Gli appetiti di Trnt-asy’hh e altre stravaganti vicende lodigiane di autori vari

Le
stelle stanno tornando nella giusta posizione. Presto gli antichi
dei verranno evocati e allora su questa terra non ci sarà più
spazio per l’umanità”

Gli appetiti di Trnt-asy’hh e altre stravaganti vicende lodigiane, pubblicata dalla Dagon Press di Pietro Guarriello, è una raccolta di sei racconti lovecraftiani, di appena centoventi pagine, a cura di Roberto Del Piano. Appare così il libro al primo approccio, almeno.

In
realtà i primi quattro racconti, scritti dallo stesso Del Piano,
e il quinto, di Andrea Cattaneo, sono cinque capitoli di un
racconto lungo raccontato in soggettiva da un io narrante che,
dall’anonimo del primo capitolo/racconto, cambia poi allo stesso
Roberto Del Piano, per finire con passare il testimonio, nel
quinto capitolo/racconto, allo stesso Andrea Cattaneo.
Conclude l’antologia un racconto lungo, di circa sessanta pagine,
ad opera di Cesare Buttaboni, più noto come critico ed
esperto di letteratura fantastica, che come autore di narrativa. Ed è
proprio da questo ultimo racconto che è partito tutto: pubblicato
precedentemente sulla rivista, diretta da Pietro Guarriello,
Studi Lovecraftiani, ha dato a Roberto Del Piano, dopo
averlo letto, l’idea di ambientare delle narrazioni di orrore
cosmico a Lodi. Abbiamo quindi due autori lodigiani d’origine,
Buttaboni e Cattaneo, e uno lodigiano d’adozione, Del
Piano.
che ambientano storie
lovecraftiane nella città in cui vivono. E questa cosa già ci
intriga molto.

Apre
le danze, o meglio l’oscuro cabaret cosmico, un’introduzione di
Cattaneo in cui lo
scrittore lodigiano propone un suggestivo e convincente parallelismo
tra la lovecraftiana
Innsmouth e Lodi.

Entrambe
le città hanno perso gli antichi fasti e si sono degradate a
province isolate e decadenti, in cui l’economia si regge su
rade attività commerciali e i cui abitanti, ostili, schivi e
solitari, tendono ad obbedire supini
ai pochissimi che, nella
città, detengono il potere politico ed economico.

La
narrazione incomincia con Trnt-asy’hh,
in
cui il protagonista, durante
una passeggiata nella natura, in pieno periodo lockdown da Covid,
trova per terra un piccolo libro. È un volumetto vergato a mano
firmato da Friedrich
Wilheim Von Juntz
,
autore ottocentesco. L’uomo porta con sé a casa il libro e inizia
a leggerlo. La lettura gli provoca strani sogni, bizzarri incubi in
cui vede, su un altare, un essere mostruoso tentacolato nei confronti
del quale prova un misto di repulsione e attrazione erotica.
Nonostante
questo sogno gli procuri agitazione, continua a leggere incappando in
un capitolo in cui Von
Juntz

racconta del diffuso
culto
ancestrale della abominevole entità nota come Tarantasio, praticato
nella zona corrispondente oggi tra Bergamo, Lodi e Cremona, un
territorio incluso tra gli attuali fiumi Adda e Serio. Ma lo shock
reale il protagonista lo subisce quando Von
Juntz

afferma che il culto è, all’epoca in cui è stato
scritto
il libro, ancora praticato da
una cerchia ristretta e che Tarantasio tuttora esiste.

Tarantasio,
deformazione di Trnt-asy’hh
è
un Antico minore, la cui esistenza è gemellata con quella di
Shub-Niggurath, il terribile caprone dai mille cuccioli, ed è un
essere decerebrato la cui tutela è affidata a Nyarlatothep, il
messaggero dei Grandi Antichi.

Più
il
protagonista legge il libro di
Von Juntz
e
più aumentano i
suoi
incubi, sogni strani da una forte componente sessuale, in cui appare
onnipresente l’Antico Trnt-asy’
hh. E
più si va avanti, più le esperienze oniriche diventano perverse e
malsane. Quindi in questo primo capitolo abbiamo già un assaggio
dell’atmosfera di angoscia e perversione che caratterizzerà, unite
a sarcasmo
e satira
che si accentueranno sempre di più lungo il corso della storia,
l’intero racconto lungo policomposto
di
Del Piano
e Cattaneo.

L’uomo
finisce per incontrare realmente, al di fuori della dimensione
onirica, l’Antico scarso di intelletto e si unisce sessualmente a
lui, non prima di aver parlato del libro di Von
Juntz

con un amico, che scopriamo nel capitolo successivo, è Roberto Del
Piano, successore nella voce narrante in Non
è facile fare il vicesindaco a Lodi

In
questo secondo capitolo/racconto Nyaraltothep è stanco di fare da
balia a
Trnt-asy’hh
e
si fa venire un’idea: diventare sindaco di Lodi. E qual è il
miglior modo di fare campagna elettorale se non quello di entrare nei
sogni dei cittadini e così influenzarli? Detto, fatto. Se
riuscirà a diventare sindaco lo scoprirete leggendo il libro. No
spoiler. Diciamo
solo che l’”attività propagandistica”
di
Nyarlatothep
avrà una fortissima influenza sulla vita sessuale dei lodigiani:
impressionante e divertente la descrizione della sessione pubblica di
masturbazione collettiva dei cittadini di Lodi.

