La maschera di cera di Jaume Collet-Serra

La maschera di cera (Australia, Usa 2005)
Regia: Jaume Collet-Serra. Soggetto: Charles Belden. Sceneggiatura: Chad e Carey Hayes. Fotografia: Stephen W. Windon. Montaggio: Joel Negron. Musiche: John Ottman. Scenografia: Graham Walker, Brian Edmonds, Beverley Dunn. Costumi: Graham Purcell, Alex Alvarez. Trucco: Rosalina Da Silva, Jason Baird. Produttori: Robert Zemeckis, Joel Silver, Susan Downey. Case di Produzione: Warner Bros Pictures, Dark Castle Entertainment, Village Roadshow Pictures, Image Movers, Silver Pictures. Distribuzione (Italia): Warner Bros. Titolo originale: House of Wax. Paesi di Produzione: Australia, Stati Uniti d’America, 2005. Genere: Horror. Durata: 113’. Interpreti: Elisha Cuthbert (Carly Jones), Chad Michael Murray (Nick Jones), Brian Van Holt (Bo/Vincent Sinclair), Jared Padalecki (Wade Felton), Jon Abrahamsn (Dalton Chapman), Paris Hilton (Paige Edwards), Robert Ri’chard (Blake).

La maschera di cera rappresenta il debutto cinematografico del regista spagnolo (nordamericano per formazione) Jaumet Collet-Serra, che successivamente fonderà una casa di produzione e si farà notare con un film sul mondo del calcio, quindi altri horror e thriller di respiro internazionale, oltre a una pellicola di supereroi (Black Adam) e la serie televisiva The River. Il suo primo film viene addirittura prodotto dalla Warner Bros che investe molto a livello di effetti speciali e per ricostruzione di ambienti. La maschera di cera non ha niente a che vedere con l’opera teatrale classica di Charles Belden (citato nei credits come fonte per il soggetto) né con il romanzo di Gaston Leroux, sceneggiati per il cinema in numerose occasioni, così come niente è simile al film di Sergio Stivaletti del 1997, se non il finale catastrofico, tra le fiamme. In questo film la sola fonte di ispirazione è Horror Puppet (1979) di David Schmoller, lavoro che presenta una trama abbastanza simile. La storia vede protagonisti tre turpi fratelli, generati da una madre abominevole che coltivava il sogno di costruire un mondo popolato da statue di cera. I fratelli, una volta cresciuti, cercano di mettere in atto il diabolico piano in una città sperduta non segnata sulle mappe stradali, che poco a poco trasformano in un ambiente dove ogni persona è ridotta a una statua di cera. Un gruppo di sei ragazzi ne fa le spese, durante un viaggio che li vede accampati in una zona boscosa limitrofa alla città fantasma. Il proseguo della storia è facilmente intuibile, con uno dei fratelli che porta in trappola i malcapitati, gli altri due che cercando di catturarli e di trasformarli in statue di cera. Horror puro, ricco di situazioni macabre e di delitti efferati, per palati forti, con tagli di parti dei corpi umani, scuoiamenti, macabre operazioni a base di cera inserita nei volti. Alcune sequenze ricordano Halloween, soprattutto quando uno dei fratelli uccide con il coltellaccio e si muove a scatti, dimostrando una totale assenza di sentimenti umani. Inutile dire che anche Shining è citato a piene mani, tra porte sfondate – di cera o di legno fa lo stesso – e mannaie che si spingono a colpire la vittima. La maschera di cera non ha avuto un gran successo di pubblico, neppure la critica l’ha mai apprezzato più di tanto, anche se resta un buon prodotto di genere, che disturba al punto giusto e fa trepidare per la sorte dei protagonisti. Il regista dimostra di avere buon intuito per la suspense e – nonostante sia un’opera prima – maneggia a dovere le inquietanti soggettive e muove con perizia una convulsa macchina a mano. Sceneggiatura abbastanza prevedibile, difetto comune per simili soggetti; fotografia cupa per un film dal tono claustrofobico e dalla messa in scena angosciante; montaggio rapido che confeziona 113’ di pura tensione. Riprese in Australia, a Queensland, budget 40 milioni di dollari, incasso 70. Nel cast troviamo la famosa ereditiera Paris Hilton, che non sfigura, nonostante le molte critiche preconcette (Premio Razzie come peggior attrice dell’anno), in definitiva non le viene chiesto di recitare ne Il gattopardo di Visconti ma in un horror commerciale, cosa che riesce a fare in maniera discreta. Un film ad alta tensione che si lascia vedere, diverte e non delude gli appassionati del cinema horror più crudo e viscerale.

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