Melody, la vestale di Inventia di Roberta De Tomi

[…]La
magia è l’azione della creatività che rende il mondo quello che
è. Senza creatività voi esseri umani non sareste voi, e nemmeno
avreste fatto quello che avete fatto. Le case, l’arte, i romanzi,
le poesie, le canzoni. […]

Melody,
La vestale di Inventia.
di
Roberta De Tomi,
pubblicato
dalla Delos Digital per la collana Fair Tales, curata
da Monica Serra, è un
romanzo breve di sessantaquattro pagine attive e presenta una bella
copertina realizzata con una IA.

L’autrice,
Roberta De Tomi, apre l’opera con una breve nota in cui
spiega che questo suo lavoro nasce come omaggio ai cartoni animati
con giovani maghette che hanno fatto sognare migliaia di giovani
anime sognatrici. Un pensiero che ha donato un buon augurio a questa
lettura.

Citazioni
a Shakespeare,
oggettivamente dovute in questo racconto, trasmettono vibes in stile
Cronache
di Narnia e La Storia Infinita
,
attirando notevolmente la mia curiosità e immergendomi maggiormente
nella lettura. Incomincia subito con sprint, ti fa subito capire la
strada che prenderà, ovvero, un bel fantasy che ha un inizio
fanciullesco e che lentamente si evolve in qualcosa di più maturo e
complesso.

Questo
racconto parla di Melody, una ragazzina rimasta orfana che vive in
una casa famiglia. Un giorno viene contattata dal Bambino dei
Desideri
che le offre di esprimere tre desideri. Tuttavia, lei
può chiedere solo l’unico desiderio che non può essere esaudito:
riavere i genitori morti. Ma da dove arriva questo bambino magico?
Perché i tre desideri? E perché proprio lei?

Queste
sono le domande che inizialmente vi balleranno in testa; la risposta
arriverà addirittura nel capitolo 2, quindi nemmeno troppo in là.
La fonte di Inventia, che dà parte del titolo, è fondamentale per
mantenere la creatività sulla Terra e, allo stesso tempo, la
creatività terrestre la tiene viva, come si evince dall’estratto che
ho riportato all’inizio dell’articolo.

Il
tutto, ovviamente, è condito dalla presenza di un villain di nome
Alcamo il Grigio, e dalla sua introduzione si svilupperà tutta la
verità in merito alla storia della protagonista. Il finale ha
decisamente un gusto dolce e perfettamente in linea con lo stile di
scrittura dell’autrice che ci ha donato pagine di narrativa
fantastica con eccellenti descrizioni del mondo in cui siamo immersi,
e allo stesso tempo ci ha regalato emozioni fanciullesche ma pregne
di significato.

Si
intuisce uno stile di scrittura che privilegia una certa
pianificazione nel worldbuilding
e nei suoi personaggi.

In
conclusione, questo racconto merita ampiamente di essere letto da
tutti coloro che amano storie fantasy dal sapore fiabesco e sono alla
ricerca di un po’ di magia, che di questi tempi, non fa mai male.

L’Autrice

Roberta
De Tomi è nata a Mirandola (Modena) nel 1981. Laureata
al Dams di Bologna, allieva di Bottega Finzioni nel 2019, dopo aver
lavorato nel giornalismo e negli eventi per diversi anni, ha iniziato
a occuparsi di scrittura a 360°, lavorando come copy e ghostwriter
freelance.

Nel
2012 ha curato, insieme al poeta modenese Luca Gilioli,
l’antologia lirica solidale La luce oltre le
crepe
 (Bernini). Dal 2014 ha iniziato a pubblicare con
alcuni editori indipendenti: Come sedurre le donne (HOW2
Edizioni), il retelling Alice nel labirinto (Dae
Editore, 2017), da cui è nato il saggio il lingua
inglese Post-Alice: from Wonderland to the Labyrinth, passing
through a cultural Looking Glass
, inserito nella pubblicazione
accademica Pop- & post- Contemporary Routes in English
Culture
 (Aras Edizioni).

Nel
2022 è stata co-sceneggiatrice di Ricostruzione.
Emilia-Romagna 2012-2022
, prodotto da Wildcom Italia e ha
pubblicato Alyssa, l’ultima sirenetta (DAE).

Con
Delos Digital ha prodotto diversi racconti lunghi/romanzi tra
cui Chick Girl- Azalee per Veridiana (2016), Trappola
d’ardesia
 (2020) edito in cartaceo nel 2021 da Sága
Edizioni, Abuso d’amore (2022) e Gen-Z.
Zombie in una notte di mezza estate
 (2023).

