The Witcher: le sirene degli abissi di Kang Hei Chul
Pubblicato da Marco Molendi in Animazione · Giovedì 03 Apr 2025 · 2:30
Tags: Kang_Hei_Chui, Mike_Ostrowski, Rae_Benjamin, Joseph_Trapanese, Studio_Mir, The_Witcher, Cinema, Recensioni
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Un prodotto con la “P” maiuscola
Animazione fluida, mai meccanica con combattimenti epici e violentissimi
The
Witcher: le sirene degli abissi (2025)
Regia:
Kang Hei Chui
Sceneggiatura:
Mike Ostrowski, Rae Benjamin (ovviamente ispirandosi al racconto
originale)
Produzione:
Studio Mir
Musiche:
Joseph Trapanese
Netflix
ha il monopolio sul brand di The
Witcher.
Non ha solo distribuito una serie con una prima stagione ottima, una
seconda mediocre e una terza che nessuno vuole vedere (o nessuno ha
visto? È uscita? Frega a qualcuno?) ma anche un paio di
lungometraggi animati davvero degni di nota. Ops, ho spoilerato,
questo è il secondo dei due.
La
trama è molto semplice perché si rifà al classico stile narrativo
di The
Witcher.
Geralt è in giro a caccia di contratti insieme a Ranuncolo. Ne trova
uno per sconfiggere un mostro marino e intanto conosce una bella
donna, ma pensa sempre alla sua, più o meno, ex mentre picchia i
mostri. Nel dettaglio la trama si complicherà quando verrà fuori
che quel villaggio marittimo è quello originario del suo amico bardo
e che in quel luogo vivono una fragile alleanza con il popolo delle
sirene che ha permesso ai due popoli di vivere in pace, almeno fino a
quel momento.
Non
ho letto il racconto originale, ma è chiaramente “La
sirenetta”
in versione Witcher, e questo mi è piaciuto tantissimo. Ovviamente
cambia molto dalla fiaba originale, ma ci sono molti passaggi
inconfondibili. Scordatevi che Geralt sia il principe. Il finale mi è
piaciuto tantissimo, una scelta davvero innovativa, una volta tanto.
Tecnicamente
stiamo parlando di un prodotto con la “P” maiuscola. L’animazione
è fluida, mai meccanica e molto bella da vedere. I combattimenti
sono epici e violentissimi, ma al contempo si capisce ogni cosa.
Questa gente sa fare il suo lavoro e non gli sono mancati i soldi per
realizzarlo.
La
colonna sonora è eccezionale anche per un dettaglio semplice, ma che
io, da giocatore, non ho potuto non notare. In diverse parti è
proprio quella del gioco, usata esattamente come sarebbe montata
nelle scene dello stesso. Il grido delle donne che iniziano la
canzone un secondo prima che inizi un combattimento mi ha fatto
cercare il joypad (per la cronaca, ho rotolato a lato, mandando
avanti il film di alcuni minuti, ma non sono morto).
Se
vogliamo trovare il pelo nell’uovo di questo film è che è sempre
la stessa storia di Geralt con il solito andamento, ma se non piace
The
Witcher,
beh, non guardate The
Witcher.
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