Cronache mannare di Paolo Prevedoni
“Voi ci credete, ai mostri?”
In tale frase è racchiuso il pensiero metal-horror del libro che mi accingo a recensire, scritto da un autore che conta, tra le sue opere, nonostante la giovane età, una grande quantità di manoscritti, e che risponde al nome di Paolo Prevedoni.
Il sopracitato autore gode certamente di un particolare riscontro nel suo genere, ma credetemi: se lo merita tutto!
Partiamo dal titolo.
Si chiama Cronache Mannare.
Aldilà del fatto che sia dalla copertina che dalla parola “mannare” si intuisce che si tratta di uomini lupo, la domanda è: perché si intitola Cronache mannare?
Bella domanda!
In effetti il libro viene trattato come una cronaca giornalistica dello spaccato di vita vissuta dal protagonista, Damiano Diamanti, guarda caso di professione scrittore (ci sarà qualcosa di autobiografico? credo proprio di sì!), il quale, appena uscito da una incresciosa situazione personale, riesce a calarsi in una realtà completamente differente, pur mantenendo propri pregi, difetti, ma soprattutto paure recondite.
Le paure recondite… ahia!
Quelle diaboliche trepidazioni ristagnano spesso all’interno di ognuno di noi, per poi sfociare in diverse e avverse modalità.
Una a caso? La depressione, ma anche la malinconia, e così via.
Mi vien da chiedere: non saranno proprio questi i nostri veri mostri?
Ma torniamo alla recensione di quest’opera mefistofelica.
L’ambientazione è ovviamente cupa, ma di un colore blu tenebroso, tale da farti venire voglia di girarti e guardarti dietro le spalle, mentre stai leggendo, comodamente seduto, sulla poltrona in salotto.
Il messaggio di ansia arriva, e arriva in modo diretto, fischiante come un treno.
La località, Pravernì, è frutto di pura fantasia, così come i boschi circostanti. La casa dove vive, si dispera e scrive il protagonista, è lugubre, e mi rammenta i tuguri abbandonati, più che un comodo chalet di alta montagna.
Piccola parentesi. Ho avuto la fortuna di abitare in Trentino Alto Adige, sia a Bozen che vicino Selva di Val Gardena, e, vi garantisco che le località sono davvero ben descritte e collocate.
Voi ci credete ai mostri? chiede ancora una volta l’autore attraverso il personaggio Remo.
A proposito di Remo, eccoci qui all’analisi dei personaggi.
Sono ben centrati, non particolarmente descritti nelle loro sembianze, seguendo uno schema descrittivo particolarmente sintetico ma… efficace.
Damiano, il protagonista, come detto, è l’emblema della rappresentazione dell’uomo moderno, ma, affiancato dalla sensuale Maddalena, costituisce il perno su cui appoggiare la nostra mano in cerca di sostegno letterario.
La loro coppia vive e alimenta la storia del romanzo.
Altri personaggi, tra cui Remo e il guardiano del bosco, sono certamente di contorno, ma, alla lunga di importanza essenziale nel loro passaggio.
Passando alla struttura tecnica, si nota uno stile assolutamente originale, e una formazione letteraria di lunga data.
Sottolineerei in modo particolare l’originalità dell’uso delle doppie vocali in alcune parole. Suppongo che l’autore le abbia utilizzate per dare maggiore risalto alla fattispecie mentale del protagonista.
Il messaggio del libro non è assolutamente cifrato, ma evidente e immediato.
…‘Il lupo è malvagio solo se è il cacciatore a raccontare la favola’. L’ho letto da qualche parte…
No, non spoileriamo!
La descrizione del lupo è perfetta.
Sembra di averlo di fronte.
Personalmente, una volta letta la meticolosa descrizione (in tal caso l’ho trovata davvero molto precisa), mi sono guardato, ancora una volta, dietro le spalle!
Affilate. Affilate. Affilate…
Il pubblico a cui è indirizzato, ritengo sia un pubblico adulto, che possa recepire le molteplici sfaccettature dell’autore.
Dietro la storia si nascondono problematiche adulte, con le nostre mille difficoltà quotidiane.
Credo che il punto di forza assoluto del presente libro sia la storia.
Si tratta di un racconto davvero incalzante e pieno di mistero, con alcune trovate tecniche alla Stephen King. La tensione non molla mai in nessun punto, rendendo il tutto sempre più angosciante, come l’eco di un grido disperato nel mezzo della notte.
Come un ululato profondo…
L’altra cosa che ho ammirato molto è l’inesistenza di linguaggio splatter.
Ho letto diversi libri sulla tematica in oggetto e vi garantisco che generalmente si dà fin troppo spazio alla fuoriuscita del nostro fluido vitale.
Sono alle battute finali.
Ringrazio vivamente l’autore per avermi intrattenuto con questa splendida storia affilata affilata affilata.
Spero che le mie parole siano state emotivamente sufficienti a… rendergli giustizia.
Spero che le mie parole possano rendere giustizia, oltre che all’autore, anche ai… lupi,
…anzi alle… cronache mannare!
L’AUTORE
Paolo Prevedoni nasce ad Alessandria, nel 1981. È un grande appassionato di cinema horror, di Stephen King, di Dylan Dog e dei Nirvana. Per Bibliotheka Edizioni ha pubblicato nel 2017 il fortunato esordio Una storia dell’orrore italiana, seguito, per lo stesso editore, da Le streghe (2018), La notte delle anime perdute (2019), L’alba dei vampiri (2021), Tenebre (2022) e, per Acheron Books Cronache mannare ( 2024). Vive e lavora in una cittadina della provincia padana, fuma Chesterfield e non mangia carne.
Cronache mannare
Autore: Paolo Prevedoni
Editore: Acheron Books
Codice ISBN: 979-1254980774
Codice ASIN: B0CS4XHCL4
Pag. 350
Prezzo: edizione cartacea € 15; ebook 6,99
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