Echo di Terry Moore

Terry Moore ha trovato l’oro, non la pietra filosofale, ma la sezione aurea.
È la proporzione perfetta, armoniosa che si ritrova in natura, dalla musica, ai corpi, dalle opere d’arte, ai fiori. Annie, una giovane ingegnere, la usa come base teorica, per progettare un nuovo metallo che, unendosi al sangue, produrrà una lega dalle proprietà “auree”, prodigiose che potrà curare malattie e sofferenze. Ma la Henry, la multinazionale per la quale Annie lavora, vuol trasformare il progetto in produzione di armi, per ricevere i finanziamenti del Pentagono. E così Annie si ritrova in una tuta della sua lega metallica, munita di un jet-pack, un motore a reazione, che le consente di volare. Ma Annie viene uccisa durante il collaudo, da missili a ricerca calorica lanciatile contro, per esperimento (?) da un’aereo della stessa Henry. Annie esplode nel deserto e le particelle del suo corpo e della sua lega metallica, ricadendo nel fall out, si attaccano ricoprendolo, al corpo di Julie Martin, una giovane fotografa, per caso da quelle parti. Più o meno come un certo Hulk…

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