Nei
racconti successivi, Zoog…,
Nei sotterranei del cinema del viale
e,
infine,
Diario
dell’apocalisse,
in
cui il testimonio passa alla voce narrante di Andrea
Cattaneo
,
vengono
esposti contenuti decisamente weird e anche lovecraftiani. Da statue
rappresentanti Grandi Antichi che prendono vita per
consumare sacrifici umani all’intervento
dei gatti del territorio che risolvono la situazione come feroci
guerrieri, fino alla resurrezione apocalittica dei morti del cimitero
di Lodi. Un apocalisse che sarà o no occasione di rigenerazione per
i supini abitanti di Lodi? Come dicevo prima, no spoiler. Non voglio
fornire la scusa per non leggere questo delizioso racconto lungo
diviso in cinque capitoli.

La
componente fortemente weird
e fantastica di questi racconti è decisamente esaltata dalla
descrizione dettagliatamente realistica di Lodi, delle sue
architetture, dei riti sociali dei suoi cittadini, dell’atmosfera
da provincia deprimente che si respira e insomma da una generale
ottima descrizione
ambientale
che fa da territorio fertile a idee fortemente originali e
divertenti. Le
intenzioni degli autori sono evidentemente all’insegna
della satira
sociale e politica,
ma questo non vuol dire che la lettura di questi racconti non produca
comunque dei sani e
malsani brividi
da sguardo nell’abisso cosmico di lovecraftiana ispirazione.

La
fusione tra tematiche lovecraftiane (i Grandi Antichi e la loro
indifferenza cosmica verso la razza umana) e la realtà lodigiana è
ottimamente riuscita. I due contenuti si amalgamano alla perfezione,
senza discordanze né incongruenze.

Un
altro aspetto che tengo a sottolineare è che queste narrazioni sono
lovecraftiane nei contenuti ma non nella forma, in quanto scritte con
uno stile molto più semplice di quello adoperato dal Maestro di
Providence. Uno stile, mai banale, che procede per sottrazione e non
per accumulo (mi
vengono in mente
Robert Bloch
e Richard
Matheson
),
accattivante e
coinvolgente,
che potrebbe indurre alla lettura anche chi (esiste questa gente
purtroppo…) non ama lo stile di Howard
Philips Lovecraft
.

E veniamo ora al racconto apocalittico del noto critico letterario e musicale Cesare Buttaboni, La maschera di H. P. Lovecraft, che chiude il volumetto e che, per la sua ricchezza contenutistica, la forza delle idee e il modo in cui queste sono condotte, può essere considerato il pezzo forte del libro. Buttaboni, profondo conoscitore dell’opera letteraria e della biografia di Lovecraft, utilizza una forma letteraria particolare: compone un racconto/saggio che, attraverso l’invenzione fantastica, ci induce a riflettere sul valore dell’opera letteraria del Maestro di Providence.

Il
racconto inizia con l’articolo di un quotidiano di Lodi, Il
cittadino
, in cui si parla della
morte per un malore
improvviso, in un appartamento di Londra, di Cesare Bergamini, un
giovane lodigiano. (Notare
l’assonanza del nome del protagonista con quella dello scrittore:
scelta divertita e coraggiosa). L’articolo
prosegue riportando due diari del giovane: il primo è stato scritto
a Lodi e il secondo a Londra.

Nel
primo diario Cesare Bergamini
racconta la sua passione per la musica progressive e dark, citando e
commentando una miriade di
musicisti e di nomi di dischi realmente esistenti, per
quanto oggetti di culto ascoltati da un numero ridotto di
appassionati. Dai
Current 93
agli Jacula, passando
per molti altri. Con questo
espediente, che tornerà nel corso del racconto, Buttaboni
suggerisce al lettore la colonna sonora adatta per godersi il suo
racconto.

La
svolta della storia
avviene quando Cesare acquista dal
suo negozio preferito la ristampa in vinile del primo album dei H.
P.
Lovecraft,
band psichedelica degli
anni sessanta realmente esistita, ed è tentato di ascoltarlo al
contrario, sperando di trovarvi inciso
un messaggio nascosto
come si dice abbiano fatto
tanti artisti del rock negli
anni sessanta e settanta, come i Led
Zeppelin
o i Beatles.

Il
messaggio c’è! E che messaggio!

Fatto
suonare al contrario, il disco riporta un racconto orale niente poco
di meno che di Howard
Philips Lovecraft
che,
dal suo letto di morte al Jane
Browne Memorial Hospital di Providence,
narra la propria esistenza dall’infanzia solitaria fino
agli ultimi giorni. Lo
scrittore confessa di non essere tanto lucido, sia per la sofferenza
causata dal tumore all’intestino, sia per la morfina che gli viene
somministrata. Infatti, per quasi tutta la durata del racconto,
Cesare – e il lettore
insieme a lui – ha il dubbio
se Lovecraft
stia raccontando eventi reali o fantasticherie dettate dal delirio
agonico/morfinico.

Infatti Lovecraft racconta di essere entrato in contatto con una setta esoterica, La Chiesa della Saggezza Stellare, che gli consegna il Necronomicon e gli comunica che il suo destino è rintracciare e procurarsi gli altri grimori maledetti: i Manoscritti Pnakotici, il De Vermis Mysteris, gli Unaussprechiliche Kulten e il Libro di Eibon (Tutti questi libri, nella realtà, raccontata dai biografi di Lovecraft e dallo scrittore stesso, non esistono se non nella immaginazione creativa di Lovecraft e di altri scrittori a lui sodali come Robert Howard e Clark Ashton Smith). Lo studio di questi grimori servirà a Lovecraft per comporre i propri capolavori letterari allo scopo di preparare, attraverso la creazione artistica, l’umanità all’avvento dei Grandi Antichi.

