Povere Creature! di Yorgos Lanthimos

Povere creature! – Poor Things
Regia: Yorgos Lanthimos. Soggetto: Alasdair Gray (romanzo omonimo). Sceneggiatura: Tony McNamara. Fotografia (B/N e colore): Robbie Ryan. Montaggio: Yorgos Mavropsaridis. Effetti Speciali: Gabor Kiszelly. Scenografie: Shona Heath, James Price. Costumi: Holly Waddington. Trucco: Mark Coulier. Musiche: Jerskin Fendrix. Produttori: Yorgos Lanthimos, Ed Guiney, Andrew Lowe, Emma Stone. Case di Produzione: Element Pictures, Film4, Fruit Tree. Distribuzione (Italia): Walt Disney Studios. Durata: 141’. Genere: Fantastico, Commedia. Paesi di Produzione: Regno Unito, Irlanda, USA. Titolo Originale: Poor Things. Interpreti: Emma Stone (Bella Baxter), Mark Ruffalo (Duncan Wadderburn), Willem Dafoe (dott. Godwion Baxter), Ramy Youssef (Max McCandles), Hanna Schygulla (Marta), Jerrod Carmichael (Harry Astley), Christopher Abbott (Alfred Blessington), Margaret Qualley (Felicity), Kathryn Hunter (Swiney).

Un piccolo gioiello di cinema questo Poor Things – chiamiamolo con il titolo originale, una tantum tradotto – dove trovi la vecchia commistione di generi allo stato puro in un sottofondo di cinema d’autore che non ha eguali. Leone d’oro a Venezia più che meritato per un film che contiene decine di altri film, per una pellicola fantastica che contamina commedia e horror, grottesco e bizzarro, sentimentale e drammatico, erotico e surreale. Siamo nella Londra di fine Ottocento e vediamo una donna incinta (Stone) suicidarsi nel Tamigi, un mad doctor (Dafoe) recupera il cadavere, preleva il piccolo dalla pancia materna, espianta il cervello del neonato e lo trapianta nel cranio della madre, che fa tornare in vita grazie a impulsi elettrici. Il dottor Frankenstein che incontra Giulio Verne, le pellicole gotiche che vivono nel cinema fantastico in un clima da commedia horror d’altri tempi. La ragazza diventa una creatura da studiare per il valente scienziato, che ha già fatto incroci interessanti con animali, quindi si prende un timido assistente (Youssef) per seguire i progressi di un cervello da bambina – che cresce rapidamente – in un corpo di donna. I problemi cominciano quando la creatura – chiamata Bella Baxter come se fosse figlia dello scienziato – chiede di vedere il mondo e comincia a sperimentare grazie al seduttore Duncan (Ruffalo), distrutto a poco a poco dalla sua carica prorompente. Bella vive intensamente, vede una Lisbona surreale con gli autobus volanti, una Parigi inquietante dove si mette a fare la prostituta, viaggia a bordo di un transatlantico dove incontra amici colti e letterati, infine torna a Londra dal padre putativo in fin di vita e dal promesso sposo, per prendersi pure una rivincita sul passato. I fili si ricongiungono come in un giallo inquietante a tinte horror, schizzato di fantastico, per completare un racconto paradossale che diverte come una commedia scandita dai tempi del cinema d’animazione. Un film teatrale, girato quasi tutto in interni – studi Origo di Budapest – con grande ricorso alla computer grafica che in certe ricostruzioni d’ambiente ricorda il cinema di Fellini. Scenografie sontuose, fotografia che passa dal bianco e nero a una colorazione anticata senza soluzione di continuità; montaggio rapido che rende agili i quasi 150 minuti di proiezione, sceneggiatura che non fa una grinza; colonna sonora a base di violino distorto che accompagna ogni sequenza; riprese originali e insolite con un eccesso (gradevole) di grandangolo. Alla fine pure un film femminista, sul libero arbitrio, sulla incapacità degli uomini di poter irretire la volontà di una donna e sulla impossibilità di considerare una persona umana come cosa propria. Undici candidature agli Oscar e Golden Globe che non si contano. Attori molto bravi, soprattutto Emma Stone che caratterizza un personaggio di donna – bambina davvero sopra le righe, ma non è da meno Willem Dafoe nei panni di un mostruoso dottore dal cuore d’oro. Si rivede anche Hanna Schygulla, ex musa giovanile di Ferreri in Storia di Piera. Vietato ai minori di anni 17 negli Stati Uniti, solo agli anni 14 in Italia, per numerose scene di nudo e linguaggio scurrile, in ogni caso tutto funzionale alla storia, niente di gratuito e disturbante, anche se per Emma Stone resta il ruolo più ardito in carriera. Un film da vedere, meglio al cinema, per apprezzare la fotografia, le scenografie magnifiche e una regia straordinaria.

