La mano mozzata
Il conte Hamon, durante uno dei suoi viaggi aveva avuto in Egitto l’occasione di curare un indigeno affetto da potentissime febbri malariche e di guarirlo. Questo indigeno, che si diceva discendente di una illustre famiglia di grandi sacerdoti della vallata del Nilo, gli regalò in segno di gratitudine, una mano di mummia tagliata al polso, che contava per lo meno tremila anni.
Era questo, egli disse a sir Hamon, il suo bene più prezioso, poichè quella mano apparteneva a una giovane principessa che era la settima figlia del predecessore immediato, del celeberrimo Tutank-Hamen.
La principessa un giorno si era ribellata al suo augusto genitore, il quale l’aveva condannata spietatamente a morte; poi, in aggiunta, ad aver mozza la mano.
Il suo corpo sarebbe dunque stato sotterrato nella famosa valle dei Re, mentre la mano, in segno di punizione esemplare, doveva correre il mondo attraverso i secoli e cadere in possesso di padroni tanto diversi quanto profani.
Così fu dunque.
Di mano in mano l’orrendo resto era finito in possesso di sir Hamon. Costui lo tenne per diversi anni presso di sè senza peraltro provare mai alcuna inquietudine.
IL RIPUGNANTE ARTO
La mano riposava in pace sul suo cuscino di velluto rosso. Era una manina che doveva essere stata di finezza squisita. Adesso, raccorciata, annerita e disseccata, dopo tremila anni, conservava il suo segreto in una rigidità di pietra.
Ma un brutto giorno la mano si mise a dare segni di una inverosimile agitazione.
Prima essa cambiò di posto sul cuscino.
Il conte Hamon la prese e constatò con spavento che le dita della mano si piegavano con flessibilità come quelle di una mano viva, o mozzata da appena qualche minuto…
MACCHIE DI SANGUE MISTERIOSE
Poi la mano assunse un colore più chiaro, ed un altro giorno, delle macchie di sangue apparvero verso il punto nel quale il polso era stato sezionato.
Il conte Hamon, atterrito, fece chiamare il suo notaio e un farmacista.
Il notaio verbalizzò tutti questi fenomeni in un foglio che sembrava dover legalizzare lo strano affare; e quanto al farmacista, egli compose subito una mistura di lacca e pece, nella quale immerse, seduta stante, la mano, per tentare di renderle tutta la rigidità che si addice ad una mano di tremila anni.
Infatti, la mano sembrò… calmarsi, tornando al suo stato di naturale rigidità.
MACABRA DECISIONE
A quell’epoca, sir Hamon abitava in una proprietà che egli possedeva in Irlanda.
Si sa che quel paese fu teatro di sommosse sanguinose, durante le quali i colpi d’arma da fuoco echeggiavano ogni notte intorno alla casa.
La battaglia fratricida infieriva: pertanto il conte Hamon pensò di ritornarsene in Inghilterra, come molti altri inglesi al pari di lui, e fece i preparativi per la sua fuga.
Nel disordine e nello scompiglio della partenza, dei bagagli da fare, delle disposizioni da lasciare, la piccola mano gli sembrò ingombrante e, una sera,
decise di bruciarla.
Per quanto gli sembrasse macabra quella decisione, gli parve la più sensata, specie dopo le manifestazioni di misteriosa vitalità date dalla mano in un passato tanto recente.
Nel focolare dove si distruggevano le carte inutili, la mano venne dunque gettata.
UNO SPAVENTOSO FENOMENO
Allora…
Allora si produsse ciò che lanciò sir Hamon in pieno soprannaturale, in un terrore indicibile.
La mano non aveva ancora raggiunto la fiamma del focolare, che la porta (sotto una spinta misteriosa) volò in frantumi in un assordante fracasso di vetri infranti.
Attraverso l’apertura spalancata, il parco apparve immerso nel chiaro di luna. E in quello stesso istante, sir Hamon e sua moglie, videro nettamente una strana apparizione.
Era una principessa da leggenda, vestita alla moda dei Faraoni, di stoffe dorate, ornata di gioielli scintillanti, il capo sormontato da un diadema formato da pietre stupende.
La strana figura prese forma gradualmente ed entrò nella stanza.
Il conte, nonostante il suo legittimo spavento, ebbe il tempo di notare che a questa apparizione insolita mancava, appunto, una mano. Quella mano!
Fu come un raggio di luna nell’enigma.
< È la principessa >, pensò, < che viene a cercare a sua bella manina >.
Ciò che essa fece, apparve, pertanto, quasi naturale: una cosa semplicissima.
Si abbassò con solennità maestosa e con la sua mano valida, prese dalle fiamme l’altra mano che era rimasta (certamente per un portentoso potere) magicamente intatta.
Ella sollevò allora le due mani alfine ritrovate, in una invocazione muta sulla testa.
Poi, in modo perfettamente inverso, con la stessa magicità con cui era apparsa, la visione sparì, non senza aver lanciato a sir Hamon, incapace di pronunciare una sola parola, uno sguardo piuttosto vendicativo. Evidentemente la principessa egiziana non poteva perdonare al gentiluomo inglese l’oltraggio di aver buttato la bella manina (o, meglio, ciò che della mano dopo tremila anni era rimasto) nel fuoco del grande camino.
Il conte e la contessa rimasero soli, costernati, in mezzo agli avanzi sparsi della porta e dinanzi al fuoco spento. Invasi da terrore superstizioso, essi non parlarono di questa romanzesca avventura, che molti anni più tardi.
Ma talmente straordinaria ed incredibile era stata la loro avventura che pochissimi credettero a loro.
NOTE
Racconti rari dell’orrore riscoperti da Sergio Bissoli. “La mano mozzata” di Barbara Branduardi, apparso nel 1962 in “I Racconti del Terrore 4”, collana edita da Gino Sansoni Editore, e pubblicato per la prima volta su Planet Ghost.

Tutti i diritti riservati per immagini e testi agli aventi diritto ⓒ.