Tre giorni, tre morti di Juri Casati

La Redazione GHoST segnala Tre giorni, tre morti, l’ebook thriller di Juri Casati edito da Nero Pres Edizioni.

Tre persone, in tre giorni diversi, vengono trovate morte nella stessa camera d’albergo, la 554 del Flushing Regents Hotel di New York. Una rogna non indifferente per il detective Luis Fuentes, incaricato di fare luce sull’accaduto. Ma cos’è successo in quella camera? Com’è possibile che non vi siano tracce nemmeno nelle registrazioni delle telecamere di sicurezza? C’è forse un collegamento con l’ignobile traffico di cadaveri che da qualche tempo affligge la città? Sono interrogativi ai quali Fuentes dovrà dare una risposta. Ciò che scoprirà ha radici antiche, lontane nello spazio e nel tempo.

Juri Casati, nato a Monza, classe 1975, laureato in Filosofia, ha conseguito numerose pubblicazioni e riconoscimenti. Tra i suoi libri pubblicati ricordiamo Malatempora (Marino editore, 2020), Lo strangolatore di Little Rock (Delos, 2019), Encore, Room 804 (La Sirena Edizioni, 2019), America notte (DZ Edizioni, 2018), Fuoco a Milano (La Sirena Edizioni, 2018). E, come racconti in antologie: Il primo caso di Sherlock Holmes nell’antologia Sei un mito 4.0. (Erga, 2019), Il bottone rosso nella raccolta Voci nel buio: antologia di racconti horror (Catnip Edizioni, 2018), Il messaggio nell’antologia Il magazzino dei mondi 3 (Delos Book, 2016), Expo Zombi Milano nell’antologia 666 (Leima Edizioni, 2016), La vendetta di Tim nell’antologia Nove strati di buio (Echos editore, 2016), La borsa nell’antologia Scrittori in carrozza (Ponte alle Grazie, 2014), Il campo dei miracoli nell’antologia La Serra Trema (Dunwich Edizioni, 2014); si annoverano inoltre numerosi racconti nelle antologie di Esescifi, Sognihorror e Letteraturahorror.it. e all’interno della rivista IF Insolito & Fantastico.

TRE GIORNI, TRE MORTI
Autore: Juri Casati
Collana: Intrighi
Isbn: 9788885497610 
Prezzo: € 0,99
Formato: Tutti i formati digitali
Pagine: 44




Qualche cosa da fare di Mattia

Qualche cosa da fare è il singolo d’esordio, dell’artista di Massa Carrara MATTIA, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radio, pubblicato e distribuito da (R)esisto.

Così Mattia presenta il lavoro d’esordio: Nasce durante gli ultimi anni di scuola e vuole esprimere la noia e il senso di oppressione subìto durante il lockdown, a cui si aggiunge una “sana” dose di incertezza verso il futuro che solo un Maturando può avere. In tutto ciò, però, non c’è tempo per fare/non c’è tempo per dire bisogna prendere al volo le occasioni, e talvolta crearsele.

Mattia Tresanini, in arte Mattia, è un ragazzo di 19 anni cresciuto a Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara), un piccolo paese dell’alta toscana tra mare e monti. Mattia lavora come geometra, ma ha da sempre coltivato una grande passione per la musica, tant’è che in casa si dice che abbia imparato a fischiettare prima ancora di iniziare a parlare. La sua passione per la musica nasce ascoltando i vecchi vinili e le musicassette trovate in casa, indirizzandolo quindi verso i grandi cantautori come Vasco, Rino Gaetano, David Bowie, Zucchero, De Gregori, Guccini, ma anche lo swing degli anni ’50.

Crediti singolo: Registrato e mixato da Michele Guberti presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara. Prodotto da: Michele Guberti, Massimiliano Lambertini e Mattia Tresanini. Distribuzione e promozione: (R)esisto.

Crediti Videoclip: Riprese video: Mattia Tresanini. Montaggio video/Post produzione: Ilaria Passiatore
www.instagram.com/maverick_0.o




Mother Afrika di Roberto Zanetti

La Redazione GHoST segnala l’uscita di Mother Afrika, il nuovo album di Roberto Zanetti.

Le origini del jazz, l’amore per l’Africa, un omaggio a figure femminili come Rosa Parks, Katherine Johnson, Nina Simone. Scritto durante il lockdown, il settimo disco del compositore e pianista veneto è un abbraccio all’umanità. Ottimi musicisti e un tour di presentazione che parte dalla Sicilia Mother Afrika: il nuovo album di Roberto Zanetti 4Tet

Mother Afrika
Roberto Zanetti 4Tet
Comar23 Edizioni Musicali
62,11 minuti

“Da una vita pensavo di realizzare un disco sull’Africa e le origini della musica jazz. Il tempo avuto a disposizione durante il Lockdown mi ha consentito di realizzarlo. Ho sempre suonato blues, lo ritengo la musica dell’anima. La prima volta che l’ho ascoltato, ho capito che era la mia musica.”  Un sogno, una dedica, un impegno artistico e quindi umano quello di Roberto Zanetti, compositore e pianista veneto, che presenta il suo settimo album Mother Africa. “Sono convinto che la cultura afroamericana sia la radice della musica del XX e XXI secolo. Ho cercato di renderle omaggio attraverso la forma del call and response, che era all’origine dei primi canti africani, che si sono poi sviluppati attraverso i gospels, gli spirituals, il blues, il funk fino ad arrivare alle nuove forme espressive contemporanee. Ho elaborato per Mother Afrika una scrittura e una pronuncia attuale ed orecchiabile”.

Un concept con una forte vena civile, un racconto musicale di storie afro-americane al femminile: la forza di WilmaRudolph, il coraggio di RosaParks, la genialità di Katherine Johnson, lo straordinario talento di Nina Simone. “Mi sono appassionato alle loro storie e alle loro azioni, che hanno reso il mondo un posto migliore e la musica diventa uno strumento per abbattere barriere e portare a riflettere sui diritti umani ancora violati ai nostri giorni”. La ricca attività artistica del compositore e performer Roberto Zanetti si contraddistingue per la coesistenza delle culture sia classica che jazz, dalle quali scaturiscono sia una contrastante corrispondenza, sia una pacifica discordanza.

Anche per questo settimo album i suoi compagni di viaggio sono Massimo ChiarellaLucaPisani e Valerio Pontrandolfo. “Oltre ad essere dei grandi professionisti, conoscono la mia personalità e il mio stile musicale. Nonostante la vita dei jazzisti sia fatta di strade parallele, quando ci incontriamo abbiamo un’intesa immediata e un interplay che ci consente di sviluppare i temi lavorando insieme all’arrangiamento in maniera spontanea.” Mother Afrika si arricchisce anche della partecipazione di Nicolò Sordo, voce recitante del primo e ultimo brano. “Abbiamo scelto la poesia Africa di David Mandessi Diop, poeta di madre camerunense e padre senegalese, personalità di spicco nel movimento filosofico letterario Nègritude, perché ci offre uno sguardo dell’Africa vista da lontano”.

Mother Afrika sarà presentato in concerto per tutta la penisola partendo dalla Sicilia grazie all’impegno di Comar23 Edizioni. Otto date per un imperdibile appuntamento all’insegna del jazz dall’impegno civile.

Roberto Zanetti: piano 
Valerio Pontrandolfo: tenor sax 
Luca Pisani: double bass 
Massimo Chiarella: drums 
Nicolò Sordo: reciting voice 

Mother Afrika: 
01. Mother Afrika (intro)
02. Bud’s Power
03. Black Boy
04. Ballad For Afrika
05. Wilma Rodolph
06. Jungle Mood
07. Rosa Parks
08. Nina
09. Katherine Johnson
10. La Concha
11. Avalon Blues
12. Mother Afrika (ending)

Info:

Comar23 Edizioni Musicali
per acquisto copie Mother Afrika:
https://www.facebook.com/comar23edizionimusicali

Roberto Zanetti – YouTube

https://www.youtube.com/channel/UCr56wDz3qttjFAcTajQRkPA 

Roberto Zanetti: https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Zanetti_(pianista)

Mother Afrika LIVE: le prossime date

Venerdì 30 luglio 2021 
Torre di Federico 
ore 21.00 
Enna

Sabato 31 luglio 2021  
Piazza Castello 
ore 21.00  
Sperlinga (Enna)

Lunedì 2 agosto 2021  
Castello Grifeo di Partanna 
ore 21.00 
Trapani

Giovedì 19 agosto 2021 
Tea Room Jazz Club 
Castiglione Delle Stiviere (MN)

Venerdì 20 agosto 2021 
Torri del Benaco (VR)

Sabato 21 agosto 2021 
Malga Pralongo 
San Zeno di Montagna (VR)

