Gli Accoliti di Cthulhu di Autori Vari

[…] Chi avrebbe dato una tale somma, si chiedevano in molti, per una copia, nemmeno originale, di qualcosa chiamato Necronomicon, opera di un arabo folle di nome Alhazred? O ancora, un’opera intitolata De Vermis Mysteriis di Ludvig Prinn, o i Cultes des Goules del Conte d’Erlette, L’Histoire des Planetes di Laurent de Longnez, Civtates Antiquae Fantasticae di Jawangi Warangal? L’acquisizione di questi volumi da parte di Coler contribuì molto ad etichettarlo come uno il cui talento, benché prodigioso, veniva pateticamente sprecato in argomenti che rasentavano la follia; e il suo assiduo apprendimento di lingue e dialetti antichi che erano sfuggiti alla memoria anche dei migliori linguisti gli procurò un’ulteriore reputazione per la sua eccentricità. Il fanatismo è raramente positivo, ma a quanto pare fu proprio il fanatismo di Coler a salvarci la vita. […]

Gli Accoliti di Cthulhu non è semplicemente una raccolta di racconti firmati da un gruppo di autori internazionali. Questa antologia ha alle spalle una storia lunga vent’anni che merita di essere conosciuta e condivisa.
L’opera si colloca tra i racconti del Lovecraft Myth Circle e gli Expanded Cthulhu Mythos. Non si limita a esplorare l’universo creato dal Sognatore di Providence, ma include anche materiale sviluppato dai suoi contemporanei e successori, rispettando ciò che viene generalmente considerato il “canone” lovecraftiano. Curata da Robert M. Price, l’antologia fu pubblicata per la prima volta nel 2001 dalla casa editrice Fedogan & Bremer, in una tiratura limitata di 2.500 copie. Molti dei racconti inclusi avevano già trovato spazio su riviste celebri come Weird Tales, Unusual Stories, The Acolyte, Stirring Science Stories, Fantastic, Magazine of Horror, Weird Terror Tales, Supernatural Stories, Atlantic Monthly, Fantasy and Science Fiction, Lovecraftian Ramblings, The Necrotic Scroll, Eldritch Tales, Tales of Lovecraftian Horror e Alfred Hitchcock’s Mystery Magazine, The Mammoth Book of Comic Fantasy, ecc.
Nel 2014, Titan Publishing ha ristampato l’antologia, escludendo però il racconto “Black Noon” di Clifford Martin Eddy Jr. (conosciuto anche come C. M. Eddy Jr.). Una curiosità: questa storia incompiuta, scritta nel 1969, era ispirata a un’escursione realmente intrapresa dall’autore insieme a H.P. Lovecraft nei primi anni Venti. Durante il viaggio, i due esplorarono una remota e misteriosa zona della “Palude Oscura” nel New England.
L’edizione italiana di Accoliti di Cthulhu, pubblicata da NPE Edizioni, è la traduzione della versione del 2014 di Acolytes of Cthulhu, originariamente pubblicata dal Titan Publishing Group Ltd. Personalmente, sono immensamente grato che questa traduzione sia diventata realtà, rendendo accessibile anche ai lettori italiani – non avvezzi alla lettura in lingua anglofona – un’opera così preziosa.
Contenuto all’interno della collana Saggistica & Narrativa, al numero 44 con le traduzioni di Gloria Grieco e di CHWilliams Language Services di Camilla Hanako Williams adesso mi appresto a presentarvi i titoli inseriti e una loro breve panoramica.
Il tutto si apre con una dedica a Duane Rimel, poeta e scrittore statunitense di romanzi fantastici, di science-fiction e di romanzi polizieschi. Egli ha scritto delle opere con lo pseudonimo di Rex Weldon ed è stato amico di H.P. Lovecraft.

Introduzione ad opera di Robert M. Price – tratta dell’influenza di H.P. Lovecraft come figura centrale nella cultura letteraria e della sua evoluzione da autore di nicchia a icona di culto. La sua opera e la sua figura sono associate al “Culto di Cthulhu”, che rappresenta simbolicamente un culto letterario. Lovecraft ha catturato l’immaginazione dei lettori costruendo un universo narrativo con una profondità e un realismo tali da risultare veritiero nella mente del lettore.
Si esplorano le ragioni del fascino lovecraftiano, tra cui:
I lettori, spesso giovani e alienati, si identificano con i protagonisti eruditi e solitari delle sue storie.
L’attrattiva del Sognatore di Providence è amplificata dalla natura segreta e misteriosa dei suoi miti, simile a una religione con una forte componente immaginativa.
Per la sua capacità di rovesciare l’antropocentrismo, esponendo la piccolezza umana di fronte all’universo, un tema che risuona specialmente con i razionalisti e gli scettici.
L’introduzione discute anche di altre componenti:
I fandom, di come l’esperienza dei fan dei suoi lavori viene comunemente descritta come un equilibrio tra il desiderio di appartenenza e il bisogno di segretezza, per preservare la sacralità dei propri interessi.
I pastiche e gli accoliti, ovvero, quei numerosi autori, sia contemporanei di HPL che successivi, hanno emulato il suo stile. Spesso i pastiche rappresentano esercizi di apprendimento, ma possono anche condurre a opere originali di rilievo.
Infine, viene sottolineata la tensione tra il mantenere Lovecraft come autore di culto e il tentativo di renderlo rispettabile tra i circoli accademici, con la paura che quest’ultimo approccio possa diluire la sua unicità.
Essendo questa introduzione datata 1997, direi che aveva visto lungo.
La maledizione del casato dei duryea di Earl Peirce, Jr.: è un racconto gotico che unisce elementi di horror psicologico e sovrannaturale, esplorando temi di eredità, colpa e distruzione familiare. L’opera, pur ispirandosi chiaramente alla tradizione lovecraftiana, si distingue per l’intensa introspezione emotiva dei protagonisti e per un’atmosfera densa di inquietudine. La descrizione del rifugio nel Maine e della natura circostante – il lago isolato, le tempeste violente – amplifica il senso di isolamento e di minaccia imminente. Le immagini del temporale e del caminetto che proietta ombre inquietanti creano un efficace contrasto tra sicurezza apparente e pericolo latente.
La leggenda del vampiro vrykolakas e il tema della maledizione familiare sono trattati con un tocco di erudizione che richiama i racconti classici dell’horror gotico. L’uso di riferimenti a testi antichi e di dettagli macabri (come Infantifagi) dona profondità al racconto, suggerendo una mitologia complessa e coerente.
Il settimo incantesimo di Joseph Payne Brennan: è un racconto che si inserisce perfettamente nel filone della narrativa weird, arricchito da un’atmosfera densa e opprimente, una mitologia oscura e un crescendo di tensione che culmina in un finale spietato. Brennan dimostra maestria nell’evocare immagini perturbanti e nel costruire una trama che esplora i pericoli della curiosità umana e dell’ambizione sfrenata. Il racconto esplora il tema classico del prezzo da pagare per la sete di potere e conoscenza proibita. Emmet Telquist è un personaggio tragico, profondamente umano nella sua ambizione e nei suoi difetti. Emarginato e frustrato, rappresenta l’archetipo dell’antieroe che cede alla tentazione di un potere proibito, ignorando i moniti e le conseguenze.
Dalle profondità dell’antica blasfemia di Hugh B. Cave & Robert M. Price: ha una narrazione densa e avvolgente che mescola orrori cosmici, antropologia culturale e folklore caraibico. La narrazione oscilla tra l’esplorazione accademica e l’incubo personale, offrendo un viaggio inquietante nei meandri di antichi culti e terribili verità. Hugh B. Cave e Robert M. Price creano un’opera che intreccia tradizioni reali con miti inventati, mantenendo un equilibrio efficace tra orrore cosmico e realismo culturale. La descrizione dei paesaggi haitiani e l’ambientazione tra le tradizioni del vodun conferiscono al racconto un tocco di autenticità. Peter, antropologo ambizioso e moralmente ambiguo, rappresenta una figura complessa. Il suo desiderio di conoscenza si scontra con la sua inesperienza e l’incapacità di gestire le forze oscure che lo circondano. La sua progressiva perdita di controllo è il cuore emotivo del racconto. Il racconto riesce a integrare magistralmente elementi del pantheon lovecraftiano – come gli Antichi e la celebre citazione su ciò che può attendere in eterno – senza perdere di vista l’originalità della trama. Le creature come Cthulhu o Tulu si fondono molto bene in tutto il contesto.
I gioielli di charlotte di Duane Rimel: è intriso di mistero, atmosfere gotiche e un senso di minaccia latente che trasporta il lettore in un’oscura e remota cittadina dove il passato non è mai veramente sepolto. Duane Rimel sfrutta sapientemente l’inquietudine che si insinua in ogni dettaglio, creando un racconto che bilancia abilmente il fascino della curiosità umana con il terrore dell’ignoto. Rimel dimostra una straordinaria abilità nel lasciare molte domande senza risposta, mantenendo viva la tensione e lasciando che l’immaginazione del lettore riempia i vuoti. I Gioielli di Charlotte rimangono un enigma fino alla fine, rafforzando il senso di mistero.
