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Sconosciuti alle feste è un libro di Laura Scaramozzino, pubblicato da Kipple Officina Libraria nella collana K-noir, curata dal mito italiano dello splatterpunk, Paolo Di Orazio. Il volume contiene una novella, Bambole, e due racconti, Sconosciuti alle feste e Orsi bianchi.
La novella e i racconti hanno strutture narrative particolari con pov che si alternano (questi passaggi avvengono da un capitolo all’altro senza quindi generare confusione in chi legge) e flashback e flash forward.

Piuttosto che creare disordine la particolare scelta narrativa induce alla lettura costruttiva, ad abbandonare la facilita di lettura del pov unico e dell’unica linea temporale a favore di una partecipazione del lettore all’atto del raccontare. Partecipazione intellettuale ma anche emotiva grazie alla particolare abilità della Scaramozzino nel delineare le psicologie dei personaggi e gli ambienti con efficaci pennellate brevi e incisive.
Il weird della Scaramozzino si qualifica come narrativa fantastica surreale e allucinata.
Gli strumenti che adopera sono quelli di una scrittura semplice ma ricercata nella forma, ad alta densità contenutistica, l’utilizzo della metafora fantastico/deformante come lente di osservazione del reale, la ricerca del dettaglio sia nella descrizione delle psicologie dei personaggi sia degli ambienti in cui loro si muovono.

Iniziamo con la novella Bambole, strutturata in sette capitoli che vengono nominati tracce dal sesto in poi e che prevede anche una bonus track, come in un album musicale.
La novella è divisa in capitoli che alternano il pov di Bianca e del suo sequestratore, Daniele che la tiene rinchiusa in una scatola, una casa di bambole in cui la ragazza si vede costretta, ma anche, nello stesso tempo, quasi compiaciuta, a trascorrere i suoi giorni e le sue notti.
Bianca prova, dopo la morte della madre, sensazioni di disagio e di inadeguatezza alla realtà che la circonda, dovute a bassa autostima e che la inducono quasi all’autolesionismo. Tali sensazioni negative sono quasi fisicamente percepibili dal lettore per quanto la Scaramozzino li descrive in modo realistico e dettagliato.
Il disagio di Bianca si concentra all’interno del locale notturno (luogo della mente, riflesso psichico della protagonista che percepisce la realtà in modo alterato) dove incontra Daniele dalla cui prestante fisicità lei è attratta.
Bianca è in cerca di qualcuno che la protegga, che la faccia sentire al sicuro come nei momenti in cui era bambina e sua madre la proteggeva dall’esterno .
Nei capitoli in cui è lei a raccontare, la ragazza ricorda la relazione tossica avuta con il suo fidanzato, un uomo rinchiuso nel proprio egoismo ed egocentrismo e il rapporto conflittuale con la propria madre. In alcuni punti ho trattenuto lacrime di compassione nei confronti del personaggio femminile.
Invece nei capitoli che lo vedono narratore, Daniele racconta delle altre donne che ha sequestrato e tenuto in stato di segregazione per soddisfare le proprie necessità sia sessuali che psicologiche. Donne rimpicciolite alle dimensioni di una bambola verso le quali Daniele ha un atteggiamento, secondo una propria modalità distorta, protettivo, che nasconde la paura del confronto uomo-donna su una base paritaria e all’insegna dell’equilibrio.
Daniele è mentalmente disturbato probabilmente a causa di un complesso edipico mai affrontato che distorce l’espressione della sua libido. L’uomo, inoltre, non accetta di appartenere ai corpi organici. Per questo smorza sempre la luce in modo da far vedere alle ragazze le sue imperfezioni (rughe, pieghe della pelle) in realtà molto comuni.
Da dentro la scatola, Bianca e le altre donne percepiscono Daniele come un gigante. Gli oggetti che utilizzano (forchette, tazze e altro) sono piccolissime come se fossero delle piccole bambole, uniche donne con cui Daniele, figura patetica, il cui dolore la sensibile conoscitrice dell’animo umano, Laura Scaramozzino, ci fa sentire, riesce a confrontarsi.
Il rapporto tra “bambola” e padrone/gigante è descritto con fine cesello. Bianca accetta supina la situazione anche quando l’uomo la obbliga ad avere dei rapporti sessuali. Sprofondata in un pozzo di apatia, non riesce a provare rancore o odio, neanche repulsione o paura. Povera ragazza che non sa che merita di meglio.
Le sensazioni ed emozioni di Bianca risaltano come immagini tridimensionali. Lei ha bisogno d’amore e accetta chiunque glielo può, magari solo apparentemente, dare.
La critica palese della tossicità di alcune relazioni uomo-donna, spesso squilibrate a favore dell’uomo, avviene senza ostentare moralismo o predicozzi inutili, utilizzando invece la metafora come lente deformante e rivelatoria al contempo della realtà.
Quante lettrici, giovani o meno, si riconosceranno in queste situazioni? Quanti lettori proveranno un senso di colpa unitamente ad angoscia ed inquietudine leggendo il racconto? La Scaramozzino mette a fuoco la realtà frammentata di ambienti e personaggi in un montaggio cinematografico della realtà quotidiana di uomini e donne che potremmo essere noi che leggiamo.
Questa novella mi ha coinvolto emotivamente fino alla commozione, intrattenuto piacevolmente e mi ha fatto riflettere. Bambole andrebbe letto da tutte le donne in cerca di uno specchio per conoscersi meglio e da tutti gli uomini che vogliono conoscere meglio le loro compagne, amiche sorelle e madri.
Quindi Laura Scaramozzino si fa conoscere da subito, già all’inizio del libro, come narratrice di razza.

