L’Angelo del mattino

Si narra che Gesù Cristo, non riuscendo a scorgere sino all’orizzonte i primi raggi dell’aurora, abbia così plasmato nella creta una creatura alata in grado di volare nelle ore notturne, il pipistrello, inviandolo così traverso le tenebre sino all’aurora. All’essere ibrido il Redentore non diede il dono della vista, ma unicamente quello di trattenere nei propri occhi l’immagine, così da poter riportare da dove era partito il riflesso delle luci mattutine. In origine, dunque, il pipistrello non sembra gravato da quei connotati di negatività nei quali, ben presto, la cultura di molti popoli l’avrebbe immerso. Tuttavia, risale al medioevo l’identificazione fra il mammifero volante e Lucifero. Dalla leggenda sopra narrata si usò chiamare Satana come “l’Angelo del mattino”. Gatti neri, topi, insetti e serpenti finirono così nelle sezioni dei bestiari dedicati agli animali inferi. Su di loro il maligno ha potere assoluto. Li può muovere a piacimento, può assumere le loro sembianze. Sono gli alleati del nemico di Dio. Analizzando la tradizione della letteratura vampirica si noterà che le creature ematofaghe avevano poco o nulla a che fare con i pipistrelli. Le Lamie e le Empuse greche, ovvero quelle entità che potremmo definire proto-vampiriche erano solo in parte carnali, confinavano con il mondo degli spettri. Dovettero passare centinaia di anni perché Bram Stoker conferisse al suo Dracula la facoltà di mutarsi in qualcosa di simile a quello che spregiativamente si è soliti chiamare “topo volante”. E’ un grave errore credere che i chirotteri, quelli che comunemente volano a pochi metri dal suolo anche nel nostro paese, abbiano qualcosa a che fare con i roditori. Gli etologi spiegano che, invece, sembrano essere assai più vicini alla famiglia delle scimmie. E nella catena evolutiva, infatti, i pipistrelli sono secondi soltanto ai primati, e ciò significa che per lunghe ere le due famiglie di mammiferi si contesero il primato nel progresso verso la forma più avanzata di essere senziente. Sotto un profilo anatomico, il pipistrello ha una struttura scheletrica ben distante da quella di un roditore: le braccia e gli avambracci superiori sono quasi atrofizzati, per meglio dire interni al corpo, mentre le dita delle zampe sono smisuratamente sviluppate e membranose. Dunque, volano con quelle che tetramente potremmo considerare mani. Le zampe posteriori sono decisamente antropoidi. La ben nota forma orripilante del muso, che tanto ci muove a disgusto, potrebbe dipendere dal fatto che gli occhi sono frontali, la testa è ben definita e, con raccapriccio, non del tutto distante da quella di una scimmia. Primati e Chirotteri, dunque, nemici per lunghe stagioni biologiche. Per qualche motivo a noi non è dato di conoscere, vinsero i Primati, i quali tuttavia sembrano non aver mai dimenticato completamente i loro avversari biologici, nei confronti dei quali provano ancora una evidente paura. Una delle ultime puntate del telefilm X-files proponeva una teoria a dir poco inquietante. Se è vero che i pipistrelli avrebbero potuto, al caso piacendo, evolversi ipoteticamente quanto noi, in alcune zone inesplorate della terra ciò potrebbe effettivamente essere accaduto.