IL GIRO DELL’HORROR: Annunciata al Monsters di Taranto la distribuzione in DVD con Weird Entertainment

Dopo aver raccontato le carriere del regista Domiziano Cristopharo e del compositore Fabio Frizzi, attraverso le rocambolesche avventure di Luca, Paolo e dei loro improbabili collaboratori, Il Giro dell’Horror chiude la prima stagione e il suo viaggio in tre parti con un episodio dedicato al maestro Lamberto Bava.

Back to the Horror, questo il titolo del nuovo capitolo della docu-serie di InGenereCinema.com, è stato presentato in anteprima assoluta lo scorso giovedì 26 ottobre al Monsters – Taranto Horror Film Fest, dove Luca Ruocco [creatore e sceneggiatore della serie] e Paolo Gaudio [regista] hanno ufficializzato anche l’imminente distribuzione home video della prima stagione de Il Giro dell’Horror con Weird Entertainment. La casa di distribuzione porterà negli store la serie in un’elegante edizione DVD + Libro con tanti contenuti esclusivi, a partire dalle interviste integrali ai tre ospiti principali della docuserie.

Per rimanere informati su tutti i dettagli dell’edizione e sulla data d’uscita prevista per le prime settimane del 2024, si consiglia di rimanere sintonizzati su www.ingenerecinema.com e sui canali social della Gazzetta del Cinema e della Cultura Horror, del Fantastico, del Bizzarro e dello Straordinario [ @ingenerecinema su Facebook, Instagram e Twitter], oltre che sul sito di Weird Entertainment [www.weirdbook.it].

Questa la sinossi di Back to the Horror: Alla chiusura della prima stagione de “Il Giro dell’Horror” manca una sola intervista: quella al maestro Lamberto Bava. Prima di riuscire a farla, però, Luca decide di abbandonare il progetto e la sua ossessione per l’orrore per salvarsi dagli incubi ricorrenti che non lo lasciano vivere tranquillo. Paolo è pronto a tutto per fargli cambiare idea e riuscire a intervistare il regista di “Macabro”, “Dèmoni” e “A cena col vampiro”!

Il Giro dell’Horror [Giro #03 – Back to the Horror] di InGenereCinema.com

creato e scritto da Luca Ruocco – regia di Paolo Gaudio

con: Luca Ruocco, Lamberto Bava, Sergio Stivaletti, Paolo Gaudio, Erika Russo, Marco Ceccotti

Il Progetto:

Il Giro dell’Horror nasce nel 2019 dall’esigenza di raccontare il cinema e la cultura horror italiani in modo approfondito ma decisamente personale.

Si tratta di un format a puntate che propone allo spettatore di prendere parte ad un viaggio che indaga a 360 gradi il mondo della cultura orrorifica italiana: dalle produzioni di cinema indipendente a quello mainstream, dalla musica, alla letteratura, ai fumetti.

Ma non basta, perché alla normale struttura da documentario di approfondimento, con interviste e materiale di repertorio, Il Giro dell’Horror alterna delle scene fiction con protagonisti lo staff di filmmakers autori del progetto [Luca Ruocco, creatore e sceneggiatore; Paolo Gaudio, regista] e gli ospiti di puntata… coniugate in commedia, includendo momenti importanti di animazione e puppet! Perché di horror si può anche ridere e soprattutto perché attraverso queste digressioni meta-filmiche si riuscirà a creare una linea narrativa orizzontale che unirà tutti gli episodi e, ancor più, perché attraverso questa via non abituale si potranno scoprire spigolature inedite delle personalità degli ospiti protagonisti di puntata.

L’appassionante viaggio di scoperta della cultura horror made in Italy è impostato sul meccanismo di passaggio da un protagonista all’altro su quello delle famose “challenge” molto di moda sui social e sul web.

Dopo essere partiti dal regista indipendente Domiziano Cristopharo – primo ospite e unico ad essere stato scelto dai tre filmmakers che producono la docu-serie – il passaggio all’ospite dell’episodio #02 è avvenuto proprio attraverso una nomination diretta che ha portato Il Giro dell’Horror a incontrare [e a scontrarsi con] il maestro Fabio Frizzi, autore e compositore di colonne sonore entrate nella Storia del Cinema, e ora a bussare alla porta del maestro del terrore cinematografico e televisivo Lamberto Bava.