Povere creature locandina

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Howard P. Lovecraft: L’esperienza esoterica e magica di Hallyson Boldrini

In
Howard P. Lovecraft: L’esperienza esoterica e magica Hallyson
Boldrini
ci conduce in un viaggio affascinante attraverso le
opere di H.P. Lovecraft, esaminando la loro importanza non
solo nella letteratura, ma anche nella filosofia e nell’esoterismo.
Boldrini esplora come Lovecraft sfidi i confini della
conoscenza, proponendolo come un precursore della filosofia
contemporanea che apre porte verso l’inconoscibile.

Il
libro si distingue per l’approfondimento delle connessioni tra follia
e onirismo nelle opere di Lovecraft, offrendo un’analisi
penetrante della mente umana vista attraverso le lenti distorte delle
sue narrazioni. Boldrini scava nelle radici esoteriche e
magiche delle storie lovecraftiane, mostrando come l’autore abbia
saputo fondere la sua visione del mondo con antichi riti e credenze
occulte. Questa prospettiva arricchisce la comprensione delle sue
opere, rivelando una dimensione nascosta che va oltre il semplice
horror.

Alle
origini di un nuovo genere letterario: il Cosmicismo e l’orrore
Cosmico

Un
punto centrale del libro di Boldrini è l’esplorazione del
Cosmicismo, il concetto filosofico e letterario creato da Lovecraft.
Il Cosmicismo si basa sull’idea che gli esseri umani siano
insignificanti nell’immensità dell’universo, un’idea che permea
molte delle sue storie. Questa filosofia è evidente nei racconti
dove le divinità e le entità cosmiche, come Cthulhu, Nyarlathotep e
Azathoth, rappresentano forze incomprensibili e indifferenti alla
sorte dell’umanità.

Boldrini
mette in luce come il Cosmicismo di Lovecraft sia una risposta
alla modernità e alla perdita delle certezze tradizionali. In
un’epoca in cui le scoperte scientifiche mettevano in discussione le
concezioni antropocentriche del mondo, Lovecraft propone una
visione dell’universo come un luogo vasto, oscuro e profondamente
alieno. Il terrore cosmico deriva proprio dalla consapevolezza
dell’infinita piccolezza umana di fronte a queste entità
sovrannaturali e all’indifferenza del cosmo stesso.

Follia
e Onirismo

Un
altro capitolo cruciale del libro è dedicato alla follia e
all’onirismo, temi ricorrenti nelle opere di Lovecraft.
Boldrini esplora come Lovecraft utilizzi i sogni e le
visioni oniriche per rivelare verità nascoste e per esplorare i
recessi più oscuri della mente umana. Racconti come La ricerca
onirica dello sconosciuto Kadath
mostrano come i sogni possano
essere portali verso altre dimensioni, dove le leggi della realtà
sono sovvertite e l’impossibile diventa possibile.

In
questo contesto, Boldrini cita racconti emblematici come La
maschera di Innsmouth
e Le montagne della follia. In La
maschera di Innsmouth
il protagonista scopre un orribile segreto
celato nella cittadina di Innsmouth, un segreto che lo conduce alla
follia mentre si rende conto della sua connessione con gli abitanti
degenerati del luogo. Questo racconto esemplifica l’idea che il
contatto con l’ignoto e il diverso può portare alla perdita della
sanità mentale. Le montagne della follia narra di una
spedizione scientifica in Antartide che scopre antiche rovine di una
civiltà aliena. La conoscenza delle entità preumane e delle loro
terrificanti capacità spinge i membri della spedizione verso la
follia, incapaci di assimilare la vastità e l’orrore delle loro
scoperte. Questo racconto incarna perfettamente il tema lovecraftiano
della follia derivante dalla comprensione di verità cosmiche troppo
grandi per la mente umana.

Miti
e folklore

Il
libro di Boldrini
approfondisce anche il folklore e i miti che Lovecraft
ha incorporato nel suo universo narrativo. Lovecraft
attinge a una vasta gamma di fonti, dalle leggende celtiche ai miti
mesopotamici, per creare il suo pantheon di divinità e creature.
Questa commistione di tradizioni antiche con l’immaginazione di
Lovecraft ha
dato vita a un mondo ricco e complesso, dove il confine tra realtà e
mito è labile e permeabile. Un aspetto particolarmente affascinante
del testo è l’approfondimento del folklore, dei miti e delle
creature immonde che popolano l’universo lovecraftiano. Boldrini
scava nelle radici esoteriche e magiche delle storie di Lovecraft,
rivelando come l’autore abbia saputo fondere la propria visione del
mondo con antichi riti e credenze occulte. Questa fusione non è solo
un mero elemento decorativo, ma rappresenta un vero e proprio
substrato filosofico e spirituale che conferisce alle opere di
Lovecraft una
dimensione ulteriore. Ad esempio, Cthulhu viene paragonato al
Leviatano biblico, il cui nome ebraico antico significa “contorto,
malvagio”, mentre Azathoth viene visto come una combinazione di
Anathoth, una delle città menzionate nel Levitico, e Azazel, un
demone delle sembianze caprine della mitologia ittita, mesopotamica e
mazdea, il cui significato è “colui che è più potente di
Dio”.

Questa
analisi dimostra non solo l’erudizione di Boldrini, ma anche
la profondità delle influenze culturali che Lovecraft ha
saputo intrecciare nelle sue storie.

Influenze
e contraddizioni

Un
aspetto intrigante che emerge dalle riflessioni è la contraddizione
apparente in Lovecraft: un materialista convinto, che
dichiarava “Cthulhu non è altro che un insieme di
elettroni”
, ma le cui storie sono profondamente influenzate
da discipline esoteriche e occulte. Lovecraft si considerava erede
della tradizione scientifica, un materialista, eppure le sue opere
tradiscono un’inquietudine verso un tipo di conoscenza che trascende
la scienza.

In
un passaggio illuminante, Giorgio Galli, politologo,
sottolinea questa contraddizione. Galli nota come Lovecraft,
pur definendosi un materialista, fosse profondamente influenzato
dalle antiche culture e dalle discipline esoteriche. Questo riflette
la complessità di Lovecraft come pensatore e autore, un uomo
intrappolato tra la ragione scientifica e l’attrazione per l’occulto.
Sebbene egli stesso facesse fatica ad ammettere questi influssi, ciò
non toglie che ci siano stati.

Howard
P. Lovecraft: L’esperienza esoterica e magica
è dunque un’opera
imprescindibile per chiunque voglia approfondire la comprensione di
Lovecraft. Boldrini ci guida attraverso un viaggio
intellettuale e spirituale, rivelando come l’autore di Providence non
sia solo un maestro dell’orrore, ma anche un esploratore dei confini
più remoti della conoscenza e della realtà. Questo libro, con la
sua analisi visionaria e articolata, apre nuove prospettive sul
contributo di Lovecraft alla letteratura, alla filosofia e
all’esoterismo, confermandone la rilevanza e modernità nel panorama
culturale contemporaneo.