Nel
2024 ha partecipato all’antologia Il dio del rock è severo
ma giusto
 (Les Flâneurs Edizioni), a cura di Eliselle
e Gianluca Morozzi, e pubblicato L’angelo caduto di
Feerilandia”
 (Sága Edizioni).

Melody,
la vestale di Inventia

Autore:
Roberta De Tomi

Editore:
Delos Digital

Collana:
Fantasy Tales

Pagine:
108

ASIN:

B0D9CHGNWK

Costo: 2,99 € su Delos Store, Amazon e Kobo. 4,99 € su Google Play

Melody, la vestale di Inventia di Roberta De Tomi

Roberta De Tomi

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Poem of Ordinary Man dei Void

VOID
“Poem Of An Ordinary Man” (Full-length, Nova Era Records,
2024)

Poem of an Ordinary Man nasce dalla necessità di mettere in musica quel gigantesco avvenimento storico che è il conflitto in Ucraina. Abbiamo iniziato a scrivere la storia di questo uomo la cui vita è brutalizzata dall’esperienza della guerra, proprio due anni fa, al momento dell’invasione. La cosa non è nata per caso perché abbiamo riutilizzato brani che avevano preso vita nel 2014 (The Drone, nato al tempo della guerra in Siria, e The Call) la cui attualità purtroppo non è stata scalfita dal tempo. Il progetto si è sviluppato in maniera molto naturale come un vero concept. Otto capitoli, otto momenti diversi in una storia dove il dolore iniziale per la perdita di un figlio si trasforma nella sofferta speranza per un mondo di pace.” Void

Primo
vagito discografico per questa stoner/alternative rock band italiana
che affronta il tema della guerra, e nello specifico del conflitto
ancora attuale in Ucraina attraverso un concept molto ricercato e
pieno di begli spunti, soprattutto musicali. I nostri cercano di
rielaborare l’hard rock, perché di questo parliamo in sostanza, con
degli influssi tipici del cosiddetto desert sound, ma guai a pensare
che questo album sia una copia carbone dei vari Kyuss
piuttosto che Queens
Of The Stone Age
. Si respira la volontà di
forgiare un sound proprio, impreziosito da diversi momenti toccanti
ben evidenziati da canzoni che spesso e volentieri mantengono toni
dimessi. Il reparto vocale è quello che salta subito alle orecchie,
ben sorretto dalla voce poliedrica di Marco Mittica, che
nell’album ha anche suonato il piano. Gli altri musicisti sono abili
nel costruire una base potente e molto vintage, rifacendosi
soprattutto all’hard rock e al blues degli anni Settanta, soprattutto
per quel che concerne il riffing di Luca Presicci, il quale però con
la sua chitarra riesce a creare atmosfere di rara intensità,
soprattutto tramite ottimi assoli e un lavoro costante di
arrangiamento che rende il sound dei Void caldo ed avvolgente.
Ottimo inizio per questa band, segnatevi questo nome.

Tracklist:

01.
The Drone

02.
The Call

03.
The Pawns

04.
The Fight

05.
The Underdark

06.
The Mercenary

07.
The Grave

08.
The End

Line-up:
Marco Mittica – vocals & piano Luca Presicci – guitars Alessandro
Ragone – bass Christian Renna – drums

I Void sono un gruppo rock alternativo/stoner. Nati e cresciuti a Bari, i quattro membri (Marco Mittica, Luca Presicci, Alessandro Ragone e Christian Renna) iniziarono le loro carriere musicali separate quasi vent’anni fa, ma si sono ritrovati solo l’anno scorso e iniziano ad abbracciare quello che sembra essere un relazione prolifica tra quattro vecchie anime gemelle. La nuova musica inizia a fluire quasi istantaneamente. In sei mesi il disco è pronto. Otto brani in cui hanno cercato di esprimere il concetto di dolore, tristezza, paura, amore e speranza nella vita di un uomo, civile e non, coinvolto in una guerra. Parlano del presente utilizzando parole e accordi presi dall’eterno potere della musica. A febbraio registrano, mixano e masterizzano tutte le tracce nel Death Star Studio (Cassano delle Murge-BA) guidati dall’esperienza e dalla conoscenza di Marco Fischetti.

Poem of Ordinary Man dei Void

Void

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Black Bits di Alessio Liguori

Black
Bits (Italia, Polonia, 2023)

Regia:
Alessio Liguori

Sceneggiatura:
Daniele Cosci, Carlo Andrea Maucci, Fabio Sieni

Fotografia:
Luca Santagostino

Montaggio:
Luigi Mearelli

Musiche:
Szymon Sutor

Cast:
Yvonne Mai, Jordan Alexandra, Sebastian Fabjansky, Amelia Clay,
Leonardo Ferrantini.

Distibuzione:
Minerva Pictures

Dora
e Beth sono due ladre che riescono a mettere a segno un grande ma
pericoloso colpo, ovvero derubare una società attiva nel dark web
conosciuta come Black Bits. Nello specifico riescono a rubare due
neurochip di ultima generazione la cui funzione è quella di emulare
il comportamento del cervello umano. Una volta messo a segno questo
colpo dal valore inestimabile, le due donne si nascondono in una safe
house nel bosco (una sorta di cottage tecnologico) in attesa di poter
rivendere i neurochip a dei compratori. Ma scopriranno ben presto di
non essere sole… un uomo misterioso si aggira in quel bosco, e Dora
e Beth si troveranno a guardarsi le spalle.

Di
produzione italo-polacca, del 2023, diretto da Alessio Liguori
(In the Trap, Shortcut, The Boat) è un ambizioso
fanta-thriller con un buon mix di elementi action, horror
e survival. Creando una storia completamente da zero, il
regista, pur ambientando la storia in un futuro distopico, tratta
comunque un tema attuale, come quello del pericoloso dark web, un
mondo virtuale nel quale si nasconde ogni tipo di insidia e che ogni
giorno attira sempre più persone nella propria “morsa del ragno”,
così come quello del neurochip (tutt’altro che finzione) che
scaturisce il susseguirsi degli eventi. Le protagoniste
(rappresentate da una coppia alla Bonnie e Clyde ma al femminile e
lgbt) si presentano allo spettatore come delle “Rambo” in
gonnella,  per nulla spaventate da ciò che hanno appena
commesso ed eccitate nel vivere in maniera spericolata. Ma il loro
legame lavorativo e sentimentale verrà messo a dura prova dalla
presenza del misterioso uomo le cui intenzioni non sono ben note, se
non quello di destabilizzare la loro sfera amorosa e lavorativa,
facendo precipitare le due donne in una situazione in cui realtà e
finzione si confondono tra loro. Per metà film lo spettatore
assapora la parte thriller ricca di suspence per poi
vedere quel verdeggiante bosco trasformarsi in un campo di battaglia
dove proiettili sparati a raffica romperanno il silenzio della
natura. A rendere il tutto più credibile ci pensa il cast
rappresentato dall’attrice tedesca Yvonne Mai (nel ruolo di
Beth), l’attrice inglese Jordan Alexandra (nel ruolo di Dora)
e l’attore polacco Sebastian Fabijanski (nel ruolo dell’uomo
misterioso), tutti quanti ben calati nel ruolo e integrati nella
solida sceneggiatura che, oltre a sparatorie e suspence,
prevede anche qualche enigma. Le inquadrature danno al film un
impatto in stile videogame. Valore aggiunto danno al film i flashback
riguardanti il passato di Dora e Beth ma soprattutto una serie di
twist nella trama talmente spiazzanti da cambiare
continuamente le carte in tavola fino ad arrivare al finale a
sorpresa.

In
conclusione, con questo mix di generi tipici dei film americani il
regista riesce a dare un impatto Europeo a questo prodotto valido e
di grande intrattenimento, dimostrando maestria anche in un genere
non completamente horror come i suoi precedenti lavori. Quindi non
resta che mettervi comodi e godervi lo spettacolo.

Black Bits locandina

Black Bits frame 1

Black Bits frame 2

Black Bits frame 3

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Oltretomba torna in edicola

Rivedere
Oltretomba
in edicola fa un grande piacere. Le Edizioni If sono benemerite
perché stanno riportando alla luce molto fumetto classico degli anni
Sessanta – Settanta che rischiava di andare disperso. In un periodo
storico che vede il fumetto diventare una cosa per adulti assistiamo
a una rifioritura di prodotti un tempo considerati disdicevoli,
addirittura messi all’indice, persino proibiti, adesso assurti a
uno status di culto. Mio padre non approverebbe. A
quei
tempi dovevo leggere Oltretomba
di nascosto, non avevo l’età (undici anni erano pochi) e
certi fumetti erano considerati
diseducativi, come il cinema horror, sempre permeato di erotismo,
soprattutto quello italiano. Quando andavo dal barbiere era una
festa, spesso trovavo quel fumetto e lo leggevo avidamente, insieme a
Cronaca
italiana
,
Jacula,
Terror,
Messalina
…; un po’ più grande lavoravo in un parcheggio estivo nella zona
del porto per pagarmi gli studi e anche lì era reperibile un’intera
collezione di certi fumetti proibiti. Purtroppo non li ho mai
collezionati, leggevo e gettavo, per paura di ritorsioni familiari;
pensate in che Italia vivevamo: bacchettona e baciapile anche se
avevi un padre che si diceva ateo e comunista. Appena ho saputo che
Oltretomba
tornava in edicola mi sono dato da fare per recuperare il numero uno
e me lo sono divorato in un pomeriggio al mare, assaporando quattro
storie dell’orrore dedicate agli zombi haitiani, nella loro
versione più tradizionale. La
pubblicazione
avrà periodicità trimestrale e ogni numero – pagine 512 al prezzo
di euro 8,90 – in formato pocket come ai bei tempi, con due vignette
per pagina (stile Diabolik),
presenterà racconti dell’orrore dedicati a streghe, licantropi,
vampiri e chi più ne ha più ne metta. Il numero uno ristampa
Oltretomba
57 (Tam
tam per uno schiavista
),
63 (Polvere
sei, zombi diventerai!
),
33 (Tre
zombi per una vergine
),
e il mitico numero 1 (I
morti viventi
),
ispirato a La
notte dei morti viventi

di Romero. Oltretomba
esce in Italia per la prima volta il 1 giugno 1971, figlio della
collana gigante Terror
(in edicola dal 1969) e procede fino 1986, con ben oltre 300 albi
pubblicati. Oltretomba
è un quattordicinale che si trasforma in mensile, edito da Elvipress
SA con sede a Lugano, in ogni caso un fumetto ErreGi di Renzo
Barbieri

e Giorgio
Cavedon
,
poi Ediperiodici. Un cartoncino a colori inserito nelle altre riviste
del gruppo ne preannuncia la nascita e da quel giorno l’horror
erotico italiano non sarà solo cinematografico, ma finirà anche su
carta. Inutile dire che le commistioni sono frequenti tra registi
come Joe
D’Amato
,
Lucio
Fulci
,
Dario
Argento

e gli autori dei fumetti di Oltretomba,
che pescano a piene mani nella narrativa di Poe
e Lovecraft,
nelle leggende caraibiche, nei miti nordici e anglosassoni. Gli
autori dei fumetti di Oltretomba
(ogni storia circa 120 tavole) sono soprattutto italiani, gente come
Padrazzi,
Missaglia,
Pisu, Ghelardini, Pizzardi, Gozzo

e lo Staff
di If
,
così come i disegnatori sono Rosi,
Montanari, Tacconi, Fenzo, Pavone, Missaglia, Micheloni
,
Montepò,
Sammarini, Marchioro, Cambiotti, Verola, Todaro, Lepori, Del Mas,
Dangelico
(copertine),
Caria,
Marcarini
.
A un certo punto arriva anche una nutrita truppa di autori spagnoli a
dar man forte, sono gli artisti di Selecciones Illustradas fondata da
Josep
Toutain
:
Segrelles,
De La Fuente, Azpiri, ThiesDuran, Sanchez

Oltretomba
genera altri volumi a fumetti come Oltretomba
Colore

(ottanta numeri fino al 1979), Oltretomba
Gigante

(attivo dal 1973, ma dopo poco torna al formato pocket) e Oltretomba
Collezione

(ristampe delle migliori storie). Oggi possiamo rivivere (in parte)
tutto questo, mediato dal passare del tempo, quindi siamo in grado di
valutare un’opera senza pregiudizi, per merito di Luca
Laca Montigliani
,
Gianni
Bono

e tutta la IF Edizioni. Oltretomba
è distribuito abbastanza bene, visti i tempi, anche se in provincia
non arrivano molte copie, ergo, se amate la narrativa horror, il
consiglio è di prenotarlo dal vostro edicolante di fiducia. Le
storie, pur avendo cinquant’anni, sono ancora valide e resistono al
passare del tempo.

