Federico Fellini e l’interesse per Castaneda

L’attrazione di Federico Fellini per il mondo soprannaturale, e per il paranormale, è ben noto: ed è anche il soggetto più o meno nascosto di alcuni suoi film, come “Giulietta degli spiriti”.
E’ per questo motivo che Fellini frequentò il misterioso sensitivo torinese Gustavo Rol, e contattò Carlos Castaneda, antropologo in origine, famoso per i suoi libri sui “brujos” messicani (stregoni, maghi, sciamani) e sugli allucinogeni: che però, avverte Castaneda, sarebbero utili solo nella fase iniziale e molto dannosi se usati sempre, secondo l’insegnamento di “don Juan”, lo stregone messicano che fu maestro di Castaneda.
Castaneda era un altro personaggio misterioso e l’intervista che diede a Medail è da considerarsi una rarità. Non esistono sue fotografie, tranne una sfocata di quando aveva vent’anni e prese la laurea, ed altre fatte per Time nelle quali però si nasconde sempre il volto, scherzando con il fotografo. I suoi libri sono pieni di cose stupefacenti, ma quanto ci sia di serio e quanto di inventato è ancora da stabilire.




L’Angelo del mattino

Si narra che Gesù Cristo, non riuscendo a scorgere sino all’orizzonte i primi raggi dell’aurora, abbia così plasmato nella creta una creatura alata in grado di volare nelle ore notturne, il pipistrello, inviandolo così traverso le tenebre sino all’aurora. All’essere ibrido il Redentore non diede il dono della vista, ma unicamente quello di trattenere nei propri occhi l’immagine, così da poter riportare da dove era partito il riflesso delle luci mattutine. In origine, dunque, il pipistrello non sembra gravato da quei connotati di negatività nei quali, ben presto, la cultura di molti popoli l’avrebbe immerso. Tuttavia, risale al medioevo l’identificazione fra il mammifero volante e Lucifero. Dalla leggenda sopra narrata si usò chiamare Satana come “l’Angelo del mattino”. Gatti neri, topi, insetti e serpenti finirono così nelle sezioni dei bestiari dedicati agli animali inferi. Su di loro il maligno ha potere assoluto. Li può muovere a piacimento, può assumere le loro sembianze. Sono gli alleati del nemico di Dio. Analizzando la tradizione della letteratura vampirica si noterà che le creature ematofaghe avevano poco o nulla a che fare con i pipistrelli. Le Lamie e le Empuse greche, ovvero quelle entità che potremmo definire proto-vampiriche erano solo in parte carnali, confinavano con il mondo degli spettri. Dovettero passare centinaia di anni perché Bram Stoker conferisse al suo Dracula la facoltà di mutarsi in qualcosa di simile a quello che spregiativamente si è soliti chiamare “topo volante”. E’ un grave errore credere che i chirotteri, quelli che comunemente volano a pochi metri dal suolo anche nel nostro paese, abbiano qualcosa a che fare con i roditori. Gli etologi spiegano che, invece, sembrano essere assai più vicini alla famiglia delle scimmie. E nella catena evolutiva, infatti, i pipistrelli sono secondi soltanto ai primati, e ciò significa che per lunghe ere le due famiglie di mammiferi si contesero il primato nel progresso verso la forma più avanzata di essere senziente. Sotto un profilo anatomico, il pipistrello ha una struttura scheletrica ben distante da quella di un roditore: le braccia e gli avambracci superiori sono quasi atrofizzati, per meglio dire interni al corpo, mentre le dita delle zampe sono smisuratamente sviluppate e membranose. Dunque, volano con quelle che tetramente potremmo considerare mani. Le zampe posteriori sono decisamente antropoidi. La ben nota forma orripilante del muso, che tanto ci muove a disgusto, potrebbe dipendere dal fatto che gli occhi sono frontali, la testa è ben definita e, con raccapriccio, non del tutto distante da quella di una scimmia. Primati e Chirotteri, dunque, nemici per lunghe stagioni biologiche. Per qualche motivo a noi non è dato di conoscere, vinsero i Primati, i quali tuttavia sembrano non aver mai dimenticato completamente i loro avversari biologici, nei confronti dei quali provano ancora una evidente paura. Una delle ultime puntate del telefilm X-files proponeva una teoria a dir poco inquietante. Se è vero che i pipistrelli avrebbero potuto, al caso piacendo, evolversi ipoteticamente quanto noi, in alcune zone inesplorate della terra ciò potrebbe effettivamente essere accaduto.




La vita umana secondo Schopenhauer

Oggi nasceva Arthur Schopenhauer, il filosofo del pessimismo cosmico, uno dei pensatori ed aforisti più influenti dell’Ottocento.
Lo vogliamo ricordare con una sua celebre citazione.

La vita umana è un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia.




L’arte di Karel Thole

Karel Thole è là, dove ben pochi hanno osato spingersi, con lo sguardo proteso verso quei mondi che i più non hanno mai osato nemmeno sognare. Lui ha fatto più di questo: li ha dipinti ritraendoli dal vero: perché Lui li vedeva. Li vedeva con gli occhi e lo sguardo che hanno soltanto gli Artisti Veri, soltanto i Geni, e Karel era un genio e come tale rimarrà insuperato Maestro. Avrebbe certo fatto la felicità di un altro grande come Oscar Wilde se lo avesse conosciuto, come io ebbi la fortuna di conoscerlo. Karel era bravo? No, troppo poco: era competente e capace. Conosceva tecniche e anatomia come pochi e sapeva giocarci come nessuno. Era un singolo individuo che non si è mai celato dietro quell’odiosa falsa modestia dell’umile che invece oggi qualcuno sbandiera come se ciò fosse un pregio. Thole era onesto e sincero, aveva amici e nemici (ma questi ben attenti a confondersi con i primi), aveva odi, simpatie ed antipatie epidermiche eppure motivate da una capacità d’analisi straordinaria. Perché era, è, se stesso e non l’infamo copia di qualcos’altro. Karel modesto? Giammai. “Modesto” significa mediocre e questo certo lui non lo è mai stato. Thole superato? Si, forse da se stesso e dai propri sogni. Egli è vivo, vivo come tutti i Grandi Artisti sono vivi nelle loro opere; quanti oggi potranno dire lo stesso di loro?
I suoi occhi hanno visto cose…
Amava la Vita, il buon bere, il cibo e la Bellezza in ogni sua forma. E certamente adesso sorride là, in qualche luogo iperuranio bevendosi un’ennesima birra, circondato da belle ragazze, in una sorta di Whalhalla dove seggono soltanto persone come Bosch e Durer, Rembrandt e Caravaggio, Cellini e Burne Jones. Perché tutti loro sono immortali.
Non dico addio al Maestro Thole, della cui paterna amicizia mi sono sempre onorato e vantato, dico soltanto arrivederci alla faccia di coloro che non potranno bere con noi…




Kurt Cobain tra i maledetti del rock

Oggi nasceva Kurt Cobain, cantautore e chitarrista statunitense, frontman del gruppo musicale grunge Nirvana.
Lo stile musicale grunge e la breve vita di eccessi, lo hanno fatto entrare di diritto tra i maledetti del rock e tra le principali icone giovanili.
Dopo un’infanzia tutt’altro che felice trascorsa tra il divorzio dei genitori e grossi problemi psichici che lo avvicinarono alle droghe, nel 1987 fondò i Nirvana con il bassista Krist Novoselic.
Dopo l’album d’esordio “Bleach” la consacrazione arrivò con “Nevermind” (17° nella Lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone) e con canzoni come “Smells Like Teen Spirit” e “Come as you are”, entrate nella storia del rock.
Tuttavia fama, successo (con oltre 70 milioni di dischi venduti) e soldi non bastarono al male di vivere di Kurt, che nell’aprile del 1994 si tolse la vita, sparandosi in testa nella sua casa di Seattle.




In ricordo di Troisi

Il 4 giugno 1994 ci lasciava Massimo Troisi, un attore simbolo dell’Italia, portavoce della nuova comicità napoletana, denominato anche “Il comico dei sentimenti”.
Nell’anniversario della sua nascita, lo ricordiamo con alcune delle sue più celebri frasi.

“Io non è che sia contrario al matrimonio, però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.”

“La sofferenza in amore è un vuoto a perdere: nessuno ci può guadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni.”

“La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli, quella dei ricchi dai loro genitori.”

“Ma tra un giorno da leone e cento da pecora, non se ne potrebbero fare cinquanta da orsacchiotto?”

“L’amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce…”

“Se mi accostano a Totò e a Eduardo a me sta benissimo: sono loro che si offendono.”

“Io non è che sia contrario al matrimonio, però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.”

“Il titolo del film è molto importante perché molte volte è quello che fa andare al cinema la gente. Se non si riesce a trovarlo tocca poi fare un bel film, che è molto più lungo e faticoso.”