Quindi Lovecraft racconta del suo viaggio a New York, San Francisco, Londra e Torino per procurarsi questi libri maledetti mentre di notte fa degli stranissimi sogni, durante i quali l’entità misteriosa chiamata Azatoth gli fornisce oscure informazioni. Lovecraft dice di averle riportate in una serie di quaderni e utilizzate per scrivere un grimorio nuovo, Le cronache di Azatoth, e una serie di racconti che vuole restino inediti e che intende pubblicare solo in una edizione limitata per gli adepti della Chiesa della Saggezza Stellare.

Cesare
Buttaboni
ci fa sognare,
tutti noi appassionati di Lovecraft,
immaginando l’esistenza di racconti inediti, anche
se sappiamo che è solo un’invenzione letteraria.

Il
racconto orale, inciso al contrario sul disco degli
H. P. Lovecraft,
si conclude con una serie di esperienze in
altre dimensioni
vissute dallo scrittore di Providence
nei suoi ultimi giorni di vita.

Cesare, scioccato dalla rivelazione e sempre in dubbio sulla credibilità di quanto ha ascoltato, trova un annuncio su ebay in cui si vende una copia identica del disco, in un negozio di Londra, che si chiama, guarda caso, Starry Wisdom Press. Quindi Cesare va a Londra ed intraprende un viaggio realistico e onirico al tempo stesso, un percorso allucinato e allucinante raccontato nel secondo diario, in cui i Grandi Antichi si palesano come entità realmente esistenti la cui venuta è preparata dai Necromicon, oscura band musicale underground. E mi fermo qui per non fare ulteriore spoiler. Tutta la narrazione scritta da Buttaboni è inframezzata da parti in cui il protagonista Cesare parla non solo delle sue passioni musicali, citando e analizzando a iosa band e album, ma anche dei suoi interessi letterari. E anche qui leggiamo biografie e valutazioni critiche di tanti scrittori, realmente esistiti, che hanno fatto la storia del weird classico, da Arthur Machen a William H. Hodgson, passando per tanti altri.

Buttaboni unisce una notevole capacità affabulatoria alla sua competenza di critico e saggista per fornire, come già accennato, un racconto/saggio, quindi una forma particolare di narrativa in cui lo sfoggio culturale non attenua l’atmosfera angosciante e inquietante degli eventi che accadono al protagonista. Anzi: come nei racconti di Del Piano e Cattaneo l’ambientazione realistica, descritta ottimamente, fa sbocciare i fiori del fantastico, così, nel racconto di Buttaboni, la componente saggistica, svolta con precisione da erudita, esalta quella dell’invenzione weird.

E così abbiamo letto questi coinvolgenti racconti ricchi di espedienti narrativi perfettamente funzionanti e riuscite raffigurazioni di mostruose entità ancestrali.

Da notare i numerosi riferimenti autobiografici inclusi nei racconti da Roberto Del Piano, Andrea Cattaneo e Cesare Buttaboni. Questi autori non si limitano a usare i propri nomi per i protagonisti delle storie, ma includono anche aspetti personali delle loro vite, realizzando in tal modo una sorta di weird autobiografico.

Ultime informazioni che vi dò: la suggestiva copertina a colori con gattone sovrannaturale è di Gino Andrea Carosini che ha realizzato anche le illustrazioni interne in bianco e nero insieme a Roberto Mastroianni e Xothic.art: una per ogni racconto, costituiscono un valore aggiunto al libro.

Da segnalare inoltre il meritorio lavoro di editing di Laura Coci, che, immagino, si sia occupata anche della correzione di bozze. Neanche un refuso!

Quindi, in conclusione, per i motivi esposti, si consiglia la lettura di Gli appetiti di Trnt.Asy’ h h a tutti gli amanti di Lovecraft, del weird e della narrativa fantastica per scoprire il modo migliore di omaggiare un classico come il Maestro di Providence, ossia attraverso una scrittura fortemente originale e personale, non sterilmente derivativa, e la scelta (perché no?) di un’ambientazione italica.

GLI
AUTORI

Roberto
Del Piano, fin dal Sessantotto bassista elettrico tra impegno e
militanza, inizia da giovanissimo a suonare il pop nel contesto
milanese salvo poi innamorarsi del jazz. Attraversa oltre
cinquant’anni di musica italiana, registrando diversi album a suo
nome e con altri; La serie Saluti da Casa. Ho dato il mio sangue
alla musica
, giunta al secondo volume, è il suo lavoro più
recente.

Da
qualche anno ha rinnovato un antico amore, la fantascienza; ha
collaborato a vari numeri della rivista Un’Ambigua Utopia,
pubblicato alcuni racconti e traduzioni e, insieme a Laura Coci,
è curatore dell’opera di Daniela Piegai e della collana
Fantascienza resistente per Delos Digital; nel 2023 ha vinto
il Premio Italia nella categoria Miglior articolo su pubblicazione
amatoriale.

Andrea
Cattaneo scrive storie di genere fantastico ambientate in Europa,
prevalentemente fantascienza ma, ogni tanto, la curiosità lo spinge
ad esplorare nuovi generi e territori anche molto lontani dai suoi
abituali come il romance e il fantasy. Cerca di dare ai suoi lettori
storie divertenti che sfidino la loro concezione della realtà. I
suoi autori di riferimento sono Philip
K. Dick

e Murakami
Haruki.

Si occupa, per passione e lavoro, di quotidiani e riviste, di critica
letteraria, tecnologia e pop colture.

