Madhouse di William Butler
Madhouse
(2004, USA)
Regia:
William Butler
Cast:
Joshua
Leonard, Jordan Ladd, Natasha Lyonne, Lance Henriksen, Dendrie
Taylor, Leslie Jordan
Nel
1994 un paziente riesce a fuggire dall’ospedale psichiatrico di
Cunningham Hall ma, dopo essere stato investito da una auto, viene
ricatturato e di nuovo rinchiuso. Qualche anno dopo il giovane
dottore Clack Stevens ottiene un posto come stagista presso
l’ospedale psichiatrico, in modo da poter studiare i pazienti e
completare gli studi per diventare medico. Dopo il colloquio con
l’ambiguo dottor Franks, responsabile della struttura, Clark si
mette subito all’opera, aiutato anche dall’infermiera Sara per
potersi ambientare meglio… ma non sarà facile. Clark, oltre a
venire travolto da strane visioni e incubi, si troverà ad indagare
su strani omicidi tra il personale medico, scoprendo inoltre un’ala
dell’ospedale dove sono rinchiusi persone ritenute pericolose in
quanto possibili pazzi omicidi. Ma tra loro spicca un certo Ben,
tanto cordiale e collaborativo con Clark quasi come se fosse
rinchiuso in quella cella per sbaglio o per fargli tenere la bocca
chiusa. Quali segreti nasconde Cunningham Hall? Perché Ben è
rinchiuso in quel reparto… ma soprattutto come mai tali omicidi
sono iniziati in coincidenza dell’arrivo di Clark?
William
Butler,
il quale vanta una buona esperienza nel panorama horror come attore
(Terror Night,
Ghoulies 2, Venerdì 13 Parte VII, Non Aprite Quella Porta 3, La
Notte dei Morti Viventi remake 1990, Buried Alive),
come sceneggiatore (Il
Ritorno dei Morti Viventi, Necropolis e Rave to the Grave, Gingerhead
Man 2 e 3)
e come regista (Demonic
Toys 2, Demonic Toys:Jack Attack, Baby Oopsie 1, 2 e 3)
dirige nel 2004 (suo secondo lungometraggio come regista) questo
slasher a tema ospedaliero condito da elementi di sottogenere
paranormale. Dopo una intro (quella del paziente che fugge
dall’ospedale sopra citata) che lascia aperta la voragine di
mistero nella testa dello spettatore, ci troviamo subito faccia a
faccia con l’ambiente malsano dell’ospedale psichiatrico, con i
classici pazienti di ogni tipo che vagano in giro per i corridoi
farfugliando frasi sconnesse e senza senso e con qualcuno di essi che
prende subito di mira il nuovo arrivato in struttura. La componente
horror del film avviene in maniera molto graduale, come se oltre al
protagonista Clark anche lo spettatore debba prendere confidenza con
l’ambiente e data la tipologia di film ci può anche stare.
Purtroppo però i personaggi non sono ben caratterizzati, cadendo
quasi subito nel banale. Lo stagista Clark si trasforma quasi subito
da apprendista medico in detective, facendosi aiutare nelle indagini
dal paziente Ben (i dialoghi attraverso la cella ricordano molto il
duo Jodie
Foster-Anthony Hopkins
ne Il Silenzio
degli Innocenti)
e creando così un
inevitabile
e prevedibile ascendente verso l’infermiera Sara, la quale insieme
al dottor Franks (interpretato da Lance
Henriksen
– Terminator,
Omen 2, Piranha 2, Alien 2, Alien 3, Pumpkinhead, Scream 3, Mimic 3
per citarne alcuni) dà
troppo
a vedere che hanno qualcosa da nascondere (chi nel bene e chi nel
male) creando così delle incrinature
nell’atmosfera misteriosa che si è creata. Ma tutto questo alla
fine viene compensato dalle componenti slasher
e paranormale, le quali in questo contesto camminano a braccetto
senza sbavature, proponendoci momenti di horror vecchio stile (con
omicidi realizzati con effetti speciali molto artigianali) e momenti
di pura follia (con le visioni e gli incubi del protagonista) e una
sceneggiatura solida e ambiziosa che prevede dei risvolti
impressionanti nella trama che, man mano che si giunge alla parte
finale, cambia completamente le carte in tavola.
In conclusione, ci troviamo di fronte a un buon prodotto che intrattiene il giusto senza voler essere ricordato come un capolavoro. Tralasciando i vari cliché presenti e qualche difettuccio citato sopra, la visione è consigliata, specialmente chi ama questo genere di film.




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