THOMAS LIGOTTI: IL FILOSOFO DELL’ORRORE (1° parte)
Sull’onda del successo della prima serie tv True Detective di Nick Pizzolatto sembra finalmente esserci anche in Italia un certo interesse per l’enigmatica figura di Thomas Ligotti, scrittore americano nato a Detroit nel 1953. Ligotti non è il tipico autore horror moderno: la sua prosa è molto particolare e lontana dai tipici canoni di un genere spesso dominato dai romanzi fiume di celebri autori di Bestseller come Stephen King e Anne Rice. Il Saggiatore ha di recente pubblicato Teatro Grottesco, il lungo saggio filosofico La cospirazione contro la razza umana e Nottuario mentre, presso il piccolo editore Elara, sono stati pubblicati I canti di un sognatore morto e Lo scriba macabro.
Ligotti si caratterizza per l’estrema originalità della sua prosa, molto ricercata e quasi pittorica: è lo stesso scrittore a sottolineare l’importanza delle arti figurative fra le sue influenze e, in effetti, leggendo i suoi racconti, capita spesso di imbattersi in citazioni di artisti che hanno scelto il macabro e il grottesco per dar forma ai propri incubi come ad esempio Breughel ed Ensor. Per quanto concerne le influenze letterarie, Ligotti non nega il debito verso i maestri del genere come Edgar Allan Poe (da cui ha ereditato il raffinato gusto per lo stile pregno di un estetizzante simbolismo decadente) ed H.P. Lovecraft, di cui condivide la visione incubica del reale. I suoi riferimenti letterari sono comunque eclettici e vasti e includono autori come Borges, Kafka, Thomas Bernhard, Nabokov e il nostro Leopardi, scrittore molto apprezzato da Ligotti per il suo “pessimismo cosmico”.
Autore originalissimo, a differenza di molti suoi colleghi, ha scelto la dimensione del racconto per dar forma e plasmare le sue visioni poetiche che hanno una stretta correlazione col mondo dei sogni e della vita notturna. La scelta di dedicarsi al racconto breve rispetto al romanzo non fa che confermare la natura essenzialmente artistica della sua opera. In questo senso non è sorprendente che di lui si sia accorto David Tibet, leader del gruppo musicale dei Current 93, appassionato e editore di narrativa gotica e anche lui fortemente attirato dal richiamo del mondo onirico. Ligotti collaborerà con David Tibet in più occasioni, in particolare nei dischi dei Current 93 I Have a Special Plan for this World e In a foreign town, in a foreign land.
Il primo, leggendario volume di racconti I canti di un sognatore morto (Songs Of The Dead Dreamer) del 1985, uscito originariamente in sole 300 copie, è esemplificativo della sua singolare concezione dell’arte del racconto: la trama cede sovente spazio all’atmosfera, il lettore viene così proiettato in un mondo surreale popolato da marionette e maschere e dominato da una realtà folle e delirante che si cela dietro alle apparenze della vita quotidiana. I protagonisti dei suoi racconti sono inconsapevoli vittime di questa dimensione incubica e, spesso, non resistono all’attrazione di abbandonarsi all’orrore di quella che riconoscono la vera essenza della realtà, ovvero la realtà suggerita dal sogno.
Racconti come La perduta arte del crepuscolo, una notevole trattazione della tematica vampirica, Mascherata della spada morta: una tragedia, I mistici di Muelemburg e Il più grande festival delle maschere sono piccoli gioielli che svelano la singolare arte di questo scrittore, che mette in mostra una sorta di teatrale parata di maschere e manichini che ci guidano negli oscuri meandri di una realtà maligna. In La musica della luna, lo sventurato protagonista ascolta le inquietanti note, evocate in un edificio abbandonato, da oscuri musicisti delle tenebre che sembrano eseguire una musica dell’altrove cosmico strettamente imparentata con quella descritta da H.P.Lovecraft in La musica di Erich Zann.
Il volume Lo scriba macabro è nel solco di I canti di un sognatore morto e, per certi versi, risulta ancora più efficace nel delineare un universo dominato dall’incubo.
I racconti di Teatro Grottesco sono invece ancora più indeterminati e all’insegna di atmosfere malsane in cui i contorni della realtà sono sfumati. Non è sempre facile destreggiarsi nell’universo nichilista e gelido evocato da Ligotti: si rischia di perdersi nei meandri di una realtà trasfigurata e indagata nella sua essenza filosofica. Ritornano anche in questa raccolta alcune figure da lui spesso utilizzate in maniera simbolica come le marionette: ma l’orrore evocato nasce da luoghi solitari e squallidi come vecchie fabbriche abbandonate e seminterrati polverosi. È l’incubo, in tutte le sue sfumature e aberrazioni, il vero protagonista di Teatro Grottesco. Racconti come Il responsabile cittadino, La torre rossa, il citato In una città straniera, in una terra straniera, Teatro Grottesco ci immergono in una realtà malsana popolata da personaggi bizzarri e da città fantasma. (continua)
L’AUTORE
Cesare Buttaboni è nato a Lodi nel 1971. Appassionato di letteratura fantastica, è attivo sui siti Ver Sacrum, Letteraturahorror e LaTelaNera e su riviste cartacee specializzate come “Hypnos” e “Zothique”. Ha scritto anche racconti di ispirazione lovecraftiana che si possono trovare sulle antologie di Esescifi L’universo di Lovecraft e L’orrore di Lovecraft dove sono apparsi anche i suoi saggi H.P. lovecraft e l’orrore cosmico e The Weird Music Of H.P. Lovecraft. È anche un cultore di musica di vari generi: spazia dal progressive al dark-ambient e al neo-folk.