Cesare
Buttaboni nasce a Lodi nel 1971. Grande appassionato di Lovecraft,
collabora in rete con diversi portali e blog quali Horror
Magazine
, Ver Sacrum, La TelaNera, Debaser e Planet
Ghost
. Ha anche scritto saggi sul fantastico e Lovecraft
per le riviste Hypnos, Studi Lovecraftiani, e per i volumi di
Esescifi dedicati ad HPL. È inoltre un grande estimatore di
musica di vario genere, dal Progressive alla musica gotica e oscra.

Gli
appetiti di Trnt.Asy’ h h

Autori:
Roberto Del Piano, Cesare Buttaboni, Andrea Cattaneo

Editore:
Indipendently Published con marchio Dagon Press

Codice
ASIN:  B0CDK8LJYS

Codice
ISBN-13:  979-8853749900

Pag.
124

Prezzo di coperina: 12,90

Gli appetiti di Trnt-asy’hh

Roberto Del Piano
Roberto Del Piano

Andrea Cattaneo
Andrea Cattaneo

Cesare Buttaboni
Cesare Buttaboni

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi agli aventi diritto.




Grimoria di Autori Vari

Grimoria, antologia a cura del gruppo Telegram Lovecraft Italia, pubblicata da Colomò Editore nella collana Strani Aeoni Serie Bianca, è una raccolta di racconti incentrati sull’orrore cosmico di matrice lovecraftiana, scritti da autori italiani. Questo perlomeno a livello programmatico. In realtà sui sedici racconti solo dodici sono lovecraftiani mentre gli altri sono narrativa fantastica non lovecraftiana. Il volume contiene anche tre poesie, due illustrazioni e un saggio.

Entriamo
nello specifico commentando i racconti uno per uno.

Una famiglia nera unita di Daniele Corradi è un folk horror, ma anche un on the road i cui protagonisti percorrono malinconici paesaggi campestri della Lombardia del primo 900, tra sesso (dettagliatamente descritto), violenza omicida e sacrifici rituali.

Annie e suo zio Lotario, uniti da un rapporto incestuoso, viaggiano in cerca di gente che condivida la loro filosofia di vita o persone da sacrificare in rituali occulti di magia sessuale. I rituali danno accesso a un’altra dimensione che i protagonisti del racconto definiscono “un mondo di luce”. Nella loro amoralità/nuova morale Lotario e Annie, seducendo giovani donne che coinvolgono nei loro riti di magia sessuale, ambiscono all’edificazione di un mondo nuovo, una società diversa in cui i valori etici sono ribaltati all’insegna della perversione. Nel racconto non mancano i riferimenti alla realtà storica come il crollo del ponte sul Seveso in località Saltagat, nel 1917. Ostico e affascinante al tempo stesso come un brano musicale il cui ascolto richiede impegno, il contenuto è pieno zeppo di idee significanti ed è caratterizzato da una trama molto articolata. Lo stile è sperimentale, alterna sintesi e complessità come un brano hard rock che alterna arpeggi e riff tranquilli a furore musicale. Inoltre l’utilizzo di frasi in dialetto lombardo genera un effetto straniante non da poco. Pensiamo poi all’utilizzo di una poesia di Pavese come rituale magico per compiere i riti che danno accesso ad altre dimensioni. Tutto ciò testimonia la competenza e la cultura di Daniele Corradi e la permeabilità e intersecazione dei contenuti che si riversano nella sua opera. Valore aggiunto al termine del racconto sono delle citazioni da un immaginario Commonplace Book lovecrafttiano. Per la serie what if Lovecraft avesse confessato almeno su carta i suoi sogni più neri? Credo che Corradi condivida quello che penso da tempo, cioè che la letteratura lovecraftiana contenga una vena sommersa fortemente erotica. A prescindere dalla quantità e dalla qualità dell’esperienza sessuale del Maestro di Providence. Non a caso Grant Morrison, nel racconto Lovecraft in cielo (nella raccolta Saggezza Stellare), raccontando gli ultimi giorni di vita di Lovecraft, fra delirio e masturbazione, fa definire a questi i suoi racconti “pornografia dell’Era Ventura”.

Questo
racconto di Corradi, seguito subito dopo da Arkham: Requiem
per una anima dannata
di Flavio Deri, di cui parlerò
dopo, è il migliore della raccolta.

In
Il ritorno dello starman di Enrico Nanni, Sebastiano,
un diversamente abile per ragioni psichiche, inizia a lavorare come
inserviente in un centro commerciale e cerca il contatto con gli UFO.
Contemporaneamente suo fratello poliziotto è ossessionato dalla
ricerca di un latitante. Le due storie si intrecciano fino al
divertente finale a
sorpresa. Un buon racconto ufologico parodistico.

Ne
Gli abissi cosmici di Yuggoth di Cesare Buttaboni,
Matteo compra un libro apocrifo di Lovecraft, Le cronache di
Azathoth
, la cui lettura lo fa scivolare gradualmente ma
inesorabilmente in una Milano da incubo popolata da creature
ancestrali. Lo stile ricercato è molto ricco e rigoglioso e
l’atmosfera suggestiva. Una idea davvero buona che avrebbe potuto
però essere condotta un po’ meglio per realizzare una trama
sviluppata in modo più articolato.

L’ospite
di Edgar Allan Poe
, di Thomas Andrigo, è un simpatico
omaggio a Poe in chiave onirica i cui protagonisti sono lo
scrittore statunitense e lo stesso Thomas Andrigo. Un racconto
carino in cui Andrigo chiede consigli al suo maestro sulla
scrittura e questi glieli elargisce soffermandosi in particolare
sulla necessità per uno scrittore della esperienza del disagio e
della sofferenza. Davvero carino.

Natale
con gli heilung
, di Davide Russo, il racconto più breve
della raccolta, ci offre sedici righe di nulla cosmico.

Ne Il dipinto di Nathan Sergio, una donna fa l’amore con il suo amantein una stanza decorata con un dipinto ritraente una suora, parente della donna, passata alla storia per l’abitudine di estirpare feti alle donne che concepivano al di fuori del matrimonio. Terminato il rapporto i due parlano della gravidanza della donna e di come attribuire il figlio al marito cornuto. Dopo l’uomo va via e la donna ha un incubo collegato con la monaca. Ma è solo un incubo? Sergio ci propone un bel horror erotico perturbante dal doppio finale.

In
Hulon-Rhommar di Andrea Carossini, due io narranti, uno
maschile e uno femminile, si alternano in modo confuso creando un
guazzabuglio incomprensibile.

Oltre
la soglia
, di Francesco
Urbinati
, è un affascinante e
ben scritto racconto che
narra l’amicizia, nata nell’infanzia, tra due ragazzi attratti
dal fantastico, Marco e N. la narrazione procede dal punto di vista
di Marco che assiste
all’estremizzazione da parte di N della sua passione per il
trascendente. N si convince dell’esistenza delle creature
ancestrali del Piccolo Popolo. A fare da psicompompo è il vecchio
Gambetti
che, inizialmente un
vecchietto strambo, si
rivela un sacerdote dell’occulto e
coinvolge sia N che Marco nella frequentazione di dimensioni
parallele.

Ne
Il monastero
di Flavio Deri, Frate
Adelfi deve portare all’abate anziano una copia del famigerato
Necronomicon
andando a prenderlo nella cripta del monastero. Il contatto con il
libro e il suo trasporto nella sala principale del monastero
modificano
la percezione della realtà del frate in senso oscuro. Quando il
volume osceno viene posto sull’altare, realtà e incubo si
confondono a causa della fusione della blasfemia emanata dal libro
con la sacralità del luogo. Deri
scrive un davvero interessante racconto che fonde l’orrore cosmico
con il gotico. Sono notevoli le descrizioni ambientali. Soprattutto
risaltano le architetture del monastero. Inoltre le descrizioni delle
ombre, generate dalla luce della candela di Frate Adelfi,
rappresentate come
entità viventi creano una riuscita atmosfera gotico-allucinante. La
fusione tra realtà e incubo è coinvolgente
anche se poteva essere realizzata meglio con maggiore
intellegibilità. Infine non avrebbe guastato una maggiore
collocazione spazio-temporale. In
alcune parti vengono nominate teorie psicanalitiche e si dice che il
frate non poteva conoscerle. Ma perché? Non erano ancora state
formulate, quindi ci troviamo in un periodo antecedente al 1800 o
Frate Adelfi non le aveva studiate? Andava specificato.

Ne Il risveglio di Nyxaloth, l’Abissale Mietitore Cesare Buttaboni introduce un nuovo Grande Antico collegato a Cthulhu per la propria esistenza. È Nyxaloth che vive nelle profondità del mare di Camogli. Buttaboni immagina che HPL, nei suoi ultimi giorni di vita, ricoverato al Jane Brown Memorial Hospital di Providence, scriva un racconto ambientato a Camogli. Nel racconto c’è anche Bonazzi, scultore realmente esistente. Un racconto molto suggestivo e atmosferico anche se la trama è un po’ banale e lo stile un po’ manieristico lovecraftiano.

Le
ultime parole di mio nonno
,
di Thomas Andrigo, è
un racconto un po’ banale in forma di diario incentrato sul
ritrovamento di una sfera dorata solcata da scritte, uno strano
artefatto che mette in comunicazione il protagonista con il
lovecraftiano messaggero degli Antichi Dei Nyarlatothep, che si
prepara al suo avvento.

In
Progetto Devasto 2,
di Davide Russo, un
racconto sperimentale nella forma, dei
bambini sono in contatto con divinità ctonie, il cui risveglio dovrà
destabilizzare l’ordine razionalista dell’istituto scolastico
all’interno del quale si ambientano le vicende. Il fine ultimo del
risveglio è la creazione di una società più libera composta da
individui consapevoli della propria fisicità e che fisicamente
entrano in contatto tra loro in una nuova via alla spiritualità. Il
racconto è permeato da un afflato anarchico. Un soggetto molto
interessante. Un’ottima idea che potrebbe essere sviluppata in
un’opera di più ampio respiro. Un
racconto comunque riuscito.

Arkham:
Requiem per una anima dannata
, di Flavio Deri, è
il racconto lovecraftiano più classico della raccolta in quanto
ricorda molto le migliori storie della rivista Weird Tales. Il
protagonista Ezekiel Zeke Stone, ex ispettore di polizia e
detective privato, è inoltre erede degli investigatori dell’occulto,
da Carnacki di Hodgson a John Silence di Blackwood.

Zeke
ha il dono (L’eco del testimone) di vedere il momento in cui è
avvenuto nel passato l’omicidio. Indaga un delitto che sembra
avvenuto a scopo rituale. Sul cadavere rinviene un libro di
occultismo, Diario di uno scriba folle. Per raccogliere
informazioni utili si rivolge a un amico che gli fa un’oscura e
apocalittica rivelazione.

Deri
ci racconta di guerra tra sette dedite all’occultismo che prepara
il mondo a una apocalisse che partirà dalla città di Arkham, dove
la storia è ambientata.

È
davvero molto bella la scena in cui Zeke, grazie al suo potere
medianico, assiste alla scrittura nel passato del libro da parte di
un vecchio allucinato che si accorge della sua presenza e lo osserva.
Una perla all’interno di un prezioso scrigno narrativo.

