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Grimoria, antologia a cura del gruppo Telegram Lovecraft Italia, pubblicata da Colomò Editore nella collana Strani Aeoni Serie Bianca, è una raccolta di racconti incentrati sull’orrore cosmico di matrice lovecraftiana, scritti da autori italiani. Questo perlomeno a livello programmatico. In realtà sui sedici racconti solo dodici sono lovecraftiani mentre gli altri sono narrativa fantastica non lovecraftiana. Il volume contiene anche tre poesie, due illustrazioni e un saggio.

Entriamo nello specifico commentando i racconti uno per uno.

Una famiglia nera unita di Daniele Corradi è un folk horror, ma anche un on the road i cui protagonisti percorrono malinconici paesaggi campestri della Lombardia del primo 900, tra sesso (dettagliatamente descritto), violenza omicida e sacrifici rituali.

Annie e suo zio Lotario, uniti da un rapporto incestuoso, viaggiano in cerca di gente che condivida la loro filosofia di vita o persone da sacrificare in rituali occulti di magia sessuale. I rituali danno accesso a un’altra dimensione che i protagonisti del racconto definiscono “un mondo di luce”. Nella loro amoralità/nuova morale Lotario e Annie, seducendo giovani donne che coinvolgono nei loro riti di magia sessuale, ambiscono all’edificazione di un mondo nuovo, una società diversa in cui i valori etici sono ribaltati all’insegna della perversione. Nel racconto non mancano i riferimenti alla realtà storica come il crollo del ponte sul Seveso in località Saltagat, nel 1917. Ostico e affascinante al tempo stesso come un brano musicale il cui ascolto richiede impegno, il contenuto è pieno zeppo di idee significanti ed è caratterizzato da una trama molto articolata. Lo stile è sperimentale, alterna sintesi e complessità come un brano hard rock che alterna arpeggi e riff tranquilli a furore musicale. Inoltre l’utilizzo di frasi in dialetto lombardo genera un effetto straniante non da poco. Pensiamo poi all’utilizzo di una poesia di Pavese come rituale magico per compiere i riti che danno accesso ad altre dimensioni. Tutto ciò testimonia la competenza e la cultura di Daniele Corradi e la permeabilità e intersecazione dei contenuti che si riversano nella sua opera. Valore aggiunto al termine del racconto sono delle citazioni da un immaginario Commonplace Book lovecrafttiano. Per la serie what if Lovecraft avesse confessato almeno su carta i suoi sogni più neri? Credo che Corradi condivida quello che penso da tempo, cioè che la letteratura lovecraftiana contenga una vena sommersa fortemente erotica. A prescindere dalla quantità e dalla qualità dell’esperienza sessuale del Maestro di Providence. Non a caso Grant Morrison, nel racconto Lovecraft in cielo (nella raccolta Saggezza Stellare), raccontando gli ultimi giorni di vita di Lovecraft, fra delirio e masturbazione, fa definire a questi i suoi racconti “pornografia dell’Era Ventura”.

Questo racconto di Corradi, seguito subito dopo da Arkham: Requiem per una anima dannata di Flavio Deri, di cui parlerò dopo, è il migliore della raccolta.

In Il ritorno dello starman di Enrico Nanni, Sebastiano, un diversamente abile per ragioni psichiche, inizia a lavorare come inserviente in un centro commerciale e cerca il contatto con gli UFO. Contemporaneamente suo fratello poliziotto è ossessionato dalla ricerca di un latitante. Le due storie si intrecciano fino al divertente finale a sorpresa. Un buon racconto ufologico parodistico.

Ne Gli abissi cosmici di Yuggoth di Cesare Buttaboni, Matteo compra un libro apocrifo di Lovecraft, Le cronache di Azathoth, la cui lettura lo fa scivolare gradualmente ma inesorabilmente in una Milano da incubo popolata da creature ancestrali. Lo stile ricercato è molto ricco e rigoglioso e l’atmosfera suggestiva. Una idea davvero buona che avrebbe potuto però essere condotta un po’ meglio per realizzare una trama sviluppata in modo più articolato.

L’ospite di Edgar Allan Poe, di Thomas Andrigo, è un simpatico omaggio a Poe in chiave onirica i cui protagonisti sono lo scrittore statunitense e lo stesso Thomas Andrigo. Un racconto carino in cui Andrigo chiede consigli al suo maestro sulla scrittura e questi glieli elargisce soffermandosi in particolare sulla necessità per uno scrittore della esperienza del disagio e della sofferenza. Davvero carino.

Natale con gli heilung, di Davide Russo, il racconto più breve della raccolta, ci offre sedici righe di nulla cosmico.