Le lettere di fuoco freddo di Manly Wade Wellman: intreccia magia, occultismo e horror in un’atmosfera urbana decadente. La narrazione di Wellman si distingue per l’attenzione ai dettagli gotici e per i personaggi memorabili, che si muovono in un mondo dove il soprannaturale e il razionale si intrecciano in modo inquietante. Questo racconto, con i suoi temi di conoscenza proibita e lotta per il controllo del potere arcano, rappresenta un classico esempio del weird fiction. Wellman dipinge con maestria un mondo degradato e sinistro, in cui l’occulto si nasconde tra le crepe delle vecchie città. Gli edifici fatiscenti, le lavanderie malridotte e i corridoi angusti creano un ambiente che amplifica il senso di pericolo e mistero.
Orrore a vecra di Henry Hasse: è un racconto, appunto, di orrore cosmico che fonde elementi di inquietudine psicologica, tradizioni occulte e un’immersione profonda nella lore lovecraftiana. La narrazione, densa e carica di tensione, si muove lungo il confine tra il reale e il soprannaturale, trascinando il lettore in un abisso di terrore crescente. Questo racconto è un omaggio e una variazione personale sul tema dei Grandi Antichi, con uno stile che riflette sia la maestria narrativa di Hasse sia il suo tributo alla scuola natia di Providence. Dimostra una notevole abilità nel dosare il raccapriccio, alternando momenti di calma apparente a esplosioni di terrore. L’intreccio cresce gradualmente, portando il lettore a una conclusione devastante e inevitabile. Il racconto arricchisce l’universo lovecraftiano, introducendo nuovi nomi, figure e rituali. La menzione, ad esempio a B’Moth che adesso viene ufficialmente riconosciuto all’interno dei miti estesi.
Fuori dal vasetto di Charles A. Tanner: è un racconto gotico-fantastico che unisce temi di occultismo, leggende arabe e orrore interiore. La storia si sviluppa attraverso una narrazione avvincente, che esplora l’incontro tra curiosità umana e mistero ultraterreno. La vicenda non solo cattura l’attenzione, ma lascia il lettore con una persistente sensazione di inquietudine e riflessione sulla natura della conoscenza. L’intreccio di miti ebraici, tradizioni arabe e riferimenti a figure lovecraftiane conferisce al racconto una profondità mitologica. L’uso del sigillo di Salomone e dei Jinn richiama antiche storie, rendendo il racconto un ponte tra fantasia e tradizione.
Il cervello della terra di Edmond Hamilton: è un racconto fantascientifico dal tono epico, che mescola suspense, horror cosmico e filosofia, portando i lettori a interrogarsi sui limiti della conoscenza umana e sul nostro ruolo nell’universo. La trama avvincente si sviluppa attorno a un concetto grandioso: la Terra come organismo vivente con un’intelligenza centrale, il suo “Cervello”. Hamilton intreccia narrazione, immaginazione scientifica e una potente carica emotiva, creando un’opera che è tanto affascinante quanto inquietante. La visione di Hamilton è singolare. L’idea che la Terra sia un essere vivente, dotato di una mente centrale nascosta in una montagna polare, eleva il racconto oltre il tradizionale filone. Questo concetto richiama temi cari a HPL di insignificanza umana davanti a forze cosmiche incomprensibili.
Attraverso l’angolo alieno di Elwin G. Powers: è un racconto inquietante e visionario che si colloca all’interno del filone dell’orrore cosmico ispirato a H.P. Lovecraft. Con una narrazione carica di tensione, Powers riesce a trasportare il lettore in una dimensione aliena e terrificante, popolata da entità inconcepibili e pericoli che sfidano la comprensione umana. L’opera, pur breve, lascia un’impressione duratura grazie alla sua atmosfera disturbante e al senso di ineluttabilità che permea la storia.
L’eredità in un cristallo di James Causey: fonde mistero, sovrannaturale e ironia macabra in una narrazione coinvolgente e spaventosa. L’opera si colloca tra la narrativa dell’horror gotico e il racconto fantastico, proponendo una trama avvincente che ruota attorno a un oggetto maledetto e alle sue conseguenze devastanti. Con una costruzione narrativa ben calibrata e personaggi memorabili, il racconto lascia un’impressione indelebile, grazie anche al finale beffardo e inquietante. L’anello di cristallo è un elemento centrale del racconto, che Causey utilizza con maestria per orchestrare eventi inquietanti e soprannaturali. La descrizione del cristallo, con il suo bagliore rossastro e le strane rune incise, è suggestiva e trasmette un senso palpabile di pericolo (oltre a ricordare un altro famoso gioiello Lovecraftiano)
Il testamento di claude ashur di C. Hall Tompson: viene creata un’atmosfera inquietante e gotica che mi ha catturato sin dalle prime righe. L’attenzione ai dettagli visivi e sensoriali sommerge pienamente il lettore nell’orrore psicologico e soprannaturale del racconto. I personaggi, in particolare Claude Ashur, sono ben delineati. Claude emerge come un antagonista complesso, intriso di malvagità e potere ipnotico, che lo rende memorabile e spaventoso. Il racconto presenta una struttura a strati, che alterna momenti di introspezione con azioni intense e drammatiche. Questo ritmo bilanciato mantiene l’interesse del lettore e permette una costruzione graduale della suspense.
L’uso di descrizioni dettagliate, come il Priorato e la figura malvagia di Claude, evoca una forte immagine mentale e amplifica il senso di isolamento e oppressione.
La guerra finale di David H. Keller, M.D.: è un racconto che mescola elementi di fantascienza, mitologia lovecraftiana e allegoria filosofica, intrecciando temi di distruzione, rinascita e la lotta dell’umanità per la sopravvivenza. Keller sfrutta immagini potenti e un linguaggio evocativo per presentare un’epopea cosmica, ma il testo presenta alcune criticità strutturali e stilistiche che meritano attenzione. Il racconto cattura l’essenza di un universo ostile e ignoto, con descrizioni dettagliate di entità aliene e ambientazioni inquietanti. La figura di Cthulhu è evocata con maestria, richiamando i temi di impotenza dell’umanità di fronte a un male cosmico. Il racconto riflette le ansie della modernità, con la scienza come doppio filo di salvezza e distruzione.
