Sweet Movie di Dusan Makavejev

Sweet Movie di Dusan MakavejevSweet Movie di Dusan Makavejev, per palati fini e per tutti gli individui che abbiano la capacità di estraniarsi dal mondo per un’ora e mezza.

Sweet Movie di Dusan Makavejev, un film che va ascoltato, vissuto, assorbito, digerito e solo in seguito visto con gli occhi, ma non nel senso stretto del termine, bensì con quelli metafisici dell’anima e della mente.

Sweet Movie di Dusan Makavejev rappresenta un turbinio di simbolismi e profondi significati, celati e trasposti sotto la “semplicistica” forma di una sapiente e immensa pellicola, trasbordante di misticismo e in grado di evocare i più diversificati stati d’animo, alternando la reale cognizione dell’intelletto alla metafora celata dietro tutta la sua produzione!

Avanti o Popolo, alla riscossa, BANDIERA ROSSA… Trionferà!

Si può soltanto capire a fine visione cosa abbia spinto, con estremo entusiasmo e amore per il cinema, il Maestro Pier Paolo Pasolini a cimentarsi nella trasposizione Italiana di quest’opera, curandone insieme ad un altro mostro sacro del panorama letterario italiano, Dacia Maraini, anche il doppiaggio.
Bandito in diversi paesi a causa delle tematiche socio-politiche trattate, della violenza e delle innumerevoli scene di nudo integrale incastonate in tutta la sua durata, questo non può essere definito affatto un semplice film estremo, tanto meno e più che mai, senza voler denigrare la capacità di visione dello spettatore medio, etichettarlo come un prodotto adatto a tutti.
Per palati fini e per tutti gli individui che abbiano la capacità di estraniarsi dal mondo per un’ora e mezza con voglia di tuffarsi a capofitto, con la mente sgombra e pronta ad analizzare ogni singolo frame per trarne la propria interpretazione, in quest’enorme e magistrale perla cinematografica, donata al mondo da un altro grandissimo regista, mai banale e sempre criptico nel suo modo di far cinema: Dusan Makavejev.
Nel 1974 viene distribuito Sweet Movie – Dolcefilm in cui, oltre alla sua marcata impronta registica, si possono notare tranquillamente scelte tecnico/registiche tipiche del cinema di Kubrick, del già citato e compianto Pasolini e anche di Jodorowsky.

Un film che va ascoltato, vissuto, assorbito, digerito e solo in seguito visto con gli occhi, ma non nel senso stretto del termine, bensì con quelli metafisici dell’anima e della mente.

Sweet Movie di Dusan Makavejev

La trama ruota attorno all’evoluzione narrativa di due storie che viaggiano su binari paralleli, in cui, man mano che si avanzerà, giungendo verso i rispettivi e disperati epiloghi, assisteremo alla totale distruzione e all’annientamento fisico e psicologico dei personaggi che ne faranno parte, donando due delle più agghiaccianti trasposizioni del nichilismo umano che siano mai state prodotte.
Da un lato abbiamo la candidata del Canada per Miss Mondo, che inverosimilmente, come tutte le altre ragazze in gara, sarà soggetta a un’analisi di qualità sulla propria vagina e sul proprio status di verginità, qualifica imprescindibile per la partecipazione, in quanto la vincitrice andrà in sposa al miliardario più ricco del mondo, avvezzo alle più morbose attenzioni di una madre che tutto controlla e tutto decide.
La seconda storia vede la traversata del “Surlvival” sulla Senna, una bizzarra imbarcazione filo comunista con la polena ospitante una fedele e grottesca riproduzione del viso di Marx, con una donna ribelle e di spirito libero come comandante, perennemente bersagliata dalle attenzioni di un marinaio affezionato al regime sovietico, intento a pedalare in sella alla sua fedele bicicletta, dimostrando ogni qualvolta i loro sguardi si incontrano, una perenne e ossessiva sottomissione. Al messaggio che la nave vuole mandare, pregando di essere ammesso a bordo, denunciando la propria volontà di far parte in tutto e per tutto di quel movimento tanto estremista quanto enigmatico nella sua forma.
Altalenando le due trame, si osserverà come queste propenderanno verso un cammino burrascoso, infarcito di melodici suoni che alterneranno la lirica, il country e inni soavi, per far spazio a evoluzioni sempre più drammatiche cui saranno soggetti i rispettivi protagonisti principali.
Mostrando sempre e comunque una papabile sottomissione ai beni terreni e di come l’osare di avere un futuro migliore fatto di ideali possa tramutarsi nella più terribile delle punizioni…
Perché se nel dettaglio abbiamo una ragazza che crede di aver toccato il fondo, sposando un viziato bisbetico incapace di amare ma incline solo al soddisfacimento dei suoi più perversi e reconditi desideri sessuali fatti di “pissing” e di una cura maniacale per la pulizia dei corpi prima degli amplessi, dall’altra avremo una storia d’amore che si consumerà gradualmente, facendosi strada tra dolorosi e passionali esperimenti amorosi, composti da atti di pedofilia e lesionismo, camuffato sotto le mentite spoglie di un’estrapolazione dei propri pensieri e ideali.

