Meyrinkiana Rivista N. 2

Visioni Interconnesse: Alla Scoperta dell’Universo Letterario di Gustav Meyrink

La seconda edizione della rivista Meyrinkiana si erge come un portale verso mondi oscuri e misteriosi, guidando il lettore attraverso un labirinto di simboli, miti e conoscenze arcane. Curata con maestria da Vittorio Fincati, questa pubblicazione si distingue per la sua profondità d’indagine e la sua capacità di trasportare il lettore in territori inesplorati della mente. Il fulcro di questo numero risiede senza dubbio nella figura enigmatica di Gustav Meyrink, l’autore che ha incantato e turbato le menti dei lettori con le sue opere intrise di occultismo e misticismo. Attraverso saggi illuminanti e approfondimenti biografici, ci immergiamo nelle profondità della mente di Meyrink, esplorando il suo rapporto con il grande cabalista Eliphas Levi e gettando nuova luce sui suoi Esercizi Tantrici alla Loggia della Stella Blu. Una delle gemme di questo volume è la rivelazione del Testamento Kerning, un documento dal potere sconfinato che getta nuove ombre sulle vicende di Meyrink e sulle sue opere. Le pagine si animano con racconti avvincenti come Il Caro Agostino (der liebe Augustin), che ci trascinano in un vortice di emozioni contrastanti e riflessioni filosofiche. Ma la rivista non si limita a esplorare il mondo interiore di Meyrink: ci trasporta anche nei luoghi che hanno plasmato la sua visione unica. Dalle strade tortuose di Praga alla Bulgaria, i luoghi di Meyrink assumono una vita propria, diventando palcoscenici di epiche avventure e misteri irrisolti. Tuttavia, non mancano le controversie e i contrasti. La figura di Meyrink viene confrontata con quella di René Guénon, rivelando un duello di idee e filosofie che solletica l’intelletto e invita alla riflessione. E mentre esploriamo le relazioni dell’autore con l’esoterista “AME” e la sua opera magica, ci imbattiamo in misteri ancora più profondi, che ci spingono a scrutare nell’abisso dell’ignoto. In conclusione, il secondo numero della Meyrinkinana si rivela un viaggio affascinante e suggestivo attraverso le intricanti pieghe dell’universo letterario di Gustav Meyrink. Con una combinazione di erudizione, intuizione e visione, questa rivista offre un’esperienza unica che non mancherà di affascinare e ispirare tutti coloro che si avventurano nel suo labirinto di conoscenza.

La rivista è disponibile presso il sito Tipheret al seguente link:
http://www.tipheret.org/product/meyrinkiana-2/

Meyrinkiana 2
Rivista
Autori: Vittorio Fincati, Gustav Meyrink
Pagine: 84
ISBN: 978-88-6496-740-0
Prezzo: 10,00 €

Meyinrikiana 2

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Hypnos Rivista numero 15

Il
numero 15
della rivista Hypnos si rivela come un’esperienza letteraria e visiva
sorprendente. La rivista viene ora condotta da Ivo
Torello
.
Questo nuovo corso accoglie i lettori con una veste grafica
rinnovata, vibrante di colori, che promette di trasportarli in mondi
fantastici e surreali. Anche la qualità della carta sembra
migliorata. La copertina di Elena
Furlan

invita a varcare la soglia di un mondo incantato, dove le linee tra
il reale e l’immaginario si sfumano, e ogni pagina è un portale
verso nuove dimensioni dell’essere.

L’introduzione
di Torello
è per certi versi discutibile: io stesso, proprio come lui, sono
sempre stato un cultore di un fantastico spesso dimenticato dai
lettori contemporanei in cui dominava il “sense of wonder”
di cui il nuovo curatore di Hypnos parla. Erano in parte anche le
considerazioni che faceva Giuseppe
Lippi

nell’introduzione del primo volume di Tutti
i racconti

di Lovecraft
per Mondadori o che ha fatto lo stesso Alan
Moore
.
Dove non lo seguo è invece nella sua crociata (anche se qui non
viene mai nominato mi sembra chiaro che si riferisca a lui) contro
Thomas
Ligotti
e
i suoi emuli, a mio parere una delle poche voci originali nel
panorama horror contemporaneo, uno che ha cambiato, piaccia o meno,
le carte in tavola. Certo Ligotti
bisogna saperlo anche emulare bene e non tutti lo sanno fare. Il
forte rischio è quello di scadere nella parodia involontaria. In
particolare questo passaggio in cui Torello
scrive “Nutro ormai il sospetto che dietro a questa escalation
di abomini ci sia un mero meccanismo politico di controllo sociale”
mi sembra davvero fuori luogo e non molto a fuoco. Il meccanismo
politico di controllo sociale non lo vai a cercare nel nichilismo di
Ligotti.
Ma il discorso ci porterebbe lontano e ci farebbe andare fuori tema.