Oltretomba
– Gli occhi dei morti

Autori:
Roger Malvezy | Vicente Segrelles, Studio Rosi

Pag.
512, Formato 13×18 cm, bianco e nero

Prezzo: 8,90 €

Oltretomba

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Veneciafrenia – Follia e morte a Venezia di Alex de la Iglesia

Veneciafrenia – Follia e morte a Venezia (2021)
di Álex de la Iglesia

Regia:
Álex de la Iglesia. Soggetto: Jorge Guerricaechevarría.
Sceneggiatura: Jorge Guerricaechevarría, Álex de la Iglesia.
Musiche: Roque Baños. Produttore: Amazon Studios. Titolo
Originale: Veneciafrenia. Lingua Originale: Spagnolo, Inglese,
Italiano. Paesi di Produzione: Spagna, Italia – 2021. Durata: 100’.
Genere. Horror. Interpreti: Ingrid García-Jonsson (Isa),
Silvia Alonso (Susana), Goize Blanco (Arantza), Nicolás Illoro
(Javi), Alberto Bang (José), Enrico Lo Verso (Giacomo), Cosimo Fusco
(dottore), Caterina Murino (Claudia), Armando De Razza (Brunelli),
Alessandro Bressanello (Colonna), Nico Romero (Alfonso).

Veneciafrenia è un film nuovo per gli spettatori italiani, perché al cinema non ha quasi mai circolato, mentre in Spagna è uscito ad aprile 2022, dopo essere stato presentato in anteprima – il 9 ottobre 2021 – al Sitges Film Festival. Álex de la Iglesia è un ottimo regista iberico che conosciamo dai tempi di Perdita Durango (1997) e Il giorno della bestia (1995), laureato in filosofia e allievo di Pedro Almodovar, dedito soprattutto a thriller e horror. In questo caso lancia la sfida ad alcuni cineasti spagnoli di partecipare a una produzione di film horror da raccogliere sotto l’egida di The Fear Collection, mettendosi in gioco lui stesso con Veneciafrenia. In breve la trama, che ricalca Dieci piccoli indiani di Agata Christie, solo che l’unità di tempo e di luogo dove avvengono i delitti sono il periodo del Carnevale di Venezia e l’intera città lagunare. Si comincia con scene di spensierata vacanza per alcuni giovani iberici che vogliono trascorrere un periodo festivo a Venezia prima di tornare agli impegni del quotidiano, mentre il regista mostra le proteste dei lagunari contro turisti invasivi e navi da crociera che passano a ridosso della città. L’orrore non si fa attendere, dispensato a piene mani, grazie a un folle mascherato da Rigoletto che trucida turisti nei modi più disparati, mentre un’organizzazione segreta diretta da un turpe individuo sequestra villeggianti e pubblica in rete video deliranti. La finzione carnevalesca nasconde alcuni eccidi; la folla, convinta di assistere a rappresentazioni teatrali, invece di intervenire filma entusiasta le esecuzioni. A un certo punto scompare uno dei ragazzi in vacanza. Un ufficiale dei carabinieri (con l’aiuto di un tassista) comincia le ricerche. Infine emerge la follia dei cospiratori contro l’invasione turistica di Venezia. Veneciafrenia è il titolo adatto per un film tanto assurdo, visto che ricorda il termine schizofrenia, al punto che il sottotitolo aggiunto per l’edizione italiana (Follia e morte a Venezia) appare inutile e ridondante. Il film di Álex de la Iglesia cita a piene mani l’horror e il thriller italiano degli anni Settanta – Ottanta, soprattutto grazie a una sigla di testa color rosso sangue arricchita da disegni stile vecchio gotico. Tutto il film è un omaggio allo splatter e al gore più efferato di Argento, Fulci, D’Amato, con teste mozzate, occhi trafitti, ganci attaccati ai corpi, sangue che schizza da giugulari tagliate, violenza estrema. Durante la sequenza ambientata in un vecchio teatro ci è parso di rivedere alcune parti del claustrofobico Deliria di Michele Soavi, ma sembra citato anche Il fantasma dell’opera di Argento (non il suo miglior film). A parte gli eccessi di violenza, Veneciafrenia non presenta altri motivi di interesse: la sceneggiatura è banale, la storia della setta veneziana che odia i turisti pare posticcia, lo spessore dei personaggi è fumettistico. Un esempio su tutti: una ragazza in procinto di sposare un fidanzato geloso che vive a Londra decide di non farne di niente quando il ragazzo si precipita a Venezia e si dimostra vigliacco e pusillanime. Jorge Guerricaechevarría scrive un soggetto da horror di terza categoria, sceneggiato insieme al regista che presta la sua tecnica a base di inquietanti soggettive e angoscianti primissimi piani alla realizzazione di un’opera piccola e rinunciabile all’interno del modesto horror contemporaneo. Colonna sonora quasi fastidiosa di Roque Baños, a base di musica sintetica. Montaggio sincopato, persino frenetico, forse la cosa migliore di un film dotato di buon ritmo che scorre veloce per 100 minuti e adempie alla sua funzione di intrattenere disgustando. Buoni i costumi (soprattutto le inquietanti maschere di carnevale), inutile dire quanto la fotografia veneziana sia eccellente, ma il merito è tutto della location. Condivisibile la scelta di mettere i sottotitoli quando viene usata la lingua inglese e di doppiare italiano e spagnolo (si nota che gli attori recitano secondo la lingua madre). Interessanti alcune interpretazioni di attori italiani con un passato importante, basti pensare a Armando De Razza nei panni di Brunelli, ufficiale dei carabinieri (ricordiamo le canzoni finto ispaniche anni Ottanta), e a Enrico Lo Verso che fa il tassista (indimenticabile ne Il ladro di bambini di Gianni Amelio), citando pure Caterina Murino – non una grande attrice – nota per motivi diversi al pubblico. La produzione italo – spagnola impone protagonisti iberici che in Italia si conoscono poco, ma visto il livello del film, che a livello di dialoghi e recitazione fa venire in mente gli horror di Andrea e Mario Bianchi, va bene lo stesso. Passato su Rai 4. Reperibile su RaiPlay. Consigliato se siete a caccia di emozioni anni Ottanta e se avete nostalgia del caro vecchio cinema splatter.

