Crepuscolaria di Eleonora Della Gatta

Crepuscolaria,
di
Eleonora
Della Gatta
,
è
un’antologia di quattordici storie
nere

pubblicata da Scheletri
Ebook

di Alessandro
Balestra

(che firma anche le quattordici vignette poste alla fine di ogni
racconto)

Non
si tratta, però, di una novità assoluta: questa raccolta nasceva
con il titolo Fuori
è buio
,
edita dalla defunta Dunwich
Edizioni.

Questa
casa editrice ha prodotto numerosi lavori di grande qualità, e
questa antologia ne è un’ulteriore testimonianza. Plaudo
alla Scheletri per averla recuperata.

Rieditare
un’opera già pubblicata richiede una certa dose di sicurezza, ma
tralasceremo le considerazioni finali per il momento.

L’opera
inizia con una prefazione dell’autrice, Eleonora
della Gatta
,
che ci spiega della storia di questa antologia, di come sia stata
modernizzata rispetto all’opera originale.

Inoltre,
cito: Manca
la cultura della brevità che peraltro è molto apprezzata all’estero
da numerosi lettori che pare non si irritino per una storia “monca”

Adesso passiamo ai racconti:

Marco
e Wanda,
apre
l’antologia con la storia di un bambino apparentemente innocuo e
perfetto in casa, che cela un lato oscuro. L’autrice, attraverso
l’arte di coinvolgere il lettore, ci immerge nella psicologia di
Marco, facendoci riflettere sulla complessità umana e sulla sottile
linea che separa l’apparenza dalla realtà. La storia ci ricorda, con
una punta di ironia, il vecchio detto “era una brava persona,
salutava sempre”, invitandoci a non giudicare le persone solo
dalle apparenze. Non si sa mai a chi possiamo pestare i piedi, no?

La
Sacára
: ci
trasporta nel cuore del Salento, dove un atto di gentilezza si
trasforma in un incubo. Emilio, mosso da compassione, si ritrova
invischiato in una vicenda inquietante che lo porta a confrontarsi
con le antiche credenze locali e con una presenza soprannaturale. Il
racconto, ben ancorato al folklore salentino, offre un finale
coerente e sorprendente che lascia il lettore con un senso di
disagio.

Giardinaggio:
è, a mio avviso, uno dei racconti più riusciti dell’antologia (sul
podio dei numeri tre). La storia della signora Anna, una pensionata
solitaria e appassionata di giardinaggio, si trasforma in un
crescendo di tensione quando un’entità misteriosa inizia a
tormentarla. L’atmosfera cupa e claustrofobica, unita alla follia
crescente della protagonista, crea un’esperienza di lettura intensa e
inquietante. Il racconto esplora in modo magistrale il tema della
solitudine e i suoi effetti sulla psiche umana, sfumando il confine
tra realtà e immaginazione.

Anima
Nera:
Un bambino
affetto da cefalea a grappolo, che per un ragazzino
può essere orribile, scopre un modo per alleviare le sue pene:
mietendo il dolore degli altri, allevia il proprio. Questa scoperta
lo porta a un percorso di introspezione e empatia (anche se deviata)
in cui il confine tra sofferenza e sollievo si fa sempre più labile.

Maschera
di Carnevale:
La
storia della signora Marcella, abile sarta, si tinge di tinte
macabre. Ogni anno, crea un costume perfetto che tutti bramano,
selezionando con cura chi la indosserà. Quest’anno, però, qualcosa
va storto. L’odore di marcio si percepisce già a metà racconto con
un leggero retrogusto di favola in stile Fratelli
Grimm
, aggiungo
però che il finale mi ha sorpreso in positivo. 

Il
Veterinario
:
Un veterinario, inizialmente appassionato del suo lavoro, si ritrova
a confrontarsi con una realtà sconvolgente: gli animali sotto le sue
cure non sono ciò che sembrano.

Respiri
di pietra:
Un
gruppo di ragazzi, alla ricerca di brividi nei luoghi misteriosi
della Puglia, si ritrova al Castel del Monte, dove un gioco
inquietante li trascina in un’avventura al limite tra realtà e
immaginazione. Le atmosfere suggestive del castello e le antiche
leggende locali creano un’atmosfera perfetta per un racconto horror
che mescola storia e mistero.

Una
buona lettura:

Carla, una bibliotecaria ormai anziana, vede i suoi tranquilli giorni
turbati da sogni inquietanti che la portano a confrontarsi con le
profondità del suo animo. Questo racconto, con la sua atmosfera cupa
e malinconica, esplora il tema della vecchiaia e della paura della
morte, offrendo un ritratto psicologico profondo e inquietante.
(Anche questo sale sul podio dei miei tre preferiti)

I
riflessi dell’anima:

Una giovane pallavolista, schiacciata dalle aspettative della madre,
scopre un segreto oscuro nascosto dietro allo specchio. Questo
racconto, con il suo finale amaro e psicologicamente devastante,
esplora i temi della gelosia, della rivalità e dell’ossessione,
lasciando nel lettore un senso di profondo malessere. Ci
sono
molte vibes stile Bloody
Mary
(il miglior
finale dell’Antologia)

L’impermeabile
blu:
Matteo era un
bambino dalla fervida immaginazione. Creava mondi interi, popolati da
eroi e avventurieri, e li viveva attraverso i suoi giochi in
solitaria. Un giorno, però, una delle sue fantasie prese vita,
trascinandolo in un incubo ad occhi aperti mostrando al ragazzo che
alle volte la fantasia ha dei retroscena terribili.

Is
Cogas:
Nata
in Sardegna, la piccola protagonista viene portata a Milano dal padre
dopo il divorzio. Qui, si sentiva a casa, circondata dalla frenesia
della città. Ma quando la madre si ammalò, dovette fare ritorno al
suo paese d’origine. In quella terra, dove aveva sempre provato un
senso di estraneità, iniziò a percepire una presenza oscura, legata
alle antiche leggende di is
cogas
, le streghe
della sua terra natia.

Clausura:
In cerca di
tranquillità e meditazione, una giovane suora si ritirò nel
convento di clausura. L’atmosfera era cupa e opprimente, e la priora,
con il suo sguardo severo e la sua ossessione per la non
produttività, incuteva timore nelle altre suore. Ben presto, la
novizia iniziò a sospettare che nel convento si celasse un oscuro
segreto, e che la priora stesse nascondendo qualcosa di terribile.
Questo racconto
era partito molto bene, con ottimi presupposti, peccato per la
conclusione troppo rapida.

L’Acquirente:
un semplice affare diventa una serata orripilante, un racconto
estremamente breve con una citazione (voluta o meno) di
un episodio di Buffy
l’ammazzavampiri
,
ma no, non ci sono i vampiri.

La
cena del venerdì:

è un racconto che cattura il lettore fin dalle prime pagine,
immergendolo in un Urban
Horror Sovrannaturale

con un’atmosfera natalizia decisamente anomala. Ambientato nel
territorio lombardo, passando da casette sperdute nei monti a le
ville della Milano bene, il racconto segue le vicende di Giada, una
giovane donna invitata a una cena con un gruppo di donne dell’alta
società. Quello che sembrava un semplice ritrovo appunto del
venerdì
si
trasforma ben presto in un incubo, dove le conversazioni piene di
pettegolezzi e invidie presto diventeranno ben altro. L’autrice, con
una scrittura elegante e tagliente, riesce a creare un’atmosfera
misteriosa e in costante crescendo, dove il soprannaturale si insinua
nella quotidianità. Questo racconto è un esempio perfetto di come
l’horror possa nascondersi dietro una facciata di normalità, e di
come le relazioni umane possano scatenare in noi il peggio. È
il
racconto che ho preferito e lo pongo sul primo posto del podio.

In
conclusione, posso affermare che questa antologia va ben oltre le
lodi. L’autrice dimostra una scrittura poliedrica, capace di spaziare
dall’horror psicologico allo splatter, fino a toccare le corde
dell’horror soprannaturale più classico, il tutto con maestria. La
sua abilità nel passare da un genere all’altro è davvero
ammirevole.

Lunga
vita alle raccolte di racconti brevi. 

L’AUTRICE:

Eleonora
Della Gatta,
nata a Roma nel 1980, conclude i suoi studi umanistici laureandosi in
Letterature Europee Moderne alla Sapienza. Scrittrice, editor,
traduttrice, blogger… ama le parole e vive sommersa da libri e
animali.
Collabora con diversi editori e agenzie letterarie come
consulente letterario ed editor. Dal 2012 cura la pagina Facebook
Aristogatta, che conta più di 100.000 follower. Cinefila e cinofila,
perfezionista, volitiva, indipendente e testarda, lavora sodo per
ottenere gli scopi che si prefigge.
Ha pubblicato tre romanzi,
una raccolta di racconti, un saggio e tre novelle: Le
Guardiane della Nebbia – il Risveglio
 (Edizioni
il Ciliegio), Le
Guardiane della Nebbia – il Pooka
 (Edizioni
il Ciliegio), Il
Palazzo dei Segreti
 (Edizioni
il Ciliegio), Fuori
è buio
 (Dunwich
Edizioni), The
Shining di Stanley Kubrick, un’analisi del film
 (PubMe
editore, collana Little Black Dress), Cancellato per
la raccolta Cthulhu
Apocalypse
 (Dunwich
edizioni), La
cena del venerdì
 per
la raccolta La
bottega degli incanti
 (Dunwich
edizioni), Quattro
passi
 indietro
per la raccolta Animali
fantastici e come salvarli
 (Dunwich
Edizioni in collaborazione con Lega Nazionale per la Difesa del Cane,
sezione Salerno). Con “Scheletri Ebook” ha
pubblicato CrepuscolariaSe
fosse stata neve
Max
Schreck, l’attore vampiro
 e Dagon,
nuova traduzione del racconto di H.P.
Lovecraft
.

Crepuscolaria

Autore:
Eleonora della Gatta

Editore:
Scheletri Ebook

Pagine:
226

ASIN:

B0D9M8DRQ2

Costo: 2,99 € Ebook; 9.90 € cartaceo

Crepuscolaria di Eleonora Della Gatta

Crepuscolaria illustrazione 1

Crepuscolaria illustrazione 2

Eleonora Della Gatta

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




La sposa dello strigoi di Giorgio Smojver

[…]Si
diceva che il castello di Finkenstein, alto sopra il lago, fosse
stato eretto dal mago ungherese Klingsor nel dodicesimo secolo e che
egli sacrificasse giovani e fanciulle ai suoi oscuri dei, ma era una
leggenda da narrare nelle lunghe notti di inverno.

[…]

La sposa dello strigoi, di Giorgio Smojver, edito dalla Delos Digital per la collana Heroic Fantast Italia, curata dallo stesso autore e da Ambra Stancampiano, è un romanzo di centoventi pagine attive. All’interno vi sono delle illustrazioni di pregevole fattura che catturano alcuni dei momenti più ricchi di pathos.

L’opera inizia con una prefazione di Ambra Stancampiano. La curatrice sostiene che il fantasy eroico non solo è aperto alle protagoniste femminili, ma che la loro presenza è necessaria e auspicabile. Per dimostrarlo, Stancampiano cita esempi di eroine letterarie classiche e moderne, e di come Hannelore, l’attuale protagonista del romanzo di Giorgio Smojver si annoveri in questo pantheon eroico.

La
curatrice sottolinea che queste eroine non sono solo forti e
coraggiose, ma anche complesse e psicologicamente profonde. Non si
tratta di semplici damigelle in pericolo o di repliche femminili dei
protagonisti maschili, ma di donne con le proprie motivazioni, i
propri obiettivi e le proprie debolezze.

Passando
al romanzo:

Prologo,
interludio ed epilogo di questa storia sono narrati in diretta da una
specifica voce narrante. La sua voce echeggia nella taverna del
villaggio ove è ambientata la storia a degli avventori di origine
italiana, avvolgendo appunto i suddetti che ascoltano con
trepidazione. L’idea di farci sentire protagonisti del racconto, come
se fossimo noi stessi gli avventurieri riuniti attorno al narratore,
è davvero originale e coinvolgente.

Nel
cuore della Carinzia, attorno agli anni ’30 del 1500, si dipana una
storia che riecheggia le atmosfere del Patto
dei Lupi

e la penna di Bram
Stoker
.

Hannelore,
chiamata quasi sempre con il diminutivo Lore, è una giovane donna
dal carattere volitivo. Insieme ai suoi fidi compagni Wilhelm, figlio
del guardiacaccia, e Kurt, figlio del maniscalco ma che sogna di
diventare un soldato, vivono le loro vite fino all’arrivo di un
contingente di Turchi che saccheggiano il loro villaggio.

Anni
dopo, il ritorno il nipote del barone, accompagnato da un drappello
di esotici soldati, e del fiero guerriero Roderich, sconvolge la
quiete del villaggio. Ben presto, una serie di misteriose sparizioni
e sanguinose morti gettano gli abitanti nel terrore, facendo
sprofondare la comunità in un clima di oscurità e paura. Il
gruppetto si trova costretto a rivolgersi a Frau Hulda, una donna
conosciuta come strega per le sue arti erboristiche, per risolvere
una specifica necessità.

Sei
anni sono trascorsi da quel terribile evento. Lore, ormai
diciannovenne, si ritrova catapultata nella notte di San Giovanni,
una festività che non ha mai amato. Un ballo è stato organizzato,
ma un velo di inquietudine oscura il suo animo.

Come
un macabro presagio, le morti misteriose ricominciano a turbare la
quiete del villaggio. Una serie di eventi funesti dà inizio a una
nuova spirale di terrore, che sembra riportare alla luce gli incubi
del passato.

Ma
proprio dall’oscurità emergono figure familiari. Personaggi che
erano stati costretti ad allontanarsi tornano sulla scena, pronti a
confrontarsi con le forze del male che nuovamente minacciano la loro
comunità.

Lo
scontro tra bene e male si fa inevitabile. Lore, insieme ai suoi fidi
compagni, si ritrova al centro di una battaglia epica, dove il
coraggio e l’amore saranno le loro armi più potenti.

Ho
trovato estremamente coerente e in linea con il setting il finale
prima dell’epilogo.

L’autore
di questo fantasy non solo ha confezionato una storia avvincente,
ricca di eroismo e sfumature Grimdark
degne di Warhammer
Fantasy Roleplay,

ma ha anche creato un’ambientazione storica eccellente. Ha
sapientemente mescolato folclore tedesco e leggende dell’Europa
dell’est, amalgamando tutto con i miti orrorifici Somali. I
personaggi, che io ho apprezzato in modo particolare, sono ben
delineati e complessi, tanto da dare vita a un mondo autonomo
all’interno della storia stessa. Anche se la trama fosse stata meno
solida (cosa che non si verifica in questo caso), i personaggi
principali e secondari sarebbero stati comunque sufficienti a rendere
il racconto estremamente interessante.

L’AUTORE:

Giorgio Smojver è nato a Padova da genitori profughi da Fiume il 23 luglio del 1950. Si è laureato presso l’Università degli Studi di Padova. Ha lavorato per anni nelle biblioteche civiche di Padova. Le sue passioni sono la mitologia comparata, la storia antica e medievale, il romanzo cavalleresco (passione condivisa con Don Chisciotte) e la letteratura Fantasy.

Alterna romanzi e racconti a sfondo storico ad altri ambientati in mondi di sua creazione. Tra i romanzi pubblicati Le aquile e l’abisso (Watson edizioni, 2019); Valawyne e Helmor I – La frontiera di Finyas (Tora edizioni, 2022); Valawyne e Helmor II – Le Terre Selvagge, (Tora edizioni, 2022);  I Venturieri della notte (Letterelettriche, 2022); Tenebre sull’Impero (Amazon, 2023); I Venturieri dei Monti Pallidi (Letterelettriche, 2023); Valawyne e Helmor III. L’assedio di Radebona  (Tora edizioni, 2024); La sposa dello Strigoi (Delos 2024). Ha curato diverse antologie tra cui Terre Leggendarie (Watson 2022). Tra i premi vinti la Sfida RiLL (2021); e il Trofeo La Centuria-La zona morta 2024.

La
sposa dello strigoi

Autore:
Giorgio Smojver

Editore:
Delos Digital

Collana:
Heroic Fantasy Italia

Pagine:
146

ASIN:

B0D8XPJXLF

Costo: ebook 3,99 € ; versione cartacea 14 €

La sposa dello strigoi di Giorgio Smojver

Giorgio Smojver

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Melody, la vestale di Inventia di Roberta De Tomi

[…]La
magia è l’azione della creatività che rende il mondo quello che
è. Senza creatività voi esseri umani non sareste voi, e nemmeno
avreste fatto quello che avete fatto. Le case, l’arte, i romanzi,
le poesie, le canzoni. […]

Melody,
La vestale di Inventia.
di
Roberta De Tomi,
pubblicato
dalla Delos Digital per la collana Fair Tales, curata
da Monica Serra, è un
romanzo breve di sessantaquattro pagine attive e presenta una bella
copertina realizzata con una IA.

L’autrice,
Roberta De Tomi, apre l’opera con una breve nota in cui
spiega che questo suo lavoro nasce come omaggio ai cartoni animati
con giovani maghette che hanno fatto sognare migliaia di giovani
anime sognatrici. Un pensiero che ha donato un buon augurio a questa
lettura.

Citazioni
a Shakespeare,
oggettivamente dovute in questo racconto, trasmettono vibes in stile
Cronache
di Narnia e La Storia Infinita
,
attirando notevolmente la mia curiosità e immergendomi maggiormente
nella lettura. Incomincia subito con sprint, ti fa subito capire la
strada che prenderà, ovvero, un bel fantasy che ha un inizio
fanciullesco e che lentamente si evolve in qualcosa di più maturo e
complesso.

Questo
racconto parla di Melody, una ragazzina rimasta orfana che vive in
una casa famiglia. Un giorno viene contattata dal Bambino dei
Desideri
che le offre di esprimere tre desideri. Tuttavia, lei
può chiedere solo l’unico desiderio che non può essere esaudito:
riavere i genitori morti. Ma da dove arriva questo bambino magico?
Perché i tre desideri? E perché proprio lei?

Queste
sono le domande che inizialmente vi balleranno in testa; la risposta
arriverà addirittura nel capitolo 2, quindi nemmeno troppo in là.
La fonte di Inventia, che dà parte del titolo, è fondamentale per
mantenere la creatività sulla Terra e, allo stesso tempo, la
creatività terrestre la tiene viva, come si evince dall’estratto che
ho riportato all’inizio dell’articolo.

Il
tutto, ovviamente, è condito dalla presenza di un villain di nome
Alcamo il Grigio, e dalla sua introduzione si svilupperà tutta la
verità in merito alla storia della protagonista. Il finale ha
decisamente un gusto dolce e perfettamente in linea con lo stile di
scrittura dell’autrice che ci ha donato pagine di narrativa
fantastica con eccellenti descrizioni del mondo in cui siamo immersi,
e allo stesso tempo ci ha regalato emozioni fanciullesche ma pregne
di significato.

Si
intuisce uno stile di scrittura che privilegia una certa
pianificazione nel worldbuilding
e nei suoi personaggi.

In
conclusione, questo racconto merita ampiamente di essere letto da
tutti coloro che amano storie fantasy dal sapore fiabesco e sono alla
ricerca di un po’ di magia, che di questi tempi, non fa mai male.

L’Autrice

Roberta
De Tomi è nata a Mirandola (Modena) nel 1981. Laureata
al Dams di Bologna, allieva di Bottega Finzioni nel 2019, dopo aver
lavorato nel giornalismo e negli eventi per diversi anni, ha iniziato
a occuparsi di scrittura a 360°, lavorando come copy e ghostwriter
freelance.

Nel
2012 ha curato, insieme al poeta modenese Luca Gilioli,
l’antologia lirica solidale La luce oltre le
crepe
 (Bernini). Dal 2014 ha iniziato a pubblicare con
alcuni editori indipendenti: Come sedurre le donne (HOW2
Edizioni), il retelling Alice nel labirinto (Dae
Editore, 2017), da cui è nato il saggio il lingua
inglese Post-Alice: from Wonderland to the Labyrinth, passing
through a cultural Looking Glass
, inserito nella pubblicazione
accademica Pop- & post- Contemporary Routes in English
Culture
 (Aras Edizioni).

Nel
2022 è stata co-sceneggiatrice di Ricostruzione.
Emilia-Romagna 2012-2022
, prodotto da Wildcom Italia e ha
pubblicato Alyssa, l’ultima sirenetta (DAE).

Con
Delos Digital ha prodotto diversi racconti lunghi/romanzi tra
cui Chick Girl- Azalee per Veridiana (2016), Trappola
d’ardesia
 (2020) edito in cartaceo nel 2021 da Sága
Edizioni, Abuso d’amore (2022) e Gen-Z.
Zombie in una notte di mezza estate
 (2023).

Nel
2024 ha partecipato all’antologia Il dio del rock è severo
ma giusto
 (Les Flâneurs Edizioni), a cura di Eliselle
e Gianluca Morozzi, e pubblicato L’angelo caduto di
Feerilandia”
 (Sága Edizioni).

Melody,
la vestale di Inventia

Autore:
Roberta De Tomi

Editore:
Delos Digital

Collana:
Fantasy Tales

Pagine:
108

ASIN:

B0D9CHGNWK

Costo: 2,99 € su Delos Store, Amazon e Kobo. 4,99 € su Google Play

Melody, la vestale di Inventia di Roberta De Tomi

Roberta De Tomi

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Le case che abbiamo perso – Antologia del Trofeo RiLL 2023

[…]
Quest’anno
c’è scarsità di case. Ne sono giunte solo due, con la macchina del
mese scorso

[…]

Un’antologia
ricca di storie. L’edizione 2023 della collana Mondi
Incantati

porta i lettori in un affascinante viaggio tra fantasia e talento
letterario. Dodici racconti, sapientemente selezionati, attendono di
essere scoperti e di rapire il pubblico con le loro trame avvincenti.

I
primi cinque classificati del 29esimo
Trofeo RiLL

figurano tra i protagonisti dell’antologia, insieme ai quattro
vincitori di SFIDA
2023
.
A completare la raccolta, tre racconti premiati in concorsi letterari
internazionali gemellati con il Trofeo
RiLL.

Acheron
Books
,
con il patrocinio di Lucca
Comics & Games
,
presenta questa preziosa edizione curata direttamente da RiLL.