Ne Il dipinto di Nathan Sergio, una donna fa l’amore con il suo amantein una stanza decorata con un dipinto ritraente una suora, parente della donna, passata alla storia per l’abitudine di estirpare feti alle donne che concepivano al di fuori del matrimonio. Terminato il rapporto i due parlano della gravidanza della donna e di come attribuire il figlio al marito cornuto. Dopo l’uomo va via e la donna ha un incubo collegato con la monaca. Ma è solo un incubo? Sergio ci propone un bel horror erotico perturbante dal doppio finale.

In Hulon-Rhommar di Andrea Carossini, due io narranti, uno maschile e uno femminile, si alternano in modo confuso creando un guazzabuglio incomprensibile.

Oltre la soglia, di Francesco Urbinati, è un affascinante e ben scritto racconto che narra l’amicizia, nata nell’infanzia, tra due ragazzi attratti dal fantastico, Marco e N. la narrazione procede dal punto di vista di Marco che assiste all’estremizzazione da parte di N della sua passione per il trascendente. N si convince dell’esistenza delle creature ancestrali del Piccolo Popolo. A fare da psicompompo è il vecchio Gambetti che, inizialmente un vecchietto strambo, si rivela un sacerdote dell’occulto e coinvolge sia N che Marco nella frequentazione di dimensioni parallele.

Ne Il monastero di Flavio Deri, Frate Adelfi deve portare all’abate anziano una copia del famigerato Necronomicon andando a prenderlo nella cripta del monastero. Il contatto con il libro e il suo trasporto nella sala principale del monastero modificano la percezione della realtà del frate in senso oscuro. Quando il volume osceno viene posto sull’altare, realtà e incubo si confondono a causa della fusione della blasfemia emanata dal libro con la sacralità del luogo. Deri scrive un davvero interessante racconto che fonde l’orrore cosmico con il gotico. Sono notevoli le descrizioni ambientali. Soprattutto risaltano le architetture del monastero. Inoltre le descrizioni delle ombre, generate dalla luce della candela di Frate Adelfi, rappresentate come entità viventi creano una riuscita atmosfera gotico-allucinante. La fusione tra realtà e incubo è coinvolgente anche se poteva essere realizzata meglio con maggiore intellegibilità. Infine non avrebbe guastato una maggiore collocazione spazio-temporale. In alcune parti vengono nominate teorie psicanalitiche e si dice che il frate non poteva conoscerle. Ma perché? Non erano ancora state formulate, quindi ci troviamo in un periodo antecedente al 1800 o Frate Adelfi non le aveva studiate? Andava specificato.

Ne Il risveglio di Nyxaloth, l’Abissale Mietitore Cesare Buttaboni introduce un nuovo Grande Antico collegato a Cthulhu per la propria esistenza. È Nyxaloth che vive nelle profondità del mare di Camogli. Buttaboni immagina che HPL, nei suoi ultimi giorni di vita, ricoverato al Jane Brown Memorial Hospital di Providence, scriva un racconto ambientato a Camogli. Nel racconto c’è anche Bonazzi, scultore realmente esistente. Un racconto molto suggestivo e atmosferico anche se la trama è un po’ banale e lo stile un po’ manieristico lovecraftiano.

Le ultime parole di mio nonno, di Thomas Andrigo, è un racconto un po’ banale in forma di diario incentrato sul ritrovamento di una sfera dorata solcata da scritte, uno strano artefatto che mette in comunicazione il protagonista con il lovecraftiano messaggero degli Antichi Dei Nyarlatothep, che si prepara al suo avvento.

In Progetto Devasto 2, di Davide Russo, un racconto sperimentale nella forma, dei bambini sono in contatto con divinità ctonie, il cui risveglio dovrà destabilizzare l’ordine razionalista dell’istituto scolastico all’interno del quale si ambientano le vicende. Il fine ultimo del risveglio è la creazione di una società più libera composta da individui consapevoli della propria fisicità e che fisicamente entrano in contatto tra loro in una nuova via alla spiritualità. Il racconto è permeato da un afflato anarchico. Un soggetto molto interessante. Un’ottima idea che potrebbe essere sviluppata in un’opera di più ampio respiro. Un racconto comunque riuscito.

Arkham: Requiem per una anima dannata, di Flavio Deri, è il racconto lovecraftiano più classico della raccolta in quanto ricorda molto le migliori storie della rivista Weird Tales. Il protagonista Ezekiel Zeke Stone, ex ispettore di polizia e detective privato, è inoltre erede degli investigatori dell’occulto, da Carnacki di Hodgson a John Silence di Blackwood.

Zeke ha il dono (L’eco del testimone) di vedere il momento in cui è avvenuto nel passato l’omicidio. Indaga un delitto che sembra avvenuto a scopo rituale. Sul cadavere rinviene un libro di occultismo, Diario di uno scriba folle. Per raccogliere informazioni utili si rivolge a un amico che gli fa un’oscura e apocalittica rivelazione.

