Ana nel campo dei morti – Autori vari

Ana nel campo dei mortiAna nel campo dei morti e altri racconti dal Trofeo RILL e dintorni è un’antologia di tredici racconti premiati in Italia o all’estero. Tra questi racconti alcuni colpiscono senza dubbio di più.
Cominciamo con il citare Tecnologia Inversa di Valentino Poppi, una storia comica dal piglio abbastanza esilarante, una storia che mira a rendere reali e plausibili cose assolutamente impossibili. Grazie all’eccesso di paradosso e al colpo di scena finale non possiamo che scoppiare a ridere alla fine della lettura del racconto. Poi c’è L’albero di famiglia di Gary Kuyper, un racconto horror/soprannaturale di vendetta meticolosa e chirurgica. Oggetti inanimati prendono vita e diventano inesorabili e spietati. Bellissimo il finale del racconto, veramente sadico.
F.lli marziani, dal 1947 di Nicola Catellani è un racconto abbastanza singolare e lievemente spassoso, un racconto-burla che parla di tre “nerd” che, per l’ignoranza degli abitanti di un piccolo borgo di montagna, vengono creduti “marziani”.
Mil di Diego Gnesi Bartolani è un racconto che parla di coraggio. Mil, la “ragazza azzurra”, come viene definita nel racconto, ha il coraggio di combattere contro il “mostro mangia-navi”, una bestia di metallo che nessuno osa affrontare. Nel racconto viene citata la leggenda di Yonsa, “che rimase tre giorni e tre notti nel ventre di un mangia-navi finché non ne hackerò il sistema” (versione tecnologica della storia biblica di Giona nel ventre della balena). Quello descritto dal racconto è un mondo distopico, mostruoso, un mondo popolato dai mostri mangia-navi come anche dalle intelligenze artificiali, le quali nessuno riesce a sconfiggere, come viene detto nel racconto. Quindi, una storia con un caso di singolarità tecnologica, una storia oscura ma con dei barlumi di luce: sono le figure di Yonsa e Mil che squarciano le tenebre con il loro coraggio.
Concludiamo con il citare Ana nel campo dei morti di Maurizio Ferrero, racconto vincitore del XXIV Trofeo RILL. Ana nel campo dei morti è un racconto metaforico sulla maturazione di un’adolescente. Ana caccia vipere e questa caccia è metafora di gioco adolescenziale. Ana, alla fine del racconto, oltrepassa il campo minato, campo che rappresenta il confine con l’età adulta. Nel corso del racconto Ana ha le sue prime mestruazioni, evento reso metaforicamente con l’incontro con uno spirito. Il racconto crea tanta suspense per il suo essere particolarmente misterioso, velato. Il colpo di scena finale è prodigioso e genera tanta empatia nel lettore. Inoltre, Ana e il suo cane sembrano essere simbolo di vita allo stato naturale, entrambi da contrapporre al mondo tecnologico che ha portato all’apocalisse. Infatti, Ana nel campo dei morti è un racconto post-apocalisse. Tale storia è alquanto pungente e ti lascia come un senso di vuoto dopo averlo letto. Dopo essere arrivati al termine del racconto ci chiediamo: che fine farà Ana? Non ci è dato saperlo come non ci è dato sapere cosa ci aspetta nel nostro futuro…Quindi, un finale enigmatico/sospeso che funziona da “sigillo” per una storia che crea tanta ansia e tensione.

Ana nel campo dei morti
Autori vari
Editore: Wild Boar
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