FAUSTUS “Memoriam”

Full-length, Independent (2022)

I Faustus sono una emergente realtà modern metal svedese che ama mescolare diversi stili nel proprio sound, a partire dal djent metal come influenza primaria, per poi approdare nei territori del melodic death metal, del groove metal e anche qualche vago influsso industrial. “Memoriam” è la loro seconda fatica discografica ed è supportata da Go Loud Agency, anche se l’album esce in maniera del tutto indipendente.

Ciò che mi ha colpito in questo album è la maniacalità con cui la band ha curato ogni aspetto: l’artwork di copertina è stupendo, i brani sono davvero delle bordate di immane violenza e il sound è stato curato davvero bene. Questa band, insomma, pur essendo relativamente giovane, è riuscita a realizzare un disco che se la gioca con tanti nomi storici della frangia più estrema del metal. L’unico dubbio che potrei avere su questa formazione è la loro collocazione presso un pubblico “settoriale”. Guardando in rete ho capito che questa formazione ami definirsi death metal, ma secondo me ha pochissimo in comune con questo genere, se non la forza brutale che vagamente riporta a quel genere. Ma qui è tutto estremamente più complicato da assimilare e descrivere. Come dicevo ad inizio recensione, sono fondamentali anche altri generi che si sono fatti spazio negli ultimi 30 anni circa, e qualcuno potrebbe addirittura sentirci qualcosa di nu metal in questo “Memoriam”.

Al netto di queste classificazioni, che rimangono una costante per certi ascoltatori di metal che non vogliono spostarsi di un centimetro rispetto le loro ormai vetuste posizioni, questo è un album più che godibile e molto fresco. Questa freschezza è data proprio dal fatto che in alcuni punti potrete trovare degli spunti che rimandano a Morbid Angel o At The gates, e in altri potrete trovare molti punti di contatto con Pantera, Meshuggah, Archspire e altro ancora. Per me questo “Memoriam” è un gran bel disco e quindi non posso fare altro che consigliarvelo senza troppi indugi.

Tracklist:

1. Deprived of liberty
2. Psychogenic
3. Anhedonia
4. Existence, Death
5. The Creation of what’s called Hell
6. Architect of Ruin
7. Sleep
8. Tempus
9. Obscurity
10. From the Beginning to the End
11. XI

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SEPTEMBER DAMAGE “Perception Of Reality” (2022)

I September Damage giocano d’anticipo, in quanto stanno componendo materiale per un imminente nuovo album, e buttano sul mercato queste tre tracce più una outro che creano la giusta atmosfera con canzoni non troppo prolisse, ma che suscitano interesse per un songwriting affilato e per una tecnica di alto profilo. La loro base melodic death si sposa benissimo con vaghi influssi più modern-metal, grazie ai vari effetti che impreziosiscono il loro tessuto sonoro.

Quindi abbiamo una voce cattiva al punto giusto, ma non parliamo di un growl, piuttosto di harsh vocals che a volte sconfinano in qualche scream. Chitarre che spesso si staccano dalla pura essenza ritmica che il genere impone e si lasciano andare a bei fraseggi ed assoli. La batteria è sufficientemente varia e il basso la supporta a dovere. E’ interessante il fatto che i brani inizino in modo piuttosto standard, ma quasi sempre abbiano poi delle sorprese all’interno , che si esprimono con cambi di tempo o di feeling e magari, di tanto in tanto, con qualche spiraglio leggermente più tranquillo e rilassato. 

“Perception Of Reality” è quindi un buon mini album, ma quattro brani per ora possono solo far presagire quello che sarà, piuttosto che quello che è. Anche perchè, come dicevo, non sono quattro vere canzoni ma tre, perchè la terza traccia, ovvero “Toxic Instrumental Vibes” dura poco più di un minuto ed è solo strumentale. In ogni caso è una band da seguire e vedere cosa saprà fare in futuro, anche perchè pare che un nuovo album sia in arrivo nel 2023. 

Tracklist:
1. Invisible Soul
2. Tools or Victims
3. Toxic Instrumental Vibes 
4. Memories Don’t Die

Links:
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