Il mostro della cripta di Daniele Misischia

Giò è un giovane ragazzo nerd residente a Bobbio in provincia di Piacenza. Adora i film horror e a tal proposito si sta improvvisando regista girando uno slasher amatoriale con i suoi amici. L’altra sua passione sono i fumetti, nello specifico Squadra 666 del quale acquista l’ultimo numero uscito in edicola intitolato Il Mostro della Cripta. Ma nella lettura del fumetto nota che nelle vignette sono raffigurati luoghi del suo paese, tra cui la chiesa con una probabile cripta contenente il sarcofago con il mostro. Giò allora convince il suo amico Alberino ad accompagnarlo per vedere se tale luogo esiste davvero. Con loro stupore la trovano, ed anche il sarcofago con tanto di combinazione per aprirlo proprio come indicato nel fumetto…solo che non uscirà fuori nessun mostro. Intanto strane morti e sparizioni avvengono in paese e pare siano coinvolti i Valmont, una strana famiglia che vive in un casolare di campagna poco fuori dal paese. Giò vuole vederci chiaro, e raduna tutti i suoi amici per smascherare i Valmont affidandosi anche a Fabienne, una donna pazza con un passato legato ai Valmont, e ad un aiuto esterno….Diego Busivirici, ovvero il disegnatore di Squadra 666.

Nato da un’idea dei Manetti Bros., il film verrà poi diretto da Daniele Misischia (The End? L’Inferno Fuori) nel 2021. Dopo una breve intro i cui avvenimenti andranno poi a collegarsi nel finale, lo spettatore si vede proiettato negli anni ’80 omaggiando quell’epoca che era florida per i film horror e di fantascienza, e lo fa attraverso poster e videocassette (ben visibili nelle camerette di alcuni dei personaggi) ma anche in citazioni e situazioni. L’atmosfera anni ’80 è ben resa tale anche dagli usi e costumi, i veicoli che circolano per strada, la tecnologia fatta di videocamere rudimentali, tv a tubo catodico e videoregistratori e soprattutto le giornate passate nella spensieratezza giovanile. Il cast ci regala una performance recitativa molto convincente calandosi molto bene nei loro panni tra cui si segnala la presenza di Chiara Caselli (Nonhosonno, Il Signor Diavolo) nel ruolo di Fabienne, Pasquale Petrolo in arte Lillo nel ruolo di Diego Busivirici, Giovanni Calcagno e Gisella Burinato nei rispettivi ruoli del Vice Commissario Valmont e Madre Valmont, ma anche lo stesso Misischia si è ritagliato un ruolo vestendo i panni del parroco del paese. Menzione particolare va anche ai curatissimi effetti speciali per la cui realizzazione ha partecipato un maestro del calibro di Sergio Stivaletti. Il ritmo è abbastanza costante senza mai cadere né nella lentezza né nella frenesia ma soprattutto, grazie ad una ambiziosa e solida sceneggiatura, non cade mai nella prevedibilità sorprendendo sempre lo spettatore concedendogli anche qualche risata (si tratta pur sempre di una commedia) accompagnandolo in un finale inaspettato e dal sapore nostalgico.

Un prodotto pensato e fatto per i nostalgici, che ben si presta anche a spettatori di nuova generazione che magari non hanno vissuto quegli anni in cui sono state sfornate perle rimaste impresse nella storia del cinema, in particolare quello horror. Non troppo impegnativo, leggero e gradevole nella visione, una chicca che merita di essere recuperata tenendo presente una cosa: la legge del “Non Incrociare i Flussi” è ancora valida!

Il mostro della cripta
di Daniele Misischia
Italia (2021)
Con Tobia De Angelis, Pasquale Petrolo, Chiara Caselli, Giovanni Calcagno, Gisella Burinato.




Dèmoni di Lamberto Bava

Dèmoni di Lamberto Bava
(Italia/1985)
Durata: 88′ Genere: Orrore
Con Natasha Hovey, Urbano Barberini, Karl Zinny, Paola Cozzo, Fiore Argento, Fabiola Toledo, Nicoletta Elmi, Nicole Tessier, Geretta Geretta, Bobby Rhodes, Gianguido Baldi, Bettina Ciampolini, Sally Day, Eliana Hoppe, Jasmine Maimone, Marcello Modugno, Lino Salemme, Claudio Insegno, Michele Soavi, Enrico Maria Scrivano e Alessandro Serra.

Nella Berlino Ovest della metà degli anni Ottanta le studentesse Cheryl e Kathy, in possesso di due biglietti omaggio consegnati da un misterioso individuo con il volto coperto per metà da una maschera, si recano in un cinematografo per assistere alla ‘prima’ di un film dell’orrore.  Il lungometraggio parla di alcuni giovani che in un antico rudere rinvengono la tomba dell’astrologo e veggente Nostradamus, al cui interno si trova un libro scritto in lingua latina e riguardante l’evocazione di creature mostruose e infernali, che non tardano a perseguitare i malcapitati ragazzi. Ma durante la proiezione del film una spettatrice, a causa di una piccola ferita sul viso, si trasforma ben presto in un essere terrificante bramoso di aggredire e mordere le creature umane, riducendole alla propria mostruosa condizione. Molta gente del pubblico in sala subisce la terribile metamorfosi e tra gli spettatori ancora non contagiati si diffonde il panico,  seguito  però immediatamente dal sangue freddo necessario a  collaborare per mettersi in salvo dalla minaccia di quegli esseri malefici. Cheryl e Kathy, insieme ai due loro coetanei George e Ken, e a varie altre persone, si barricano nella zona del palco del cinematografo, attendendo i soccorsi dall’esterno, visto che le porte d’ingresso e d’uscita del locale sono risultate misteriosamente murate. Ma i mostri riescono a penetrare in quell’area  e a mietere altre vittime; alla fine i soli sopravvissuti alla degenerazione demoniaca  sono Cheryl e George che trovano una via di scampo verso l’esterno, uscendo finalmente dal locale. Sono raccolti sull’automobile di una famigliola in fuga e comprendono che i dèmoni imperversano ormai ovunque nella città. Tuttavia, di lì a poco anche Cheryl subisce l’orrenda trasformazione in un demone e George è costretto ad  ucciderla, mentre l’auto sfreccia lungo una strada extra-urbana.