Sweet Movie di Dusan Makavejev

La ragazza della prima storia si renderà conto, soffrendo e umiliandosi sempre più, di come l’inizio della sua epopea non fosse altro che la realizzazione del più “dolce” dei suoi incubi, in quanto la vedremo sempre più bistrattata lungo il suo percorso narrativo, fatto di scherni, umiliazioni pubbliche e culminanti nel totale annullamento del proprio io interiore, riducendola a qualcosa di non più virile di un vegetale, completamente avvolta nei suoi pensieri e nella sua disperazione, conscia che niente, siano gli atti di coprofagia, di vomito compulsivo e derisione di personaggi che sarà costretta a visionare, potrà mai farla stare meglio di come arriverà a sentirsi dopo il suo tumultuoso percorso fisico e interiore.
Percorso che culminerà nell’accettazione del fatto che i beni materiali e la semplicità di alcune cose siano essenziali alla propria sopravvivenza spirituale, rinunciando al desiderio di qualcosa di migliore.
La coppia che tanto prodigherà il loro amore, dopo e durante il loro incontro a bordo dell’inusuale nave da crociera, dovrà fermarsi e conciliarsi nel pensiero che i loro ideali non sono altro che un effimero diversivo che li distoglie dalla cruda e violenta realtà che li lega nel loro filo di pensiero politico estremista, in cui tra atti di depravazione e di sadomasochismo, l’uno sarà portatore di morte e annullamento dell’altro.
Tanto disagio e violenza trovano corrispondenza nell’identità del titolo del film in quanto, tutti gli attimi e le scene in cui i protagonisti proveranno sollievo, non saranno altro che ammissioni del loro ego interiore del fatto che sono le cose più semplici e quindi “dolci” a rendere felici le loro esistenze, camuffate qui sotto le sembianze di un cristallino e mistico bagno nello zucchero in polvere, un completo spargimento di cioccolata calda sul proprio corpo oppure nell’effimera mania di collezionare dolciumi atti all’adescamento di povere creature innocenti, come anche la semplicità di un rapporto sessuale, legato all’innocente e puro legame umano e sentimentale che senza troppi eccessi o manie può regalare al proprio partner serenità e felicità. Simbolica la scena in cui la giovane Miss Canada prova quasi un senso di pace e tranquillità, accarezzando un pene che non mostra sintomi di perversione, ma mostrandosi a lei nella sua naturalezza e semplicità.
Inoltre, tutto il film non è che una chiara e cruenta rappresentazione di come il consumismo, presente nella vita di tutti i giorni, non porti ad altro che al disfacimento della società, anch’esso qui presente sotto le più svariate forme, ma che in maniera furiosa si presenterà senza sconti e senza preavviso durante tutte le scene di maggior impatto visivo e psicologico, mostrando ancora una volta come il soddisfacimento dei propri bisogni primordiali non sia altro che un modo per annullare tutto quanto il buon senso possa mai infondere nella psiche umana, deturpando la verità e il buon senso in ognuno di noi.

PRO

  • Una track-list spaventosamente appropriata in ogni singolo secondo
  • Le scene disturbanti dell’ultima mezz’ora sono qualcosa di “quasi” insostenibile.
  • Due storie dal forte impatto emotivo e visivo, sebbene diversificate tra loro.
  • Personaggi indimenticabili.
  • Cinema d’autore con forti richiami ad alcuni dei più grandi registi della storia.

CONTRO

  • Decisamente non per tutti.
  • Tanti, troppi simbolismi da analizzare (e non so se sia un bene o un male).

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Il trailer originale:

 

SWEET MOVIE – DOLCEFILM
Regia di Dusan Makavejev.
Con Barbara Frey, Pierre Clémenti, Anna Prucnal, Carole Laure, Marpessa Dawn.
Titolo originale: Sweet Movie.
Fantastico, durata 95 min. – Francia, Germania, Canada 1974