La ragazza con il braccialetto di Stéphane Demoustier
Pubblicato da Gordiano Lupi in Cinema · Mercoledì 02 Apr 2025 · 4:00
Tags: Stéphane_Demoustier, Gonzalo_Tobal, Roschdy_Zem, Chiara_Mastroianni, Melissa_Guers, Anais_Demoustier, Annie_Mercier, Film, Recensioni
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Thriller giudiziario crudo e realistico
Molto teatrale teso a narrare la vita degli adolescenti, spesso ignota agli adulti
La ragazza con il braccialetto (Francia, Belgio, 2019)
Regia
e Sceneggiatura: Stéphane Demoustier. Soggetto: Gonzalo Tobal e
Ulises Porra
Acusada
(film argentino), sceneggiato liberamente. Montaggio: Damien
Maestraggi. Musiche: Carla Pallone. Case di Produzione: Petit Film,
France 3 Cinéma, Frakas Productions. Distribuzione (Italia): Satine
Film. Titolo originale: La
fille au bracelet.
Genere: Drammatico. Durata: 96’. Paesi di Produzione: Francia,
Belgio. Lingua Originale: Francese. Interpreti: Roschdy Zem (Bruno
Bataille), Melissa Guers (Lise Bataille), Anais Demoustier (avvocato
generale), Chiara Mstroianni (Céline Bataille), Annie Mercier
(avvocato di Lise), Pascal Garbarini (Presidente del Tribunale), Anne
Paulicevich (Signora Dufour), Xavier Maly (medico legale), Vincent
Colombe (esperto ADN).
Un
thriller giudiziario crudo e realistico, non originale come soggetto
perché tratto dalla pellicola argentina Acusada
(2018) di Gonzalo Tobal, ma adattato alla realtà contemporanea
francese. La pellicola comincia con un’angosciante sequenza marina
per raccontare in diretta l’arresto della sedicenne Lise Bataille,
accusata di aver ucciso con sette coltellate Flora Dufour, la sua
miglior amica. La polizia arriva sulla spiaggia dove la famiglia
Bataille - composta dai genitori e dal fratello minore - si trova a
passare una giornata festiva, dopo una breve spiegazione al padre,
conduce la ragazza in caserma per un interrogatorio. Il rumore del
mare copre quasi del tutto il dialogo, così come una musica cupa e
assordante introduce a un drammatico piano sequenza che vede Lise
uscire di scena. Passano due anni, troviamo la ragazza reclusa in
casa con il braccialetto elettronico per controllarne i movimenti,
adesso che ha compiuto 18 anni sta per cominciare il processo. Il
film si svolge quasi per intero nell’aula giudiziaria, tra
interrogatori di un’arrogante e retrogrado Pubblico Ministero al
femminile, la difesa del legale (donna pure lei ma di mentalità
aperta) e testimoni che scorrono in rapida successione. Vediamo parti
scabrose come le foto del cadavere accoltellato in una pozza di
sangue e un filmato porno pubblicato su Internet, ci sono accenni al
passato e all’amicizia affettuosa tra le ragazze, anche se
interrotta da una forte lite dopo la pubblicazione del video. Parlano
il padre, la madre, gli amici, persino il coetaneo al quale Lise
aveva praticato una fellatio
messa in rete dall’amica, in una ricostruzione angosciante degli
eventi. Un film molto teatrale girato dentro il Palazzo di Giustizia,
con poche sequenze in esterno che riguardano la vita della famiglia e
della ragazza con il braccialetto, giocato sulla recitazione dei
protagonisti, teso a narrare la vita degli adolescenti, spesso ignota
agli adulti. Il dramma familiare si consuma in un interno, con i
genitori convinti dell’innocenza della figlia ma esasperati e
distrutti per quel che scoprono nel corso delle udienze. L’intervento
finale del difensore sottolinea quanto poco noi adulti sappiamo sulla
vita sessuale degli adolescenti e quanto siano distanti da noi e
dalle nostre esistenze. Intensa la parte in cui Lise pronuncia
un’accorata difesa e si scusa con la madre dell’amica uccisa. Il
regista punta sul primo piano della ragazza, scavando tra le pieghe
del volto per mostrare la sofferenza repressa che finalmente trova
libero sfogo. La sentenza non si anticipa, perché è il colpo di
scena di una pellicola girata secondo il manuale del thriller
giudiziario, anzi, capace di fare scuola. Recitazione per sottrazione
da parte degli attori - tutti molto bravi, anche i più giovani - con
poche frasi incisive ed espressioni del volto che comunicano più di
tante parole. Roschdy Zem, nei panni di Bruno Bataille, recita un
ruolo complesso come padre inconsapevole macerato dal dolore. Chiara
Mastroianni (doppiata da Chiara Colizzi) non è meno brava a calarsi
nei panni di una madre spesso assente, ma innamorata della figlia e
affranta da dolore. La giovanissima Melissa Guers è una perfetta
Lise Batille, silenziosa e cupa, al punto di dare un’impressione di
freddezza che non fa parte del suo carattere. Non si potrebbe
chiedere di meglio alla recitazione di un’adolescente, al suo primo
ruolo importante nel cinema. La
ragazza con il braccialetto è
cinema drammatico di alto livello, consigliato per chi ama il
thriller giudiziario che fa pensare.
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