Disponibile il nuovo singolo dei Niamh. Lucifer è il primo singolo dal futuro album, un mix di nu metal anni 2000 e alternative metal; Lucifer afferrerà l’ascoltatore e non lo lascerà andare per tutta la durata del brano.
Formatisi nel 2015, i Niamh sono una band di alternative metal italiana che trae spunto da Metallica, Linkin Park e DarkThrone. Il loro primo album, Corax, è uscito nel 2016 e poi seguito dal secondo full length, intitolato SuperSonic, nel 2019. Distanziandosi dalle influenze iniziali, i Niamh, nel secondo disco decidono di spostarsi verso l’elettronica ottenendo un sound più introspettivo, trovandosi da qualche parte fra Depeche Mode e Cannibal Corpse. Oggi la band è felice di annunciare la firma per la Electric Talon Records, con base a Filadelfia, Usa. La band sta attualmente lavorando sodo al prossimo disco, il terzo.
Hunt Me Down di Alice Di Lauro e Are You Real?
Alice Di Lauro + Are You Real?: Hunt Me Down il contatto umano al tempo dell’isolamento
Due mani che si cercano, due voci che s’incontrano, una melodia pop eterea che nasce da un oscuro beat elettronico. Questa è Hunt Me Down, primo frutto di una collaborazione insolita: quella tra il musicista veneziano Andrea Liuzza, in arte Are You Real?, e la funambola e performer vicentina Alice Di Lauro, al suo esordio discografico. Un brano sulle orme dell’elettro-acustica intima di artisti come Mùm, Sufjan Stevens, Notwist.
“Hunt Me Down è nata in una gelida giornata di neve” racconta Alice, “quando ho affidato ad Andrea la mia prima voce da liberare e il mio ultimo amore da trasfigurare. Il testo è sceso ininterrottamente per otto ore, disfandosi e ricomponendosi, mentre Andrea ascoltava e suonava, modellando i beat e il tessuto armonico.”
“Abbiamo lavorato sul contrasto tra le nostre voci ed i suoni elettronici” spiega Andrea, “per parlare del bisogno di contatto, del desiderio, e della natura spirituale dell’amore. Un tema più che mai attuale nei tempi d’isolamento che stiamo vivendo. Anche il video parla di questo. È frutto di un’unica take in una stanza buia, e dell’abilità di Alice come performer.”
Questo singolo, pubblicato dall’etichetta Beautiful Losers, è l’inizio di una collaborazione che vedrà presto altre release. Esce su tutte le piattaforme di streaming e i retailers digitali il 9 aprile.
Alice Di Lauro: performer, inizia la sua attività come funambola tra le calli di Venezia. Da quel momento si fa autrice e interprete di originali azioni performative e poetiche che hanno in comune l’ascolto, la presenza e l’improvvisazione. Si avvicina al mondo della musica, realizzando alcuni videoclip, tra cui quello del musicista Lo Strano Frutto ed iniziando ad esplorare il canto. Hunt Me Down è il suo primo singolo.
Are You Real?: musicista, video-maker e titolare dell’etichetta Beautiful Losers, ha realizzato due album solisti e prodotto dischi e video per numerosi artisti tra cui Nicola Lotto ed Edda, An Early Bird, Emilya ndMe, Mått Mūn. La sua musica è un viaggio interiore, tra autobiografia e trascendenza. Sta lavorando al suo terzo album.
Racconti sull’Innominabile di Marco Marra e Gerardo Spirito
Sei storie a tema orrorifico, accomunate da un denominatore comune: l’ambientazione. Immaginari borghi di montagna, localizzati tra Campania e Puglia, fanno da cornice alle storie i cui protagonisti si trovano al cospetto di presenze oscure che vanno al di là della comprensione.
Racconti sull’Innominabile. Il macabro nel Sud Italia (Edizioni Horti di Giano), la raccolta di racconti sul confine tra horror e romanzo gotico di Marco Marra e Gerardo Spirito, uscito l’11 settembre 2020 e primo a sole 24 ore nella classifica Bestseller Amazon per la Narrativa gotica, disponibile anche sul sito dell’Editore (www.hortidigiano.com) oltre che sugli store online, racchiude sei storie dell’orrore la cui cornice è rappresentata da inquietanti paesini del Sud Italia.