Domenica 22 agosto 2021 
Parco ai Cotoni 
Ore 11.00 
San Giovanni Lupatoto (VR) 
Euro 3,00 

Lunedì 23 agosto 2021 
Porto San Nicola 
Lazise (VR)




Credere al bene di Tommaso Caronna

Un brano brevissimo a suggerire un contesto intimo, quello di un uomo indurito dagli anni spaventato da una situazione sentimentale a cui non crede abbastanza“vuoi curar ma non sai / medicare chi può / insegnare anche a te / che fa male sai”, un monito sarcastico alla sua amante, come a suggerirle di fare un passo indietro per non rimanere scottata. Tommaso Caronna in “Credere al bene” svela la disillusione di un uomo incapace di credere a chi ha “ancora ogni certezza / che tutto vada bene”, malgrado proprio questa fiducia sia la chiave di volta per riuscire a stare meglio, andare oltre e accogliere di nuovo qualcuno nella propria vita.

“Credere al bene” di Tommaso Caronna edito da Fenice/Ingrooves (UMG) in uscita il 31 luglio, è un piccolo scrigno in cui è nascosta la formula della felicità. Una canzone dove gli arpeggi di chitarra creano un contrasto con il vissuto aspro nel testo, metafora di un superamento del cinismo in favore di una malinconica leggerezza e abbandono.

Tommaso Caronna riprende temi a lui cari con la sensibilità che ha sempre contraddistinto i suoi lavori precedenti, e riesce a descrivere in modo impietoso le ansie e gli umori di una generazione incapace di distinguere il buono quando arriva, abituata com’è a nascondersi dietro il proprio sprezzante egoismo e l’instabilità affettiva.

Il video, diretto da SHVETS PRODUCTION, vede i due amanti immersi in un’atmosfera sfocata. L’uomo è quasi un miraggio che canta, un volto imperturbabile sullo sfondo rossastro, mentre la donna prova a farsi carne, a farsi notare, e ad offrirsi a lui avvolta nel cellophane a mo’ di regalo, nascosta tra le piante come se fosse un fiore da cogliere o una bella addormentata da svegliare. La fine del video, con la mano di lei tesa alla ricerca di un contatto, è la speranza di un avvicinamento.

In meno di due minuti di durata, con un suono brit-pop che ricorda i primi The Verve, Tommaso Caronna scrive poche parole asciutte, aiutate da un’arrangiamento limpido come la promessa di una svolta. Per chi serba una speranza e vuole “credere al bene”.

Tommaso Caronna è nato a Broni (PV) nel 1989. Ha iniziato a fare musica nel 2008. Compositore autodidatta, passa con disinvoltura dal jazz all’elettronica fino alla musica orchestrale. Ha scritto brani ad uso televisivo, per etichette estere di BMG, e ha pubblicato anche album di canzoni.




Un’altra vita di Antonia Calabrese

Ancora una storia ai confini della realtà per Antonia Calabrese, artista e scrittrice indipendente che, a distanza di sette mesi dall’uscita di “Welcome”, pubblica il suo nuovo romanzo dal titolo “Un’altra vita”.

Un lare difende strenuamente il suo diritto alla vita e Lia, evangelica per nascita ma di mentalità laica, tra dubbi di fede alle prese con una decisione cruciale e una crisi familiare è indotta, nello spirito di Halloween, a un’esperienza transpersonale di premorte. Sospesa fra la vita e la morte, la protagonista del romanzo riesamina il proprio vissuto tra psiche e memoria e scruta i propri abissi dell’animo.

La genesi del romanzo è così spiegata dall’autrice:

«Dopo l’uscita del mio ultimo romanzo, “Welcome”, più di qualcuno mi chiese se avrei scritto una storia ambientata nel Cilento. Non rientrava, al momento, nei miei programmi, ma non escludevo una possibilità futura. Quando a pormi la stessa domanda fu un collega, in uno sprazzo fulmineo ebbi la visione di Roscigno Vecchia. Non avevo maturato nessun progetto in tal senso quando mi accinsi a scrivere una storia che avevo in mente da tempo. Iniziai a buttar giù l’incipit e ne venne fuori una traccia che al momento non avevo idea di dove mi avrebbe portato. Lasciai così per qualche giorno finché mi balenò per la mente, con molta chiarezza, l’intera trama. Come già il romanzo “Welcome”, anche questo è un esperimento di narrativa mutazionista in cui, oltre al presupposto evoluzionista delle stirpi umane su cui s’impianta tutta la storia, si evince l’azione mutante che fa da propulsione verso l’evoluzione della coscienza della protagonista. Una visita di Lia alla città fantasma di Roscigno Vecchia, paese delle proprie origini, è l’elemento magico che catalizza la storia. Per il dibattito intrinseco all’opera e la particolarità degli argomenti toccati ho preferito corredare il romanzo di bibliografia».

