Demonia di Lucio Fulci

Demonia di Lucio FulciDemonia di Lucio Fulci.

Demonia di Lucio Fulci, senza dubbio il più riuscito e il più ispirato e il regista sembra ritrovare almeno in parte la vena dei suoi titoli migliori.

Demonia di Lucio Fulci narra di una giovane archeologa, Liza, che si trasferisce nella Valle dei Templi, in Sicilia, per studiare le influenze della cultura greca su quei luoghi. Già prima di partire, però, durante una seduta spiritica, turbata da una visione, sviene. Giunta dove si effettuano gli scavi, scopre che gli abitanti hanno qualcosa da nascondere e che in un monastero vicino, nel Medioevo, quattro suore e la madre superiora furono crocifisse. La ragazza visita il monastero, vede i cadaveri mummificati e ha delle allucinazioni in cui rievoca il terribile fatto. Intanto cominciano a susseguirsi terribili omicidi mentre l’ispettore Carter (interpretato dallo stesso Fulci) indaga insieme al suo assistente.

Nel 1990 il periodo della decadenza creativa del regista più sanguigno (in tutti i sensi) del cinema italiano, cioè Lucio Fulci, pareva giunta a un punto di non ritorno. Dopo il buon risultato ottenuto con Aenigma nel 1986, e fatta eccezione per il discreto tv-movie La casa nel tempo (realizzato per Reteitalia e mai trasmesso, un brutto colpo), tra Un gatto nel cervello e Sodoma’s ghost, Il miele del diavolo e Voci dal profondo, Quando Alice ruppe lo specchio e Zombi 3 (che avrebbe potuto diventare un discreto film, ma che il regista lasciò a metà riprese, portate a termine dal più accomodante Bruno Mattei), Fulci non ne azzecca più una, anche per colpa dei budget miserrimi con cui si deve arrangiare. Difficile salvare qualcosa in queste pellicole, se non il divertimento provocato dai consueti eccessi gore. Eppure Demonia, realizzato appunto nel ’90, è senza dubbio il più riuscito e il più ispirato e Fulci sembra ritrovare almeno in parte la vena dei suoi titoli migliori.

Qui i poliziotti sono figure abbastanza inutili e poco interessante risulta anche il personaggio del professore, che ha il volto d’un attore molto amato dal regista, quel Brett Halsey già interprete di vari film di Freda. Spicca invece il bel viso della protagonista Meg Register, sui cui occhi Fulci zooma spesso e volentieri e la cui attonita inespressività risulta molto funzionale, quasi come quella dell’insuperabile Janet Agren. D’altronde è bionda come lei e, si sa, Fulci aveva una passione per le bionde. Cosa che confermerà in un’intervista: “Hitchcock aveva detto: non avrei mai girato tanti dei miei film se ogni volta non avessi avuto una bionda in pericolo! (…) E io pure ingaggio donne bionde.”

I momenti migliori di Demonia sono appunto le deambulazioni diurne e notturne della Register fuori e dentro il monastero, elogio della lentezza di un regista sempre più arroccato nelle sue convinzioni, e ovviamente i momenti splatter, non particolarmente esagerati ma riusciti. L’omicidio del macellaio, tramortito dai quarti di bue nella cella frigorifera, sgozzato con un uncino e lasciato congelare con la lingua inchiodata a un tavolo. O lo morte, atroce, di un giovane archeologo: effetto speciale quasi miracoloso, considerati i pochi soldi a disposizione, e dimostrazione di come i cineasti italiani siano bravissimi nell’arte d’arrangiarsi. Demonia risulta una sorta di testamento di Fulci (più del quasi autobiografico e coevo Un gatto nel cervello), regista emarginato e per questo oltremodo incattivito e cinico, ma qui ancora capace di dirigere un film senza farsi prendere la mano dal suo nichilismo anti-borghese, che lo spingeva spesso oltre i limiti. Da sottolineare una certa cattiveria (casuale?) nei confronti dell’infanzia. In una scena infatti un bambino inciampa in una corda e per questo causa lo squartamento del padre (e lo vedremo poi lordo di sangue). In seguito assistiamo all’atroce morte di un neonato. Si può sghignazzare, ammirare il coraggio o rimanere disgustati. Ma si capirà meglio il tutto se si accetterà l’idea cinematografica che il regista aveva maturato dai tempi de …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà: filmare un susseguirsi di orrori assoluti e agghiaccianti, senza un senso logico, quasi come nel Teatro della Crudeltà di Artaud, folle poeta visionario che Fulci tanto ammirava.

DEMONIA
Regia di Lucio Fulci
Con Brett Halsey, Meg Register, Lino Salemme, Christina Englehardt, Pascal Druant, Grady Thomas Clarkson, Ettore Comi, Carla Cassola.
Titolo originale: Demonia.
Horror, durata 86 min. – Italia 1990