Prova a prendermi di Steven Spielberg
Pubblicato da Gordiano Lupi in Cinema · Martedì 01 Lug 2025 · 4:45
Tags: Steven_Spielberg, Frank_Abagnale_Jr., Jeff_Nathanson, Leonardo_Di_Caprio, Tom_Hanks, Christopher_Walken, Film, Recensioni
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Tratto dal romanzo autobiografico di Frank Abagnale Jr.
La vita del più grande truffatore della storia degli Stati Uniti d’America
Prova a prendermi (Usa, 2002)
Regia: Steven Spielberg. Soggetto: Frank Abagnale Jr. (romanzo omonimo), Stan Redding (revisione). Sceneggiatura: Jeff Nathanson. Fotografia: Janusz Kaminski. Montaggio: Michael Kahn. Musiche: John Williams. Produttori: Steven Spielberg, Walter F. Parkes. Produttori Esecutivi: Barry Kemp, Laurie MacDonald, Anthony Romano, Michael Shane. Effetti Speciali: John C. Hartigan, Nathan McGuinness. Scenografia: Jeannine Oppewall, Sarah Knowles,
Leslie Pope. Costumi: Mary Zophres. Trucco: Lois Burwell, Sian Grigg, Daniel Striepeke. Case di Produzione: Dreamworks SKG, Amblin Entertainment, Muse Entertainment, Splendid Pictures, Kemp Company,
Parkes / MacDonald Productions. Distribuzione (Italia): DreamWorks Pictures. Titolo Originale: Catch Me If You Can. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 2002. Durata: 141’. Genere: Biografico. Interpreti: Leonardo Di Caprio (Frank
Abagnale Jr.), Tom Hanks (Carl Handratty), Christopher Walken (Frank Abagnale Sr.), Martin Sheen (Roger Strong), Nathalie Baye (Paula Abagnale), Amy Adams (Brenda Strong), James Brolin (Jack Barnes),
Brian Howe (Earl Amdursky), Frank John Hughes (Tom Fox), Steve Eastin (Paul Morgan), Chris Ellis (agente Witkins), John Finn (direttore Marsh), Jennifer Garner (Cheryl Ann), Dave Hager (giudice), Nancy Lenehan (Carol Strong),
Ellen Pompeo (Marci), Elizabeth Banks (Lucy).
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Tutto quello che Spielberg realizza è fantastico, c’è poco da dire, un film in tono minore credo proprio non sia nelle sue corde, oltre al fatto che cambia sempre lo scenario e il tema entro il quale si muove. Catch Me If You Can (titolo originale) adatta per il grande schermo - grazie alla sapiente sceneggiatura di Jeff Nathanson - il romanzo autobiografico scritto da Frank Abagnale Jr., rivisto (in parte) da Stan Redding. La vita del più grande truffatore della storia degli Stati Uniti d’America viene sviscerata sin dall’infanzia, segue il divorzio dei genitori (causa tradimento materno), illustra una carriera
come spacciatore di assegni falsi e millantatore d’alto bordo, per finire con la galera (due anni in Francia, quindi dodici di isolamento ad Atlanta) e la collaborazione attiva con l’FBI. Inutile raccontare la
trama per filo e per segno, il regista (e lo sceneggiatore) mettono in evidenza il rapporto solido tra padre e figlio, con quest’ultimo che tramanda la favola del topolino, vecchio cavallo di battaglia paterno: “Due topolini caddero in un secchio pieno di panna; il primo topolino si arrese subito e annegò, il secondo topolino non voleva mollare e si sforzò a tal punto che alla fine trasformò quella
panna in burro, e riuscì a saltar fuori; signori da questo momento io sono quel secondo topolino”. Struttura narrativa per lunghi flashback, partendo dalla prigionia, alternando sequenze della cattura per approfondire
il legame tra Abagnale Jr e l’agente Carl Andratty, il tutto ben costruito grazie a un montaggio non consequenziale (Michael Kahn) ma comprensibile. La pellicola è di lunga durata - 141 minuti - ma deve raccontare un’intera esistenza e non annoia per niente, quindi la misura è
giusta. La fotografia di Janusz Kaminski è anticata a dovere per ambientare la vicenda negli anni Sessanta e modificandosi asseconda il passare del
tempo. Le scenografie di Jeannine Oppewall sono fantasmagoriche come in ogni film girato da Spielberg che non bada a spese - fa con il suo, visto che è anche produttore insieme a Walter F. Parkes - per ricreare su celluloide quel che ha immaginato nella sua mente. Spielberg, in realtà, vorrebbe soltanto produrre questa pellicola, ma si vede costretto a mettersi dietro la macchina da presa dopo le rinunce di Gore Verbinski - impegnato con La maledizione della prima luna -, Lasse Hallstrom, Milos Forman e Cameron Crowe. La pellicola non ci perde, è il genere di cinema che Spielberg predilige, pure se non ci sono elementi fantastici, la remora è che per girare Prova a prendermi deve rinunciare a Memorie di una geisha e Big Fish. Lo spettatore non deve pensare di assistere a una sorta di cinema verità, perché la sceneggiatura è stata elaborata partendo da un’autobiografia
scritta da un personaggio molto simile a quello che il film mostra, una sorta di bugiardo patologico, egocentrico e millantatore. Redding e Nathanson - in pieno accordo con Abagnale - tra l’altro modificano la realtà (non si parla della prigionia in Svezia) per rendere cinematografica
al punto giusto il rapporto stretto tra criminale e poliziotto. Leonardo Di Caprio e Tom Hanks sono bravissimi e si contendono la palma dell’attore più pagato, il secondo viene persino nominato agli Oscar come miglior
attore non protagonista. La colonna sonora scritta da John Williams rischia di vincere una statuetta, pesca nei brani d’epoca e rende omaggio a Frank Sinatra (Fly With Me) e ai Kinks (You Reallt Got Me). Film girato tra gli Stati Uniti e il Canada - è molto on the road vista la storia narrata -, con un budget alto (52 milioni di dollari) ma ne incassa oltre trecentocinquanta, forse uno dei maggiori successi commerciali degli anni Duemila.
Da riscoprire!
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