescenza in cui, reduci da un funerale, e custodi di un segreto più grande di loro, decidono di lasciarsi. Nella speranza di incontrarsi per la prima volta.
Tutto questo tempo,
Anno: 2016, Pagine: 176,
Codice ISBN: 978-88-9860-531-6,
Collana: Fernandel, Editore: Fernandel Edizioni.    
L’AUTORE
Alberto Bellini (Modena, 1978) è laureato in letteratura contemporanea e si occupa di comunicazione e marketing per un’azienda ceramica. È sposato e ha due figli. Nel 2013 ha esordito con il romanzo Niente che sia al suo posto (Gallucci), «un thriller che scorre nitido e angosciante e che dimostra talento e un pizzico di spregiudicatezza» (Tuttolibri, La Stampa); «un esordio subito maturo nel quale, per una volta, l’autore non ci racconta i fatti propri ma veramente una storia» (Fahrenheit, Radio Tre).
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