Lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso (inclusa una frattura della mascella), all’addome (inclusa un’emorragia alla vescica) e al torace (incluse due fratture alla colonna vertebrale).
Questo ciò che asseriva il referto medico rilasciato sullo stato di salute del giovane Stefano Cucchi dopo la visita al “Fatebenefratelli” di Roma.
Alessio Cremonini mette in scena, nel suo “Sulla mia pelle”, gli ultimi sette giorni di vita di un ragazzo che, colpevolezza accertata a parte, perché di un eroe nazionale proprio non si può parlare, se ne andò in modo orribile, solo e vittima di evidenti violenze ai suoi danni perpetrate inequivocabilmente da alcuni membri del corpo dei Carabinieri, che dopo averlo preso in custodia a seguito di un appurato atto di spaccio, lo flagellarono e compromisero la sua salute durante i conseguenti giorni di prigionia cui fu sottoposto.
Forse per paura di una condanna più duratura, forse per non mancare meno al suo spirito ribelle e omertoso, il giovane Stefano non ammise mai a nessuno cosa o chi gli avessero provocato tali ferite, asserendo e confermando una comune caduta dalle scale; solo allo stremo delle forze e soltanto quando in preda ad una forte sensazione di rabbia, ammetteva all’infermiere di turno o all’ennesimo secondino che gli ripeteva la solita frase “Ma che te sei fatto?” il pestaggio da parte delle forze dell’ordine.
Il regista mette in scena un dolore straziante, quasi insostenibile alla vista, permettendo allo spettatore di soffrire e accompagnare un ottimo Alessandro Borghi nei panni di Cucchi, verso il suo triste e aberrante destino, in cui oltre a rifiutare determinate precauzioni e visite mediche, lascia gradualmente il mondo in totale solitudine e martoriato dagli evidenti traumi che, non curati, avanzano senza sosta a dimostrazione di un declino fisico e psicologico cui è impossibile sfuggire.
Un caso di cronaca nera che tutt’oggi resta in parte irrisolto e che alla famiglia del ragazzo non ha ancora donato dei colpevoli accertati.
Una pellicola cruda, incredibilmente dilaniante quanto necessaria, per appurare quanto un essere umano, seppur colpevole debba sottostare a quello che comunemente viene definito abuso di potere e/o quanto la frase fatta all’interno dei tribunali, citante testualmente “LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI”, non corrisponda assolutamente a verità. Stefano era colpevole, non era un santo, ma non meritava di andarsene così.
Voto : 7.5
SULLA MIA PELLE
Regia di Alessio Cremonini.
Italia, 2018
Durata: 100′ – Genere: Drammatico
Con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano, Andrea Lattanzi, Italo Amerighi, Emanuele Cerman.
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