Le janare di Punta Licosa di Alessio Noè

Castellabate, regione del Cilento (Campania) – 30 Settembre 2018

Fa ancora molto caldo e il mare sembra più bello che mai da qui. Godo di una vista paragonabile al sublime dei grandi Romantici. C’è l’acqua con i suoi riflessi verdi, grigi, azzurri sempre più sfumati fino al taglio netto che li separa dall’orizzonte offuscato che lascia viaggiare lontano la mente, i ricordi, i sogni. Gli strappi oscuri che occhieggiano dai nembi rammentano alla mia anima degli incubi che trattengo a fatica dentro di me.

Sono seduto sulla collina vicino alla casa che fu di mia nonna e che ora non è abitata da nessuno. Proprio lì, nella vecchia cantina, ho trovato un prezioso documento che avrei fatto meglio a consegnare a uno dei musei locali dove però avrebbero potuto bollare il contenuto come una burla ai danni di una storia sacra. Sì perché il contenuto riguarda Costabile Gentilcore, colui che diede inizio alla costruzione del castello che poi ha dato il nome a questo paese, Castellabate (Castrum Abatis). Lui era l’abate e mia nonna ne è diretta – seppur lontana – discendente, almeno così si dice. Ormai è tardi e serbo con me il contenuto di quelle pagine. Si tratta di appunti scritti, riscritti, costantemente tramandati da secoli e via via adattati nel linguaggio, temo non nel contenuto. La prova tangibile è proprio accanto a me nel momento in cui scrivo.

Puoi continuare a leggere il racconto sul portale: