Mister Hide all’Avana di Alejandro Torreguitart Ruiz

La Redazione Ghost segnala Mister Hyde all’Avana di Alejandro Torreguitart Ruiz, pubblicato da Il Foglio Edizioni.

Alejandro Torreguitart Ruiz continua a raccontare le contraddizioni della società cubana, ma questa. volta sceglie la narrativa fantastica elaborando gustosi remakes letterari ispirati alle opere di Robert Louis Stevenson e di Howard Phillips Lovecraft.

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E’ uscita Dimensione Cosmica n. 6

Esce il sesto numero di Dimensione Cosmica, una rivista che è ormai un punto di riferimento per il pur circoscritto seguito di cultori del fantastico. Si è scelto di omaggiare, come ha anche fatto un’altra testata del settore ovvero Providence Press, la figura di Giuseppe Lippi purtroppo scomparso lo scorso dicembre. Lippi viene ricordato attraverso una lunga serie di testimonianze di persone che lo hanno conosciuto di persona. Si trattava di una personalità forte che ha fatto molto per la diffusione del fantastico in Italia. Io personalmente mi sono formato su H.P. Lovecraft grazie a lui. Purtroppo, dopo la sua morte, è stato coinvolto in spiacevoli polemiche di stampo politico. Niente di più sbagliato: anzi mi ricordo come proprio lui, riferendosi a Gianfranco De 
Turris e Sebastiano Fusco a proposito di Lovecraft, pur elogiando la loro competenza e l’importanza del loro
lavoro, ne criticava le forzature ideologiche come nel caso del celebre Castoro, primo serio studio consacrato
al Solitario di Providence ormai purtroppo introvabile.

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Il violino maledetto di Biancamaria Massaro

Amici e parenti avevano tentato senza risultato di confortarlo, ricordandogli che era fortunato a essere ancora vivo, ma l’uomo pensava solo alla famiglia che aveva perduto, alle gambe che non avrebbe più potuto muovere e al suo viso deturpato dal fuoco e dalle cicatrici.
Certo, gli restava ancora il violino, che non aveva bisogno che si alzasse in piedi per essere suonato. Come poteva però presentarsi in pubblico con quell’orribile volto che avrebbe ricordato a tutti – lui per primo – che era sopravvissuto gettandosi fuori prima dell’impatto con l’albero, mentre la moglie e le sue due bambine erano morte carbonizzate sotto i suoi occhi, perché non era riuscito a trascinarsi fino alla macchina per aiutarle?
Non partecipò più ai concerti e si rinchiuse nella villa fuori città, in compagnia del suo violino. Vivendo molto distante dalle altre abitazioni, poteva suonare indisturbato a tutte le ore, confondendo il giorno per la notte e lasciando intatti i pasti che la governante gli preparava.

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E’ uscito Consecuencia dei Notagitana

Il disco Consecuencia dei Notagitana comprende 12 brani inediti cantati in spagnolo e si caratterizza per sonorità fluttuanti dalle melodie del pop all’energia del rock, tra ritmi funk e atmosfere latine. Il disco è stato prodotto dalla band e registrato presso i propri studi. Mixaggio e mastering sono stati affidati al BlueBeet Studio di Reggio Emilia. Diverse le collaborazioni con musicisti reggiani e non solo. Tra questi: Gerardo Gianolio (Tromba), Ethan Bonini (Sax), Eoin Setti (Sax), Salvatore Spennato (Percussioni), Paola Herbertson(Violoncello).
È stato scelto come singolo di lancio Por La Calle di cui si sta per girare il videoclip.

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E’ uscito Consecuencia dei Notagitana




L’occhio sinistro di Horus 7° episodio di Gloria Barberi

“Questo giovanotto è mio figlio Henry. Un ragazzone per i suoi undici anni, eh?”
“Piacere, signor Carter” mi salutò il ragazzo, serio e compito come un adulto in miniatura.
“E questa deliziosa signorina è mia figlia Evelyn.”
La bambina (sugli otto anni, vestita di cotone rosa ricamato a fiorellini azzurri) fece un piccolo inchino, e in quel movimento il cappellino di paglia le scivolò; lei l’acchiappò a tempo prima che cadesse a terra, e rise.
Con quella risata, Evelyn Herbert entrò nella mia vita.
“Papà ha detto che ci farete visitare una tomba.”
“Sì. Hai paura?”
“Perché?” Mi guardava da sotto in su. Grandi occhi luminosi in un faccino dai tratti insolitamente decisi per una bambina di quell’età. Aveva qualcosa di familiare, e non tanto perché somigliasse al padre. Poi ricordai. Janet. Gli stessi occhi, ma con un bordo scuro attorno alle iridi che rendeva ancor più penetrante lo sguardo.
Le sorrisi, sentendomi idiota per il disagio che mi provocava il suo sguardo.
“E va bene, Evelyn. Se davvero non hai paura, vedrai delle cose bellissime. Prego, da questa parte.”
Erano due bambini particolari, i figli del conte di Carnarvon. Henry robusto e lento, forse più pigro che tranquillo, sembrava non aver preso molto da suo padre. Era Evelyn che, se pur con capelli scuri e diversi lineamenti, somigliava al conte: ne aveva gli stessi modi autoritari e lo stesso senso dell’umorismo; era lei che poneva domande e pretendeva risposte che poi demoliva con qualche battuta sconcertante.

“Questo rilievo, vedi, rappresenta una regina, la madre di un grande faraone. Si chiamava Ahmes-Nofretari ed era venerata come una dea.”
Gli occhi intensi frugavano indagatori tra le ombre dell’ipogeo.
“Questa era la sua tomba?”
“No, apparteneva a un principe di nome Teta-Ky. Ma Ahmes-Nofretari vegliava su di lui.”
“Dov’è la mummia del principe?”
“E chi lo sa? Non siamo riusciti a trovarla, è scomparsa tanto tempo fa.”
“L’hanno rubata?”
“È probabile.”
L’espressione della bambina si fece assorta.
“Allora le mummie sono preziose. Devo vederne una. Al più presto.”
Lord Carnarvon rideva divertito ai commenti della figlia. Avevo l’impressione che gli fosse assai più cara del maschio, forse per l’affinità di carattere che c’era tra loro. E poi, dovevo ammetterlo anch’io che pure con i bambini non avevo troppa dimestichezza, Evelyn era davvero adorabile; graziosa senza leziosità, ironica senza impertinenza e animata da una curiosità vorace per quanto riguardava l’antico Egitto. Quando le mostrai i reperti accumulati nella baracca che abitavo non lontano dallo scavo, la piccola intensificò il fuoco di domande, tanto che Carnarvon arrivò a rimproverarla affettuosamente: “Eve! Al signor Carter verrà l’emicrania se continui così!”
Lei però, con candido egoismo infantile, non se ne preoccupava; e io mi compiacevo della sua genuina ammirazione.
“Cosa c’è scritto, lì sopra?”
“Ah, questa è una cosa molto importante che ho trovato in un’altra tomba.” Presi delicatamente una delle due tavolette che stavano sul mio tavolo da lavoro, posate su un panno morbido. “C’è scritta la storia di un grande generale di nome Kamose che migliaia e migliaia di anni fa liberò l’Egitto dagli invasori chiamati Hyksos.”
“Erano davvero tanto cattivi, questi Iks?”
“Be’, se qualcuno entrasse in casa tua senza chiedere il permesso, cosa faresti?”
“Lo caccerei a calci.”
Non ricordo se e quanto Henry contribuisse al dialogo; quella bambina così vivace e curiosa aveva catturato tutta la mia attenzione. E non sembravano interessarle soltanto i reperti, ma anche chi li riportava alla luce. Probabilmente, ai suoi occhi infantili apparivo vetusto e malandato come un antico papiro.

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Intervista agli Elysium

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marco Monetini, 
bassista degli Elysium, una delle più interessanti 
realtà attuali in campo metal, di cui abbiamo già 
parlato nel Club Ghost.

Siete appena usciti sul mercato con un nuovo album. 
Potete presentarlo ai nostri lettori?

In Labyrinth of fallen angels puoi trovare una forte
base di rock sinfonico in cui si aggiungono elementi e
influenze folk, prog e gothic, arricchiti dall’uso di
voci da opera o in stile r’n’b … E le melodie romantiche
di tastiere che sono tipiche della musica prog degli
anni settanta vanno a rifinire il tutto.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre 
origini? Come è nato il nome della band?

Il progetto Elysium è stato originariamente creato a
Orvieto, in Italia, all’inizio del 2013 dal bassista
Marco Monetini, dal violinista Christian Arlechino con
il coinvolgimento del batterista Flavio Lovisa. Il
nucleo del gruppo è nato da interessi artistici comuni
che hanno tenuto insieme tutti per quanto riguarda lo
stile di songwriting, la filosofia di lavoro-etica e i
reciproci desideri musicali. Tra il 2014 e il 2015,
abbiamo scritto e registrato il lavoro di debutto l’Ep,
Symphony of a forest. Nel 2016 nuovi membri si sono
uniti alla band: la cantante Daphne Nisi e il
chitarrista Simone Moratto, che sicuramente hanno
cambiato le composizioni, dando un sound più potente e
Rock alla band

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