Ogni storia coinvolge e sconvolge. Nella prima, uno studente di antropologia deve far luce su antichi rituali stregoneschi raccontati da una xilografia presente nella chiesa del paese. Nella seconda, un reduce di guerra torna nel suo paese di origine dove, anni prima, erano scomparsi diversi bambini. Poi un massacro di bestiame inspiegabile, e ancora un gruppo di ragazzini che si trova ad affrontare una macabra scoperta alle pendici del Vesuvio. Nella penultima, un ragazzino, a seguito di un tragico e misterioso incidente, viene mandato dal padre a trascorrere la notte nella casa della vecchia zia Agnese, affetta da una strana malattia della pelle che vive isolata nel fitto del bosco. Infine, il sesto racconto narra di un giovane che va nel paese di origine della madre per presenziare al funerale di uno strano zio.
Gli abitanti dei paesi risulteranno spesso bizzarri, incastrati nel folklore delle loro terre. I personaggi sono quasi sempre in qualche modo legati alle proprie origini: dalla Terra vengono e alla Terra ritornano. Antichi testi blasfemi, rituali osceni e creature demoniache fanno breccia nella quotidianità di questi luoghi, contribuendo a creare una piccola cosmogonia dell’Orrido e dell’Innominabile per una lettura che non potrà essere dimenticata. Tra racconti gotici moderni, weird e fantasy dalle sfumature fantascientifiche, questo libro d’esordio è la migliore iniziazione alla letteratura che Marra e Spirito potessero realizzare.
Marco Marra nasce a Napoli il 7 dicembre 1989. Fin da piccolo sviluppa un forte interesse per la letteratura in ogni sua forma (dai libri ai fumetti), per il cinema e per il teatro. Dopo la maturità scientifica continua gli studi presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli conseguendo prima la laurea triennale in Scienze della Comunicazione e poi quella magistrale in Comunicazione Pubblica e d’Impresa (con una tesi sul mondo dei fumetti nell’era digitale). Attualmente lavora come responsabile marketing per una società di animazione turistica e di organizzazione di eventi sita a Foggia, in Puglia. Tra i suoi scrittori preferiti possiamo citare H. P. Lovecraft, Clark Ashton Smith e Jack London.
Gerardo Spirito nasce a Napoli il 6 giugno 1992. Si è laureato in Economia Aziendale all’Università Federico II di Napoli e attualmente sta completando il percorso magistrale in Management e Innovazione. Ama i racconti di Borges e di Carver, e autori quali Faulkner, Lem e Steinbeck. Ha iniziato a scrivere racconti da quando frequentava il liceo e, da allora, non ha più smesso.
Particles il nuovo album di Mario Berlinguer
Nato come raccolta di musiche per colonna sonora “PARTICLES” è il nuovo album del compositore MARIO BERLINGUER tra elettronica vintage e sonorità contemporanee «Il progetto è nato dal desiderio di cimentarsi con una musica la cui funzione fosse quella di accompagnare delle immagini, ma che nello stesso tempo potesse generare interesse all’ascolto, piacevolezza, curiosità e anche, perché no, emozioni»
Una nuova collaborazione in casa Aventino Music, questa volta con il compositore Mario Berlinguer, che firma un lavoro di musica elettronica in bilico fra l’album e la colonna sonora: “Particles”. «Abbiamo scelto di limitare il campo d’azione del progetto dedicandolo a una produzione video di natura scientifica, intendendo per “scienza” un concetto che va dall’ambito biologico e zoologico fino alla fisica, alla chimica e all’elettronica». “Particles” è un lavoro insieme d’annata e contemporaneo. D’annata, per quanto riguarda le influenze evidentemente subite dall’autore dalla musica elettronica degli anni ‘70 e ‘80 (Tangerine Dream e Brian Eno su tutti), filtrate attraverso percussioni elettroniche e linee di basso che possono ricordare le componenti ritmiche di un pop à la Battiato, leggero ma non superficiale. È, però anche un lavoro molto contemporaneo, in cui è manifesto il desiderio di sfruttare, in modo creativo, le possibilità offerte dalle ultime generazioni di strumenti elettronici, cercando di evitare un utilizzo passivo di suoni preconfezionati e aspirando a un cromatismo timbrico tale da generare colori originali, espressivi, contemporanei, a tratti divertenti e in altri momenti persino sentimentali o drammatici. «Difficile descrivere cosa accomuna i brani di questa raccolta, al di là della loro funzione dichiarata, e dall’appartenenza a un genere “soundtrack”, che però non esaurisce il loro significato musicale. Sicuramente, una componente vintage è presente in ogni pezzo, vuoi per le sonorità degli strumenti a percussione, vuoi per una spinta ritmica comune a tutti i lavori, vuoi per alcuni sintetizzatori che ricordano quelli delle prime produzioni elettroniche». Il progetto è interamente eseguito dall’autore con strumenti virtuali, rifuggendo l’uso di pattern o moduli precostituiti (siano essi ritmici, armonici o melodici) e suonando manualmente tramite una tastiera ogni nota o ogni frase, ossia, in altri termini, rivendicando anche alla musica realizzata per mezzo del computer un titolo di artigianalità.