Un’altra vita” è un romanzo contemplativo che offre spunti di riflessione su argomenti sempre attuali come religiosità, adulterio e aborto.

La storia, raccontata in prima persona, è immaginaria, con alcuni appigli a fatti di cronaca e si colloca fra realismo magico e letteratura mistica e visionaria.

Antonia Calabrese, nata nel salernitano nell’anno 1958 e crescita ad Arezzo, vive in costiera cilentana e si occupa di letteratura sacra e contemporanea, poesia, pittura, scultura, digital painting e-mail art.

Ha conseguito la Laurea Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Roma al corso di Scultura, nell’anno 1979.

Ha collaborato con la rivista culturale “Giornate italiane” e col periodico cristiano “Il Granel di Senape”.

Nel 1992 ha pubblicato la sua opera prima, “l’Agnello” e il saggio biblico “Lo Spirito e la Sposa”.

Dal 2009 si occupa in prevalenza nella poesia e nella pittura ed ha al suo attivo Mostre personali e collettive.

Dal 2012 è appassionata di Mail Art ed ha partecipato a numerosi progetti italiani ed esteri, con opere esposte in Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Norvegia, Brasile, Perù, Russia, Stati Uniti, Argentina e Turchia.

Sue opere Mail Art si trovano in collezioni private, archivi e istituzioni museali in Italia e all’estero.

Pur non essendo d’origini cilentane ha ricevuto il “Premio Cilento Donna 2015”.

Nel 2019 ha teorizzato il “Manifesto del Movimento Artistico Mutazionista” nel quale illustra la sua controcorrente.

Nel 2019-20 ha pubblicato i primi quattro volumi della collana “PoeticaMente” delle sue poesie. “Welcome”, pubblicato a gennaio 2021 è il suo primo romanzo.

UN’ALTRA VITA
di Antonia Calabrese
Genere: Romanzo
Casa editrice: Self Publishing
Data di Pubblicazione: 25 luglio 2021
Formato: Cartaceo
Pagine: 204

Estratto del libro:
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Canale Youtube:
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Pagina FB:
https://www.facebook.com/antoniacalabrese.it
WebSite:
https://www.gigarte.com/antoniacalabrese




Passannante di La Jacquerie

Disponibile il secondo singolo “Passannante”, estratto dal disco “Il Mare” della band perugina La Jacquerie, distribuito da (R)esisto.

Così la band umbra presenta il brano: Passannante. È l’ombra che reagisce, e illumina quando il sole è falso e spento… È la rivolta del sogno che definisce la notte. È Passannante, il fantasma dell’errore, rinchiuso nella strada della minoranza. Passanante è chi seppur perdente, traccia le rotte per chi verrà dopo. Un vero rivoluzionario.

La Jacquerie nasce, come progetto artistico, dall’incontro avvenuto nell’autunno del 2016 sulle colline del perugino, tra le parole, la poesia e la scrittura di Simone Piccini e la musica di Antonio Piccinni. Nei mesi successivi si aggiungeranno il basso e i testi di Cristiano Lattanzi e i tamburi di Michele De Musso. I testi, richiamano una certa musica d’autore ascrivibile al rock indipendente italiano, ispirati al punk, al cantautorato di Ciampi, De André, Enzo Del Re. Le sonorità esplorano atmosfere elettriche con influenze tra folk e world music, post rock e psichedelia. La band dedica la sua musica al mondo degli ultimi: a coloro destinati dalla storia ad essere sempre diseredati, sottomessi e perdenti; alla loro caotica e giusta ribellione da qualsiasi schiavitù. Disponibile dal 20 novembre 2020, in cd ed in digital download, il primo disco “Il Mare”  della band perugina, anticipato dal singolo “Non Si Vola”, distribuito da (R)esisto.

La Jacquerie sono: Simone Piccini (voce e chitarra acustica), Cristiano Lattanzi (basso elettrico), Antonio Piccinni (chitarre, bouzouki, fender rhodes, acoustic loops), Michele De Musso (batteria).
Montaggio video e post produzione: Ilaria Passiatore. Distribuzione e promozione: (R)esisto

www.facebook.com/lajacquerieband

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