Basato su un soggetto di Dardano Sacchetti e su una sceneggiatura dello stesso Sacchetti e di Dario Argento, che ne è anche il produttore, Franco Ferrini e Lamberto Bava, che lo dirige, “Dèmoni” (“Demons”) è un film capolavoro italiano della scienza cinematografica dell’orrore e rappresenta ancor oggi uno dei trionfi nazionali e internazionali di questa disciplina della comunicazione di massa contemporanea. Il regista Bava – degno figlio d’arte dell’indimenticabile Mario Bava – governa con apprezzabile professionalità questa grossa macchina spettacolare realizzata con un largo impiego di mezzi, amalgamando il clima tragico dai lontani echi scespiriani che permea l’avventura, la tensione emotiva, l’irrompere sconvolgente di un soprannaturale aggressivo e devastante nella vita quotidiana delle persone che d’improvviso passano dalla normalità ad una anormalità irrazionale e indecifrabile, ed una  girandola di eccezionali effetti speciali grandguignoleschi.
Sotto il profilo della filosofia, della storia, del giornalismo, della psicoanalisi e della pedagogia-didattica idealistico-esoteriche di quel che è compreso nella dimensione psicologico-spirituale conscia e subconscia dell’immaginario individuale e collettivo che a sua volta sostanzia la comunicazione di massa cinematografica verbale (nella lingua italiana parlata e in altri idiomi, costituendo così una forma di letteratura) e non-verbale (comportamentale, situazionale e visiva), la  pellicola “Dèmoni” di Bava evidenzia prima di tutto  il regresso della Ragione o dello Spirito ossia dell’Essere spirituale dell’uomo e della sua civiltà negli ideali antropologico-morali etico-morali, sociologico-politici e scientifico-conoscitivi retrogradi della supremazia che, nell’Occidente evoluto e liberaldemocratico (come la Repubblica Federale Tedesca nella quale è ambientata la vicenda filmica), un oscuro potere stabilisce sulle menti e sui corpi degli individui umani inermi di fronte ad esso, privandoli del tutto di una coscienza razionale eticamente orientata in una direzione positiva e riducendoli al rango di automi spinti da impulsi bestiali e distruttivi (l’autorità soprannaturale, tenebrosa e diabolica che ingabbia le persone all’interno del cinematografo, ne è una riuscita metafora); della perdita di un pensiero logico-razionale e intellettuale avanzato sul piano morale e culturale, nonché autonomo rispetto ad ogni dominazione esterna, da parte dei soggetti umani, i cui meccanismi mentali retrocedono ad un ambito puramente istintuale e animalesco (l’agire all’insegna della violenza aggressiva delle creature dall’aspetto diabolico, e l’agire deteriore di un gruppo di giovani eroinomani, rappresentano delle efficaci manifestazioni metaforiche di una tale condizione); e del male che si annida nelle pieghe delle società civili occidentali rette dalle democrazie liberali, che vengono fatalmente annientate insieme alle leggi democratiche che le regolano – in seguito all’annichilimento dei diritti alla vita, alla libertà e all’autodecisione democratica di ciascuno – nel momento in cui il primo si esplicita.
Nel medesimo tempo, “Dèmoni” di Bava sottolinea il progresso dello Spirito illuministico ovvero dell’Essere spirituale illuministico o della Ragione illuministica degli appartenenti all’umanità e della loro civilizzazione negli ideali antropologico-ontologici etico-morale, sociologico-politici e scientifico-conoscitivi evoluti  del cooperativismo, dell’egualitarismo, della consapevolezza da parte di ciascuno del bene collettivo al di là degli egoismi e degli egocentrismi, e del ruolo direttivo da parte degli anonimi e comuni portatori della forza-lavoro fisica e mentale nel contesto sociale, per far fronte ad un pericolo che grava su una pluralità di persone e per sviluppare ulteriormente e salvaguardare la liberaldemocrazia che rischia l’annientamento a causa della volontà di potenza o di dominio assoluto che sopprime i diritti di tutti a vivere e ad essere liberi (ricordiamo, a questo proposito, gli spettatori del cinematografo che si organizzano e collaborano, sotto la guida di soggetti umani comuni, per  salvarsi dall’assalto dei dèmoni); e dell’apertura delle menti  alle scienze occulte, come la magia e la stregoneria, al fine di contrastare meglio la malvagità, e di diventare consapevoli dell’esistenza di altri mondi ovvero di altri piani dimensionali o di altri universi, paralleli al nostro (la lavorazione del film fu accompagnata da una serie di fenomeni paranormali e razionalmente inspiegabili, a onor della cronaca).
Intorno alle suddette idealità, il lungometraggio “Dèmoni” di Bava ha generato e genera rispettivamente il dissenso e il consenso morali dei suoi realizzatori (dal soggettista e dagli sceneggiatori, dal produttore e dal regista agli attori principali e secondari) e del pubblico del passato e del presente, nelle cui psicologie esse storicamente hanno dimorato e dimorano (ai livelli del conscio e dell’inconscio), e che le hanno poste e le considerano come altrettanti esempi per l’evoluzione del pensiero, del linguaggio verbale scritto e parlato (nelle lettere italiane e di altri idiomi del mondo), e dei comportamenti interpersonali e sociali.
Va anche precisato che questi ideali sono anche dei significativi filtri per le traduzioni, per l’interpretariato e per le mediazioni linguistiche e interculturali dei testi della pellicola in esame – e non solo – dalla lingua italiana ad altre lingue, come l’inglese, facendone in tal modo progredire lo Spirito o la Ragione o l’Essere spirituale in esse intrinseco.
Sono ben costruite, poi, le prove interpretative degli attori, dalla Hovey e da Barberini a Zinny, alla Cozzo ed agli altri, mentre è godibile la colonna sonora di Claudio Simonetti, arricchita da molte canzoni di musica “pop dance”, così da rappresentare meglio il punto di vista del mondo giovanile del penultimo decennio del secolo XX° sui fatti narrati.
Il cinema, come la letteratura, dell’orrore e, più in generale, del fantastico, servono alla comprensione delle profondità di noi stessi e della realtà in cui siamo inseriti, e il film “Dèmoni” di Lamberto Bava ne è una dimostrazione.

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