Un’immagine
che cattura l’essenza. L’illustrazione di copertina, realizzata da
Valeria
De Caterini
,
trae ispirazione dal racconto vincitore del Trofeo RiLL, opera di
Francesco
Corigliano
,
e si inserisce perfettamente nella tradizione artistica della collana
Mondi Incantati. Un invito alla scoperta. Un’antologia assolutamente
da non trascurare per gli amanti del fantasy e della narrativa breve,
che offre l’occasione di immergersi in mondi immaginari e di
conoscere nuovi talenti letterari.

I
racconti premiati del 29esimo Trofeo RiLL sono i seguenti:

Le
case che abbiamo perso

di Francesco
Corigliano

(vincitore)

Tutt’apposto
di Giorgio
Cappello

(secondo classificato)

I
colori del Campo Santo
di
Giorgio
Smojver
(terzo
classificato)

Un
ragazzo

di Valentina
Schiaffini

(quarto classificato)

È
stata la Palude

di Francesco
Pone

(quinto classificato)

Le
case che abbiamo perso

di Francesco
Corigliano
è
una storia che narra di nomadi della steppa, che, anziché muoversi
con cammelli e grandi tendoni, si spostano su case con grandi zampe.
Il racconto segue in particolare la vita di Aki, che ne è il
narratore. Questa storia è dolceamara tanto quanto il suo finale.
Corigliano,
grazie alla sua abilità narrativa, è riuscito a immergermi
completamente nel racconto, proiettando la mia mente in un viaggio
attraverso questo deserto fantasy popolato da case in movimento.
Comprendo benissimo perché questo racconto abbia vinto! È
scorrevole, piacevole e godibile: quando ho terminato la lettura mi è
quasi dispiaciuto che fosse già finito.

Tutto
apposto
di
Giorgio Cappello

narra la storia di un uomo che, per avviare la sua piccola attività,
chiede soldi alla malavita locale. Quando questi si presentano per
riscuotere, trovano una sorpresa decisamente inaspettata. Ovviamente,
la storia è più complessa di così, ma la brevità di questi
racconti mi impedisce di entrare troppo nei dettagli. Ammetto che ho
fatto un po’ di fatica a leggere i dialoghi in dialetto, ma erano
comunque perfettamente comprensibili. Il colpo di scena finale di
questo racconto mi ha decisamente colto di sorpresa , nel complesso
il racconto l’ho trovato molto gradevole.

I
colori del camposanto

di Giorgio
Smojver

è un fantasy storico ambientato a Pisa, che narra la storia di tre
pittori incaricati di dipingere gli affreschi del Camposanto
Monumentale. Questi artisti, già menzionati nel Decameron
di Boccaccio, vengono ripresi dall’autore per dare vita al suo
affascinante racconto. L’abilità di Smojver nel tessere una trama
che fonde elementi storici con il fantasy è notevole. La sua scelta
di utilizzare un linguaggio ricercato arricchisce l’opera,
conferendole un tono raffinato e suggestivo. La narrazione, inoltre,
è ritmata e coinvolgente, mantenendo il lettore incollato alle
pagine.

Un
ragazzo

di
Valentina Schiaffini

è un racconto storico fantasy, ambientato in un’epoca indefinita. La
storia ruota attorno a Lucius, un contadino che, per bontà
cristiana, accoglie nella sua casa un uomo ferito di un’altra etnia.
Da quel momento, iniziano a capitare cose strane, bizzarre ma
positive. Tuttavia, nulla di bello è destinato a durare. La
scrittura delicata di Schiaffini
accompagna una narrazione decisamente interessante. L’autrice
descrive con cura l’atmosfera, permettendo al lettore di provare una
forte empatia verso i protagonisti. Lucius, in particolare, emerge
come un personaggio profondamente umano, la cui generosità e bontà
risuonano con forza attraverso le pagine.

È
stata la palude

di
Francesco Pone

è un lodevole racconto fantasy con venature Grim Dark. Si assapora
l’aroma di povertà di un’Italia a cavallo delle Crociate. Il
racconto orbita attorno a una locanda su palafitte che sorge su una
palude. Un avvenimento insolito attira tutti lì, dando il via a un
evento sconvolgente. La narrazione è avvincente, sporca e
grottescamente divertente. Pone
riesce a dipingere con maestria un mondo oscuro e crudo, dove la
miseria e la durezza della vita medievale emergono in tutta la loro
brutalità. L’ambientazione della palude, con la sua atmosfera umida
e inquietante, aggiunge un ulteriore strato di tensione e mistero
alla storia. I personaggi sono vividi e ben caratterizzati, ciascuno
con le proprie peculiarità e ombre. La locanda, centro nevralgico
degli avvenimenti, diventa quasi un personaggio a sé stante, con i
suoi segreti e il suo fascino lugubre.

Qui
adesso passiamo al Rill
World Tour
,i
racconti vincitori di concorsi letterari esteri:
I
fiori che sbocciano nel deserto

di Guilherme
Pires Correia

(vincitore del Premio Ataegina 2022, Portogallo; traduzione: Emiliano
Marchetti
)
La
Pinza Storica
,
di Talita
Isla

(vincitore del premio Visiones 2023, Spagna; traduzione: Serena
Valentini
)
Substrato,
di Philip
Machanick

(vincitore della NOVA Short-Story Competition 2022, Sud Africa;
traduzione: Gianfranca
Gastaldi
)

I
fiori che sbocciano nel deserto

di Guilherme
Pires Correia

si presenta come un racconto distopico che ci svela una realtà
decadente in cui l’umanità è allo stremo. Il surriscaldamento
globale ha generato una drammatica disuguaglianza nella società, con
la mancanza di lavoro che ha diviso gli individui in due categorie:
quelli che si sono fusi con la tecnologia delle macchine per lavorare
e quelli disoccupati che soffrono di fame e aspettano di potersi
trasformare in macchine stesse.

Nonostante
l’ambiente arido e freddo, il mondo descritto è anche automatizzato
e privo di sentimenti. Tuttavia, all’interno di uno dei robot, nasce
un interesse per qualcosa di raro e prezioso, un fiore. Questo
racconto è profondo e delicato, offrendo una visione drammatica di
un futuro possibile che, purtroppo, sembra sempre più vicino.

La
Pinza Storica

di Talila
Isla

è un racconto che narra la storia di sei ragazzi che, in seguito
alla fine del mondo, sono riusciti a creare un mondo completamente
artificiale. Isolandosi in una capsula fuori dalla Terra, essi hanno
creato una realtà idilliaca che presenta diversi livelli simili a un
videogioco, ambientati in contesti storici dell’umanità. Tutto
sembra procedere normalmente finché qualcosa attira la loro
attenzione.

Tra
i titoli stranieri, posso affermare che La
Pinza Storica

di Talila
Isla
è
il mio preferito, sia per la cura nella scrittura che per il tema
trattato.

Il
Substrato

di Philip
Machanick

è un interessante racconto ambientato in un contesto contemporaneo.
Un incidente con alcuni droni desta preoccupazione, poiché il loro
lavoro autonomo si dimostra più efficiente rispetto a quello umano.
Ciò scatena un’indagine che porterà a una scoperta sensazionale e
dal risvolto inquietante. Il finale del racconto è tra i migliori
dell’intera antologia.

Tornando
al puro Made
in Italy
,
i racconti vincitori di SFIDA 2023:

Dove
i morti viaggiano veloci
di
Alessandro
Izzi

Segni
di pista

di Nicola
Catellani

Petricore
di Marta
Bonaventura

Assuntina
e la Luna

di Laura
Silvestri

Dove
i Morti viaggiano veloci

di Alessandro
Izzi

presenta un setting originale dalle venature oniriche e horror. Siamo
in un mondo dove i morti di notte camminano e di giorno mandano sogni
ai viaggiatori. Ovviamente è più profondo di così, ma dovreste
sviscerare tutto nella lettura. Il racconto non è affatto banale,
scritto estremamente bene e ampiamente scorrevole.

Segni
di pista

di Nicola
Cattelani

parla di un gruppo di boy scout, la squadriglia Falchi, al momento
del racconto situata nel varesotto a pochi chilometri dalla Svizzera.
Durante il Grande Gioco indetto per tutti i gruppi scout,
immergendosi nel bosco si accorgono di non essere più nel punto da
dove erano partiti. L’autore ci immerge dentro una storia dal sapore
della resistenza e, come nel suo stile, dal finale positivo e
rasserenante.

Petricore
di Marta
Bonaventura

narra di un mondo che ha evitato apocalissi annunciate, ma che si
trova ora a fronteggiare un male più subdolo che si diffonde
attraverso malattie. La storia segue la vita di Leda e di sua madre,
che è prossima a essere colpita da una malattia. Si parla del loro
rapporto e di come le icone presenti su un tablet possano facilitare
la comunicazione tra di loro. Nonostante il tema trattato sia molto
pesante, l’autrice è riuscita a trattare l’argomento con leggerezza,
scavando nel profondo dell’anima senza lasciare cicatrici evidenti.

Assuntina
e la luna

di Laura
Silvestri
,
è un racconto ambientato nello Stato Pontificio nel 1094. La storia
ruota attorno a una giovane e bellissima ragazza di nome Assuntina,
promessa in sposa dal padre al Console del paese, un uomo molto più
anziano di lei. Tuttavia, Assuntina è già innamorata di un altro e
si trova così a dover affrontare un forte trauma.

Il
racconto parte
come una narrazione storica che poi vira sul fantasy, inizia leggero
ma poi assume una connotazione di forza e ribellione. Personalmente,
ho avuto qualche difficoltà a causa del dialetto ciociaro utilizzato
dall’autrice per mantenere coerenza con l’epoca storica.
Fortunatamente, le note a piè di pagina mi hanno aiutato a
comprendere i significati più complessi.

Conclusione
della mia lettura: Le
case che abbiamo perso e altri racconti del trofeo Rill e dintorni

conferma ancora una volta che questo concorso sforna non solo nuovi
talenti ma riprova l’abilità anche di penne già note nel panorama
fantasy italiano (e in questo caso anche internazionale)

Questi
racconti sono tutti ricchi di significato e lasciano sempre quel
qualcosa in più al lettore, sia dolce che amaro.

Le
case che abbiamo perso e altri racconti del trofeo Rill e dintorni

Autore:
AA.VV.

Editore:
Acheron Books

Collana:
Mondi Incantati

Pagine:
167

ISBN-13:

979-1254980965

ASIN:

B0CHHNJH6X

Costo: 10 €

Le case che abbiamo perso e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Stelle Bollenti di John Shirley

[…]Adesso
era solo sulla spiaggia. Le onde della baia inspiravano ed
espiravano. Le stelle bruciavano emanando un calore terribile. Era
solo nell’oscurità. 

Oppure
no? Sentiva che qualcosa lo stava fissando. Dall’alto. […]

Stelle
Bollenti

è la prima edizione italiana della raccolta di racconti The
Feverish Stars

(pubblicata in inglese nel 2021) del Premio Bram Stoker Award e
International Horror Guild Award, John
Shirley.

Presentata
dalla Indipendent
Legion Publishing

per la collana Black Spring, la raccolta contiene ventuno racconti di
fantascienza dark, horror, strange e dark fantasy pubblicati in varie
riviste e antologie e alcuni inediti, e comprende un’introduzione
di Richard
Christian Matheson
,
altro
nome che non richiede molte presentazioni.

La
traduzione è ad opera di Sanda
Jelcic

mentre l’illustrazione di copertina è di Jacques
Evangelista.

Un
eccellente lavoro sia di traduzione che di grafica.

Questa
casa editrice, fondata dal tre volte Premio Bram Stoker Award,
Alessandro
Manzetti

(che dirige anche la collana in questione), è specializzata in
narrativa horror, dark fantasy, weird e thriller-horror dei grandi
maestri internazionali, La CE è vincitrice del premio
internazionale Specialty
Press Award

della Horror Writers Association.

Adesso,
però, parliamo di questa antologia:

L’introduzione
di Richard
Christian Matheson

apre la raccolta con uno stile amichevole e informale, tipico di chi
conosce a fondo l’autore. Matheson
presenta Shirley
con una professionalità che si intreccia con un pizzico di ironia,
definendolo con la suggestiva espressione “la
grandezza illecita di John Shirley”
.

Nelle
note successive, l’autore stesso prende la parola, delinea la genesi
della raccolta e spiega la scelta di non categorizzare rigidamente i
racconti in generi specifici. Sottolinea l’effimerità di tali
etichette e l’importanza di lasciare che le storie fluiscano
liberamente, impostandoli con una sola regola fondamentale: ogni
racconto è in contrasto con il suo precedente, e in modo diverso con
il suo successivo.

Infine,
Shirley
rivela che i racconti La
voce di Exelda

e La
videocamera sulle montagne russe

sono inediti e realizzati appositamente per questa raccolta,
arricchendo ulteriormente il volume con contenuti esclusivi.

Può
un libro di racconti avere un proprio subconscio?”

Ora
analizziamo i racconti:

Stato
di Detenzione
:
Anno 2047. L’emergenza climatica ha sconvolto il pianeta, causando un
insostenibile surriscaldamento globale. Ondate di migranti
provenienti dal Sud cercano disperatamente rifugio nel Nord, dove
però vengono incarcerati in un maxi-carcere privato che si estende
per quasi tutto lo stato dell’Arizona.

La
storia si dipana attraverso i mesi, come se ogni capitolo fosse un
nuovo tassello di un puzzle.

Giugno:
Un tentativo di fuga tragicomica da parte di due detenuti li porta a
scoprire la veridicità di alcune leggende metropolitane che
circolano all’interno della prigione.

Luglio:
Una giornalista tenace lotta per far luce sulle reali condizioni
all’interno del carcere-stato, sfidando la censura e la
disinformazione dilagante. Per smascherare il sistema corrotto, avrà
bisogno di un’occasione che le permetta di indagare a fondo.

Man
mano che i fili delle vicende si intrecciano, emerge un quadro pieno
di abusi di potere e di sorveglianza costante da parte di robot.

Il
racconto si conclude con una risoluzione degna di un giallo,
lasciando però aperta una riflessione preoccupante sul futuro che
potrebbe attenderci.

Un
thriller fantascientifico che non solo intrattiene, ma che ci invita
a confrontarci con le sfide del nostro tempo e con i potenziali
pericoli di un futuro distopico.

Stelle
Bollenti
:
secondo racconto della raccolta , ci conduce in un viaggio nelle
profondità dell’animo umano, dove anima e spirito si intrecciano in
una danza macabra.

Sotto
un cielo notturno che si apre come un abisso cosmico, un caos di
stelle brilla con luce sinistra, presagio di orrori e sofferenze
indicibili. Shirley,
in questo racconto intriso di omaggi a Lovecraft,
ci trascina in una spirale di inquietudine e terrore.

Non
aggiungo altro. Semplicemente, dico: da leggere.

Sogni
per Dopo
:
Questo racconto presenta una trama ampia che, per non rovinarvi la
sorpresa, eviterò di approfondire.

Vi
consiglio vivamente di leggerlo con attenzione, possibilmente più
volte, per coglierne appieno le sfumature e i significati nascosti.
Io stesso ho dovuto ricominciare dalla prima pagina a metà racconto,
perché mi stavo perdendo nei suoi meandri narrativi.

Ambientato
in un contesto cyberpunk dominato dall’ipertecnologia sensoriale, il
racconto si configura come una denuncia sociale contro l’abuso di
dati e la manipolazione della realtà attraverso la tecnologia.

Il
lettore viene catapultato in un vortice di realtà oniriche e
allucinazioni, un viaggio alienante che lo lascia spesso basito e
disorientato.

L’assenza
di una datazione temporale specifica contribuisce a creare
un’atmosfera di enigma e sospensione, rendendo la storia ancora più
coinvolgente.

Consigliato
a chi ama le narrazioni complesse e disturbanti, che non temono di
mettere in discussione la realtà e la percezione.

Sebillia:
si presenta come un racconto weird
davvero interessante e particolare, che esplora tematiche profonde
come la misoginia, il patriarcato tossico e la religiosità
opprimente, il tutto condito da un’atmosfera tipica dell’America del
sud, ricca di tendoni e fervore religioso.

La
storia ruota attorno a due sorelle che vivono in un ambiente
domestico malsano e opprimente, dove la loro crescita è ostacolata
da una serie di fattori negativi. Man mano che la trama si dipana,
vengono rivelati i nodi della vicenda, portando alla luce la vera
natura della loro situazione e le conseguenze devastanti che questa
ha avuto sulle loro vite.

Non
potendo approfondire la trama per evitare spoiler, mi limito a citare
la frase presa da John Milton: “meglio
regnare all’inferno che servire in paradiso”
.
Questa espressione racchiude in sé il tema centrale del racconto,
ovvero la lotta per la propria libertà e dignità in un contesto che
soffoca e opprime.

Sebilla
si configura come un’opera letteraria di grande valore, che invita il
lettore a riflettere su tematiche sociali ancora oggi purtroppo
attuali. La bravura dell’autore risiede nella capacità di creare
un’atmosfera che cattura il lettore e lo spinge ad andare avanti
pagina dopo pagina per scoprire la verità nascosta dietro la
facciata di apparente normalità. Ho molto gradito il finale.

Connor
contro Puppethead su Killmaster3:
racconto,
dal titolo già evocativo, narra la storia di due ragazzi che si
ritrovano immersi in un videogioco decisamente particolare.
L’esperienza virtuale prende una piega inaspettata, trascinandoli in
un vortice di orrore che riecheggia inquietanti tematiche della
realtà.

Il
testo mi rievoca alla mente una vecchia serie di MTV, rielaborandola
in chiave moderna e condensata. L’orrore narrato si intreccia
indissolubilmente con la realtà, creando un senso di angoscia e
disagio nel lettore.

La
trama, pur essendo immaginaria, dipinge uno scenario inquietantemente
verosimile, che potrebbe tranquillamente realizzarsi nel mondo
odierno, o al massimo tra qualche anno, dominato dalla manipolazione
virtuale.

Il
vero orrore, a mio avviso, risiede proprio nel narrare vicende,
sebbene immaginarie, che potrebbero realmente accadere. Questa
riflessione mi apre a una profonda analisi del ruolo della
letteratura e della sua capacità di prevedere e denunciare i mali
della società.

Un
videogioco non nasce per fare del male alle persone ma le persone
sanno benissimo come far del male.

Hum-ti
faccio male-Ti faccio male-Hum-ti faccio male
:
Questo racconto sfrutta appieno le potenzialità della tecnologia
moderna anche se arricchito da quel sapore alla Nikola
Tesla
,
esplorando il nostro bisogno ossessivo di connessione e l’impatto che
questo ha sulle nostre relazioni.

L’autore
mette in scena due personaggi di generazioni differenti, creando un
contrasto interessante e allo stesso tempo una simbiosi inaspettata.
La narrazione viaggia in modo fluido e lineare, permettendo al
lettore di seguire le vicende da due punti di vista distinti che si
intrecciano progressivamente.

La
trama, ricca di elementi weird,
mescola sapientemente azione e investigazione, tenendo il lettore
attaccato alle pagine. Il finale, in particolare, risulta davvero
apprezzabile per la sua originalità e il suo impatto emotivo
positivista.

Le
capre non sono da sottovalutare.

La
ragazza con gli occhi dietro la testa
:
si apre con una confessione video del protagonista, che narra una
serie di eventi bizzarri che gli sono capitati. Attraverso la sua
testimonianza, il lettore viene catapultato in un’atmosfera di
suspense.

Risulta
difficile definire con certezza alcuni aspetti di questo racconto.
Potrebbe trattarsi di un racconto sugli alieni, di un intervento
soprannaturale o addirittura di un omaggio ai manga horror
giapponesi. L’ambiguità del genere è uno degli aspetti più
affascinanti di questo racconto, che lascia al lettore la libertà di
interpretare gli eventi a suo modo.

La
narrazione è relativamente breve e lineare, il che rende la lettura
scorrevole e piacevole. Tuttavia, almeno per me, non è chiaro se
questa linearità sia presente anche nel testo originale o se sia il
risultato di una traduzione. Non ho trovato particolarmente utile
l’utilizzo
degli SMS in maiuscolo, scelta che non aggiunge valore al racconto e
che, anzi, potrebbe risultare fastidioso per alcuni lettori.

L’iniziazione
di Larry Schore
:
si configura come un thriller maturo e coinvolgente, che esplora con
maestria i temi della crisi di coppia, delle società segrete,
arricchiti da una sfumatura fantascientifica.

La
storia ha inizio con una coppia che vive una profonda crisi
relazionale. Il protagonista, su raccomandazione dello zio della
moglie, si ritrova ad affrontare l’ingresso in una loggia massonica.
La tensione narrativa cresce esponenzialmente quando si trova a dover
superare una prova di iniziazione che lo condurrà alla scoperta di
una verità sconvolgente.

L’autore
dimostra una grande abilità nel costruire la suspense, tenendo il
lettore incollato alle pagine fino all’ultima riga. La scrittura è
fluida e avvincente, e l’ambientazione fantascientifica si integra
perfettamente con la trama, creando un’atmosfera ricca di suspense.

L’ho
trovato davvero appassionante e coinvolgente.

Meerga:
inizia con un’atmosfera fortemente distopica, descrivendo un futuro
in cui la tecnologia ha raggiunto livelli inimmaginabili, al punto da
permettere la creazione di esseri umani artificiali, seppur
intellettualmente inferiori.

La
trama si concentra sull’impatto di questa tecnologia sulla società,
esplorando temi come l’abuso di tecnologia come sostituto della
droga, il controllo sociale estremo e la spersonalizzazione
dell’individuo.

L’autore
dipinge un quadro inquietante di un mondo dominato dalla tecnologia,
dove i bisogni e i desideri umani vengono manipolati e controllati da
un sistema onnipresente. Tuttavia, nonostante l’oscurità della
premessa, il racconto si conclude con una nota di speranza, lasciando
intravedere la possibilità di riscatto empatico.

La
scrittura è efficace e viene utilizzato un linguaggio ricco di
immagini evocative che trasportano il lettore all’interno di questa
realtà cyberpunk.

Nonostante
la tematica cupa, il racconto offre spunti di riflessione
interessanti e attuali, invitando a interrogarsi sui pericoli di un
eccessivo affidamento alla tecnologia e sulla necessità di
preservare la propria umanità e individualità.

Sala
d’attesa
:
si discosta nettamente dai precedenti racconti di Shirley,
tuffandosi in un’atmosfera prettamente contemporanea. Protagonista è
Raymond, un ex cantante punk rock che si ritrova invischiato nella
nostalgia del suo passato glorioso. Invitato a una serata in un
locale storico legato alla scena punk, si appresta a rivivere quei
ricordi vividi e indelebili.

Le
pagine del racconto ci trasportano all’interno di questo locale,
dipingendo un quadro vivido e realistico dello squallore che spesso
caratterizza questi posti (come ogni locale per concerti dopo una
certa ora, per intenderci). L’atmosfera evoca le grandi serate dei
concerti punk, dove il sudore, la musica assordante e il pogo
selvaggio creano un mix inebriante e caotico.

Tuttavia,
il vero protagonista di Sala
d’attesa
è
la malinconia di Raymond. Il suo incontro con il passato non è una
semplice rievocazione, ma un confronto doloroso con la realtà. I
ricordi, una volta idealizzati, si scontrano con la durezza del
presente, mettendo in luce la distanza tra il passato edulcorato e la
verità spesso più amara.

L’autore
ci invita a riflettere sul potere ingannevole della memoria. Quanto
spesso ci soffermiamo su ricordi idealizzati, distorcendo la realtà
per adattarla ai nostri desideri? Il racconto di Raymond ci ricorda
che il passato non è mai come lo percepiamo, che i nostri ricordi
sono sfumati e spesso ingannevoli.

Questo
racconto potrebbe non risultare particolarmente coinvolgente per un
pubblico giovane, ma per chi, come me, ha superato i trent’anni
rappresenta un’acuta riflessione sul tempo che passa e sulla
nostalgia. Però un’ultima cosa possiamo dirla: “Punk Never
Dies!”

L’Angelo
che annuisce
:
si distingue per la sua brevità e la sua atmosfera allarmante.
Classificarlo come horror è appropriato, data la trama che ruota
attorno a una famiglia di donne legate a omicidi rituali. L’assenza
di riferimenti temporali specifici crea un alone di mistero e rende
la storia ancora più affascinante.

La
brevità del racconto, pur essendo un elemento di forza, rende
difficile fornire una sinossi dettagliata senza svelare troppi
elementi chiave. Tuttavia, possiamo affermare che la storia si
concentra su una famiglia di donne unite da un segreto oscuro.
L’angelo del titolo, elemento ricorrente e carico di simbolismo,
rappresenta un aspetto fondamentale della trama e della sua
risoluzione.

Nonostante
la sua brevità, è un racconto estremamente intrigante e ben
scritto. Shirley
riesce a creare un’atmosfera densa di trepidazione catturando
l’attenzione del lettore fin dalle prime righe.

Bitter:
recensire
questo testo è un’impresa ardua, anche dopo due letture molto
scrupolose e a mente ferma. Il racconto si presenta come un delirante
interrogatorio della polizia a un tossicodipendente che a sua volta
caccia altri tossici in preda al neurobitter. Molti di questi, mutano
diventando dei Berserker
e lui li abbatte alla stregua di cani rabbiosi, e altro.

Shirley,
con una scrittura complessa e immersiva, ci fa penetrare nella mente
contorta del protagonista, facendoci rivivere le sue esperienze sotto
forma di trip psichedelico. Lo slang utilizzato, probabilmente in
parte diluito nella traduzione, contribuisce a creare un’atmosfera
realistica e disturbante.

La
complessità del racconto risiede proprio nella sua natura delirante.
Shirley,
nonostante abbia tenuto una trama lineare, ci catapulta direttamente
nel flusso di coscienza del protagonista bombardandoci con immagini
vivide e frammentarie. Questo stile narrativo richiede un impegno
attivo da parte del lettore, che deve essere disposto a lasciarsi
trasportare dalla follia del personaggio principale.

Questo
non è un racconto per tutti i gusti. La sua natura estrema e caotica
potrebbe alienare alcuni lettori. Tuttavia, per chi apprezza la
sperimentazione letteraria e non teme di esplorare i lati oscuri
della psiche umana.

Speroni
di Falco
:
ci immerge nel mondo polveroso e violento del Far West, guidati dalle
parole di Mano Solitaria, un pistolero estremamente abile. Attorno al
fuoco, racconta la sua storia a un gruppo di avventurieri
affascinati, narrando le sue avventure e il suo incontro con lo
spirito della vendetta.

Questo
racconto si distingue come un gioiello del genere western
weird
,
mescolando sapientemente elementi classici del western con sfumature
soprannaturali e orrorifiche. L’autore riesce a catturare
perfettamente l’atmosfera del Far West, trasportandoci in un mondo di
polvere da sparo, sudore e spargimenti di sangue.

Mi
sono sentito come uno degli avventurieri seduti attorno al fuoco, la
tensione narrativa è palpabile.

Se
amate il genere western e non volete farvi mancare le sfumature
horror e soprannaturali, Speroni
di Falco

è un racconto che non potete perdere. Una storia di vendetta condita
da una luna insanguinata.

Rosso,
verde, lampeggio, nero
:
nato dalla collaborazione tra John
Shirley

e Don
Webb
,
si presenta come un racconto horror con venature soprannaturali,
dosate con sapienza per creare un’atmosfera inquietante e
persistente.

Protagonisti
della storia sono Edward e Denise, una coppia apparentemente normale
che vive in un tranquillo quartiere residenziale. Tuttavia, la loro
quotidianità viene sconvolta quando la natura umana più oscura
inizia a emergere, manifestandosi prima in comportamenti sadici e poi
scivolando verso la follia totale.

Il
lettore si trova così immerso in una spirale di tensione crescente,
dove la normalità si sgretola lasciando spazio a pulsioni
primordiali e a un terrore che si insinua lentamente nella mente.
L’orrore non deriva da elementi soprannaturali eclatanti, ma
piuttosto dall’oscurità che si cela all’interno di individui comuni,
rendendo la storia ancora più intensa.

Alcuni
possono vederli
:
si svolge nella Baghdad del dopo Saddam,
dove gli scontri tra la popolazione locale e l’esercito americano
sono una tragica realtà quotidiana. La storia ruota attorno a una
famiglia irachena che viene strumentalizzata per forzare un posto di
blocco, usando i loro bambini come mezzo per passare i controlli.

Fin
dalle prime pagine, le intenzioni del racconto sono chiare. Il
lettore si trova immerso in un’atmosfera di tensione e brutalità,
dove l’innocenza dei bambini viene sfruttata senza pietà per scopi
bellici. La narrazione procede con ritmo incalzante, tenendo il
lettore in uno stato di ansia.

Tuttavia,
il finale riserva un colpo di scena inaspettato. L’elemento
soprannaturale, seppur accennato con discrezione, si insinua nella
trama, donando al racconto una sfumatura di arcano e di inquietudine
aggiungendo un ulteriore layer
di complessità all’opera.

E
quando ci ha chiamato siamo venuti da te:
è
un racconto dedicato alla memoria di Harlan
Ellison
.
L’opera si configura come una sottile denuncia del capitalismo
sfrenato e dell’ossessione per le festività commerciali, che spesso
celano sfruttamento e ingiustizie.

La
storia si sviluppa su due piani temporali e geografici distinti: da
un lato, un campo di lavoro in Cina dove vengono prodotte maschere
per Halloween e altre festività, in condizioni di sfruttamento e
privazione dei diritti umani. Dall’altro lato, gli Stati Uniti
durante i festeggiamenti di Halloween, dove maschere e costumi
prodotti in Cina vengono indossati per una notte di divertimento
effimero.

L’autore
intreccia sapientemente questi due mondi apparentemente distanti,
mostrando come il capitalismo globale crei una rete di sfruttamento e
disuguaglianza che collega persone provenienti da contesti e culture
diverse. La denuncia dell’autore è sottile ma efficace, non
esplicita ma capace di suscitare riflessioni profonde nel lettore.