Tra
le gemme che brillano in questo numero (e qui bisogna dare atto alla
lungimiranza del curatore nella scelta dei testi), risplendono i nomi
di due mastri del fantastico del Novecento: H.G.
Wells

e Fritz
Leiber
.
Wells
incanta i lettori con la sua opera seminale, La
porta nel muro

(racconto citato anche da Mark
Fisher

nel seminale The
Weird and the Eerie
),
una storia che si insinua nelle pieghe della mente e dell’esistenza
umana, tracciando i confini sottili tra realtà e sogno. Leiber, con
I
sogni di Albert Moreland
,
offre un viaggio nell’incertezza dei confini tra la veglia e il
sogno, una meditazione profonda sull’essenza dell’umano, sul cosmic
horror e sulla potenza del subconscio. Leiber era un cultore del
gioco degli scacchi (è ritornato
sul tema anche in altri racconti) ma qui raggiunge vertici
eccezionali. Accanto a queste pietre miliari del genere, brillano
anche le voci contemporanee, come quella di A.C.
Wise

con Come
funziona il trucco
.
Qui Wise
ci trasporta nell’affascinante mondo di Harry
Houdini
,
intrecciando abilmente la magia, la storia e il mistero in un
racconto che cattura l’immaginazione e scava nelle profondità
dell’animo umano. Troviamo poi Alle
case vecchie

di Matt
Briar

(vincitore del Premio Hypnos 2023), un racconto che si staglia per la
sua capacità di trasportare il lettore in luoghi dimenticati, ricchi
di atmosfera e di mistero, svelando segreti sepolti nel passato.

Ma
Hypnos non è solo un viaggio attraverso i meandri della narrativa
fantastica. Esplora anche le terre della storia, del cinema e del
folklore, grazie ai contributi illuminanti di Cristiano
Demicheli
,
Simona
Cremonini

(il suo articolo è un appassionante approfondimento sul folklore
italiano e sulle figure femminili più spaventose che si possono
incontrare nelle leggende italiane, inquietante in questo senso, fra
le altre, la figura delle “lavandaie notturne”), Emanuele
Manco

e Franco
Pezzini
.
Quest’ultimo ci parla (con la consueta competenza e cultura
straripante) di crudeltà e sadismo soffermandosi su Auguste
Villers de L’Isle-Adam
.

In
definitiva, il numero 15
della rivista Hypnos rimane un appuntamento da non perdere per i
seguaci di un certo tipo di fantastico.

Hypnos
rivista n. 15

Autori
vari

Editore:
Edizioni Hypnos

Codice
ISBN: 9791280110756

Prezzo di copertina: 9,90 €

Hypnos rivista n. 15




Dimensione Cosmica 19

Feci la conoscenza di Philip K. Dick nel 1992 se non rammento male in un articolo comparso nelle pagine culturali di Repubblica. L’autrice, di cui non ricordo il nome, scriveva che i fantascientisti si dividevano in seguaci di Asimov e seguaci di Philip K. Dick. Mi convinsi a leggere “Ubik” e ne fui folgorato e mi considerari facente parte della seconda fazione. Leggendo quel libro di culto mi sembrava di penetrare realmente in un’altra dimensione della realtà. Era tutto molto più intenso rispetto alla fantascienza classica di un Asimov. Da quel momento lessi tutto quel che potevo, i romanzi, i racconti e le biografie di Emanuele Carrere e Lawrence Sutin. Lessi anche i celebri saggi dello scrittore polacco di fantascienza Stanislaw Lem (quello di “Solaris”) in cui sostanzialmente riteneva Dick “un visionario tra i ciarlatani”. Purtroppo poi il carattere paranoico di Dick lo portò a denunciare Lem all’FBI come spia comunista. Poi la sua figura iniziò ad inventare sempre più ingombrante tanto che iniziai ad esserne quasi nauseato. Tutti ne parlavano a tutte le ore del giorno e sinceramente non se ne poteva più. Comunque è stato rileggendo la biografia di Emmanuel Carrere “Io sono vivo voi siete morti” ristampata da Adelphi (avevo letto anche la prima edizione Theoria) che mi sono riavvicinato allo scrittore americano. Ora, a dimostrazione di come la sua figura continui ad essere pervasiva ed in occasione dei quarant’anni della sua morte è uscito di recente un bello speciale dedicato a Philip K. Dick da parte di Dimensione Cosmica, rivista di letteratura dell’immaginario diretta da Gianfranco De Turris e Adriano Monti Buzzetti. Molto approfondito l’intervento di Andrea Scarabelli intitolato “Philip K. Dick e il gioco del mondo”, in cui giustamente si fa notare come “ad averlo consacrato nell’immaginario collettivo non è però tanto la sua scrittura, ma una ‘visione del mondo’ che mescola arcaico e futuro, i Manoscritti del Mar Morto e la fisica quantistica, il Bardo Bardo Tödröl (di cui il celebre romanzo “Ubik” ne costituisce una versione postmoderna) e l’I Ching”. Scarabelli fa notare poi l’uso massiccio che Dick fece delle droghe (soprattutto delle anfetamine) lungo la sua vita e cita l’episiodio in cui Timothy Leary e John Lennon gli avrebbero telefonato entusiasti dopo aver letto “Ubik” (in realtà l’autore dell’articolo qui si confonde, si trattava infatti de “Le tre Stimmate di Palmer Eldtrich”). Si parla poi molto della genesi del suo capolavoro (vincitore del Premio Hugo) “L’uomo nell’alto castello” qui in Italia maggiormente conosciuto con il titolo “La svastica sul sole” da cui è stata tratta di recente un’ottima serie televisiva. Molto interessante poi anche l’intervento di Sebastiano Fusco “Realtà dislocata e mondi alternativi” in cui narra della sua corrispondenza con Philip K. Dick e pubblica una sua lettera in cui lo scrittore statunitense definisce la fantascienza. Lo scrittore di fantascienza italiano Pierfrancesco Prosperi in “Io sono vivo, e voi dovreste essere morti”, scrive un interessante racconto con “Dick” come protagonista mentre Enrico Petrucci ci parla della sua ricaduta sul cinema. Insomma un numero, questo 19 di Dimensione Cosmica, che vale sicuramente l’acquisto considerando l’ampio materiale dedicato a Philip K. Dick.