Howard
P. Lovecraft: L’esperienza esoterica e magica

Autore:
Hallyson Boldrini

Collana:
Gimmel

Editore:
Tipheret

Pag.
112

Codice
ISBN: 9788864967585

Prezzo: 12 €

Howard P. Lovecraft: L'esperienza esoterica e magica
Howard P. Lovecraft. L’esperienza esoterica e magica

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Il silenzio dei vivi di Diego Di Dio e Francesco De Benedittis

[…]
Sbagliato punto è tutto sbagliato. Vittima numero 2. Stesso modus
operandi della precedente. Identico. […] 

Edito
da Nicola Pesce
Editore, Il
Silenzio dei Vivi,
sceneggiato
da
Diego
Di Dio
e disegnato
da Francesco De
Benedittis
, si
presenta subito come un’opera in bianco e nero, un incrocio tra Sin
City
e Dylan
Dog
.

Nel
graphic novel ambientato a Napoli ci viene presentato il commissario
Ettore, un uomo profondamente tormentato dal passato, che indaga su
due brutali omicidi apparentemente distanti ma caratterizzati dallo
stesso modus operandi.

Poi
arriva l’intuizione: entrambe le vittime erano dei “sopravvissuti”
– a qualcuno, a un evento tragico o a qualcosa di simile. Non
importava cosa, loro erano sopravvissuti, e qualcuno gli ha spezzato
il collo.

Essendo
un’opera non eccessivamente lunga, preferisco interrompere la trama
qui per permettervi di godervela appieno

Il
tutto si presenta e nasce come un giallo, con una forte propensione
noir, per poi passare su sfumature decisamente oniriche che rendono
comunque la lettura del fumetto estremamente gradevole.

Tutta
l’opera è un viaggio introspettivo nella mente di un uomo stanco e
sconfitto non solo dalla vita ma anche dal peso delle proprie scelte
e delle proprie azioni.

Il
romanzo a fumetti non solo è piacevolmente
disegnato, ma grazie alla penna dello sceneggiatore, ci permette di
analizzare bene un lato oscuro che è presente in tutti noi e che
attraverso la nostra mente razionale cerchiamo di convertire in una
figura metaforica che ci permette di andare avanti.

Quello
che probabilmente chiameremo “sopravvivere
al proprio male interiore
“.

Ho
compreso come sarebbe andato a finire il fumetto indicativamente
superata la metà. Fortunatamente, era il finale che speravo e non
sono rimasto deluso.

Un
bel prodotto, a un prezzo onesto che può arricchire qualsiasi
cultore del buon fumetto. Un tocco di weird
misto a noir.

GLI
AUTORI

Diego
di Dio è laureato in giurisprudenza e ha frequentato la scuola
Oblique per redattori editoriali di Roma.
Scrittore,
editor, agente letterario e docente, nel
2015 ha fondato l’agenzia letteraria Saper Scrivere
(saperscrivere.com). Amante del giallo e del thriller, è anche
direttore della collana Spettri (Alter Ego Edizioni). Tiene corsi di
scrittura creativa, di editing e di correzione di bozza.

Tra
le opere dell’autore: È tempo sprecato uccidere i morti
(Dunwich Edizioni, 2013), Il mercato dell’editoria (Primiceri,
2016), Fore morra (Fanucci, 2017).

Francesco
De Benedittis conduce
una
carriera professionale che
vede
in dialogo la progettazione architettonica e la produzione di arti
visive. Oltre ad aver progettato mappe per la Horrible Guild e
pubblicato digitalmente haiku distorti e biografici, ha illustrato
per Edizioni NPE anche il volume a fumetti I
racconti del terrore di Gogol
.