Un
racconto weird
di investigazione davvero ben condotto. Insieme a quello di Daniele
Corradi
, di cui ho parlato
all’inizio, è il più bello dell’antologia anche se Corradi
opera in modalità anti-classica e Deri
in modalità classica. Entrambi hanno raggiunto una piena armonia tra
forma e contenuto e costituiscono l’apice di Grimoria.

Ioannes
Virdi
, di Enrico
Nanni
, è, per me, un racconto
quasi incomprensibile che parla di un uomo molto vecchio che ha
raggiunto una veneranda età grazie a conoscenze segrete e racconta
il suo passato. Parla di un circolo i cui membri si occupavano di
antropologia e della figura folcloristica del Gianni Verde. Da un
certo punto in poi ricorda La
maschera della morte rossa
di
Edgar Allan Poe. Non è scritto male, anzi, ma la finalità di Nanni
mi sfugge.

Ne
La progenie di Cthulhu, Cesare Buttaboni fonde il
racconto cosmico con l’ironia grottesca. Ironia accentuata
dall’utilizzo, per i personaggi, di nomi presi dalla scena del
weird italiano, quali Andrea Vaccaro, editore, e
Sebastiano Fusco, critico, traduttore, saggista e curatore
editoriale.

Andrea
Vaccaro è un ragazzo che esce dall’alveo genitoriale di Lodi e si
trasferisce a Milano per motivi di studio. Qui si imbatte in una
pittrice e nell’entomologo Sebastiano Fusco che lo introducono a
uno strano culto che prevede il contatto con entità
infradimensionali dalle forme insettoidi. Il racconto è divertente e
si legge con piacere ma alla fine della lettura lascia come una
sensazione di inconcludenza e vuoto contenutistico, mascherati dalla
piacevole forma di racconto weird.

Ne Il nipote del terribile vecchio di Thomas Andrigo, Marv e Henry sono due delinquenti che entrano per rubare in una casa in cui vive da solo un bambino di dieci anni. I suoi genitori sono in viaggio. E stranamente anche il resto del quartiere è andato via. Ben presto il bambino si rivela essere qualcosa di diverso da un semplice fanciullo e fa sprofondare i due malcapitati in una dimensione da incubo.

È
un bel racconto davvero divertente che unisce una trama da Mamma
ho perso l’aereo
a suggestioni da horror cosmico omaggiando Il
terribile vecchio
, racconto giovanile di Lovecraft.

Il
saggio finale di Cesare Buttaboni,
All’inseguimento
dell’innominabile
,
analizza il razzismo di Lovecraft, le sue origini e cause e le
ripercussioni sulle sue opere. Ci parla anche dell’appartenenza di
Lovecraft a una cultura di destra. Un discorso controverso,
quello del razzismo del Maestro di Providence e della sua
collocazione a destra, che da sempre ha diviso i suoi estimatori.
Quindi questo è un saggio coraggioso e davvero molto interessante.

Sulle
tre poesie di Alessandro Repetto, Algol, Il
cocchiere
e L’insonnia, non mi esprimo in quanto non ho
competenza in materia. Le illustrazioni sono due ritratti di discreta
fattura di Lovecraft, la cui necessità mi sfugge.
Sarebbe stato meglio inserire delle illustrazioni a carattere
fantastico magari ispirate al contenuto dei racconti o comunque a
carattere lovecraftiano. Propongo alla redazione di muoversi in tal
senso per le prossime pubblicazioni in quanto le illustrazioni
costituiscono un valore aggiunto a un libro.

In
conclusione Grimoria è un’antologia realizzata da
appassionati del fantastico e di Lovecraft. E la passione si
evince in modo evidente. I racconti sono più o meno riusciti. Alcuni
sono perfettibili. Agli autori auguro di continuare a farsi guidare
dalla passione e produrre racconti sempre più belli e al Gruppo
Telegram Lovecraft Italia di fare uno sforzo in più a livello di
cura editoriale anche avvalendosi di un editor esterno e di un
correttore di bozze che ripulisca i testi dai refusi.

È
un’antologia di cui consiglio l’acquisto a lovecraftiani e amanti
del weird.

Link per l’acquisto: https://www.amazon.it/Grimoria-Strani-Aeoni-Serie-Bianca/dp/B0D7J1GLXH

Qui il blog dedicato alle pubblicazioni Strani Aeoni: https://straniaeoni.blogspot.com

Grimoria

Autori
vari – A cura del Gruppo Telegram Lovecraft Italia

Collana:
Strani Aeoni Serie Bianca

Editore:
Colomò

Pag.
162

Codice
ISBN: 979-1281430136

Prezzo: 13,50 €

Grimoria

Tutti i diritti riservati ⓒ per immagini e testi.




Il canto di vetro di Francesco Corigliano

Per
il condannato a morte, la speranza è soltanto un diverso e più fine
supplizio. E da millenni noi rivolgiamo gli occhi al cielo e alle
stelle, perché l’armonia del firmamento ci plachi il cuore e la
mente, in un miraggio di pace; da secoli cerchiamo tra gli abissi un
barlume in cui sperare. Ma l’universo non è una melodia di fede. È
una rapsodia infame e impazzita che strilla in un rantolo infinito.”