La rivista può essere acquistata al seguente link: https://www.edizionitabulafati.it/dimensionecosmica.htm.




E’ uscita Studi Lovecraftiani n° 17

Ritorna Studi Lovecraftiani, una rivista imperdibile per i seguaci del Solitario di Providence che riesce sempre a presentare materiale stimolante. In questo numero 17 troviamo poi una vera e propria chicca che rende imperdibile questa uscita ovvero La lente lunare (The Moon-Lens), un racconto inedito in Italia del grande maestro dell’horror Ramsey Campbell. Si tratta di una storia “lovecraftiana” proveniente dalla leggendaria antologia The Inhabitan Of The Lake And Less Welcome Tenents pubblicata dalla mitica e mitologica Arkham House di August Derleth nel 1964. In effetti all’inizio della carriera Campbell era un grande fan di Lovecraft – passione che ha in realtà sempre mantenuto come dimostra l’ottimo romanzo La rivelazione di Glaa’ki – tanto che sottopose ancora giovanissimo a Derleth alcuni racconti nello stile e con la stessa ambientazione geografica di HPLDerleth gli suggerì allora di creare una nuova ambientazione e così lui fece. Nacque la Severn Valley con le cittadine immaginarie di Brichester, Goatswood, Temphill, Severnford, Clotton e Camside. In La lente lunare troviamo proprio Brichester e Goatswood. 

Continua a leggere sul portale la recensione a cura di Cesare Buttaboni:




E’ uscito il secondo numero di Zotique

Secondo numero della rivista licenziata dalla Dagon Press, data alla luce a svariati mesi di distanza rispetto al numero pilota. L’esperto Pietro Guarriello conferma struttura e caratteristiche già apprezzate dai cultori weird, presentando Ambrose Bierce e Gertrude Atherton, a cui dedica in prima persona un’ampia panoramica su vita e produzione narrativa. Grande spazio dedicato soprattutto alla penna californiana, celebre per la realizzazione del satirico aforismario Il Dizionario del Diavolo (1906) oltre per una lunga serie di racconti fantastici caratterizzati da un’ambientazione bellica risalente al periodo secessionista americano.
Il mix saggistica e narrativa, garantito dalle puntuali traduzioni sempre a cura di Guarriello di cinque inediti in Italia dello scrittore, è impreziosito da una completa carrellata critica di tutti i volumi pubblicati nella nostra penisola a firma BierceGuarriello spiega contenuti e fornisce impressioni, prendendo per mano l’ideale cliente verso un ideale acquisto benedetto dal crisma della conoscenza.
Più contenuta la parte dedicata alla scrittrice americana, con cui Bierceha avuto un flirt, con un’ampia biografia e la proposizione del racconto (del terrore) che la stessa reputava il suo principale cavallo di battaglia.
Cesare Buttaboni completa il trittico caratterizzato da presentazione autore e inediti narrativi (quattro) ponendo l’attenzione sul belga Thomas Owen, collega e socio del più conosciuto Jean Ray. Il bravo appassionato lombardo ripropone un lavoro già uscito nel 2011 sulla rivista della Hypnos, a cui Guarriello associa quattro racconti fantastici che mantengono l’imprinting già tracciato da Bierce e dalla Athertongravitante attorno al tema “morte”.

Continua a leggere sul portale la recensione a cura di Matteo Mancini: