It - Capitolo Uno di Andrés Muschietti

It - Capitolo Uno di Andrés MuschiettiIt – Capitolo Uno di Andrés Muschietti, una degna trasposizione su pellicola del più celebre romanzo del Re.

It – Capitolo Uno di Andrés Muschietti, emozionante e tenebroso in egual misura.

It – Capitolo Uno di Andrés Muschietti. Era il 1990 quando la Warner Bros Television produsse e mandò in onda sulle televisioni di mezzo mondo una miniserie composta da due episodi, la prima e, fino a quest’anno, unica vera trasposizione su pellicola del celeberrimo e pluripremiato tomo IT di Stephen King.
Chi non conosce quella miniserie? A questo proposito mi verrebbe da citare a squarciagola “Ma che ne sanno i 2000”. Che poi parliamoci francamente: chi in vita sua, almeno a partire da chi nacque a cavallo degli anni ’80 e ’90, non conosce o non ha mai sentito anche solo parlare delle gesta di quei sette impavidi ragazzini e/o di ciò che li ha braccati per un arco temporale di circa trent’anni?

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Perché, per quanto Stephen King tratti, come di consueto, all’interno delle sue opere, sentimenti come l’amicizia, il coraggio, la paura di crescere (tra l’altro nemesi indiscussa dello stesso autore), di questo libro, che è considerata la sua opera massima, tutti, e dico tutti, al momento stesso in cui ne pronunciamo il titolo, materializziamo all’interno delle nostre menti e anche davanti ai nostri occhi, un clown. Pennywise è entrato di diritto a far parte degli incubi delle persone di tutto il mondo. Se non per il romanzo, sicuramente per l’interpretazione magistrale di Tim Curry, che da solo, nella miniserie menzionata all’inizio, è riuscito sia a rendere quantomeno godibile la visione allo spettatore meno esigente o al bambino in piena fase ormonale, che cercava uno stimolo o la vera e propria voglia di “lasciarsi spaventare”, sia a creare e ad affermare nel mondo la figura del clown come essere maligno.
Partendo dal presupposto che chi ha visto questa trasposizione televisiva non sia rimasto particolarmente soddisfatto per la poca fedeltà al romanzo (mica poi tanto poca in realtà) e considerando che con un low budget, in quegli anni, senza CGI, hanno riassunto un “mattone” di circa milleduecento pagine in tre ore o poco più, non si può far altro che apprezzare quantomeno lo sforzo di Tommy Lee Wallace; anche perché il film può piacere oppure no (innegabile che sia invecchiato malissimo), ma nell’Olimpo dei villain della cultura horror, il nostro Pennywise siede a testa alta accanto a mostri sacri come Freddy Krueger, Jason Voorhees e Pinhead.

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Ma perché questa lunga premessa? Perché adesso siamo qui per parlare di quello che tutti definiscono l’evento cinematografico del 2017, un film che, nelle sue prime tre settimane d’uscita nelle sale americane e di quasi tutto il resto del mondo (ahimè l’Italia è stata l’ultima nazione a visionarlo quando è uscito quel fatidico 19 ottobre 2017), ha stracciato qualsiasi record conosciuto per un’opera del genere, surclassando classici come L’esorcista, con degli incassi che si aggirano intorno ai quattrocento milioni di dollari, osannato da pubblico e critica, persino dall’autore del libro da cui esso è tratto: It – Capitolo Uno di Andy Muschietti.
Come dice il titolo stesso e come è ormai ben noto a tutti i fan che seguono costantemente le news sul web e tutti i mass-media possibili, questa trasposizione sarà solo la prima di due che andranno a rivisitare l’universo del pagliaccio più cattivo di tutti i tempi.
Partiamo con una domanda: cosa ci aspettiamo di vedere in questa versione? Tutti o quasi sappiamo che cosa è realmente capace di fare Pennywise, sappiamo, da ciò che abbiamo visto da bambini, che la cosa che ci faceva paura, alla fine, erano quei venti minuti su centonovantacinque totali in cui IT appariva e mostrava i suoi dentoni aguzzi o deformati che spuntavano per qualche secondo nelle scene più inquietanti del film… ma un essere che mangia i bambini… che li divora… che manipola le menti di un intera città, che incarna tutto ciò di cui le sue vittime hanno paura, potrà essere degnamente riproposto in salsa moderna con le attuali tecnologie?
Ebbene, partiamo col dire ai fan più sfegatati che questo nuovo Pennywise, interpretato dallo svedese Bill Skarsgård, la stella della serie televisiva Netflix Hemlock Grove, sa essere violento, inquietante, folle, si arrabbia e sa far paura, il tutto reso ottimamente grazie al buon make up della produzione e anche agli occhi visibilmente strabici che mette in mostra quando evidenzia le sue emozioni e i suoi stati d’animo in maniera più che egregia. C’è solo un piccolo problema… se così si può chiamare… motivo per cui a mio modestissimo e personalissimo parere, l’IT di Tim Curry vince la sfida con questo nuovo… e cioè che non si capisce dove inizi la bravura interpretativa dell’attore e finisca la CGI. Perché se da un lato abbiamo un villain reso senza alcun dubbio più fedele, sia per aspetto che per movenze, all’originale incontrato nel libro, quello del 1990 riusciva senza troppi sforzi a incutere la stessa paura di questo nuovo avvalendosi delle sole abilità recitative dell’attore che lo incarnava.
Attenzione, non posso dire e non dirò mai che Muschietti e i produttori abbiano fatto un cattivo lavoro su questo personaggio e nella realizzazione delle scene in cui esso mostra il meglio di sé portando lo spettatore ad affermare con certezza che i soldi investiti nell’acquisto del biglietto siano stati sfruttati egregiamente, ma mi sento di lodare (forse anche un po’ per nostalgia e affetto) il Bob Gray del 1990.