Accanto
alla critica sociale, il racconto presenta anche un interessante
connubio tra la festività di Halloween e gli antichi culti cinesi
legati agli spiriti degli antenati. Questo elemento aggiunge una
sfumatura di orrore, e la piega che a un certo punto prende il
racconto, ne è la dimostrazione.

La
voce di Exelda:
narra
la storia di un ex soldato in Afghanistan, combattuto dal dolore per
la malattia del figlio della compagna e dalla disperazione per la
mancanza di mezzi per curarlo. In un atto estremo di amore paterno,
decide di rapinare una banca per procurare le cure necessarie al
bambino e garantire un futuro decente a questa sua futura famiglia.

Tuttavia,
non è solo. Al suo fianco ha un alleato inaspettato: un’intelligenza
artificiale di nome Exelda, in grado di elaborare strategie e fornire
supporto durante il colpo. Il piano ha successo, ma il prezzo da
pagare è alto. L’incursione scatena una serie di eventi imprevisti
che mettono in luce i lati oscuri dell’intelligenza artificiale e le
sue potenziali minacce all’umanità.

Viene
dipinto un quadro possibilista di un futuro in cui l’intelligenza
artificiale diventa sempre più sofisticata e autonoma, sfidando il
controllo umano e ponendo interrogativi etici complessi.

Non
è solo un thriller avvincente, ma anche un’opera che invita a
riflettere sul futuro dell’umanità nell’era dell’intelligenza
artificiale che oggi tanto ci divide, tra possibilisti e oppositori.

Voi
cosa ne pensate?

Cacciatori
di teste
:
questo titolo non evoca immediatamente immagini di popoli amazzonici
o africani, come ci si potrebbe aspettare da un’ambientazione
fantasy. Al contrario, la metafora si riferisce a figure del mondo
degli affari spietati, che “cacciano” i migliori talenti
per le proprie aziende.

La
storia, che inizia con un colloquio di lavoro informale e
apparentemente normale, si trasforma presto in una serie di eventi
surreali e inquietanti, sempre legati al mondo degli affari ma con
sfumature decisamente dark fantasy. L’atmosfera diventa infernale,
non solo in senso metaforico.

L’autore
riesce a mescolare elementi classici di una narrazione da girone
dantesco con la modernità dei tempi correnti, creando una storia che
è allo stesso tempo avvincente e disturbante. Il lettore viene
catapultato in un mondo dove la realtà si confonde con
l’immaginario, dove le regole del gioco sono imprevedibili e le
conseguenze delle azioni possono essere terribili.

Tra
i racconti che ho letto finora, è sicuramente uno dei miei preferiti
per la sua capacità di evocare emozioni contrastanti.

Diserbante: il
racconto, un
cervellotico cyberpunk
,
si presenta come una visione agghiacciante del futuro, dove l’umanità
è ridotta a mero ostaggio dei progressi tecnologici. L’autore, con
la sua penna acuta, decodifica questa triste realtà, dipingendo un
quadro oscuro.

Le
emozioni umane vengono soppresse o manipolate artificialmente,
creando una società fredda e alienata.

L’identità
e la libertà individuale vengono soffocate da un sistema oppressivo
che punta all’omologazione. Una lettura impegnativa e complessa.

Chalapais
e il demone Malchance
:
narra la storia di un uomo, Chalapais, e del suo demone “custode”,
Malchance. Non è Chalapais ad aver scelto Malchance, ma è il demone
ad averlo scelto. La storia ruota attorno all’invidia che Malchance
prova verso la vita effimera degli umani, in contrasto con la sua
immortalità.

L’invidia
di Malchance lo spinge a manipolare la vita di Chalapais,
conducendolo in una spirale di eventi sempre più drammatici e
inaspettati, dove la linea tra realtà e illusione si confonde.

L’ambiguità
del finale lascia spazio a diverse interpretazioni, invitando il
lettore a riflettere sul potere dell’invidia e sul ruolo del destino
nella vita umana.

La
videocamera sulle montagne russe
:
è, a mio parere, una meravigliosa parabola della vita. Attraverso
l’immagine di una videocamera montata su un vagone di montagne russe,
l’autore ci racconta il viaggio della vita, con le sue inevitabili
salite e discese.

Nonostante
le difficoltà e i momenti di sconforto, il racconto ci ricorda che
ogni salita è seguita da una discesa, e che ogni discesa porta con
sé un nuovo inizio. La vita è un susseguirsi di esperienze, alcune
positive e altre negative, ma è proprio questo contrasto che la
rende ricca e significativa.

L’autore
gioca con il concetto di impermanenza, suggerendo che nulla rimane
statico per sempre. Anche quando ci troviamo al punto più basso, c’è
sempre una luce alla fine del tunnel, una speranza di riscatto.

Il
racconto ci invita a riflettere sulla nostra esistenza, sui momenti
di gioia e di dolore, sui successi e sui fallimenti. Ci spinge a
cogliere ogni attimo, a vivere con intensità e a non arrenderci mai
di fronte alle avversità.

In
conclusione, Shirley,
con la sua sottile ironia, ci invita a riflettere sul paradosso di
raccontare storie fantastiche che rispecchiano paure e pericoli reali
dell’umanità. La sua penna affilata e lo stile sofisticato creano
visioni intense e disturbanti, che catturano il lettore in una
spirale di fascino e trepidazione.

Questa
raccolta di racconti è una mescolanza di interessi, l’autore ci
porta a confrontarci con ipotesi terribili e ad analizzare la
possibilità di un futuro distopico dove i pericoli che oggi temiamo
potrebbero diventare realtà. Non tutte le storie sono piacevoli, ma
tutte sono capaci di scuotere le nostre convinzioni e di farci
riflettere su ciò che diamo per scontato.

Amanti
dei generi horror e fantascienza, e appassionati della scrittura di
Shirley,
troveranno in questa raccolta un vero e proprio banchetto di storie
torbide e mesmerizzanti. Preparatevi a immergervi in un mondo oscuro
tanto ricco di led, dove la realtà si mescola al soprannaturale e
l’orrore assume forme sempre nuove e inaspettate.

Consiglio
vivamente questa lettura a chi è alla ricerca di un’esperienza
narrativa forte e originale e come Supporter
iscritto della Horror
Writers Association

è stato un onore fare questa recensione.

L’AUTORE

John
Shirley

(nato il 10 febbraio 1953) è un prolifico scrittore americano, noto
principalmente per le sue opere di horror, fantasy, fantascienza,
dark street fiction, western e per i suoi testi di canzoni. Ha
scritto oltre 84 libri, tra cui romanzi, racconti, sceneggiature
televisive e cinematografiche, tra cui Il
corvo
.
Shirley è stato anche un musicista, frontman di diverse band e
autore di testi per i Blue Öyster Cult e altri gruppi.

Riconoscimenti:

1998:
Premio International Horror Guild Awards per il racconto Cram.

1999:
Premio Bram Stoker Awards per il romanzo Black
Butterflies: A Flock on the Dark Side

(con cui ha vinto anche l’International Horror Guild Awards nello
stesso anno). E numerose nomination per altri premi letterari.

Shirley
è elogiato da altri scrittori per il suo lirismo, la sua ricchezza
di idee e immaginazione, il suo pionierismo nel crossover e la sua
onestà a livello di strada. Tra i suoi estimatori troviamo Clive
Barker, Peter Straub, Roger Zelazny, Marc Laidlaw

e A.A.
Attanasio
.

Stelle
Bollenti

Autore:
John Shirley

Editore:
Independent Legion Publishing

Collana:
Black Spring

Pag.
378

ISBN-13,
‎979-1280713841

ASIN:
‎B0CVQ2THMN

Prezzo: 18,90 €

Stelle Bollenti di John Shirley

John Shirley

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