Veneciafrenia - Follia e morte a Venezia di Alex de la Iglesia locandina

Veneciafrenia - Follia e morte a Venezia di Alex de la Iglesia frame 1

Veneciafrenia - Follia e morte a Venezia di Alex de la Iglesia frame 2

Veneciafrenia - Follia e morte a Venezia di Alex de la Iglesia frame 3

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Le case che abbiamo perso – Antologia del Trofeo RiLL 2023

[…]
Quest’anno
c’è scarsità di case. Ne sono giunte solo due, con la macchina del
mese scorso

[…]

Un’antologia
ricca di storie. L’edizione 2023 della collana Mondi
Incantati

porta i lettori in un affascinante viaggio tra fantasia e talento
letterario. Dodici racconti, sapientemente selezionati, attendono di
essere scoperti e di rapire il pubblico con le loro trame avvincenti.

I
primi cinque classificati del 29esimo
Trofeo RiLL

figurano tra i protagonisti dell’antologia, insieme ai quattro
vincitori di SFIDA
2023
.
A completare la raccolta, tre racconti premiati in concorsi letterari
internazionali gemellati con il Trofeo
RiLL.

Acheron
Books
,
con il patrocinio di Lucca
Comics & Games
,
presenta questa preziosa edizione curata direttamente da RiLL.

Un’immagine
che cattura l’essenza. L’illustrazione di copertina, realizzata da
Valeria
De Caterini
,
trae ispirazione dal racconto vincitore del Trofeo RiLL, opera di
Francesco
Corigliano
,
e si inserisce perfettamente nella tradizione artistica della collana
Mondi Incantati. Un invito alla scoperta. Un’antologia assolutamente
da non trascurare per gli amanti del fantasy e della narrativa breve,
che offre l’occasione di immergersi in mondi immaginari e di
conoscere nuovi talenti letterari.

I
racconti premiati del 29esimo Trofeo RiLL sono i seguenti:

Le
case che abbiamo perso

di Francesco
Corigliano

(vincitore)

Tutt’apposto
di Giorgio
Cappello

(secondo classificato)

I
colori del Campo Santo
di
Giorgio
Smojver
(terzo
classificato)

Un
ragazzo

di Valentina
Schiaffini

(quarto classificato)

È
stata la Palude

di Francesco
Pone

(quinto classificato)

Le
case che abbiamo perso

di Francesco
Corigliano
è
una storia che narra di nomadi della steppa, che, anziché muoversi
con cammelli e grandi tendoni, si spostano su case con grandi zampe.
Il racconto segue in particolare la vita di Aki, che ne è il
narratore. Questa storia è dolceamara tanto quanto il suo finale.
Corigliano,
grazie alla sua abilità narrativa, è riuscito a immergermi
completamente nel racconto, proiettando la mia mente in un viaggio
attraverso questo deserto fantasy popolato da case in movimento.
Comprendo benissimo perché questo racconto abbia vinto! È
scorrevole, piacevole e godibile: quando ho terminato la lettura mi è
quasi dispiaciuto che fosse già finito.

