Un
bambino di nome Eddie, un fratellino misteriosamente scomparso di
nome Danny, due genitori, Todd e Laura, protagonisti di un rapporto
di coppia instabile, una nonna eroina di nome Sandy e infine l’ombra,
un mostro tremendo e sanguinario, sono i principali protagonisti di
questa vicenda, un misto di genere horror e… weird.
L’atmosfera
non lascia alcun barlume
di speranza… a voi ch’entrate!,
ma sottolinea in modo perfetto l’assoluto
orroristico
in una dimensione transgenica.
Ebbene
sì, si tratta di una dimensione diversa, quasi parallela, in cui
scorre incessante il tempo, come un orologio a pendolo di età
remota, il cui incessante battere dei rintocchi scandisce
essenzialmente la storia di tale magnifico romanzo.
L’autore ci prende per mano e ci trasporta, come Caronte dantesco, figlio dell’Erebo e della notte, tra le anime dei morti della signora Ade, tra le marce foglie di una foresta incantata, dalle tinte scarlatte e fosche.
Una
foresta?
Forse
non si tratta proprio di un’incantevole foresta pluviale, bensì
l’interno recondito dell’animo e della mente umana, presso cui si
materializzano molteplici avversità e indecisioni della vita vissuta
dai protagonisti che,
in
ogni capitolo, vengono trattati in modo essenziale e autonomo, quasi
a voler pennellare autonomamente il proprio dipinto.
L’autore
appare calato perfettamente nel mondo contemporaneo, tant’è che
non possono non notarsi i molteplici richiami del mondo sottosopra
della fortunata serie tv,
Stranger Things.
O
quanto meno, personalmente, mi sono ritrovato immerso negli stessi
nebulosi e perversi ambienti, pur sottolineando e riconoscendo
l’assoluta originalità dell’opera di Hinckley.
Così
come, contemporaneamente, ho recepito e percepito in modo assoluto ma
elegante, gli indimenticabili richiami di sapori e odori delle
ambientazioni delle opere del magno maestro Lovecraft.
Quel vedo
ma non ci credo,
quel mostro
multiforme e
deforme,
quei colpi di scena così ben costruiti, si palesano come figli di
una cultura superiore e particolarmente moderna.
Bravo
il giovane autore, Mr. Colin!
Ottima
la fantasia anche nel racconto extra
libro, in appendice alla bellissima storia del soggetto principale.
Una
chicca!
Sicuramente
uno scrittore da seguire passo, passo, capace di approfondire con
sapiente maestria, anche se – a mio personale gusto – lievemente
acerbo nel linguaggio horror.
Sono
convinto che ne sentiremo parlare ancora.
Continua
così… Mr. Colin!
Dear
Mr. Colin…
L’AUTORE
Colin Hinckley vive a Los Angeles. È scrittore, attore e regista. Come narrativa ha pubblicato vari racconti e il romanzo breve The Black Lord. Questo è il suo sito personale: https://colinhinckley.com
The Black Lord
Autore:
Colin Hinckley
Editore:
Indipendent Legions Publishing
Pag.
152
Prezzo: edizione cartacea 14,90 €; ebook 3,99 €
Tutti
i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.
Illuminations di Alan Moore
[…]A
volte il vecchio mi permetteva di venire a trovarlo al lavoro, quando
stava mettendo in piedi l’attività. Durante l’era precambriana,
il suo laboratorio era proprio in cima alla strada, non lontano da
qui.[…]
Alan
Moore
è un fumettista e scrittore britannico, nato a Northampton il 18
novembre 1953, considerato da molti (me compreso) uno dei più grandi
e influenti autori di fumetti di tutti i tempi.
