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Eradication (USA, 2022)
Regia: Daniel Byers
Produzione: Ryan Scaringe
Soggetto e sceneggiatura: Daniel Byers e Harry Aspinwall
Fotografia: Alexandra Gilwit e Zachary Ludescher
Interpreti: Harry Aspinwall, Anita Abdinezhad, Christian Masters, Ross Cowan, Claudia Minor Troyer
Una terribile pandemia si è abbattuta sul pianeta trasformando le persone in infetti aggressivi e contagiosi. I pochi sopravvissuti si sono isolati nelle proprie case, prendendo ogni tipo di precauzione per difendersi dal mondo esterno. Tra questi c’è David il cui sangue pare sia la chiave per sconfiggere questo male. L’uomo, pertanto, è sempre sotto sorveglianza dei droni della Eradication Corp ed è sottoposto a routine quotidiane che prevedono alimentazione, esercizio fisico, igiene personale, riposo e videochat con la fidanzata Samantha a fasce orarie prestabilite. Ma un giorno David decide di esplorare il mondo esterno alla ricerca della verità scoprendo qualcosa di sconvolgente.
Diretto da tale Daniel Byers, questo film del 2022 altro non è che un derivato del periodo post pandemia. Lo spettatore si ritrova faccia a faccia con situazioni analoghe vissute in quel periodo, con tanto di protagonista sottoposto a lockdown e precauzioni anti-contagio. La presenza degli infetti è molto marginale il che fa intuire che l’intenzione del regista non era quella di creare l’ennesimo zombie movie prevedibile e scialbo ma di proporre un prodotto che riassumesse il periodo pandemico in chiave più drammatica ma senza rinunciare a qualche venatura horror, inserendo anche una sorta di messaggio di denuncia sociale verso quella dittatura sanitaria (qui rappresentata da persone nella classica tuta rivista in ben più noti film a tema) e quel modo di vivere dove verità e menzogna camminano a pari passo. La scarsità di dialoghi (presenti per lo più nelle scene di videochat tra David e Samantha) e gli striminziti momenti d’azione danno sicuramente man forte al lato drammatico del film, ma la trascuratezza nei confronti del lato horror tende a tratti ad annoiare lo spettatore, tenendolo sul “chi va là” per eventuali momenti che potrebbero movimentare la visione ma che purtroppo non arrivano quasi mai. Il cast svolge il suo compito senza grandi sforzi per rendere credibile e drammatica la situazione. La sceneggiatura sa molto di già visto senza particolare voglia di essere originale anche se sfocia comunque in un finale sorprendente.
In conclusione ci troviamo di fronte a un prodotto che raggiunge sicuramente la sufficienza, ma per la tematica che tratta è molto facile sbagliare e allo stesso tempo molto difficile offrire un qualcosa di originale. Una visione gliela si può dare tranquillamente e partendo prevenuti l’amaro in bocca risulterà più dolce.
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