Il racconto centrale, che dà il titolo alla raccolta, Sconosciuti alle feste, inizia con Ivana, una settantenne, che si trova a un party in casa della figlia Greta e della sua compagna. Assistiamo al confronto, generante disagio per la donna, con i giovani presenti. Proviamo realmente, grazie alla notevole capacità di analisi psicologica della Scaramozzino, la solitudine e quasi l’imbarazzo di Ivana, finché la donna non conosce Andrea, un ragazzo di soli ventisei anni, con il quale, successivamente, nel giro di pochi giorni intreccia una relazione sessuale e sentimentale.
È il confronto tra vecchiaia e giovinezza, tra gli abissi, le luci e le oscurità di una stagione della vita e quelli di un’altra. Più va avanti il legame tra i due, più Ivana ringiovanisce vampirescamente, mentre lo sguardo di Andrea diventa oscuro e inquieto e il suo carattere più freddo. Intanto rughe precoci iniziano a solcare il viso del ragazzo.
Al racconto di questa relazione, si alterna la narrazione di una donna coetanea di Ivana, Tina, una rom che vive in un campo nomadi e ha un figlio, in città, che le dice che la vuole portare via. Anche qui la Scaramozzino analizza, con raffinata sensibilità e senso del reale, il confronto tra vecchiaia e giovinezza, tra una donna anziana e un uomo giovane, anche se in questo caso si tratta di madre e figlio.
Ivana ha degli incubi con scene di atti di violenza, mentre a Tina viene consegnato dall’amica Paula un liquido strano, sorta di filtro magico.
Capiremo solo alla fine il legame tra le due donne.
Una storia di vampiri sui generis, un weird horror che ho letto e riletto per poterne cogliere il significato e così interpretarlo. Alla fine mi sono arreso alle mille suggestioni della scrittura, scorrevole e ricca di sfumature come una splendida rosa nera, della Scaramozzino e ho scelto di non capire e quindi non decodificare, lasciandomi sedurre dalle sue potenzialità significanti invece di inchiodarla, come se fosse una falena notturna, a una definitiva quanto forse inutile interpretazione.

Nel bellissimo Orsi bianchi, Norma e suo fratello Gioele adolescenti legati da una relazione incestuosa, prima a livello psicologico e poi anche fisico, sono in attesa del giorno del Concistorio, quando “quelli della città” verranno a scegliere una ragazza del paese, quella che reputeranno più bella. Per incontrare l’orso bianco. In un ambiente dominato dal misterioso morbo, che colpisce gli adolescenti, il weird della Scaramozzino si tinge di folk horror e di narrazione distopica. La scrittrice parla di riti ancestrali legati alla terra, di tradizioni magiche e sacrifici rituali.
Orsi bianchi è il racconto che richiede al lettore maggiore attenzione e pazienza.
La narrazione è divisa in paragrafi che alternano il Prima (l’attesa del Concistorio), il Dopo e gli Intermezzi (eventi successivi al Concistorio).
Attraverso questa felicissima scelta artistica la Scaramozzino ci coinvolge da subito nella storia, in una atmosfera allucinata e straniante, fino al finale sorprendente.

In conclusione se cercate una lettura facile giusto per passare due, tre ore piacevoli.… non comprate questo libro…
Se il vostro motivo per leggere è, come diceva Giovanni Papini, “ammazzare il tempo che vi ammazzerà” lasciate perdere.
Se invece cercate la seduzione della parola, la ricchezza del contenuto e la riflessione che non negano il piacere della lettura, neanche quando vengono messi in scena il dolore e il disagio, la violenza e la morte, dovete assolutamente leggere Sconosciuti alle feste di Laura Scaramozzino, autrice che continuerò a seguire senz’altro nelle sue future (è un auspicio che nasce dal cuore) pubblicazioni.
Termino augurando a Laura Scaramozzino tanto successo ché lo merita tutto.

L’AUTRICE
Laura Scaramozzino svolge attività di editing e coaching letterario. Collabora con case editrici indipendenti. Il suo romanzo per ragazzi, Dastan verso il mare, Edizioni Piuma, è stato selezionato al Premio Internazionale di Como.
Ha pubblicato la novella J-Card per la 256 Edizioni. Suoi racconti appaiono su diverse riviste, tra cui Narrandom, Micorrize, GELO, Grande Kalma, Suite Italiana, Malgrado le mosche, Clean e tante altre.
Collabora con blog e riviste, tra cui GELO, Sdiario e Grande Kalma.

Sconosciuti alle feste
Autrice: Laura Scaramozzino
Editore: Kipple Officina Libraria
Collana k_noir
Formato cartaceo – Pag. 108 – 15.00€ – ISBN 978-88-32179-91-0
Formato ePub – Pag. 97 – 3.95€ – ISBN 978-88-32179-92-7

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Sconosciuti alle feste di Laura Scaramozzino
Laura Scaramozzino

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2 pensiero su “Sconosciuti alle feste di Laura Scaramozzino”

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