Il
silenzio dei vivi

Testi:
Diego
di Dio

Disegni:
Francesco
de Benedittis

Collana:
Nuvole in Tempesta

Editore:
Nicola Pesce Editore

Pag.
80

ISBN:
9788836272112

Prezzo: € 9,90

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Cheap Thrills di E. L. Katz

Cheap
Thrills (Usa, 2013)

Regia:
E. L. Katz

Sceneggiatura:
David Chirchirillo, Roald Dahl, Trent Haaga

Cast:
Pat Healy, Ethan Embry, Sarah Paxton

Musiche:
Mads Heldtberg

Craig
è un padre di famiglia che prova a fare lo scrittore senza avere
successo. Quindi, per mantenere la famiglia, lavora come addetto al
cambio olio in una autofficina. È in arretrato con l’affitto e,
oltre alla minaccia di sfratto, ci si mette anche la doccia gelata
del licenziamento. Recatosi in un bar per ubriacarsi. incontra
Vince, un amico delle superiori che non vedeva da cinque anni e
anche lui in gravi difficoltà economiche. Nello stesso locale i
due fanno la conoscenza di un riccone di nome Colin e della sua
bella e giovane moglie Violet che festeggia il compleanno. Colin
coinvolge Craig e Vince in una serie di piccole scommesse dando
loro dei soldi ogni volta che vincono… la serata si sposta poi
nella villa di Colin ed è qui che ha inizio il vero incubo. La
posta in gioco si fa sempre più alta e le scommesse ancora più
pesanti a tal punto da spingere al limite le loro sopportazioni
mentali e fisiche.

Black
comedy del 2013, quasi britannica per la sua compostezza, in realtà
è di produzione americana. Il film parte con il classico e
purtroppo (in alcuni casi) reale quadro della situazione precaria
in cui versano molte persone nel mondo, specialmente quando oltre a
una serie di sfortunati eventi si ha anche il fiato sul collo. Ogni
personaggio ha un ruolo importante e ben inquadrato nel film.
Abbiamo il già citato Craig con la sua situazione precaria (ben
stampata in volto), Vince che versa nella stessa situazione di
Craig ma che non lo da a vedere più di tanto e che non ha nulla da
perdere, la bella Violet rassegnata ad una vita annoiata dove può
comprare ciò che vuole e ciò cui assisterà pare non essere nulla
di nuovo e poi c’è lui, Colin, che rappresenta il potere dei soldi
e l’ancora di salvezza che mette Craig di fronte ad una situazione
che nemmeno lui immaginava di poter sopportare dimostrando di
essere disposto a tutto pur di non far mancare il pane sulla tavola
di sua moglie e suo figlio. La parte centrale del film è una sorta
di Funny Games alternando comedy e qualche schizzo di
sangue, condito da qualche momento erotico e altri stomachevoli.
Ottimo lavoro da parte degli attori che, per quanto assurdo possa
sembrare, riescono a rendere il tutto molto credibile e possibile
quando ci si trova ad aver toccato il fondo. Nei panni del ricco
Colin troviamo l’attore David Koechner con un curriculum di
tutto rispetto tra commedie e horror (Snakes on a Plane, Final
Destiation 5
, Piranha 3DD, Krampus, Manuale Scout per
l’Apocalisse Zombi
). La sceneggiatura non è mai banale, con
notevoli colpi di scena e inquadrature che fanno bene la loro parte
in alcune delle scommesse. La tensione è alta e dosata in una
maniera crescente che coinvolge completamente lo spettatore.

Sarebbe
un enorme peccato se questa pellicola passasse inosservata,
assolutamente da recuperare per 90 minuti di puro divertimento da
gustare dal primo fino all’ultimo fotogramma.

Chaeap Thrills locandina

Chaeap Thrills frame 1

Chaeap Thrills frame 2

Chaeap Thrills frame 3

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I mostri agli angoli delle strade di Fabio Calabrese

Nel
fitto tessuto delle nebbie triestine, Fabio
Calabrese
intesse con maestria il suo
tributo a H.P. Lovecraft in I mostri agli
angoli delle strade
. Con questa sesta
antologia, Calabrese non solo perpetua il legame con il suo nume
tutelare, ma lo rinnova e lo amplia, raggiungendo nuove vette di
raffinatezza narrativa e immaginativa.

