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The 100 girlfriends di Hikaru Sato

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The 100 girlfriends di Hikaru Sato

Club GHoST & Ipnotica
Pubblicato da Marco Molendi in Anime · Giovedì 01 Mag 2025 · Tempo di lettura 3:15
Tags: The_100_girlfriendsHikaru_SatoAkane_YanoBibury_animation_StudiosAnimazioneSerie_tvRecensioni

Due stagioni di dodici episodi

Anime divertente che ha molto in comune con l’attuale "Dandadan", solo senza violenza e con il quadruplo delle donne

The 100 girlfriends who really really really really REALLY love you (2024)
Regia: Hikaru Sato
Character Design: Akane Yano
Musiche: Shuhei Mutsuki, Shunsuke Takizawa, Eba
Produzione: Bibury animation Studios

Perché l’ho visto? Perché no? Cioè pensavo fosse uno di quegli anime pieni di donne nude e situazioni imbarazzanti come non ne ho certo consumato una grande quantità nel corso della mia vita. No. Nononono. E non ho rubato un robot al mio vicino di casa da bambino. Due. Comunque il fatto è che questo The100 (davvero, bisogna accorciare) non lo è. É più una commedia surreale, ma tanto surreale.

Rentaro è un liceale sfortunato che cerca l’amore e non lo trova. Non c’è un motivo particolare, ha avuto sfortuna. La cosa però gli pesa e va a pregare al tempio. Lì un dio gli si manifesta e gli dice una cosa del tipo: “Oh! Scusa, ti ho un po’ bistrattato. D’ora in poi appena incontri una che io reputo sia candidabile a tua anima gemella, lo sarà”. Aggiunge poi che, a conti fatti, sono cento ragazze e che se lui le rifiuta loro moriranno.
Moriranno? Sì, pare ci sia questo “problemino” che perdere il tuo amore predestinato ne causi la dipartita. Rentaro, che è buono come il pane, volenteroso e dotato di un profondo candore, si getta nel mondo con questa responsabilità innamorandosi di quasi tutte le ragazze che incontra. Ricambiato, costruisce una gigantesca famiglia allargata al fine di essere felice lui, sì, ma anche di tenerle tutte in vita.

Due stagioni di dodici episodi e dovrebbe essere concluso così; all’undicesima ragazza di cento. Spoiler, non è detto che non arrivi alle cento, è solo che l’anime finisce a undici. Ogni ragazza ha una forte caratterizzazione che centra uno degli stereotipi tipici degli anime e che la distingue dalle altre. Lui ne incontra anche due a puntata, a seconda di come va (ogni episodio racconta spesso due vicende distinte), altre volte tutti insieme affrontano delle vere e proprie “saghe” come se fosse uno shonen. È pregevole che l’anime non si focalizzi solo sulla ragazza nuova di turno lasciando in ombra le altre (come succede quasi sempre in anime del tipo “un ragazzo e trentadue fidanzate”) ma ci sia sempre un minimo di equilibrio di partecipazione di tutti i personaggi. Questo rende le puntate sempre più cariche, visto che il cast aumenta.
Ma a parte questo, di che cosa parla? Come dicevo nell’intro, nonostante alcune delle ragazze siano pervertite e i doppi sensi si sprechino, l’anime è surreale. Non lo è solo per la premessa, ma un po’ tutto quello che avviene è al limite del delirio. Non dico che riprenda i fasti di Excel saga, quello è inarrivabile, ma talvolta lo sfiora. Le citazioni si sprecano e soprattutto lo sono i tributi a DragonballZ. Tutto mia spettavo tranne che sentir parlare di supersayan in una partita di baseball. Io ho riso, ho riso tanto, mi sono divertito un sacco con questa commediola tutta matta.
L’animazione è fluida e carina, ovviamente si tende al “moe” e talvolta la superdeformed. Le musiche sono simpatiche e allegre, stessa cosa per le due sigle. Il tutto è adatto senza essere memorabile.
Io penso che se uno supera i pregiudizi sul genere può trovare questo anime molto divertente. Potremmo quasi dire che ha molto in comune con l’attuale Dandadan, solo senza violenza e con il quadruplo delle donne.

La locandina dell'anime.

Fonti di questo articolo:
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