Watchmen,
V per Vendetta, From Hell, La Lega degli Straordinari Gentlemen e
Swamp Things: Moore è conosciuto per il suo approccio
complesso e ambizioso alla narrazione, per l’attenzione ai dettagli
e la capacità di creare personaggi memorabili. Le sue opere hanno
avuto un impatto significativo sul mondo del fumetto e hanno ispirato
generazioni di autori e lettori (purtroppo per tutti, me compreso)
Personalmente,
da membro del Culto Lovecraftiano, non posso non citare Funghi
di Yuggoth e altre colture, Neonomicon
e Providence e
il
racconto Il
Cortile
contenuto nella raccolta Saggezza
Stellare.
Oltre ai fumetti, Moore ha scritto anche romanzi (La voce del fuoco,Jerusalem e The Great When), racconti e testi musicali. Se, per sbaglio, ancora non lo conoscete, correte ai ripari!
Passiamo
alla nostra recensione: Illuminations
– I racconti fantastici
Cito
dalla presentazione del libro: Dalla
fantascienza all’horror, passando per il fantastico e la satira
pungente, Alan Moore si destreggia sapientemente tra generi, stili e
registri diversi, per dipingere quadri rischiarati da illuminazioni
folgoranti, squarci di una realtà solo apparentemente inverosimile,
che spesso riesce a superare anche le fantasie più sfrenate.
Illuminations,
edito dalla Fanucci Editore e tradotto da Tessa
Bernardi,
è una raccolta che mi ha lasciato interdetto, lo ammetto. Non tutti
i racconti mi sono piaciuti, anzi, alcuni mi hanno lasciato
spiazzato. Ma
lo vedrete nello specifico.
Lo
stile è raffinato, elegante e immaginifico. I racconti prendono vita
da intuizioni brillanti che spaziano dalla fantascienza al weird
classico, passando anche per il noir e lo stile fumettistico.
Analizziamoli per bene.
La
Lucertola Ipotetica
si svolge in un’ambientazione fantastica che evoca atmosfere
oniriche, trasportando il lettore in un vero e proprio viaggio
all’interno di un sogno (oppure un incubo). Sebbene la storia si
concentri principalmente su un unico luogo, Moore
sapientemente inserisce alcuni sprazzi che ci permettono di
comprendere meglio il contesto high-fantasy in cui si svolge la
vicenda. Se trasposta in graphic novel, l’opera di Moore
risulterebbe a mio avviso, indubbiamente portentosa, un caleidoscopio
tetro con sprazzi di giallo (leggendolo, capirete il mio
riferimento). La trama narra le vicende di una bambina di nome
Som-Som, ceduta alla “Casa senza Orologi”, un luogo di
piacere e dissolutezza. All’interno di questo contesto permeato di
eros e magia, il destino di Som-Som si rivela tanto prestigioso
quanto singolarmente orribile. La bambina diviene, infatti, la chiave
d’accesso del lettore a una storia di amore che trascende i confini
di genere, ma che allo stesso tempo si configura come una relazione
tossica e destinata a un finale amaro come il veleno. Moore
dimostra grande abilità nel descrivere l’atmosfera erotica quando
necessario, ma anche nel delineare con maestria il malessere umano,
intrecciando il tutto con il bizzarro e il grottesco del setting che
ci viene presentato.
Nemmeno
Leggenda
è un racconto incentrato su un gruppo di appassionati dell’occulto
che si riuniscono regolarmente per discutere di fenomeni paranormali
e condividere le proprie esperienze. I protagonisti sono persone
comuni, a tratti quasi misere nelle loro difficoltà quotidiane e
nelle complesse relazioni personali. La narrazione esplora temi quali
la realtà della quotidianità, la percezione delle relazioni
interpersonale e i confini tra il normale e il soprannaturale. Moore
utilizza una prosa ricca e suggestiva per creare un’atmosfera
decisamente anomala, mettendo in risalto i conflitti e le
introspezioni dei personaggi. La struttura del racconto è
caratterizzata da due narrazioni che procedono in direzioni opposte.
