Smile di Parker Finn
Smile
(2022)
di Parker Finn
Titolo
Originale: Smile. Paese di Produzione: USA, 2022. Lingua: Inglese.
Regia: Parker Finn. Soggetto: Parker Finn. Sceneggiatura: Parker
Finn. Produttori: Marty Bowen, Wyck Godfrey, Isaac Klausner, Robert
Salerno. Case di Produzione: Paramount Players, Temple Hill
Entertainment. Distribuzione (Italia): Eagle Pictures. Montaggio:
Elliot Greenberg. Musiche: Cristobal Tapia de Veer. Interpreti: Sosie
Bacon (dr. Rose Cotter), Kyle Galner (Joel), Caitlin Stasey (Laura
Weaver), Jessie T. Usher (Trevor), Rob Morgan (Robert Talley), Kal
Penn (dr. Morgan Desai), Robin Weigert (dr. Madeline Northcott), Judy
Reyes (Victoria Munoz), Gillian Zinser (Holly), Dora Kiss (madre),
Kevin Keppy (madre, incubo), Nick Arapoglou (greg), Sara Kepner
(Stephanie), Jack Sochet (Carl Renken).
Smile è un horror che ti sorprende, ché oggi come oggi di film dell’orrore che fanno davvero paura e che ti fanno sobbalzare sulla poltrona ce ne sono davvero pochi. Sarà perché l’ho visto al cinema (The Space, multisala di Livorno), in un cinema (se Dio vuole!) gremito di ragazzini, alzando pericolosamente l’età media, ma questo film mi è piaciuto davvero. Smile è horror psicologico soprannaturale, perché l’entità maligna che s’impossessa del corpo del malcapitato di turno esiste davvero, ma tutto quel che ruota attorno ai personaggi riporta ad antichi traumi mai superati. Sceneggiatura che non perde un colpo, con un doppio finale sorprendente, un esito che non ti aspetti e che apre le porte a una possibile seconda parte. Personaggi scritti molto bene, soprattutto la protagonista, interpretata a dovere da un’esperta figlia d’arte come Sosie Bacon; effetti speciali interessanti, suspense curata ai massimi livelli, con musica agghiacciante e sorrisi stranianti da parte delle vittime. Un film dove si muore sorridendo, ma è un sorriso sinistro, un ghigno beffardo, che ti riporta alle paure ancestrali e ad antiche mancanze. Un’entità malvagia che passa di persona in persona, ma che trova terreno fertile dove in passato è accaduto qualcosa di tragico e di terrificante. Molte sequenze sono davvero agghiaccianti, soprattutto la parte in cui la protagonista rivive antichi traumi infantili e la morte della madre che avrebbe potuto evitare. Il film di Parker Finn deriva da un precedente corto girato dallo stesso regista, vincitore di alcuni premi, intitolato Laura Hasn’t Slept, che narra di una donna che cerca l’aiuto di un terapista per liberarsi di un incubo ricorrente. Regista, che non conosco, confesso la mia ignoranza, davvero bravo, anche perché, come i nostri antichi autori italiani del cinema di genere, fa tutto da solo, dal soggetto alla messa in scena. Se amate l’horror vero, come si faceva una volta, non lo dovete perdere.
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