L’orrore di dunstable di Arthur Pendragon: è un racconto che unisce abilmente il soprannaturale, il gotico e la narrativa storica, immergendo il lettore in un’ambientazione ricca di mistero e suggestioni oscure. Tuttavia, il testo soffre di una prolissità che talvolta diluisce l’efficacia narrativa, di una struttura che fatica a bilanciare la tensione e di alcune lacune nella caratterizzazione dei personaggi. L’autore riesce a creare un senso di inquietudine palpabile. La descrizione della foresta del New England e della cittadina di Dunstable è coinvolgente, trasmettendo un senso di isolamento e mistero. L’attenzione a elementi storici, archeologici e naturalistici conferisce credibilità al racconto.
La culla dell’inferno di Arthur Pendragon: Pendragon propone un’opera che combina elementi gotici, psicologici e orrifici, ambientata nell’oscuro New England del primo Novecento. Il racconto si distingue per la sua prosa ricca, densa e attenta ai dettagli, che immerge il lettore in un’atmosfera di crescente tensione e mistero. Tuttavia, la complessità narrativa e l’abbondanza di descrizioni possono talvolta appesantire il ritmo. Il tema della “Tutela” è trattato con una profondità che invita alla riflessione. La lotta di Laurence Cullum contro il peso delle aspettative familiari, il senso di colpa e l’eredità maledetta esplorano questioni universali legate al dovere, alla moralità e alla perdita dell’identità. La narrazione costruisce con maestria un climax che culmina nella rivelazione del “Figlio dell’Inferno”. Pendragon gestisce bene l’equilibrio tra suspense psicologica e orrore fisico, con momenti di vera inquietudine.
L’ultimo lavoro di pietro d’Apono di Stefan B. Aletti: Aletti presenta un racconto che si muove tra l’erudizione storica, l’horror sovrannaturale e il dramma psicologico. L’ultimo lavoro di Pietro d’Apono affonda le sue radici in un Rinascimento cupo, mescolando dettagli storici con elementi di fantasia gotica e un crescendo di terrore personale. È un’opera che invita a riflettere sul potere e i limiti della conoscenza, e sulle sue conseguenze impreviste. L’autore dimostra una profonda conoscenza del contesto rinascimentale e medievale. La Padova del XIII secolo e i richiami alle figure storiche del tempo conferiscono autenticità e fascino al racconto. L’inserimento di elementi come l’Inquisizione e la figura di Pietro d’Apono, con il suo legame con la scienza e la magia, arricchisce il testo di un’atmosfera imperscrutabile e colta.
L’occhio di Horus di Stefan B. Aletti: Anche qui Aletti intreccia magistralmente un’avventura archeologica nel deserto nubiano con l’inquietudine sovrannaturale, fondendo l’esotismo egittologico con l’horror psicologico. L’Occhio di Horus è una riflessione sui limiti della curiosità umana e sull’arroganza di sfidare antichi poteri, raccontata attraverso un resoconto in prima persona che si tinge di mistero e tragedia. Un racconto avvincente che mescola avventura, misticismo e orrore.
La Cantina di Stefan B. Aletti: Nuovamente Aletti ci porta nel cuore di un racconto gotico di rara intensità, intrecciando sapientemente horror psicologico, sovrannaturale e suspense. La Cantina esplora i limiti della curiosità umana e le conseguenze di un’invocazione imprudente di forze oscure. Ambientato nella nebbiosa Londra di fine Ottocento, il racconto è una potente riflessione sulla tensione tra scienza e spiritualismo, con personaggi che lottano contro una creatura tanto malvagia quanto inafferrabile. Wolverton House e la sua cantina abbandonata sono descritte con vivida precisione, creando un senso di claustrofobia e terrore che permea ogni scena.
Mythos di John S. Glasby: Questo testo è intriso di un’atmosfera gotica e soprannaturale, si intreccia con il genere del mistero archeologico, tipico delle narrazioni ispirate ai miti. L’isola di Pasqua, con le sue enigmatiche statue e il senso opprimente di antichi segreti, serve da sfondo perfetto per esplorare temi di potere insondabile, civiltà perdute e orrore cosmico. La narrazione esplora non solo il terrore dell’ignoto ma anche l’ossessione umana per la conoscenza e il pericolo insito nel valicare i limiti del sapere. Il finale ambiguo lascia spazio all’interpretazione, ma l’immagine del volto di Nordhurst scolpito nella pietra suggerisce che il confine tra scienza e mito, tra passato e presente, è più sottile di quanto si pensi.
Ci sono altre cose di Jorges Luis Borges: In questo racconto, Borges esplora il tema del mistero cosmico e dell’orrore attraverso una narrazione che mescola elementi filosofici, inquietudine personale e ambientazioni oniriche. La Casa Colorada diventa un simbolo di ciò che è sconosciuto, alieno e inconcepibile per la mente umana, simile alle creazioni del mito lovecraftiano ma con un tocco più intimamente umano e metafisico. Il protagonista è guidato dalla curiosità, un elemento centrale nei racconti di Borges. Questa spinta lo conduce verso l’ignoto e lo costringe a confrontarsi con il limite del comprensibile. La curiosità, però, non è priva di pericoli, poiché lo trascina in una realtà che potrebbe non essere in grado di comprendere o sopportare.
L’orrore fuori dal tempo di Randall Garrett: è un racconto che si inserisce nella tradizione della narrativa weird e lovecraftiana, portando avanti temi di terrore cosmico, scoperta proibita e la fragilità della mente umana di fronte all’inconcepibile. L’opera si sviluppa attraverso un crescendo di tensione e raccapriccio, culminando in una rivelazione che sfida i limiti della comprensione e della sanità mentale. L’opera esplora l’idea che esistano esseri e civiltà antichi e malvagi, anteriori all’umanità, che ancora influenzano il nostro mondo. La narrazione suggerisce che tali entità non siano solo un pericolo fisico, ma rappresentino anche una minaccia per la mente e l’anima.
Il destino ricorrente di S. T. Joshi: è una novella interessante. Esplora temi come l’orrore cosmico, il mistero incomprensibile e il fragile equilibrio della civiltà umana. Il racconto intreccia archeologia, mitologia e raccapriccio per costruire una trama avvincente e inquietante. Il titolo del racconto sottolinea il tema centrale: l’idea che gli eventi apocalittici e il pericolo rappresentato da Cthulhu siano ricorrenti. La natura ciclica del destino è evidenziata dall’allineamento delle stelle, che ogni 248 anni offre un’opportunità agli adoratori di Cthulhu di liberare il loro dio.
Conoscenza necrotica di Dirk W. Mosig: è un racconto che mescola orrore cosmico, avidità umana e un profondo senso di rovina inevitabile. Radicato nel folclore ad opera del Maestro di Providence, esplora il potere distruttivo e corruttivo della conoscenza proibita attraverso il “Libro della Necrosi” di Tomeron, un artefatto che porta orrori indicibili a chiunque lo maneggi. Il racconto ruota attorno alla ricerca di questo libro, che incarna il potere e il pericolo della conoscenza oltre i limiti umani. Rashd e gli altri personaggi inseguono il libro nonostante i rischi, mostrando quanto l’ossessione per il sapere possa spingere l’uomo oltre ogni limite morale o razionale.
Autobus notturno di Donald R. Burleson: Il racconto gioca con il terrore primordiale del contatto con qualcosa che non si può comprendere o accettare. La creatura che si siede accanto al protagonista incarna una deviazione radicale dalla norma umana, fisica e metafisica, evocando repulsione e paura. L’ambientazione in un autobus notturno, con il suo ambiente angusto e claustrofobico, enfatizza la solitudine e l’impotenza del protagonista. Non c’è nessuno a cui rivolgersi o che possa intervenire contro l’orrore che lo circonda.
L’anello di peltro di Peter H. Cannon: combina elementi di introspezione psicologica, viaggio nel tempo e terrore, offrendo una riflessione inquietante sull’eredità, l’ambizione e la decadenza. Edmund Aymar è ossessionato dalla figura del suo antenato, John Marshall Aymar, che rappresenta una glorificazione della sua linea familiare. Questa fissazione, apparentemente innocua, si trasforma in un’ossessione che lo conduce in un mondo di segreti e pericoli. Il racconto è ambientato in una New York che vive un costante contrasto tra il fascino del passato e il disincanto per un presente corrotto. Aymar incarna questa tensione, desiderando rifugiarsi in un’epoca idealizzata mentre la realtà moderna lo respinge.
John lehmann da solo di David Kaufman: è una narrazione intrisa di mistero, malinconia e inquietudine, che esplora la fragilità umana di fronte a eventi inspiegabili. Il racconto, ambientato in una comunità rurale lontana dal mondo, offre un’esperienza profondamente emotiva e allo stesso tempo terrificante, radicata nella quotidianità, ma sfociando nella soprannaturalità. David Kaufman esplora temi universali come l’amore, la perdita e la paura dell’ignoto, radicandoli in un contesto rurale e isolato. La narrazione in prima persona e la mancanza di risposte definitive conferiscono al racconto una qualità profondamente umana, evocando non solo terrore ma anche compassione.
La morte viola di Gustav Meyrink: è un racconto apocalittico e visionario che mescola elementi del soprannaturale, della scienza e dell’orrore per esplorare temi legati al potere delle parole, alla fragilità della civiltà e alla natura distruttiva dell’umanità. L’idea centrale del racconto è che una singola parola, Ämälän, possa generare un’epidemia mortale attraverso le sue vibrazioni sonore. Questo esplora il concetto del linguaggio come strumento non solo di comunicazione ma anche di distruzione, sottolineando la responsabilità insita nell’uso delle parole.
Nebbie di morte di Richard F. Searight & Franklyn Searight: Il racconto si sviluppa lentamente, costruendo la tensione attraverso indizi inquietanti, come la descrizione delle vittime e delle uccisioni inspiegabili, per poi culminare nel confronto con la nebbia senziente. Mescola nozioni scientifiche (come l’estrazione delle proteine dai corpi) con elementi mitologici (il sigillo mistico, i testi arcani), mostrando il limite della scienza quando si confronta con l’ignoto. L’entità PneephTaal rappresenta una forza oltre l’umana comprensione, evocando il tema lovecraftiano di creature ancestrali che precedono la razza umana e che non possono essere dominate dalla scienza o dalla ragione. La narrazione bilancia abilmente il mistero e l’azione, rendendolo un contributo significativo al genere dell’horror soprannaturale.
Shoggoth riserva speciale di Neil Gaiman: Gaiman rivisita le storie di Lovecraft in modo accessibile e moderno, ridicolizzando alcuni aspetti, ma mantenendo un senso di inquietudine. Benjamin Lassiter, un americano ingenuo e curioso, mentre esplora un’Inghilterra costiera grigia e desolata, armato di una guida turistica inaffidabile. Giunto nel misterioso villaggio di Innsmouth, Ben si ritrova coinvolto in un’esperienza surreale che mescola il banale al sovrannaturale. Tra pub malandati, strani personaggi e conversazioni sempre più inquietanti, il protagonista scopre che Innsmouth nasconde segreti che forse non avrebbe dovuto conoscere, legati a divinità come Cthulhu e Nyarlathotep. Alla fine, si risveglia lontano dal villaggio, incerto se tutto sia stato un sogno o una realtà distorta, portando con sé un senso di disagio duraturo.

Vi lascerà scoprire da soli cosa sia lo Shoggoth Riserva Speciale, io nel mentre, vado a ordinare una copia cartacea dalla mia libreria di fiducia.

Gli Accoliti di Cthulhu
Autore: AA.VV.
Editore: NPE Edizioni
Collana: Saggistica & Narrativa
Pagine: 416
ISBN: 9788836271894
Costo: Solo Cartaceo – 24,90 €

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Classified: Locus 13 di Michele Sette

[…] Qualcuno considera che l’ossitocina sia fondamentale per mantenere un corretto comportamento relazionale e che influenzi la cognizione sociale. Le endorfine rilasciate dall’ipofisi ci procurano una sensazione piacevole, rilassante e incredibilmente assuefacente. Una sensazione inebriante di euforia che pilota gli istinti umani.
Basta analizzare gli spot pubblicitari per capirlo. Le multinazionali
hanno sempre fatto leva su questo aspetto della psicologia. […]

Classified: Locus 13 di Michele Sette e edito da Delos Digital, all’interno della collana Innsmouth per la sezione libri al numero 7,
curata da Luigi Pachì.
La trama si sviluppa come un intreccio avvincente di sovrannaturale, introspezione psicologica e thriller investigativo.
Al centro, Carmine Grieves, un agente della Corporation segnato dalla perdita della figlia e dall’alcolismo, si ritrova immerso in un incarico che lo conduce al misterioso “Locus tredici”. Questa struttura, carica di anomalie e spazi non euclidei, è teatro di eventi sovrannaturali che mettono alla prova la sua percezione della realtà e la sua identità. Tra entità enigmatiche, specchi criptici e creature inquietanti, la storia alterna momenti di riflessione interiore a fasi investigative, con un crescendo di tensione e mistero.
I colpi di scena, ben distribuiti, mantengono alta l’attenzione del lettore, mentre il finale lascia spazio alla speculazione, proponendo una chiusura aperta che stimola riflessioni profonde.
Lo stile narrativo di Michele Sette è diretto e immersivo, con un linguaggio contemporaneo che dona realismo e vivacità ai dialoghi. I pensieri ironici e l’umorismo del protagonista aggiungono un tocco umano, bilanciando le atmosfere più cupe e cariche di tensione. Le descrizioni dettagliate delle ambientazioni e delle anomalie del Locus contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e inquietante, anche se a tratti risultano ridondanti, rallentando il ritmo.
Il finale rappresenta un equilibrio tra risoluzione narrativa e apertura tematica. Grieves mostra una significativa crescita personale superando alcune delle sue paure, ma i misteri del Locus rimangono in parte irrisolti. Questa scelta, se da un lato stimola la curiosità, dall’altro potrebbe deludere chi cerca una chiusura più definitiva. Tuttavia, si rivela funzionale al tono complessivo dell’opera.
L’autore costruisce un mondo credibile e affascinante, dove realtà e sovrannaturale si fondono in modo coerente. La descrizione di spazi liminali e anomalie è accurata e contribuisce alla sensazione di trovarsi in una dimensione estranea ma possibile. Grieves è un protagonista complesso, con un passato ricco di dettagli che arricchisce la trama e favorisce l’empatia del lettore. L’introspezione sui temi della follia, dell’identità e del superamento dei propri limiti rende il romanzo non solo un thriller avvincente, ma anche un viaggio interiore.

L’AUTORE:
Michele Sette è un insaziabile divoratore di opere di intrattenimento. Di fronte a lui, film, libri, fumetti e videogiochi non hanno scampo. Si insinua come un’anguilla nel flusso dell’immaginario collettivo. Il suo unico obiettivo: raggiungere uno stato evolutivo superiore, tessendo, come la tela di un ragno, trame inquietanti e destabilizzanti, per catturare i lettori più curiosi. Pericolosità: estrema. Vulnerabilità: inesistente.

Classified: Locus 13
Autore: Michele Sette
Editore: Delos Digital
Collana: Libri – Innsmouth
Pagine: 320
ISBN-13: ‎ 978-8825430769
Costo: Ebook 5,99 € – Cartaceo 19,00 €

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Intervista a Norbert Zsivicz

Norbert Zsivicz è una voce emergente nel panorama del fantasy e della fantascienza internazionale, capace di intrecciare mito e realtà in universi narrativi complessi e avvincenti.
Il 10 ottobre 2024 abbiamo pubblicato la nostra recensione del romanzo d’esordio L’Impero in Catene. Se ve la foste persa, potete recuperarla al seguente link: Recensione – L’Impero in Catene.
Vi consigliamo di darci un’occhiata per scoprire cosa rende questa opera una lettura imperdibile per gli appassionati del genere.
Cristiano Saccoccia, curatore della collana per Independent Legions Publishing, ha gentilmente reso possibile questa intervista esclusiva con l’autore Ungherese. Un’occasione unica per scoprire i segreti, le ispirazioni e i progetti futuri di una delle voci esordienti più promettenti del panorama fantastico contemporaneo. Vi invitiamo a immergervi e lasciarvi affascinare dal mondo de l’Impero in Catene e dalle idee che plasmano la mente creativa del suo autore. Buona Continuazione!

1: Innanzitutto, i complimenti da parte mia e dallo staff di Planet Ghost per il tuo libro. È stato particolarmente apprezzato. La prima domanda che ci viene in mente: come hai iniziato a scrivere? C’è stato un evento o una fonte di ispirazione che ti ha portato su questo cammino?
Per me la pagina bianca vuota non è qualcosa di spaventoso; quando la vedo, mi viene voglia di riempire quel vuoto con la mia scrittura; tuttavia, questo non significa che ci sia sempre un ottimo risultato; la maggior parte delle volte si tratta solo di bozze grezze. Ho tratto ispirazione da tutto, ma soprattutto da romanzi come Dune o Game of Thrones, da giochi come The Witcher e Mass Effect, e fondamentalmente da ogni tipo di film famosi fantascientifici e fantasy.

2: Nel tuo processo di world-building, quanto spazio lasci all’improvvisazione rispetto alla pianificazione dettagliata? C’è mai stato un momento in cui un elemento nato per caso ha finito per diventare centrale nella tua narrazione?
Beh, è un mix di entrambe le cose. Per lo più ho un piano specifico per quello che voglio realizzare, ma durante il processo ci sono sempre alcuni fattori casuali che vengono aggiunti in maniera idonea e colorano la cornice narrativa, ma non cambiano effettivamente la narrazione principale. Per lo più mi attengo alle mie pianificazioni.

3: Autori/ci preferit? Qualche nome che ti ha appassionato e ti senti di consigliare?
Mi piace leggere e sperimentare nuovi autori; tuttavia, i miei preferiti di sempre sono Frank Herbert, George R.R. Martin, Isaac Asimov, Mark Lawrence, J.K. Rowling ed Ernest Hemingway.

4: Essendo il mercato italiano spesso influenzato dal modello straniero per popolarità e struttura, siamo curiosi di sapere: come viene percepito e vissuto il genere fantastico e immaginifico nel tuo paese? Esistono peculiarità o influenze che vuoi citarci?
Per un Paese piccolo come il mio (l’Ungheria), la popolarità complessiva di qualsiasi tipo di narrativa (fantasy, sci-fi, horror) è relativamente alta. I titoli più importanti provengono sempre da Paesi stranieri, come gli Stati Uniti o il Regno Unito. Non abbiamo molti scrittori ungheresi veramente popolari, soprattutto a livello internazionale. Tuttavia, ce n’è uno i cui libri mi piacciono molto; nello specifico, il suo nome è Botond Markovics (pseudonimo: Brandon Hackett). Il suo libro Xeno è uno dei miei preferiti.

5: Nel tuo mondo narrativo, come definiresti il confine tra mito e realtà? C’è un aspetto della tua cultura d’origine che influenza particolarmente il modo in cui costruisci questa dualità?
Nel mio mondo immaginario, mito e realtà sono interconnessi insieme, e gli aspetti scientifici lo rendono ancor più credibile. La mia identità culturale d’origine, in particolare quella in cui sono nato, è ancora profondamente spirituale. E in un certo senso, i poteri spirituali possono esistere in un ampio universo in cui viviamo ma che ancora non comprendiamo veramente. E magari in futuro la scienza sarà in grado di descriverle. Questo tipo di dualità è ciò che i lettori possono aspettarsi quando si immergono nel mio mondo dell’Impero in Catene.

6: Come pensi che il fantasy possa evolversi? e quali sono i cambiamenti o le innovazioni che speri di vedere nel genere nei prossimi anni?
Penso che i generi simili si fondano con dei libri simili al mio. Ci sono molti modi per raccontare una storia, ma possiamo dare una certa unicità non attenendoci agli schemi tradizionali del fantasy o della fantascienza. Spero che molti altri autori sperimentino questo concetto.

7: Infine, puoi dirci qualcosa sulle tue opere che nessuno sa?
Di solito non sono molto schivo riguardo ai progetti a cui sto lavorando. L’obiettivo principale è il sequel de L’impero in Catene, che si chiama Sealed War. La prima bozza è quasi in dirittura d’arrivo, quindi sono davvero entusiasta. Gli altri progetti hanno ancora bisogno di un po’ di tempo per essere completati; si tratta di tre diversi episodi di show televisivi e di future sceneggiature di film, e anche di un extra, che è un progetto di videogioco, ma questo è davvero nella fase iniziale. Probabilmente finirò una sceneggiatura dopo Sealed War e poi mi concentrerò di nuovo sulla trilogia. Se tutto va bene, per allora diventerò un autore a tempo pieno e potrò dedicarmi a molti progetti diversi contemporaneamente.
Grazie per l’intervista; sono state davvero delle belle domande. Buona lettura, ragazzi!

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L’apprendista becchino di Serena Aronica

[…] Il nero stormo fendeva il cielo a colpi d’ali; al loro passaggio i boschi si facevano bui e silenziosi, i fiumi torbidi e scuri e le luci delle lampade lasciate accese sotto i portici delle case appassivano. Parevano trainare, nel loro volo, il minaccioso temporale che gli rotolava dietro, rumoroso come i barattoli attaccati a una macchina di freschi sposini. […]

L’apprendista becchino di Serena Aronica, edito dalla Delos Digital per la collana Folclore Oscuro al numero 2 della suddetta, a cura di Massimo Junior D’Auria.
È un racconto lungo di genere Horror e si sviluppa in un’atmosfera gotica e inquietante, intrecciando elementi di folclore, tensione sovrannaturale e introspezione psicologica. Lone Peack, una cittadina apparentemente placida, diventa teatro di eventi macabri e misteriosi. I protagonisti, Mort Hitwitch, un becchino dal passato tormentato, e il giovane Toothgood, un orfano affascinato dal mestiere del suo mentore, si trovano coinvolti in una lotta contro forze sovrannaturali, incarnate da stormi di corvi e la strega Molly Harridan.
La storia alterna momenti di tensione crescente a riflessioni profonde, esplorando temi come l’eredità, la crescita personale e la resistenza contro il male. Il legame tra Mort e Toothgood evolve in maniera naturale, creando un fulcro emotivo che sostiene l’intera narrazione. La trama si dipana in modo avvincente, con colpi di scena ben dosati e un equilibrio tra orrore e momenti più leggeri.
Lo stile di Serena Aronica è evocativo e ricco di dettagli, capace di trasportare il lettore in un mondo oscuro e vibrante. L’autrice utilizza descrizioni vivide per creare un’atmosfera densa, immersiva e inquietante. Le ambientazioni, dai cimiteri ventosi alle soffitte polverose, sono ben delineate, rendendo ogni scena visivamente coinvolgente.
I dialoghi sono naturali, spesso intrisi di sottile ironia, e contribuiscono a delineare i personaggi. Tuttavia, in alcuni punti, la prosa può risultare eccessivamente descrittiva, rallentando leggermente il ritmo della narrazione.
Il finale è un climax intenso, che mescola azione e rivelazioni emozionanti. L’autrice eccelle nel creare un mondo vivido, dove il sovrannaturale si fonde con il reale, trasportando il lettore in una Lone Peack viva e minacciosa. Mort Hitwitch e Toothgood sono ben caratterizzati, con storie personali che arricchiscono la trama e li rendono decisamente “vivi”.
In fondo all’e-book, vi sono Le Note del curatore che contestualizzano il racconto evidenziando la ricchezza e la fluidità della tradizione popolare, in particolare quella legata ai benandanti, figure folkloriche nate “con la camicia” (sacco amniotico) e protettrici dei raccolti e delle comunità rurali contro le streghe. Serena Aronica arricchisce questa credenza tradizionale collegandola simbolicamente ai denti, emblemi di vita e vitalità, che assumono un ruolo centrale nella crescita del giovane Toothgood. Il curatore sottolinea come il racconto mescoli abilmente tradizione e innovazione, mostrando la perenne vitalità del folclore.