Faccio una premessa. Provengo dalla lettura di Malasacra di Francesco Corigliano, del 2019, mirabile antologia weird di ispirazione fondamentalmente lovecraftiana nel senso migliore del termine cioè non una copia carbone delle opere del Maestro di Providence e neanche una raccolta derivativa ma invece una nuova interpretazione e prosecuzione originale e personale delle tematiche e delle atmosfere lovecraftiane. Questo Il Canto di vetro, racconto lungo weird horror, con illustrazioni di Alessandro Balestra (nella sola edizione cartacea), pubblicato nel 2023 a cura di Scheletri, sito internet che si occupa da vent’anni di cultura horror, mi è parso lievemente inferiore. Un po’ più grezzo sia a livello stilistico che contenutistico. È la vecchia storia dello studente che prende sempre 10 e quando sei costretto a dargli solo 7 o 8, lo fai con un po’ di amaro in bocca. Voglio dire, però, che l’opera è comunque più che valida e mi è ugualmente piaciuta molto. Ad averne!

Inizia
ora la recensione vera e propria.

Cos’è
“Il canto di vetro”? Una formula magica? Una nuova droga?
Un’espressione in codice usata dai terroristi islamici? “Il canto
di vetro” sono le ultime parole pronunciate da un terrorista
siriano prima di farsi saltare in aria, distruggendo così un
telescopio, all’interno
del St. Lucy, un centro di ricerca astronomica
dove
si studiano
le bizzarre pulsazioni di un astro nella costellazione del Cigno che
emana luce a intermittenza.
Che
cosa o chi intercetta la luce della stella? Prima
di
suicidarsi, il
terrorista ha anche
distrutto
le altre
attrezzature,
computer
soprattutto,
del centro. Ma “Il canto di vetro” circola anche pronunciato
dalle lingue dei protagonisti della criminalità siciliana, che
si occupa di spaccio di sostanze stupefacenti,
e
da quelli sospetti di far parte di cellule terroriste, come
si evince dalle intercettazioni
dei
poliziotti e in particolare
dagli agenti dell’antiterrorismo di Palermo.

Un
agente di polizia palermitano dell’antiterrorismo, esperto di
cultura araba, anonima voce narrante, indaga partendo dalle
intercettazioni e poi passando alla consultazione di alcuni
informatori che si muovono in un territorio ambiguo tra delinquenza e
spiritualità.

La
narrazione procede tra la Sicilia e la Siria, ugualmente
realisticamente descritte e, come si sa, la rappresentazione
realistica ben fatta (Corigliano è bravissimo in questo) è
una delle fondamenta del successo del racconto fantastico.

Il racconto è condotto in soggettiva, al passato remoto, dal punto di vista di questo poliziotto che, oppresso da incubi notturni, si muove, in un viaggio allucinato, tra le ambientazioni siciliane e quelle del Medio Oriente. Tra vecchie/nuove droghe e strani culti eretici provenienti dal passato ancestrale del mondo musulmano e adorazioni del demonio.

Mi
ha convinto particolarmente il realismo descrittivo dei personaggi e
degli ambienti, soprattutto per le parti che si svolgono in Sicilia,
ma anche quelle situate in Siria non sono niente male. Fanno
impressione le fisicità inquietanti, grottesche, bizzarre e
stranianti dei personaggi comprimari.

Nella
narrazione del poliziotto, di cui non viene detto il nome né viene
descritto l’aspetto, (questa scelta di Corigliano,
inizialmente, mi ha spiazzato e poi mi ha affascinato: il
protagonista del racconto è l’Uomo che guarda nell’abisso che,
lo sappiamo, guarda sempre dentro di te) ricorre la misteriosa parola
“Antalados”, di cui non vi sveliamo il significato (si saprà nel
potentissimo finale – i lettori più weird lo intuiranno
prima) per non fare spoiler.

La
narrazione è punteggiata dalla presenza di volatili (corvi,
cornacchie) e dal rumore di battiti di ali: è la rappresentazione
fisica (reale o solo percepita dal protagonista?) di oscuri presagi.

Lo
stile di Corigliano, come anche nell’antologia Malasacra,
è semplice ma, al tempo stesso, pur con un tono lievemente minore
rispetto all’antologia del 2019, ricercato e sofisticato.

L’impostazione
“ideologica” del racconto è decisamente lovecraftiana nel suo
lucido realismo/pessimismo cosmico.

Procedendo
nella lettura, vediamo che “Il canto di vetro” potrebbe essere,
invece di una sostanza stupefacente, una droga particolare nella
forma di una registrazione audio che induce stati mentalmente
alterati. E qui risuona l’eco del racconto lovecraftiano Il
cortile
di Alan Moore (di cui esiste anche una versione a
fumetti sceneggiata bene da Anthony Johnston e disegnata in
maniera non tanto eccelsa da Jacen Burrows) con il suo “Aklo”.
Forse Corigliano si è ispirato a Moore o forse è una
straordinaria coincidenza come avvengono nel mondo delle lettere,
specie quando c’è una comune ispirazione.

Più
avanti vediamo che, oltre alla registrazione audio, “Il canto di
vetro” è anche uno strano accessorio acustico, un diapason
metallico che si infila nell’orecchio per percepire suoni di altre
dimensioni.

Non
dico altro della trama per non rovinare il gusto della lettura di un
racconto lungo weird horror davvero buono che narra del
contatto dell’essere umano con una dimensione altra che è, allo
stesso tempo, realtà che deve essere conosciuta, dell’ingresso in
una caverna abissale dove i valori antropocentrici vengono messi in
discussione e, gradualmente ma inesorabilmente, perdono il loro
significato. Lettura consigliata a chi ama l’horror, a chi è
affascinato dal weird, che vi piaccia Lovecraft o meno.

Inutile
dire che continuerò nella frequentazione delle opere di Francesco
Corigliano
, autore che, nel mio piccolo di blogger abitante del
Pianeta Fantasma, segnalo all’attenzione di tutti gli appassionati
di narrativa fantastica.