Questo approccio narrativo ha reso necessario rileggere l’intero
racconto una volta giunti al finale, per assicurarsi di aver colto
appieno il significato della storia.
RecensirePosizione,
Posizione, Posizione
(nota: sarebbe stato meglio lasciare il titolo originale Location,
Location, Location)
senza spoiler è davvero un’impresa ardua, dato che la trama si basa
su un rovesciamento narrativo inaspettato e sconvolgente. La storia
inizia con Angie, un’avvocatessa incaricata di mostrare un immobile,
il Civico 18, al suo nuovo proprietario. Durante la visita, Angie si
ritrova coinvolta in una conversazione con un uomo di nome Chris, che
ben presto si rivela essere Gesù Cristo. Da questo punto in poi, la
narrazione prende una piega apocalittica, intrecciando elementi di
mitologia religiosa con riferimenti alla contemporaneità, incluso il
periodo della Brexit. Moore
capovolge la prospettiva tipica, non inserendo il soprannaturale
nella realtà quotidiana, ma piuttosto mostrando come la normalità
di una giornata possa improvvisamente trasformarsi nella fine del
mondo. Senza svelare troppi dettagli, possiamo affermare che questo
racconto è un’opera ricca di sorprese e filosofie metafisiche. Moore
gioca con maestria con i generi, mescolando fantasy e satira sociale,
in un racconto che non mancherà di stupire e coinvolgere il lettore.
Lettura
a Freddo
si contrappone nettamente alle precedenti opere di Moore,
offrendo un’esperienza di lettura decisamente più semplice e quasi
rilassante. Lo stile asciutto e scarno di dettagli rende la
narrazione scorrevole e veloce (almeno, dopo le letture precedenti),
catapultando il lettore nella storia di Ricky Sullivan. Il
protagonista del racconto, scopre di possedere un dono particolare:
la capacità di rassicurare le persone in lutto spacciandosi per un
medium. Questo talento innato si trasforma ben presto in un’impresa
redditizia, ma come spesso accade, il successo ha un prezzo. Un
errore lungo il tragitto metterà a repentaglio le fragili certezze
di Ricky, costringendolo ad affrontare le conseguenze delle sue
azioni.
L’improbabile
complessità dello stato di alta energia
è un’opera letteraria estremamente audace e ambiziosa che esplora i
confini della metafisica e della scienza. La definirei senza troppi
problemi un “magistrale
sconquasso sui primi femtosecondi dell’universo”. La
narrazione si presenta come un’ostica e complessa odissea metafisica
che mette a dura prova il lettore (perlomeno, io ho fatto molta
fatica).
Moore
sviluppa il concetto filosofico-scientifico del “Cervello di
Boltzmann”, un’ipotesi teorica realmente esistente, all’interno
di una cornice narrativa fantastica. Attraverso la sua creatività
teologica e magica, apre un possibile paradosso – letterario – su
quella metafisica complessa di cui parla Gesù due racconti prima. A
mio gusto è un’opera complessa ma sono sicuro che
alcuni di voi la troveranno affascinante.
Illuminazioni,
racconto che dà il nome alla raccolta, è un’opera emozionante che
esplora i temi della memoria, del rimpianto e della perdita. Il
protagonista, un uomo in là con gli anni segnato dalle difficoltà
della vita, cerca conforto ripercorrendo i ricordi delle vacanze
estive trascorse con la famiglia da bambino. Questo viaggio
nostalgico, inizialmente dolce e amaro, assume una sfumatura
inquietante quando elementi soprannaturali si insinuano nella
narrazione. L’autore, attraverso questo racconto, ci invita a
riflettere sul pericolo di rimanere attaccati ai ricordi del passato.
