Figli del sole di Majid Majidi
Pubblicato da Gordiano Lupi in Cinema · Lunedì 19 Mag 2025 · 2:45
Tags: Majid_Majidi, Rouhollah_Zamani, Shamila_Shirzad, Abolfazl_Shirzad, Alì_Nassirian, Film, Recensioni
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Girato tra poetici piani sequenza, concitate soggettive e primi piani
Buon cinema che unisce la spettacolarità dell’azione al fatto (non da poco) di far pensare
Figli del sole (Iran, 2020)
Regia: Majid Majidi. Soggetto e Sceneggiatura: Majid Majidi, Nima Javidi. Fotografia: Hooman Behmanesh. Montaggio: Hassan Hassandoost. Effetti Speciali: Javad Matouri. Musiche: Ramin Kousha. Scenografia: Keyvan Moqaddam. Costumi: Amir Malekpour. Trucco: Mir-Moshen, Mousavi Madani. Produttore: Majid Majidi, Amir Banan. Produttore Esecutivo: Mehdi Badrlou. Distribuzione (Italia): Europictures. Lingua Originale: Persiano. Paese di Produzione: Iran, 2020. Durata: 99’. Genere: Drammatico. Interpreti:Rouhollah Zamani (Alì), Shamila Shirzad (Zahra), Abolfazl Shirzad (Abolfazl), Alì Nassirian (Hashem), Javed Ezzati (Rafie, il vicepreside della scuola), Tannaz Tabatabaei (madre di Alì), Seyed Mahammad Mehdi Mousavi Fard (Mamad), Mani Ghafouri (Reza), Safar Mahammadi (Safar, il bidello della scuola), Alì Ghabeshi (Amani, il preside della scuola), Mohammadreza Vakili (Kaveh).
Un bel film iraniano scelto per rappresentare il proprio paese agli Oscar 2021, tra l’altro piazzato tra i 15 finalisti, cosa non da poco per una cinematografia piccola ma vitale capace di sfornare prodotti interessanti sia da un punto di vista tecnico che sociale. In Italia Figli del sole si è visto in anteprima al Festival di Venezia. La storia è ambientata nei sobborghi di Teheran e vede protagonista il piccolo Alì, dodici anni, che (come tutti i suoi coetanei) vive di espedienti, tra piccoli lavori e furti praticati con destrezza. A un certo punto del racconto viene fuori la possibilità di recuperare un tesoro nascosto in un tunnel sotterraneo di una scuola retta da un istituito di beneficenza. Non tutto è come sembra, ma non anticipiamo niente perché la suspense è uno dei maggiori pregi di un film sceneggiato con perizia e girato con grande attenzione ai particolari e con buona tecnica di base. Diciamo solo che dovremmo intenderci sul significato della parola tesoro, non per tutti uguale, soprattutto per un bambino non ha la stessa valenza che per un vecchio criminale. Tra i pregi del film il fatto di mostrare una capitale in abbandono e i mille problemi che la caratterizzano, tra questi la delinquenza minorile e i bambini cresciuti in strada, senza un’educazione e un’istruzione adeguata. Il regista mette l’accento sulla presenza di associazioni benemerite e di persone preparate che riescono a far fronte alle problematiche diffuse con tanta buona volontà e poco aiuto da parte delle istituzioni. Un film coraggioso, girato tra poetici piani sequenza, concitate soggettive e primi piani che comunicano più di tanti dialoghi. I ragazzi chiamati a interpretare la parte degli amici alla ricerca del tesoro sono molto bravi e credibili, al punto che sembra di assistere a una messa in scena neorealistica. Fotografia pastello e luminosa di una Teheran bruciata dal sole, molti interni claustrofobici e teatrali, davvero angosciante la parte in cui Alì resta prigioniero del tunnel pieno d’acqua. Buon cinema che unisce la spettacolarità dell’azione al fatto (non da poco) di far pensare. Visto su Rai 5 che passa pellicole senza pubblicità. Reperibile su Rai Play.
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- Gordiano Lupi: https://www.gordianolupi.it/