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Ma adesso veniamo a quella che è la parte migliore del film, la vera essenza di questa pellicola, il vero protagonista indiscusso di questa epopea di centoventicinque minuti: il Club dei Perdenti!
Ebbene sì signori, questa pellicola riesce, a differenza della mini-serie, a farti emozionare, affezionare e condividere ogni singolo momento che questi ragazzini passano nel periodo più bello della vita di un essere umano: la fanciullezza. In ogni singola scena lo spettatore si sente parte integrante di questo gruppo, indipendentemente dall’età e da quale dei sette giovani attori sia interessata la scena che si sta guardando; perché alla fine non importa se Richie Tozier abbia i capelli rossi o neri, basta che sia l’esaltato del gruppo, non importa se Beverly Marsh abbia i capelli corti anziché lunghi, perché qui è il maschiaccio un po’ provocante che abbiamo conosciuto nel “mattone”…di quanto sia profondamente innamorato di lei Ben Hascom e di come questi trasudi la dolcezza e la gelosia nei confronti del leader del gruppo, Bill “Tartaglia” Denbrough… E potrei star qui a elencare un’infinità di altri aneddoti per spiegare che, sotto questo punto di vista, la regia, con la sua fedeltà, strizza l’occhio all’opera del maestro King. Qui va un plauso a Muschietti per essere riuscito a portare in vita la formula originale del romanzo, la vera essenza che l’autore è riuscito a trasmettere a coloro che sono riusciti a finire il suo libro!
Attenzione, cosa molto importante e doverosa è ammettere e specificare che il film non segue alla lettera il libro (per motivi ovvi non è una cosa fattibile, a meno che la Warner non voglia rischiare il linciaggio e l’estinzione dei suoi membri), ma lì dove per l’appunto “non può”, rielabora quella che è la trama originale rendendola più digeribile e visibile allo spettatore, senza mai discostarsi più di tanto da quello che l’autore scrisse nell’ormai lontano 1986.
Sotto il punto di vista tecnico siamo senza ombra di dubbio davanti a un’opera più pulita rispetto al suo predecessore: i grandangoli ci fanno ammirare la cittadina di Derry immersa in quel verde che richiama alla perfezione la struttura geologica e ambientale del Maine, con boschi, alberi, colline e cascate.
La fotografia è ben curata e le immagini passano dai colori più sgargianti, nei momenti in cui il film deve strapparti un sorriso, al quasi bicromatico bianco e nero o alle sole tonalità e sfumature di un giallo tenue, quasi acre nelle scene in cui i protagonisti provano l’inquietudine e la destabilizzazione che l’antagonista instaura fin dentro le loro anime.
Complimenti inoltre a Benjamin Wallfisch per la colonna sonora e le musiche d’accompagnamento che permeano tutto il film: romantiche, profonde e inquietanti, compongono un mix che ci trascina per le oltre due ore di visione, permettendoci di entrare ancora più nell’universo kinghiano.
In definitiva cosa poter dire?
Sicuramente per tutti gli appassionati dei libri di King e dei film tratti da essi, qui siamo davanti a un’opera che rende giustizia a una delle sue creazioni più riuscite ed emblematiche; un film che seppur non arrivando ai livelli di capisaldi come Le ali della libertà o Shining, fa il suo dovere e accontenta le aspettative di chi per anni ha atteso che questa trasposizione arrivasse… che Pennywise tornasse nella sua vita, che si innamorasse dei ragazzini che lo hanno combattuto, piangendo, soffrendo e gioendo con loro. Se vogliamo, possiamo anche definirlo uno “Stand by me 2.0” molto più profondo ed elaborato, non il solito horror… perché, come specificato in precedenza, ed è bene che questa cosa si sappia, i VERI protagonisti sono i Perdenti.
E in fondo, se a un occhio un po’ più critico non sfuggirà il fatto che il picco massimo della produzione si raggiunga nei primi dieci minuti del film, non importa più di tanto. Perché Muschietti (e questo è oggettivo) è riuscito a dar vita a ciò che per King è veramente importante, confezionando un prodotto di qualità che entrerà gioco forza nelle menti e nei ricordi di spettatori vecchi e nuovi per molto molto tempo.

PRO

  • Finalmente una degna trasposizione su pellicola del più celebre romanzo del Re.
  • Fotografia da capogiro.
  • Bill Skarsgård è il degno erede di Tim Curry.
  • Emozionante e tenebroso in egual misura.

CONTRO

  • Non fedele al 100% alla controparte cartacea.
  • Il doppiaggio italiano non rende giustizia alla sublime interpretazione degli attori, specie del villain.

Il trailer italiano:

 

IT – CAPITOLO UNO
Regia di Andrés Muschietti.
Con Bill Skarsgård, Owen Teague, Jaeden Lieberher, Finn Wolfhard, Wyatt Oleff, Jack Dylan Grazer, Sophia Lillis.
Titolo originale: It – Chapter 01.
Horror, durata 106 min. – Italia, Usa 1980

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