Cold frequencies Un suono di sintetizzatore freddo e parlante, un piano elettronico iridescente con una base di batteria su cui si muove uno sfondo sintetico cangiante.
Fragments in the air Suoni come frammenti che rimbalzano a cui si aggiungono una base di basso e batteria e dei suoni sintetici in trasformazione.
Living stones Suoni percussivi elettronici che sembrano sassolini, massi o rocce, danzano lentamente su un ritmo calmo con melodie e armonie morbide e rilassanti.
Microbes I microbi sono invisibili ad occhio nudo, eppure sono ovunque. Si muovono, parlano, ballano, cantano le loro canzoni primordiali. Qui sono accompagnati da un ostinato di percussioni, droni, archi.
Noises and sounds Un ballo lento realizzato con percussioni ed elettroniche dolci, sintetizzatori pulsanti, droni, campane e, finalmente, un piano.
Radio signals Rumori filtrati di diversa natura generano un sottofondo in cui emergono un ritmo lento e una semplice melodia.
Rhythmical particles Una solida base di basso e batteria, suoni elettronici che volano, e a un certo punto gli archi e uno strumento simile ad un’arpa intonano una dolce melodia.
Travelling on waves Basso e batteria compongono un ritmo pressante ma non frenetico, mentre dei suoni misteriosi compongono uno sfondo popolato da chitarre elettriche, archi, e un semplice arpeggio.
Science not fiction Un organo Hammond lentamente si trasforma in un suono più contemporaneo, su dei pattern ritmici, batteria, e frammenti di melodie elettroniche.
Sequences Un sequencer dalla rapida scansione, basso e batteria potenti, suoni sintetici che ricordano voci bizzarre, in una dinamica mescolanza di stranezza.
Slow molecules Una passeggiata in tempo dispari, in un paesaggio fatto di suoni pulsanti o lentamente cangianti, archi e rintocchi, che si fa via via più popolato ma la cui atmosfera rimane quieta.
Subatomic stress Un pattern dolce ma insistente e minimalista diviene un tessuto sul quale svolazzano elettroniche morbide o distorte, droni e percussioni.
Swaying atoms Atomi di suono danzano lentamente mentre l’intensità della musica cresce gradualmente, fin quanto una ripetitiva frase di pianoforte porta a un’intensificazione sia del ritmo che della musica.
The voices of insects Su una base ritmica, suoni elettronici cangianti somigliano a voci di piccole creature che cantano, o persino litigano tra loro, in un’insolita danza a cui si aggiungono archi e un pattern percussivo.
Mario Berlinguer è un compositore poliedrico. Musicalmente onnivoro, ha compiuto studi classici (composizione e direzione di coro) e ha praticato svariati tipi di musica, dal rock al pop, dalla musica tradizionale popolare a quella classica. È autore di musica contemporanea, con al suo attivo soprattutto brani cameristici o per organo che sono stati eseguiti in Italia e all’estero, un’operina comica dal titolo “L’ultima prece” e diversi lavori per coro. Ha scritto colonne sonore per cortometraggi e documentari, nonché canzoni, alcune delle quali riunite in un progetto di teatro-canzone dal titolo “Se io ho perso, chi ha vinto?”.