Il
titolo dell’opera, un omaggio al volume di culto I mostri
all’angolo della strada
del 1966 (quello con la famosa copertina
di Karel Thole che ha aperto la fama a Lovecraft in
Italia), prelude a un viaggio nei recessi più oscuri
dell’immaginario lovecraftiano, dove ogni strada può celare un
incubo dimenticato, e ogni angolo nasconde creature antiche e
inimmaginabili. Calabrese, veterano della narrativa
fantastica, dimostra una volta di più la sua straordinaria capacità
di evocare il senso del meraviglioso e del terrificante, tipico del
maestro di Providence.

In
I mostri agli angoli delle strade, Calabrese esplora
una gamma sorprendente di temi e atmosfere. Racconti come Il
tempio perduto
mescolano l’epica sword & sorcery con l’orrore
cosmico, trasportando il lettore in mondi dimenticati dove il passato
arcaico e il soprannaturale si fondono in un tutt’uno inquietante. Ci
troveremo qui di fronte a una divinità aracnoide non terrestre.
L’Ambasciatore, al contrario, proietta l’orrore in un futuro
alieno e distopico, dimostrando come i Miti di Cthulhu possano
contaminare non solo il presente, ma anche l’avvenire dell’umanità.

La
dimensione gotica emerge potentemente in L’albero del Giardino
sotto Casa
, una storia che evoca la sinistra bellezza delle
maledizioni ancestrali e delle ombre che si annidano nei recessi di
antiche dimore contaminando horror e fantascienza. L’uomo de
Cimitero
riprende invece i temi più classici dell’horror, con
una narrazione che è un canto lugubre dedicato alla morte e ai suoi
misteri. Si tratta di una storia con un gusto necrofilo molto spinto
in cui un custode del cimitero senza scrupoli disseppelisce i morti
dalle tombe per imposserarsi dei loro beni come anelli e denti d’oro
prima di incorrere in una sorpresa dal gusto molto macabro.

Ma
Calabrese non si limita a riproporre le atmosfere lovecraftiane; le
rielabora e le arricchisce con introspezioni psicologiche, come in Il
Mostro
e Libertà
– L’Estraneo
, dove l’orrore è un riflesso
delle profondità dell’animo umano. Questi racconti svelano come le
paure più terribili possano emergere dall’interno, trasformando la
mente in un campo di battaglia tra il reale e l’immaginario. Libertà
– L’Estraneo
– un racconto sullo
sdoppiamento della personalità in cui un uomo per una fatalità
diventa estraneo a se stesso -, è anche un’amara riflessione sul
tempo passato perduto per sempre che non può essere recuperato. E,
come dice Calabrese
nell’introduzione, pur non citando Lovecraft
può ricordare il suo
racconto L’Estraneo.

Le
parodie ingegnose dei Miti di Cthulhu, presenti in racconti come
Sport estremo, L’evocazione (dove compare il famigerato
Necronomicon) e Dai Culti innominabili, offrono un tono
leggero e al contempo rispettoso, dimostrando l’abilità di Calabrese
nel giocare con gli archetipi lovecraftiani, mantenendo intatta la
profondità e la complessità dell’originale. In particolare Dai
Culti Innominabili
è molto divertente e fa partecipare ai Miti
di Cthulhu in forma di antiche divinità Albano Carrisi e
Totti.

Con
una prosa curata e meticolosa, ogni racconto di questa antologia è
una testimonianza della passione e della dedizione di Fabio
Calabrese
per la narrativa fantastica. I mostri agli angoli
delle strade
non è semplicemente una raccolta di storie: è un
viaggio attraverso le oscure profondità del cosmo lovecraftiano, una
celebrazione dell’orrore e del meraviglioso che affascina e
terrorizza, invitando il lettore a esplorare l’ignoto e a
confrontarsi con l’insondabile.

