Gli incubi lucidi di Michele Penco

Incubi di Michele PencoNicola Pesce Editore pubblica Incubi di Michele Penco, un graphic novel ispirato all’opera di Howard Philips Lovecraft.

Dove la poetica lovecraftiana fonda tutta la sua potenza sull’orrore dell’indefinibile e dell’indescrivibile, Michele Penco pare puntare all’opposto.
Colpisce il suo tratto netto e meticoloso, come osserva Patricio Valladares nella prefazione, senza tuttavia mai cadere nello scontato o nel semplicistico, meno che mai nello splatter-trash fine a sé stesso che, diciamocelo, ha pure un po’ stancato gli appassionati meno ingenui.

Penco ostenta lucidità nelle sue rappresentazioni, alternando a paesaggi naturali in bianco e nero che ricordano la pittura tardo-romantica (e il grande Andreas Martens) i personaggi, che invece vengono inquadrati con precisione quasi fotografica, dall’incubo cubista dell’Autoritratto agli orrori transumani della Città sull’oceano – tratto dal famoso racconto di H.P. Lovecraft – dove è impossibile non riconoscere l’influenza di Hieronymus Bosch. Il disegnatore costruisce gli ambienti con cura, ambienti sopratutto emozionali e simbolici dove l’animo del lettore si perde, anche perché tendono all’ampiezza, all’infinito anche nelle storie più claustrofobiche (e cosa esiste di più inquietante dell’infinito?), come nel quadro che riportiamo dal secondo racconto.
Quadro più che disegno: ogni pagina contiene – oltre alle “vignette” di passaggio – dei veri e propri quadri, nei cui particolari è sempre un piacere intrattenersi.Incubi

Il terzo racconto, Il Modello, ben rappresenta la concezione dell’orrore di Penco, anche nella sua conclusione: la rappresentazione lucida dell’inconcepibile. Quello che Lovecraft tratteggiava in modo allusivo, lasciando all’immaginazione del lettore il compito di terrorizzare sé stessa, Penco ha il coraggio di schiaffarcelo in pieno viso, senza timore di deluderci. E ne ha ben donde: d’altronde i personaggi tratteggiati dall’autore sono irrimediabilmente, totalmente soli, come ognuno di noi sotto sotto sa di essere dinanzi al più grande mistero della nostra fine.
Ma la morte non è il peggiore dei destini dopotutto, dinanzi alla perdita di noi stessi in vita, come capiremo dall’ultimo racconto L’essere del sogno. Da leggere in compagnia.

L’AUTORE
Michele Penco nasce a Pisa nel 1982. Si forma artisticamente disegnando dal vero, frequentando un corso di disegno tenuto da Gipi, tra i più grandi autori della storia recente del fumetto italiano.
Ha disegnato per Lo Scarabeo Editore di Torino due mazzi di tarocchi, di cui uno ispirato al mondo di Lovecraft, e illustrato due libri per Purple Press.
Incubi (2009), il suo primo libro come autore unico, viene pubblicato per la prima volta da Associazione Culturale Double Shot: in pochi mesi la tiratura è esaurita, ricevendo numerosi riconoscimenti da parte della critica e del pubblico.
Seguirà l’anno dopo, per lo stesso editore, Racconti Azzurri, una raccolta di storie brevi che bisserà il successo della sua opera prima.
Nel 2012 espone le tavole delle sue opere (tra cui anche illustrazioni e dipinti) al BilBolBul di Bologna: nella esposizione emerge la sua capacità di cambiare il tratto al servizio della storia e la progressiva maturazione del segno. Si salta dalle atmosfere lovecraftiane del primo libro per arrivare a quelle oniriche e ancor più coinvolgenti delle tavole che compongono Racconti Azzurri.
Artista a tutto tondo, dal tratto meticoloso e naturalistico, oltre ad essere autore di fumetti è prima ancora pittore e illustratore, riuscendo a padroneggiare i pennelli con la delicatezza dei grandi maestri e una freschezza unica nel suo genere.
Un autore destinato a far parlare molto di sé in futuro.

Incubi
Autore: Michele Penco
Editore: Nicola Pesce Editore
Collana Horror, 4
Formato 21×30 cm, cartonato, pag. 80 b/n
Codice ISBN: 9788894818734
Prezzo di copertina: € 19,90

 

A cura di Edoardo Volpi Kellermann