L’AUTRICE
Serena Aronica, Roma, classe 1979 è cresciuta tra montagne di VHS, libri e film e ha trovato sé stessa a quindici anni davanti a una macchina per scrivere (in ghisa!) della Olivetti. Nel 2012 ha iniziato la sua lunga
collaborazione con lo storico portale Splattercontainer. Ha pubblicato
un romanzo thriller nel 2014 e una raccolta di racconti nel 2022 per la
CatBooks Publishing di Alda Teodorani. Numerosi suoi racconti (horror,thriller, fantasy) sono presenti in antologie e riviste di genere. Nel 2015 è stata finalista al Trofeo RiLL con il racconto Black Mississippi. Una moglie perfetta, racconto breve, è stato inserito nell’antologia Best Italian Horror Flash Fiction a cura della casa editrice Independent Legions.
Nel 2021 il suo racconto I 12 passi è stato finalista al concorso I racconti del gatto nero del ToHorror Fantastic Film Fest. Nel 2020 ha assaltato anche il regno dei podcast realizzando il suo contenitore di racconti: Black Ink. È inoltre co-fondatrice del progetto Coven Riunito.

L’Apprendista Becchino
Autore: Serena Aronica
Editore: Delos Digital
Collana: Folclore Oscuro
Pagine: 48
ASIN: ‎ B0DQMXGDVD
Costo ebook: 2,99 €

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Il Sonnambulo di Stephen Graham Jones

[…] Dal pavimento di casa arrivò una serie di passi autoritari. Irrequieti. Passi pesanti. Si aprì la porta, e si richiuse, e il primo cane mandò un guaito. Dopodiché toccò a quello dopo, a quello dopo ancora, e infine al muso marroncino che si era infilato sotto il pannello, e che lì rimase. Gli colava sangue dalla bocca. […]

Il Sonnambulo di Stephen Graham Jones è un’opera edita nel 2017 che ci è stata permessa la lettura in lingua italica da Eva Allione, traduttrice per la Racconti Edizioni. Il titolo originale dell’opera è Mapping the Interior.
La storia segue le vicende di un ragazzo di dodici anni che affronta eventi soprannaturali e profondamente personali. Dopo aver visto il fantasma del padre, il protagonista si immerge in una serie di riflessioni e azioni che lo spingono a indagare sul passato della sua famiglia, sulle sue radici e sul rapporto con il mondo circostante. La narrazione alterna momenti di introspezione e un senso crescente di terrore. Temi come l’identità culturale, il trauma e il legame familiare si intrecciano con elementi horror soprannaturali.

La Caratterizzazione psicologica del protagonista è secondo me, ben riuscita. L’autore riesce a immergere il lettore nella mente di un ragazzino, catturandone paure, ingenuità e desiderio di connessione. La narrazione costruisce una tensione palpabile attraverso descrizioni dettagliate e un uso sapiente dell’ambientazione.

Inoltre, La storia offre uno sguardo sull’identità dei nativi americani, mostrando come il folklore e le esperienze moderne si mescolano nella vita dei personaggi.

Stephen Graham Jones adotta uno stile altamente immersivo, fatto di frasi a volte spezzate e riflessive che riflettono lo stato mentale del protagonista. La scelta di narrare in prima persona avvicina il lettore alle emozioni del protagonista, ma rende la narrazione talvolta claustrofobica. La traduzione italiana di Eva Allione è fluida e, anche se non ho letto il testo in lingua originale, sono sicuro sia riuscita nel trasmettere tutto quello che l’autore può aver trasmesso nella sua lingua natia.

In conclusione, nonostante alcuni momenti, specialmente nelle riflessioni del protagonista, possano risultare ridondanti, rallentando la progressione della trama, l’opera combina introspezione, cultura e horror in modo molto abile. Pur con alcuni difetti organici decisamente risibili, l’opera si distingue per la profondità emotiva e la capacità di evocare immagini potenti quanto capaci di rimanerti impresse. È una lettura consigliata per chi apprezza storie che mescolano horror e dramma umano con una vena di critica sociale.

L’AUTORE
Nato nel 1972 a Midland, Texas, ha conseguito un B.A. nel 1994 in Inglese e Filosofia alla Texas Tech University, un M.A. in Inglese nel 1996 alla University of North Texas e un dottorato di ricerca nel 1998 all’Università statale della Florida.
Nativo americano appartenente alla tribù dei Piedi Neri, a partire dal suo esordio nel romanzo nel 2000 con The Fast Red Road, vincitore di un “Independent Publishers Award for Multicultural Fiction”, ha pubblicato numerosi romanzi e racconti spaziando dal giallo, all’horror e alla fantascienza.
Premi: Premio Bram Stoker alla raccolta narrativa: 2010 finalista con Albero di carne, 2014 finalista con After the People Lights Have Gone Off.
Premio Bram Stoker al romanzo: 2016 finalista con Mongrels, 2020 vincitore con Gli unici indiani buoni e pubblicato in Italia nel 2023 da Fazi Editore, nel 2021 vincitore con My Heart is a Chainsaw.
Premio Alex: 2021 vincitore con Gli unici indiani buoni.
Premio Shirley Jackson: 2020 vincitore nella sezione “Miglior romanzo” con Gli unici indiani buoni e “Miglior romanzo breve” con Night of the Mannequins 2021 vincitore nella sezione “Miglior romanzo” con My Heart Is a Chainsaw.
Premio Locus per il miglior romanzo dell’orrore e dark fantasy: 2022 vincitore con My Heart Is a Chainsaw.

Il Sonnambulo
Autore: Stephen Graham Jones
Editore: Racconti Edizioni
Collana: Scarafaggi
Pagine: 144
ISBN: 9791280854285
Costo: 14,00 € cartaceo

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