L’AUTORE

Francesco Corigliano è
docente di scuola secondaria di primo grado. Nel 2019 ha
conseguito un Dottorato di Ricerca con un lavoro di studio sulla
letteratura weird. Ha pubblicato articoli di critica letteraria
dedicati a fantastico, folk horror e letteratura del
soprannaturale in
raccolte e riviste accademiche, e il saggio La
letteratura weird. Narrare l’impensabile
 (Mimesis,
2020). Nel
2015 con il racconto Ex
machin
a
si è classificato al primo posto ex-aequo con Giovanni
De Feo

al Premio Hypnos, concorso in cui negli anni successivi è stato più
volte finalista. Nel 2018 è stato vincitore della XIV edizione del
concorso NASF, dedicato ai racconti di fantascienza. È stato
finalista della XXIV e XXIX edizione del Trofeo RiLL. Ha
pubblicato un’antologia personale, Malasacra (Kipple,
2019) e i racconti lunghi Sangue
del padre 
(Delos
Digital, 2020), Nostra
signora delle scaglie 
(Delos
Digital, 2021), La
funzione silvestre 
(Hypnos,
2021), L’eco
dell’acqua 
(Delos
Digital, 2023), Il
canto di vetro 
(Scheletri
Ebook, 2023). Altri racconti appaiono in antologie edite da Delos
Books, Historica edizioni, Edizioni Hypnos, Lethal Books, Edizioni
Watson e Horti di Giano, e sulle riviste Il
Buio
,
Dimensione
Cosmica
,
Specularia,
METATRON
e Narrandom
Suoi racconti in lingua inglese appaiono in raccolte edite da
Chthonic Matter e The Great Void Books.

Il
canto di vetro

Autore:
Francesco Corigliano

Illustrazioni
(solo edizione cartacea): Alessandro Balestra

Editore:
Indipendtly published a cura del portale web Scheletri

Codice
ASIN: B0BW3BDGY5

Pag
(edizione cartacea) 107

Prezzo: edizione cartacea 6,90 €; ebook 2,99 €

Il canto di vetro di Francesco Corigliano

Francesco Corigliano

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L’orrido verde, antologia lovecraftiana

Nel
vasto e tenebroso panorama della narrativa dell’orrore, Il
Prato Verde
, o The
Green Meadow
, si staglia come uno dei due
racconti composti da H.P. Lovecraft
in collaborazione con Elizabeth Berkeley,
nota anche come Winifred V. Jackson,
presumibilmente sua amante nel corso di quegli anni. Questa opere
sottolineano l’influenza e il mistero che circondano l’articolato
universo letterario lovecraftiano. Ispirandosi al racconto The
Green Meadow
di H.P.
Lovecraft
e Winifred
Virginia Jackson
(grazie a un’idea di
Flavio Deri),
l’antologia L’orrido verde,
pubblicata da Colomò Editore,
si propone di creare un nuovo “topos” dei Miti di Cthulhu.
L’iniziativa è nata all’interno del
canale telegram Lovecraft Italia. I racconti
si immergono nelle profondità di questa enigmatica località, Green
Hole, intessendo una complessa trama di
storia, geografia e mitologia dell’orrore cosmico. Qui, le radici
della paura penetrano in terreni fertili di oscurità, creando una
scenografia letteraria completa, pronta a trascinare il lettore in un
viaggio spettrale tra gli intricati sentieri dei Miti di Cthulhu.
L’Orrido Verde,
frutto di un’intensa rielaborazione, si erge al di là della mera
riscrittura; è piuttosto un’opera destinata a espandere un nucleo
narrativo già collettivo, come per natura sono i Miti di Cthulhu. Il
Gruppo Telegram Lovecraft Italia, nell’arduo compito di perpetuare la
tradizione lovecraftiana, si propone di evolvere il discorso
mantenendo intatto il rispetto per il modello originale. Ogni
racconto in questa collezione agisce come un prezioso frammento,
aggiungendo un pezzo al mosaico di terrore e fascino che ha
caratterizzato le generazioni di abitanti e coloni che si sono
succeduti a Green Hole. Alcuni sono eroi che lottano per il bene,
altri servi oscuri dei Grandi Antichi, orrori extraterrestri che
assomigliano a dèi abietti, osservando dall’abisso con occhi
ancestrali e indifferenza glaciale. Tra le pagine di questa
antologia, i lettori verranno trasportati in un mondo dove l’orrore
si mescola con la bellezza, dove la luce delle stelle si confonde con
l’oscurità dell’anima umana. I racconti di autori come Federica
Baldi, Flavio Deri, Mauro Palazzi, Davide Russo

e Paolo Sista si
rivelano come lanterne nelle tenebre, guidando il lettore attraverso
corridoi di terrore e rivelando segreti che avrebbero dovuto rimanere
sepolti nell’oblio. In conclusione, L‘Orrido
Verde
non è soltanto un’antologia di
racconti dell’orrore, bensì un’esperienza visionaria che mette alla
prova la stessa percezione del mondo circostante. È un invito a
immergersi nell’abisso dell’anima umana, a scrutare nell’oscurità
con occhi aperti alla conoscenza del terrore primordiale che dimora
nel cuore di ogni individuo. Preparatevi, dunque, a fare visita a
Green Hole, ma sappiate che una volta varcata la soglia, potreste non
riuscire più a tornare indietro.

Il
volume è acquistabile sulle principali librerie on line

Canale
Telegram Lovecraft Italia: @Lovecraft_ITA

L’orrido
verde

Autori
vari

Editore:
Colomò Editore

Pag.
146

Codice
ISBN: 979-1281430105

Prezzo: 13 €

Howard Phillips Lovecraft
Howard Phillips Lovecraft

Winifred V. Jackson
Winifred V. Jackson