Ritorno al delirio di Antonio Tentori

Un oscuro oggetto è apparso nelle librerie on line ed entrerà presto nelle vostre librerie di casa. Non appena lo comprate, ovviamente.

Antonio Tentori ha scritto e pubblicato Ritorno al delirio, il seguito di Giù nel delirio di Alda Teodorani.

Riportiamo una dichiarazione rilasciata al riguardo da Antonio Tentori:

“Giù, nel delirio di Alda Teodorani è un romanzo che mi ha profondamente colpito all’epoca della sua uscita in libreria con la casa editrice Granata Press e nel tempo vi sono rimasto particolarmente affezionato. Ho chiesto più volte ad Alda perché non ne faceva un seguito, dal momento che uno dei due protagonisti, Grazia Greuter, era ancora viva. Ritenevo che il romanzo avesse tutte le potenzialità per proseguire, mi interessava vedere cosa avrebbe fatto Grazia una volta rimasta da sola. Alda però non era mai convinta di farlo e a un certo punto, dietro le mie gentili insistenze, mi ha incoraggiato a scriverlo io. E così è stato. Giù, nel delirio è soprattutto una travolgente e onirica storia d’amore tra due personaggi borderline, la pittrice Grazia Greuter e il fotografo Antonio Giordani, attratti entrambi dall’estetica della violenza e del sangue. Ritorno al delirio invece è fondamentalmente un noir, anche se non mancano momenti orrorifici e visionari. Racconta la vendetta di Grazia Greuter contro tutti coloro che ritiene responsabili della morte del suo amante e quindi si scatena contro un’organizzazione criminale il cui capo è il misterioso Iguana.”

Giù, nel delirio è uscito nel 1991 e ora è in ristampa. Entrambi i libri escono col marchio CatBooks https://www.facebook.com/LettureScritture

Ritorno
al delirio

Autore:
Antonio Tentori

Editore:
‎ 
Independently
published con
marchio CatBooks

Pag.
120

Isbn:
979-8870789262

Prezzo:
9,36




La casa nella nebbia di Alda Teodorani

La vecchia viveva sola, in una casa di campagna della pianura romagnola, vicino a Pontesanto. Una casa in mezzo al nulla. Solo una piatta distesa nebbiosa. Per questo il cadavere fu ritrovato solo parecchie settimane dopo. Il contadino raccontò che aveva sete, e si era fermato a bere al pozzo della vecchia.
“Quella là,” disse ai carabinieri sforzandosi di parlare in buon italiano, non in dialetto, “non usciva mai di casa. Ciò, l’è longa in bicicletta da Sasso a Toscanella e mi fermo sempre là a bere e magari a cambiare l’acqua ai lupini. Lei non mi ha mai detto niente, non l’ho mai vista, neppure.”
E alle domande dei carabinieri, che non sapevano cosa voleva dire cambiare l’acqua ai lupini ma erano più interessati a un’ipotesi di delitto, rispondeva: “A’ ne so, gli portavano da mangiare quelli del comune. Dicevano tutti che era una strega, o qualcosa del genere. Ma io non l’ho mica neanche mai vista.”
I carabinieri conclusero che la vecchia doveva essersi buttata nel pozzo da sola, e commentavano su quel disgraziato di Pirotti, che era stato il primo ad arrivare sul posto e aveva dovuto aiutare a tirar su la morta, già mezzo putrefatta. La vecchia non aveva parenti, e il comune di Imola aveva pagato i funerali, facendo suoi casa e podere.
E la storia parve finita.

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