Il mondo, infatti, va avanti inesorabilmente, nel bene e nel male, e
aggrapparsi a ciò che è stato può essere controproducente,
amplificando eventuali sofferenze interiori. Mentre un bel ricordo
può essere un balsamo per l’anima, il tentativo ossessivo di
ricrearlo può rivelarsi persino più doloroso. Nel caso specifico di Illuminazioni,
la componente surreale irrompe nella storia come un monito per il
protagonista: il passato non può essere modificato e, a volte, è
proprio lì ad attenderlo, da qui la componente weird di quest’opera
arriva come uno schiaffo a mano aperta, con tutte le sue luci e le
sue ombre, pronto ad attendere il protagonista.
E
ora Cosa
ci è dato sapere su Thunderman.
Attendevo l’arrivo di questo romanzo (perché no, non è un racconto)
con un misto di entusiasmo e timore, dato che rappresenta il cuore
della raccolta sia per l’impegno dell’autore che per le dimensioni
(oltre 200 pagine). Thunderman,
diviso in venti
capitoli, traccia la storia surreale e kafkiana dell’industria del
fumetto negli ultimi settantacinque anni attraverso diverse persone,
a volte ingenue e a volte maniache, che salgono e scendono nella
scala delle carriere. Moore
rivela il cuore oscuro e pulsante del business dei supereroi. Questo
romanzo(!) si distingue per il suo sarcasmo corrosivo e una trama
non-lineare che salta ripetutamente dagli anni Quaranta al presente.
Narra la storia di un gruppo di scrittori e disegnatori di fumetti
che lavorano per l’editrice American passando per quella di un
bambino che sogna i suoi supereroi fino a conoscerli di persona. Le
pagine di Thunderman
contengono il nucleo centrale della raccolta, nel quale Moore
riflette sulla sua carriera di fumettista e sull’universo
immaginativo dei supereroi in cui ha lasciato una traccia duratura.
Per quanto non abbia apprezzato pienamente l’intero romanzo, non
essendo un fan di quel genere di fumetti, ho particolarmente
apprezzato il finale. Benvenuti al Satyricon.
In Luce
americana – Un apprezzamento Moore
realizza un’impresa decisamente degna del suo talento: inventa il
protagonista, Harmon Belner, per rendere omaggio alla Beat
Generation, creando un autore immaginario di livello eccezionale.
Attraverso Belner, Moore
compone un poema Beat di alto livello, corredato di dettagliate note
a piè di pagina per spiegare i versi e collegarli alle storie reali
degli esponenti della Beat Generation.
Descriverlo
senza entrare troppo nello specifico e senza fare
spoiler è complesso, quindi mi limito a dare un consiglio: come L’improbabile complessità dello stato di alta energia o Thunderman, richiede una lettura attenta e tranquilla,
altrimenti rischia di essere compreso solo parzialmente.
Ed, infine, giusto per fare silenzio è concettualmente un dialogo tra due persone, ambientato nell’Inghilterra del Duecento, ai tempi di Re Riccardo. I due protagonisti, colpevoli di omicidio, sono in fin di vita e marciando forzatamente verso la loro destinazione finale, cercano di ricostruire il proprio recente passato. Il finale è ambiguo ma delicato e intrigante.
Concludo
affermando che questa raccolta di racconti è
destinata a un pubblico che apprezza grandemente Alan
Moore.
Acquistarla senza avere un’idea di chi sia Moore,
senza conoscere minimamente la sua filosofia o la sua storia, è come
fare un salto nel buio. A mio gusto, Illuminations
si configura come una raccolta di indubbio interesse, che riconferma
il talento di Moore
come autore letterario di prim’ordine. L’opera è ricca di
riferimenti tematici ed esistenzialistici che possono lasciare un
segno in chi la legge, confermando quanto ho detto all’inizio: Ne
voglio anche il fot***to fumetto!
Illuminations
– I racconti fantastici
Alan
Moore
Fanucci
Editore, 2023
Pag.
502 pagine
Codice
ISBN: 9788834744116
Prezzo:
edizione cartacea 17,00 €; ebook 9,99 €
Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.
Kurt Russell – L’eroe anarchico del cinema americano a cura di Fabio Zanello
La redazione GHoST segnala il saggio Kurt Russell – L’eroe anarchico del cinema americano edito da Weird Book a cura di Fabio Zanello. Kurt Russell (Springfield, 1951) è un attore dal portamento assai riconoscibile: i suoi occhi azzurri esprimono saggezza, spavalderia e incoscienza; il suo timbro vocale è profondo; il suo stile è distante sia dal Metodo Stanislavskij che dalla mimesi; il suo machismo si presenta autoironico, anche quando l’attore indossa il trucco di scena per esigenze di copione. Russell mette se stesso, corpo e anima in ogni ruolo. Imprevedibile e beffardo anche nell’esibizione muscolare, erede di nessuno, ormai Russell è perfetto nei ruoli di antieroe con quel languore nello sguardo e la mascella quadrata come un eroe fumettistico. Il sodalizio artistico con il regista John Carpenter (1997: Fuga da New York, La cosa, Grosso guaio a Chinatown, Fuga da Los Angeles) consegna l’attore alla storia dei generi cinematografici. Fra gli altri suoi successi: Il computer con le scarpe da tennis, Silkwood, Tango & Cash, Fuoco assassino, Tombstone, Stargate, Decisione critica, Vanilla Sky, Indagini sporche, Grindhouse – A prova di morte, Fast & Furious 7, Bone Tomahawk e The Hateful Eight.
SCHEDA TECNICA Titolo: Kurt Russell – L’eroe anarchico del cinema americano Autore: AA.VV. Editore: Weird Book Collana: Revolution Genere: Saggio Pagine: 200 Prezzo: 26,90 € Formato: 15 x 22 cm ISBN: 979-12-81603-13-4
Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.
Eradication di Daniel Byers
Eradication
(USA, 2022)
Regia:
Daniel Byers
Produzione:
Ryan Scaringe
Soggetto
e sceneggiatura: Daniel Byers e Harry Aspinwall
Fotografia:
Alexandra Gilwit e Zachary Ludescher
Interpreti:
Harry Aspinwall, Anita Abdinezhad, Christian Masters, Ross Cowan,
Claudia Minor Troyer
Una
terribile pandemia si è abbattuta sul pianeta trasformando le
persone in infetti aggressivi e contagiosi. I pochi sopravvissuti si
sono isolati nelle proprie case, prendendo ogni tipo di precauzione
per difendersi dal mondo esterno. Tra questi c’è David il cui
sangue pare sia la chiave per sconfiggere questo male. L’uomo,
pertanto, è sempre sotto sorveglianza dei droni della Eradication
Corp ed è sottoposto a routine quotidiane che prevedono
alimentazione, esercizio fisico, igiene personale, riposo e videochat
con la fidanzata Samantha a fasce orarie prestabilite. Ma un giorno
David decide di esplorare il mondo esterno alla ricerca della verità
scoprendo qualcosa di sconvolgente.
Diretto
da tale Daniel Byers, questo film del 2022 altro non è che un
derivato del periodo post pandemia. Lo spettatore si ritrova faccia a
faccia con situazioni analoghe vissute in quel periodo, con tanto di
protagonista sottoposto a lockdown e precauzioni anti-contagio. La
presenza degli infetti è molto marginale il che fa intuire che
l’intenzione del regista non era quella di creare l’ennesimo zombie
movie prevedibile e scialbo ma di proporre un prodotto che
riassumesse il periodo pandemico in chiave più drammatica ma senza
rinunciare a qualche venatura horror, inserendo anche una sorta di
messaggio di denuncia sociale verso quella dittatura sanitaria (qui
rappresentata da persone nella classica tuta rivista in ben più noti
film a tema) e quel modo di vivere dove verità e menzogna camminano
a pari passo. La scarsità di dialoghi (presenti per lo più nelle
scene di videochat tra David e Samantha) e gli striminziti momenti
d’azione danno sicuramente man forte al lato drammatico del film, ma
la trascuratezza nei confronti del lato horror tende a tratti ad
annoiare lo spettatore, tenendolo sul “chi va là” per
eventuali momenti che potrebbero movimentare la visione ma che
purtroppo non arrivano quasi mai. Il cast svolge il suo compito senza
grandi sforzi per rendere credibile e drammatica la situazione. La
sceneggiatura sa molto di già visto senza particolare voglia di
essere originale anche se sfocia comunque in un finale sorprendente.
