Trap di M. Night Shyamalan

Trap (Usa, 2024)
Regia: M. Night Shyamalan. Sceneggiatura: M. Night Shyamalan. Fotografia: Sayomphu Mukdiphrom. Montaggio: Noëmi Preiswerk. Musiche: Herdís Stefánsdóttir. Scenografia: Debbie DeVilla, Brittany Morrison. Costumi: Caroline Duncan. Produttori: M. Night Shyamalan, Marc Bienstock, Ashwin Rajan. Produttore esecutivo: Steven Schneider. Case di Produzione: Warner Bros. Pictures, Blinding Edge Pictures. Distribuzione (Italia): Warner Bros. Italia. Genere: Thriller, Giallo. Anno: 2024. Paese di produzione: Usa. Durata: 106′. Interpreti: Josh Hartnett (Cooper), Ariel Donoghue (Riley), Saleka (Lady Raven), Hayley Mills (dottoressa Josephine Grant), Alison Pill (Rachel), Jonathan Langdon (Jamie), Mark Bacolcol (Spencer), Marnie McPhail (mamma di Jody), Kid Cudi (The Thinker), Russ (Parker Wayne), Marcia Bennett (Madre di Cooper), Lochlan Miller (Logan Adams), M. Night Shyamalan (Zio di Lady Raven).

Cooper è un vigile del fuoco e padre di famiglia che realizza il sogno di sua figlia Riley: portarla al concerto della sua cantante preferita Lady Raven. Il pomeriggio procede bene fino a quando Cooper nota un esagerato spiegamento di forze di polizia. Chiede spiegazioni quindi a James, un commesso addetto alle vendite allo stand dei gadget, il quale gli dice che il concerto è una trappola per catturare Il Macellaio, un serial killer che da tempo terrorizza la città con dodici vittime all’attivo. L’FBI è venuta a sapere che tale killer sarebbe stato presente al concerto. Riley comincerà a notare gli strani atteggiamenti di suo padre ma l’uomo riesce a ingannare anche sua figlia in modo abile e calcolato. In alcune scene invece appare agitato e pensieroso proponendole di andare a curiosare in giro con l’unico scopo di trovare una via di fuga dall’edificio. Riuscirà comunque nel suo intento sfruttando la passione della figlia per la popstar ed entrando in contatto diretto con quest’ultima… ma sarà l’inizio della fine per Cooper che vedrà la sua vera identità venire allo scoperto.

M. Night Shyamalan torna alla regia a un anno dal suo ultimo Bussano alla Porta (datato 2023) con questo thriller semplice ma ricco di sostanza. Senza troppi giri di parole, il regista rivela quasi subito allo spettatore chi è l’assassino nel film in quanto non vuole giocare sulla suspense come se fosse un giallo poliziesco ma bensì concentrare l’attenzione sul personaggio. Il macellaio ci apparirà più che altro come un astuto “Arsenio Lupin” capace di svignarsela e farla franca facilmente ingegnandosi come può sfruttando l’ambiente circostante e la sua capacità di interagire con le persone (risparmiandoci di mostrare i suoi omicidi con dei flashback, il che risulta positivo visto il contesto trattato). Il merito della riuscita di tale personaggio sta nell’azzeccata scelta dell’attore, tale Josh Hartnett (Halloween 20 Anni Dopo, The Faculty, Il Giardino delle Vergini Suicide, Pearl Harbor, Sin City, 30 Giorni di Buio, Oppenheimer… giusto per citarne alcuni) che ci offre una performance convincente e si cala perfettamente nei panni del pazzo omicida nonostante abbia avuto sempre ruoli da bravo ragazzo nella sua carriera. Il film è anche una scusa da parte del regista (che interpreta un cameo come zio di Lady Raven) per pubblicizzare la figlia cantante Saleka (nei panni di Lady Raven) facendola dunque debuttare nel mondo del cinema affidandole il ruolo di personaggio chiave nella parte finale del film. Il finale, che tenderà a movimentarsi con una frenetica caccia all’uomo e allo stesso tempo con un inseguimento tra gatto e topo, risulta ben coordinato e studiato grazie a una sceneggiatura solida ma non troppo impegnativa che risponderà a tutti gli interrogativi che si è fatto lo spettatore durante la visione.

Il regista questa volta abbandona il suo essere visionario offrendoci un prodotto più concreto, quasi a trattarlo come un fatto realmente accaduto. Intrattiene senza annoiare. Seppur possa sembrare a tratti prevedibile, è comunque un film valido e meritevole di visione.

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Witchdoctor of the Livingdead di Charles Abi Enonchong

Witchdoctor of the Livingdead (Nigeria, 1986)
Regia: Charles Abi Enonchong
Sceneggiatura: Charles Abi Enonchong
Cast: Joseph Layode, Joe Layode, St. Mary Enonchong, Larry Williams, Victor Eriabie.

La popolazione di un remoto villaggio africano è terrorizzata dalla presenza di uno stregone. Egli è capace di trasformarsi in capra e far resuscitare i morti. L’unica speranza è riposta nel parroco del villaggio, l’unico che potrebbe contrastare i poteri malvagi dello stregone e riportare pace e tranquillità tra gli abitanti.

Film Nigeriano amatoriale del 1985 diretto da Charles Abi Enonchong (nonché unico film della sua “carriera”) dalla trama accattivante visto che la tematica zombesca è legata a quella del voodoo. Peccato che il suo essere troppo amatoriale rende il film senza senso in ogni sua parte. Girato realmente in un villaggio nigeriano dove tutto è improvvisato (capanne, baracche e quant’altro) e interpretato da abitanti del luogo, il film si presenta in tutta la sua povertà proprio come l’ambientazione. Inutile dire che la recitazione non è per nulla credibile, i dialoghi sono buttati lì a caso e di una scontatezza allucinante (quindi neanche un minimo di impegno da parte del cast). Per quanto riguarda gli effetti speciali, abbiamo a che fare con un serpente di gomma che appare ogni tanto e a cui piace entrare e uscire dalle povere vittime che lo incrociano. Il sangue è assente (se non quello della povera capra realmente uccisa in diretta) e gli zombi truccati con quello che sembra essere il terriccio mischiato ad acqua e spalmato sui volti degli attori i quali, si muovono impacciati con una andatura tipo robot zoppi. L’andatura del film è un susseguirsi di eventi ridicoli quasi a far scoppiare dal ridere lo spettatore, accompagnati da colonne sonore tipo film western e (unica cosa positiva) da una colonna sonora tipica degli zombie movies ad ambientazione esotica (tipo Zombi Holocaust e Zombi 2), abbastanza orecchiabile ma che non salva di certo la situazione.

L’intenzione di voler creare un trash memorabile è percepibile, ma il risultato è quello di un prodotto weird senza un minimo di ambizione, che più di mostrare allo spettatore un po di sano horror pare sia più incentrato sul mostrare i livelli di povertà di molte regioni africane, in particolar modo il villaggio nel quale è stato girato il film. Difficilmente troverete qualcosa di più brutto, e il suo essere amatoriale non può (questa volta e in questo caso) essere presa come scusante. Se siete dei cultori dell’orrido vi auguro buona visione!

Intro & Opening Credits:

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Grida dalla palude di Lorenzo Lepori

Grida dalla palude (Italia, 2022)
Regia: Lorenzo Lepori
Produttore: Luca Di Silverio, Lorenzo Lepori, Alex Visani
Soggetto e sceneggiatura: Lorenzo Lepori e Antonio Tentori
Fotografia: Alex Visani
Musiche: Daniele Marinelli
Produzione: Digital Movies Alternative Entarirtnement, Empire Video Alex Visani
Cast: Simona Vannelli (Angela), Lorenzo Lepori (Max), Pio Bisanti (Ivan), Antonio Tentori (Alan).

Angela è una donna distrutta dalla perdita del marito e del figlio a causa di un intervento chirurgico non riuscito. Lei attribuisce la colpa al chirurgo, il dottor Max che non avrebbe eseguito correttamente l’intervento e decide così di pianificare la sua vendetta. Dopo l’orario di lavoro, Angela attende che l’uomo esca dall’ospedale per poi seguirlo fino a casa sua e scopre che Max ha una doppia vita: oltre ad avere una famiglia è anche il componente di un trio di assassini che si riunisce in una baracca sperduta nella palude. La loro attività consiste nel catturare donne per poi stuprarle e dare inizio a delle sessioni di caccia all’uomo con tanto di fucili. Di fronte a tale scenario Angela dunque cambia i suoi piani di vendetta ricorrendo alla stregoneria che aveva smesso di praticare molto tempo fa.

Lorenzo Lepori torna alla regia nel 2022 con questa opera che trasuda crudeltà e violenza. Scritto insieme ad Antonio Tentori , girato in pieno restrizioni covid, il film fa capire subito dai primi minuti di che pasta è fatto, mostrandosi allo spettatore con quello che è solo l’antipasto della perversione di cui è intriso. In tutto questo vortice d’orrore però ci si trova anche di fronte ad Angela, una donna che ha perso tutto, la cui disperazione è rappresentata non solo dal suo vuoto interiore ma anche dal vuoto che la circonda, come la casa dove abita ormai abbandonata a se stessa nella cui stanza echeggiano solo le sue grida di dolore. Ma proprio nel momento in cui pare sia sul punto di perdere anche il lume della ragione, ecco che Angela riacquista lucidità cambiando completamente atteggiamento e pianificando la sua vendetta con calma ma prestando attenzione ad ogni singolo passo per la riuscita del suo rituale. Simona Vannelli (Catacomba, Notte Nuda, Flesh Contagium) interpreta Angela confermando le sue doti attoriali con una incredibile performance recitativa. Nel ruolo dei tre mascalzoni troviamo Pio Bisanti e gli stessi Lepori e Tentori citati poc’anzi, ben calati nei loro personaggi grazie alle loro movenze, mimiche facciali e linguaggio volgare, con le loro spietate “battute di caccia” come dimostrazione di superiorità verso le persone più deboli. Ottimi gli effetti speciali tali da rendere realistiche le scene violente attraverso un’ambientazione desolata e ben resa dall’ottima fotografia curata da Alex Visani e musiche di Daniele Marinelli. Un continuo susseguirsi di follia accompagna lo spettatore fino al potente, delirante e sanguinoso finale dai toni Fulciani.

Un altro gioiello che arricchisce l’archivio dell’horror indipendente made in Italy, Lepori dimostra e conferma le sue doti non solo da attore ma anche da regista, capace anche di mettere su una squadra di livello che sa il fatto suo. Un mix di generi che crea un concentrato di follia che soddisferà gli amanti del genere. Ennesima dimostrazione che con budget bassi si possono creare vere opere d’arte. Assolutamente da non perdere.

Grida dalla palude

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Slotherhouse di Matthew Goodhue

Slotherhouse
(Usa, Serbia 2023)

Regia:
Matthew Goodhue

Soggetto
e sceneggiatura: Bradley Fowler, Candy Lanigan

Musica:
Sam Ewing

Fotografia:
Mark David

Montaggio:
Mark Mendez

Cast:
Stefan Kapicic (Oliver), Lisa Ambalavanar (Emily), Olivia Rouyre
(Madison)

Genere:
Horror, Commedia

È
tempo di elezioni presidenziali per la confraternita Sigma Lambda
Theta, e, a quanto pare, la vanitosa ed egoista Brianna sembra avere
già la vittoria in tasca tra le candidate. Tra le ragazze spicca la
dolce e timida Emily che, incoraggiata dalle sue amiche più strette,
decide di candidarsi contro Brianna ma serve un qualcosa che possa
metterle i bastoni tra le ruote. Emily è un’amante degli animali e
decide così di adottare un bradipo da un bracconiere conosciuto un
giorno per caso al centro commerciale. L’animaletto farà ottenere a
Emily consensi anche dalle amiche più strette di Brianna la quale fa
di tutto per sbarazzarsi del dolce e tenero animaletto. Ma con
l’avvicinarsi delle elezioni della nuova presidente di confraternita,
molte ragazze spariscono senza lasciare traccia. Che si sia lo
zampino (o le zampine unghiate sporche di sangue) del bradipo dietro
a queste misteriose sparizioni?

Il
regista Matthew Goodhue porta nel 2023 sul grande schermo
questo beast movie atipico con protagonista uno tra i più
improbabili tra gli animali killer, ovvero un lento ed innocuo
bradipo. Dopo un breve inizio che introduce l’animale nel suo habitat
naturale e il personaggio di Emily, si passa quasi subito
all’ambientazione del college femminile, con tutta la sua carica di
ipocrisia e finzione specialmente in vista delle elezioni della
presidente della confraternita. Qui il regista ci mette tutto il suo
impegno nel creare antipatie nello spettatore nei confronti di ognuna
delle ragazze, iper-stereotipate e introdotte tramite nuvolette
social con nome, cognome e numero di followers. Insomma si viene
proiettati in una realtà che vediamo tutti i giorni. Ed ecco che,
tra un like e un selfie con la bocca a labbra serrate, abbiamo il
nostro Alpha (questo il nome dato al bradipo) che con le sue lunghe
unghie ci regala bizzarri omicidi dimostrando di essere tutt’altro
che lento e capace di usare certi strumenti proprio come gli umani
(roba da domandarsi MA COME FA visto che l’animale non ci viene
introdotto come geneticamente modificato o altre spiegazioni). Per
quanto riguarda gli effetti speciali, la CGI qui non c’entra nulla, è
tutta roba artigianale, così come l’animale, un pupazzo
(visibilmente) meccanico che dà quel tocco di trash e teen comedy
alla pellicola (un po come i castori zombificati visti in
Zombeavers). Il cast (tutto al femminile ad eccezione del
bracconiere, e dei fidanzati di Brianna  ed Emily) presenta
attrici non proprio con tanta esperienza alle spalle (se non qualche
serie tv qua e là) ma è quanto basta per calarsi nei panni delle
liceali tutto social e poca spina dorsale (impossibile non fare il
tifo per il bradipo). Nonostante il suo essere bizzarro e divertente,
più ci si avvicina alla fine e più si cade nella scontatezza quasi
a prevedere come andrà a finire ma ciò non rovina affatto questo
film dalle aspettative non proprio altissime.

Nel complesso è un prodotto simpatico che in qualche modo riporta un po ai teen slasher vecchio stile. Intrattiene il giusto senza farsi prendere troppo sul serio. Per una serata goliardica tra amici è molto indicato.

Slotherhouse locandina

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Slotherhouse frame 2

Slotherhouse frame 3

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Madhouse di William Butler

Madhouse
(2004, USA)

Regia:
William Butler

Cast:
Joshua
Leonard, Jordan Ladd, Natasha Lyonne, Lance Henriksen, Dendrie
Taylor, Leslie Jordan

Nel
1994 un paziente riesce a fuggire dall’ospedale psichiatrico di
Cunningham Hall ma, dopo essere stato investito da una auto, viene
ricatturato e di nuovo rinchiuso. Qualche anno dopo il giovane
dottore Clack Stevens ottiene un posto come stagista presso
l’ospedale psichiatrico, in modo da poter studiare i pazienti e
completare gli studi per diventare medico. Dopo il colloquio con
l’ambiguo dottor Franks, responsabile della struttura, Clark si
mette subito all’opera, aiutato anche dall’infermiera Sara per
potersi ambientare meglio… ma non sarà facile. Clark, oltre a
venire travolto da strane visioni e incubi, si troverà ad indagare
su strani omicidi tra il personale medico, scoprendo inoltre un’ala
dell’ospedale dove sono rinchiusi persone ritenute pericolose in
quanto possibili pazzi omicidi. Ma tra loro spicca un certo Ben,
tanto cordiale e collaborativo con Clark quasi come se fosse
rinchiuso in quella cella per sbaglio o per fargli tenere la bocca
chiusa. Quali segreti nasconde Cunningham Hall? Perché Ben è
rinchiuso in quel reparto… ma soprattutto come mai tali omicidi
sono iniziati in coincidenza dell’arrivo di Clark?

William
Butler
,
il quale vanta una buona esperienza nel panorama horror come attore
(Terror Night,
Ghoulies 2, Venerdì 13 Parte VII, Non Aprite Quella Porta 3, La
Notte dei Morti Viventi remake 1990, Buried Alive
),
come sceneggiatore (Il
Ritorno dei Morti Viventi, Necropolis e Rave to the Grave, Gingerhead
Man 2 e 3
)
e come regista (Demonic
Toys 2, Demonic Toys:Jack Attack, Baby Oopsie 1, 2 e 3
)
dirige nel 2004 (suo secondo lungometraggio come regista) questo
slasher a tema ospedaliero condito da elementi di sottogenere
paranormale. Dopo una intro (quella del paziente che fugge
dall’ospedale sopra citata) che lascia aperta la voragine di
mistero nella testa dello spettatore, ci troviamo subito faccia a
faccia con l’ambiente malsano dell’ospedale psichiatrico, con i
classici pazienti di ogni tipo che vagano in giro per i corridoi
farfugliando frasi sconnesse e senza senso e con qualcuno di essi che
prende subito di mira il nuovo arrivato in struttura. La componente
horror del film avviene in maniera molto graduale, come se oltre al
protagonista Clark anche lo spettatore debba prendere confidenza con
l’ambiente e data la tipologia di film ci può anche stare.
Purtroppo però i personaggi non sono ben caratterizzati, cadendo
quasi subito nel banale. Lo stagista Clark si trasforma quasi subito
da apprendista medico in detective, facendosi aiutare nelle indagini
dal paziente Ben (i dialoghi attraverso la cella ricordano molto il
duo Jodie
Foster-Anthony Hopkins

ne Il Silenzio
degli Innocenti
)
e creando così un
inevitabile
e prevedibile ascendente verso l’infermiera Sara, la quale insieme
al dottor Franks (interpretato da Lance
Henriksen

Terminator,
Omen 2, Piranha 2, Alien 2, Alien 3, Pumpkinhead, Scream 3, Mimic 3

per citarne alcuni) dà
troppo
a vedere che hanno qualcosa da nascondere (chi nel bene e chi nel
male) creando così delle incrinature
nell’atmosfera misteriosa che si è creata. Ma tutto questo alla
fine viene compensato dalle componenti slasher
e paranormale, le quali in questo contesto camminano a braccetto
senza sbavature, proponendoci momenti di horror vecchio stile (con
omicidi realizzati con effetti speciali molto artigianali) e momenti
di pura follia (con le visioni e gli incubi del protagonista) e una
sceneggiatura solida e ambiziosa che prevede dei risvolti
impressionanti nella trama che, man mano che si giunge alla parte
finale, cambia completamente le carte in tavola.

In conclusione, ci troviamo di fronte a un buon prodotto che intrattiene il giusto senza voler essere ricordato come un capolavoro. Tralasciando i vari cliché presenti e qualche difettuccio citato sopra, la visione è consigliata, specialmente chi ama questo genere di film.

Madhouse

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Madhouse frame 2

Madhouse frame 3

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