Rinfrescante, estivo, contagioso, appassionato, “My Love” suona come un classico tormentone dell’era dorata del r’n’r, aggiornato ai tempi moderni. A firmarlo è la leggenda californiana Francisco Fernandez, meglio noto come The Ferocious Few. Trasferitosi in Lussemburgo giusto alla vigilia dell’imprevedibile scoppio della pandemia, Francisco ha scelto questo brano, a cui è molto legato, come biglietto da visita per il pubblico europeo. “My Love” è stata per anni una presenza fissa nella scaletta live di TFF, trasformandosi da un pezzo arrabbiato in una canzone che parla di desideri positivi. Il testo, che racconta del desiderio di ritrovarsi con gli amici e la famiglia, assume un significato ancora più profondo in un’epoca in cui molti di noi hanno sperimentato separazioni forzate da parenti, amici, amanti. Di certo è il caso di Francisco, che ha trascorso in Europa tutto il periodo della pandemia, guardando a distanza i disordini e il fermento degli Stati Uniti. “My Love” è stata registrata in Lussemburgo col produttore Tom Gatti. Come dice lo stesso Fernandez: “Abbiamo scritto questa canzone nella speranza di dare alle persone qualcosa per cui guardare avanti.”
The Ferocious Few è l’alias del musicista vagabondo Francisco Fernandez e del suo variabile seguito di compari appassionati, che per anni hanno usato tattiche di guerriglia anarchica per impadronirsi di angoli di strade, fiere, feste in barca, eventi privati, festival, nonchè di palchi in US e in Europa con date sold out, aprendo per nomi come Oh Sees al SXSW e per Ty Segall, Lynyrd Skynyrd, Bob Log III, The Jesus & Mary Chain (fra gli altri), senza ovviamente dimenticare le 20 date del Memphis Blues Tour di Cindy Lauper. The Few sono stati alternativamente paragonati ai Motorhead (esiste una foto culto di Fernandez in posa accanto al suo idolo Lemmy davanti a una sala poker) e a un Dylan in versione maschio alpha fatto di speed. I live di The Ferocious Few, rodati da anni di performance quotidiane, sono un attacco di cowpunk che non lascia scampo. Alcuni dicono che Fernandez sia un profeta, altri un buffone. Io personalmente lo vedo come un moderno trovatore e un raffinato storyteller. The Ferocious Few sono eccellenti, idiosincratici nel proprio approccio e di conseguenza senza contendenti.” Aleksey Calvin – Piece Mag
Una leggenda vivente e una pietra miliare nella nativa San Francisco, dove Fernandez ha dato vita alla band nel 2005, The Ferocious Few proseguono oltre ogni ostacolo nel testimoniare la propria fede nello spirito primitivo e liberatorio del R’n’R. “Juices“, l’album pubblicato dalla label cult Birdman, è stato definito: “una testimonianza definitiva viscerale e viscosa della loro incredibile e profonda brutalità.” (BMI).
Incapace di stare fermo, Francisco si è trasferito in Europa a inizio 2020. Il Covid l’ha tenuto lontano dai palchi, ma non ha fermato la sua vena creativa. Nell’Autunno 2021 verrà pubblicato un nuovo album per The Ferocious Few, denso di un’attitudine selvaggia ed eclettica che rimescola blues, folk, rockabilly, r&b, soul, country e perfino grunge, il tutto amalgamato da quel misto di rozzezza e stile che è il marchio distintivo del progetto.
“My Love” è un aperitivo succoso, che sarà seguito nella tarda Primavera 2021 da un documento importante, un live album, intriso di energia e comunicatività, registrato al GAMH di San Francisco. La scelta di pubblicarlo ribadisce l’importanza del live come esperienza catartica e irriproducibile. Per un anno intero abbiamo sentito tutti la mancanza della musica live, di quell’esperienza unica, appagante, elettrizzante come può essere solo una performance con un pubblico. The Ferocious Few sono maestri di cerimonia, e non ci vorrà molto prima di incontrarli di nuovo all’angolo di una strada, in una festa, a un festival, per celebrare e vivere di nuovo il r’n’r!