In
conclusione ci troviamo di fronte a un prodotto che raggiunge
sicuramente la sufficienza, ma per la tematica che tratta è molto
facile sbagliare e allo stesso tempo molto difficile offrire un
qualcosa di originale. Una visione gliela si può dare
tranquillamente e partendo prevenuti l’amaro in bocca risulterà più
dolce.
Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.
(Un)Holy Trinity, di Barbara Bottalico
“[…]Lei.
Aveva l’anima fatta di latte e terra. Profumava.”
Il
tutto si svolge tra
Roma, Kyoto e Boston per poi convergere verso un meta-luogo.
Una
traduttrice di giapponese che vive a Roma, una quindicenne affamata
di fumetti made in italy di Kyoto e una bambina di Boston. Cosa le
lega? E perché un demone come Belial dovrebbe mettersi ad osservare
le loro vite?
(Un)Holy Trinity vi avvolgerà in una fusione armoniosa di fantasy a tema mitologia cristiana, impreziosita da un tocco elegante di weird italianoe delicato dalla penna dell’autrice.
Niente violenza/mostri raccapriccianti ma un alone di bizzarro a tema con il concept del racconto.
L’opera si apre con una dedica che commemora la memoria di persone care scomparse, evocando la loro unicità, la solitudine che la loro assenza lascia e l’impatto indelebile che il loro ricordo ha impresso nell’anima di coloro che le hanno amate, arrivando a loro volta, a lacerare la nostra. – Dedica che effettivamente ha un’impronta forte con la trama del racconto –
Il racconto è appassionante, così come il ritmo e la scrittura. Fino a metà non mi era del tutto chiaro dove sarebbe andato a parare, anche se alcune similitudini tra i personaggi avevano già acceso in me un barlume di potenziale comprensione della macro trama. Strutturato in capitoli suddivisi per le tre protagoniste fino ai capitoli finali in cui tutta la storia si intreccia, il romanzo ha uno sviluppo interessante e commovente nel suo svolgimento.
Molto intrigante è anche la simbologia tra bene e male che non ti fa tifare per nessuno e allo stesso tempo un po’ per entrambi.
Un piccolo Good Omens nostrano che, per quanto mi riguarda, vale ampiamente il tempo della lettura.
Finale molto gradevole!
L’AUTRICE:
Barbara
Bottalico è
nata nel 1987 a Bari, dove si è diplomata al Liceo delle Scienze
Sociali e dove attualmente vive e lavora. Alcuni suoi racconti sono
stati pubblicati nelle antologie horror Orrore
al sole (2016), Orrore
al sole (2017), Z
di Zombie (2017)
e Natale
horror (2023).
Con Delos Digital ha pubblicato Il
Palazzo, Il
Tramonto di Venere e People,
nella collana Futuro Presente, oltre a un racconto per
l’antologia Dark
Graffiti.
Per la collana Crime, ha pubblicato Delitto
di paese, Sally e Un
blasfemo,
mentre per The
Tube Exposed è
uscita con Il
Presidio,
un racconto diviso in quattro parti, e Tamara.
Ha partecipato all’antologia Il
grande racconto di Dalì della
casa editrice Edizioni della Sera, e all’antologia Zodiaco, antologia
fantastica sullo zodiaco orientale, della Watson Edizioni.