Deri ci racconta di guerra tra sette dedite all’occultismo che prepara il mondo a una apocalisse che partirà dalla città di Arkham, dove la storia è ambientata.

È davvero molto bella la scena in cui Zeke, grazie al suo potere medianico, assiste alla scrittura nel passato del libro da parte di un vecchio allucinato che si accorge della sua presenza e lo osserva. Una perla all’interno di un prezioso scrigno narrativo.

Un racconto weird di investigazione davvero ben condotto. Insieme a quello di Daniele Corradi, di cui ho parlato all’inizio, è il più bello dell’antologia anche se Corradi opera in modalità anti-classica e Deri in modalità classica. Entrambi hanno raggiunto una piena armonia tra forma e contenuto e costituiscono l’apice di Grimoria.

Ioannes Virdi, di Enrico Nanni, è, per me, un racconto quasi incomprensibile che parla di un uomo molto vecchio che ha raggiunto una veneranda età grazie a conoscenze segrete e racconta il suo passato. Parla di un circolo i cui membri si occupavano di antropologia e della figura folcloristica del Gianni Verde. Da un certo punto in poi ricorda La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe. Non è scritto male, anzi, ma la finalità di Nanni mi sfugge.

Ne La progenie di Cthulhu, Cesare Buttaboni fonde il racconto cosmico con l’ironia grottesca. Ironia accentuata dall’utilizzo, per i personaggi, di nomi presi dalla scena del weird italiano, quali Andrea Vaccaro, editore, e Sebastiano Fusco, critico, traduttore, saggista e curatore editoriale.

Andrea Vaccaro è un ragazzo che esce dall’alveo genitoriale di Lodi e si trasferisce a Milano per motivi di studio. Qui si imbatte in una pittrice e nell’entomologo Sebastiano Fusco che lo introducono a uno strano culto che prevede il contatto con entità infradimensionali dalle forme insettoidi. Il racconto è divertente e si legge con piacere ma alla fine della lettura lascia come una sensazione di inconcludenza e vuoto contenutistico, mascherati dalla piacevole forma di racconto weird.

Ne Il nipote del terribile vecchio di Thomas Andrigo, Marv e Henry sono due delinquenti che entrano per rubare in una casa in cui vive da solo un bambino di dieci anni. I suoi genitori sono in viaggio. E stranamente anche il resto del quartiere è andato via. Ben presto il bambino si rivela essere qualcosa di diverso da un semplice fanciullo e fa sprofondare i due malcapitati in una dimensione da incubo.

È un bel racconto davvero divertente che unisce una trama da Mamma ho perso l’aereo a suggestioni da horror cosmico omaggiando Il terribile vecchio, racconto giovanile di Lovecraft.

Il saggio finale di Cesare Buttaboni, All’inseguimento dell’innominabile, analizza il razzismo di Lovecraft, le sue origini e cause e le ripercussioni sulle sue opere. Ci parla anche dell’appartenenza di Lovecraft a una cultura di destra. Un discorso controverso, quello del razzismo del Maestro di Providence e della sua collocazione a destra, che da sempre ha diviso i suoi estimatori. Quindi questo è un saggio coraggioso e davvero molto interessante.

Sulle tre poesie di Alessandro Repetto, Algol, Il cocchiere e L’insonnia, non mi esprimo in quanto non ho competenza in materia. Le illustrazioni sono due ritratti di discreta fattura di Lovecraft, la cui necessità mi sfugge. Sarebbe stato meglio inserire delle illustrazioni a carattere fantastico magari ispirate al contenuto dei racconti o comunque a carattere lovecraftiano. Propongo alla redazione di muoversi in tal senso per le prossime pubblicazioni in quanto le illustrazioni costituiscono un valore aggiunto a un libro.

In conclusione Grimoria è un’antologia realizzata da appassionati del fantastico e di Lovecraft. E la passione si evince in modo evidente. I racconti sono più o meno riusciti. Alcuni sono perfettibili. Agli autori auguro di continuare a farsi guidare dalla passione e produrre racconti sempre più belli e al Gruppo Telegram Lovecraft Italia di fare uno sforzo in più a livello di cura editoriale anche avvalendosi di un editor esterno e di un correttore di bozze che ripulisca i testi dai refusi.

È un’antologia di cui consiglio l’acquisto a lovecraftiani e amanti del weird.

Link per l’acquisto: https://www.amazon.it/Grimoria-Strani-Aeoni-Serie-Bianca/dp/B0D7J1GLXH

Qui il blog dedicato alle pubblicazioni Strani Aeoni: https://straniaeoni.blogspot.com

Grimoria

Autori vari – A cura del Gruppo Telegram Lovecraft Italia

Collana: Strani Aeoni Serie Bianca

Editore: Colomò

Pag. 162

Codice ISBN: 979-1281430136

Prezzo: 13,50 €

Grimoria

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