Calabrese
riesce, con quest’opera, a rendere omaggio a Lovecraft, non
solo ripercorrendone le tracce, ma tracciando nuove strade
nell’oscurità.

L’AUTORE

Fabio
Calabrese (Trieste, 1952) è docente di filosofia e scrittore di
saggistica e narrativa. Fantasy, fantascienza e horror sono i generi
che ha sempre praticato. Negli anni 70 ha fondato la rivista
amatoriale Il
re in giallo

insieme a Giuseppe
Lippi
.
Ha pubblicato libri per gli editori Perseo, Dagon Press ed
Edizioni Scudo,
tra
cui ricordiamo Uomini
e sauri, Occhi d’argento,
Nel
tempio di Bokrug e altre storie lovecraftiane, Il risveglio della
spada.

Nel
2000 ha creato, insieme a Roberto
Furlani
,
la webzine Continuum.

Ha
inoltre collaborato alla stesura dei due Dizionari
del mondo di John R. R. Tolkien
,
quello Rusconi del 1999 e quello Bompiani del 2003. Si occupa anche
di politica
e società scrivendo sulle testate
Rinascita, L’uomo libero, Ereticamente, Identità, Ciaoeuropa,
Italia Sociale.

I
mostri agli angoli delle strade

Autore:
Fabio Calabrese

Editore:
Dagon Press

Pag.
152

Codice
ISBN: 979-8864836460

Prezzo: 14,90 €

I mostri agli angoli delle strade

Fabio Calabrese

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Altroquando. Quinta edizione

Presentiamo
la quinta edizione del concorso letterario “Altroquando”.
Quest’anno il tema è “Figli”.

“Figli”:
una parola carica di amore, di speranza. Ma anche una parola che, nel
mondo della fantascienza, dell’horror, del gotico, del weird o di
ogni altra forma di immaginazione, può dare origine a suggestioni
inaspettate.

È
“Figli” il tema del concorso letterario per racconti fantastici
indetto dall’Associazione Altroquando, giunto alla sua quinta
edizione. Un appuntamento che lo scorso anno ha coinvolto oltre 160
autori e che è ormai diventato tradizionale.

I racconti dovranno avere una lunghezza massima di 6.000 battute (spazi inclusi) e dovranno pervenire entro il 10 settembre 2024 all’indirizzo altroquandofestival@gmail.com. Il regolamento completo del concorso è scaricabile dal sito di Altroquando, associazione ticinese nata con lo scopo di promuovere il fantastico in tutte le sue forme, all’indirizzo www.altroquando.ch.

I
racconti vincitori saranno annunciati entro la fine del 2024. Ai tre
primi classificati andranno rispettivamente un primo premio di CHF
300
,
un secondo di CHF
200
e
un terzo di CHF
100
nonché
la pubblicazione sulla rivista di narrativa e cultura fantastica
Zothique. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti.

Come sempre, a definire l’ordine di classifica dei tre finalisti scelti dalla giuria sarà un super giurato. A ricoprire il ruolo quest’anno è Silvio Sosio, giornalista ed editore, un nome di riferimento nell’ambito della fantascienza italofona. Fondatore e direttore per oltre dieci anni di Delos Science Fiction – la più longeva rivista online italiana – e del sito web Fantascienza.com, nel 2003 Sosio ha dato vita insieme a Franco Forte e Luigi Pachi a Delos Books e rilanciato la storica rivista Robot, mentre dal 2015 è nel comitato organizzatore del Festival milanese Stranimondi.

La quinta edizione del concorso letterario e la quarta edizione del Festival organizzato da Altroquando – che verrà presentata nei prossimi mesi – sono rese ancora una volta possibili grazie al prezioso contributo di Coop Cultura, sponsor principale, della Fondazione Weak Ends e di ASSI – Associazione svizzera degli scrittori di lingua italiana.

Altroquando

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