Tutto
apposto
di
Giorgio Cappello

narra la storia di un uomo che, per avviare la sua piccola attività,
chiede soldi alla malavita locale. Quando questi si presentano per
riscuotere, trovano una sorpresa decisamente inaspettata. Ovviamente,
la storia è più complessa di così, ma la brevità di questi
racconti mi impedisce di entrare troppo nei dettagli. Ammetto che ho
fatto un po’ di fatica a leggere i dialoghi in dialetto, ma erano
comunque perfettamente comprensibili. Il colpo di scena finale di
questo racconto mi ha decisamente colto di sorpresa , nel complesso
il racconto l’ho trovato molto gradevole.

I
colori del camposanto

di Giorgio
Smojver

è un fantasy storico ambientato a Pisa, che narra la storia di tre
pittori incaricati di dipingere gli affreschi del Camposanto
Monumentale. Questi artisti, già menzionati nel Decameron
di Boccaccio, vengono ripresi dall’autore per dare vita al suo
affascinante racconto. L’abilità di Smojver nel tessere una trama
che fonde elementi storici con il fantasy è notevole. La sua scelta
di utilizzare un linguaggio ricercato arricchisce l’opera,
conferendole un tono raffinato e suggestivo. La narrazione, inoltre,
è ritmata e coinvolgente, mantenendo il lettore incollato alle
pagine.

Un
ragazzo

di
Valentina Schiaffini

è un racconto storico fantasy, ambientato in un’epoca indefinita. La
storia ruota attorno a Lucius, un contadino che, per bontà
cristiana, accoglie nella sua casa un uomo ferito di un’altra etnia.
Da quel momento, iniziano a capitare cose strane, bizzarre ma
positive. Tuttavia, nulla di bello è destinato a durare. La
scrittura delicata di Schiaffini
accompagna una narrazione decisamente interessante. L’autrice
descrive con cura l’atmosfera, permettendo al lettore di provare una
forte empatia verso i protagonisti. Lucius, in particolare, emerge
come un personaggio profondamente umano, la cui generosità e bontà
risuonano con forza attraverso le pagine.

È
stata la palude

di
Francesco Pone

è un lodevole racconto fantasy con venature Grim Dark. Si assapora
l’aroma di povertà di un’Italia a cavallo delle Crociate. Il
racconto orbita attorno a una locanda su palafitte che sorge su una
palude. Un avvenimento insolito attira tutti lì, dando il via a un
evento sconvolgente. La narrazione è avvincente, sporca e
grottescamente divertente. Pone
riesce a dipingere con maestria un mondo oscuro e crudo, dove la
miseria e la durezza della vita medievale emergono in tutta la loro
brutalità. L’ambientazione della palude, con la sua atmosfera umida
e inquietante, aggiunge un ulteriore strato di tensione e mistero
alla storia. I personaggi sono vividi e ben caratterizzati, ciascuno
con le proprie peculiarità e ombre. La locanda, centro nevralgico
degli avvenimenti, diventa quasi un personaggio a sé stante, con i
suoi segreti e il suo fascino lugubre.

Qui
adesso passiamo al Rill
World Tour
,i
racconti vincitori di concorsi letterari esteri:
I
fiori che sbocciano nel deserto

di Guilherme
Pires Correia

(vincitore del Premio Ataegina 2022, Portogallo; traduzione: Emiliano
Marchetti
)
La
Pinza Storica
,
di Talita
Isla

(vincitore del premio Visiones 2023, Spagna; traduzione: Serena
Valentini
)
Substrato,
di Philip
Machanick

(vincitore della NOVA Short-Story Competition 2022, Sud Africa;
traduzione: Gianfranca
Gastaldi
)

I
fiori che sbocciano nel deserto

di Guilherme
Pires Correia

si presenta come un racconto distopico che ci svela una realtà
decadente in cui l’umanità è allo stremo. Il surriscaldamento
globale ha generato una drammatica disuguaglianza nella società, con
la mancanza di lavoro che ha diviso gli individui in due categorie:
quelli che si sono fusi con la tecnologia delle macchine per lavorare
e quelli disoccupati che soffrono di fame e aspettano di potersi
trasformare in macchine stesse.

Nonostante
l’ambiente arido e freddo, il mondo descritto è anche automatizzato
e privo di sentimenti. Tuttavia, all’interno di uno dei robot, nasce
un interesse per qualcosa di raro e prezioso, un fiore. Questo
racconto è profondo e delicato, offrendo una visione drammatica di
un futuro possibile che, purtroppo, sembra sempre più vicino.

La
Pinza Storica

di Talila
Isla

è un racconto che narra la storia di sei ragazzi che, in seguito
alla fine del mondo, sono riusciti a creare un mondo completamente
artificiale. Isolandosi in una capsula fuori dalla Terra, essi hanno
creato una realtà idilliaca che presenta diversi livelli simili a un
videogioco, ambientati in contesti storici dell’umanità. Tutto
sembra procedere normalmente finché qualcosa attira la loro
attenzione.

Tra
i titoli stranieri, posso affermare che La
Pinza Storica

di Talila
Isla
è
il mio preferito, sia per la cura nella scrittura che per il tema
trattato.

Il
Substrato

di Philip
Machanick

è un interessante racconto ambientato in un contesto contemporaneo.
Un incidente con alcuni droni desta preoccupazione, poiché il loro
lavoro autonomo si dimostra più efficiente rispetto a quello umano.
Ciò scatena un’indagine che porterà a una scoperta sensazionale e
dal risvolto inquietante. Il finale del racconto è tra i migliori
dell’intera antologia.

Tornando
al puro Made
in Italy
,
i racconti vincitori di SFIDA 2023:

Dove
i morti viaggiano veloci
di
Alessandro
Izzi

Segni
di pista

di Nicola
Catellani

Petricore
di Marta
Bonaventura

Assuntina
e la Luna

di Laura
Silvestri

Dove
i Morti viaggiano veloci

di Alessandro
Izzi

presenta un setting originale dalle venature oniriche e horror. Siamo
in un mondo dove i morti di notte camminano e di giorno mandano sogni
ai viaggiatori. Ovviamente è più profondo di così, ma dovreste
sviscerare tutto nella lettura. Il racconto non è affatto banale,
scritto estremamente bene e ampiamente scorrevole.

Segni
di pista

di Nicola
Cattelani

parla di un gruppo di boy scout, la squadriglia Falchi, al momento
del racconto situata nel varesotto a pochi chilometri dalla Svizzera.
Durante il Grande Gioco indetto per tutti i gruppi scout,
immergendosi nel bosco si accorgono di non essere più nel punto da
dove erano partiti. L’autore ci immerge dentro una storia dal sapore
della resistenza e, come nel suo stile, dal finale positivo e
rasserenante.

Petricore
di Marta
Bonaventura

narra di un mondo che ha evitato apocalissi annunciate, ma che si
trova ora a fronteggiare un male più subdolo che si diffonde
attraverso malattie. La storia segue la vita di Leda e di sua madre,
che è prossima a essere colpita da una malattia. Si parla del loro
rapporto e di come le icone presenti su un tablet possano facilitare
la comunicazione tra di loro. Nonostante il tema trattato sia molto
pesante, l’autrice è riuscita a trattare l’argomento con leggerezza,
scavando nel profondo dell’anima senza lasciare cicatrici evidenti.

Assuntina
e la luna

di Laura
Silvestri
,
è un racconto ambientato nello Stato Pontificio nel 1094. La storia
ruota attorno a una giovane e bellissima ragazza di nome Assuntina,
promessa in sposa dal padre al Console del paese, un uomo molto più
anziano di lei. Tuttavia, Assuntina è già innamorata di un altro e
si trova così a dover affrontare un forte trauma.

Il
racconto parte
come una narrazione storica che poi vira sul fantasy, inizia leggero
ma poi assume una connotazione di forza e ribellione. Personalmente,
ho avuto qualche difficoltà a causa del dialetto ciociaro utilizzato
dall’autrice per mantenere coerenza con l’epoca storica.
Fortunatamente, le note a piè di pagina mi hanno aiutato a
comprendere i significati più complessi.

Conclusione
della mia lettura: Le
case che abbiamo perso e altri racconti del trofeo Rill e dintorni

conferma ancora una volta che questo concorso sforna non solo nuovi
talenti ma riprova l’abilità anche di penne già note nel panorama
fantasy italiano (e in questo caso anche internazionale)

Questi
racconti sono tutti ricchi di significato e lasciano sempre quel
qualcosa in più al lettore, sia dolce che amaro.

Le
case che abbiamo perso e altri racconti del trofeo Rill e dintorni

Autore:
AA.VV.

Editore:
Acheron Books

Collana:
Mondi Incantati

Pagine:
167

ISBN-13:

979-1254980965

ASIN:

B0CHHNJH6X

Costo: 10 €

Le case che abbiamo perso e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.