Magniverne di Maurizio Cometto

Magniverne di Maurizio ComettoUn vecchio mulino dalla sagoma un po’ sbilenca si staglia sulla riva di un fiume grigio. I toni ocra e fulvi della struttura in legno consumato dalle intemperie si fondono con i giochi cromatici di un cielo sporcato dall’incombente imbrunire, grigie montagne sullo sfondo dell’immagine come in un acquerello impressionista. Le sterpaglie, la staccionata e i radi e brulli alberi contornanti il caseggiato trascendono in triangoli sghembi e motivi geometrici che sembrano simboli esoterici.
La bella copertina di Giulio Rincione è l’immagine che ci accoglie all’inizio del nostro viaggio a Magniverne. Ma cos’è Magniverne, e dove si trova? Facciamo un passo indietro: il cuneese Maurizio Cometto, assieme ad altri autori, a cominciare dal “decano” Danilo Arona, rappresenta al meglio una “via piemontese” al weird e al realismo magico. Un collettivo che, con le differenze legate al background individuale e allo stile dei singoli autori, è riuscita a imporre all’attenzione dei lettori più attenti e appassionati del genere una serie di tòpos immaginari che tracciano una mappa orrorifica e arcana di una delle regioni più misteriose ed esoteriche del Bel Paese. Così, accanto alla Bassavilla di Arona e la Idrasca di Luigi Musolino, anche la Magniverne di Cometto (che già ci aveva deliziato a suo tempo con la sua Torino onirica, metafisica e inquietante che fa da sfondo a Cambio di stagione) entra a pieno titolo tra i non luoghi più spaventosi d’Italia.Magniverne retro
Il libro riunisce storie in parte già precedentemente pubblicate su antologie personali e collettive, a cominciare dal romanzo breve Il costruttore di biciclette, la cui prima stesura risale al 2006. Leitmotiv delle storie qui raccolte è appunto l’ambientazione in questo piccolo centro abitato tra le montagne piemontesi, accanto al quale scorre l’altrettanto immaginario fiume Labironte. Sotto l’aspetto di paesino di montagna un po’ depresso, Magniverne è una zona nevralgica in cui il velo tra il mondo che conosciamo e una diversa, più oscura realtà, si fa molto sottile. Vi è un vero e proprio varco sulla cui soglia entità enigmatiche, quasi Doppelganger oscuri dei magnivernesi, premono per uscire e sostituirsi alle persone di questo mondo. La salvezza è affidata al piccolo Davide che pedala per le strade di Magniverne, ignara pedina di un gioco che coinvolge entità e forze potenti e oscure. Nel suo intreccio complesso e con numerose sottotrame in meno di cento pagine, la storia riesce a far risuonare in più di un momento il famoso “battito di ali nere provenienti dall’altrove” ricercato da Lovecraft.
Il successivo L’uomo invisibile è ancora una storia sull’ambiguità di Magniverne e il suo essere un varco con un mondo sconosciuto, in questo caso metafora del dramma disgregativo in atto nella famiglia protagonista. Da questa porta in un altro mondo si rischia di non fare ritorno, o uscirne irreparabilmente cambiati, trasfigurati al punto da apparire come esseri perduti.
In Magniverne sommersa il fiume Labironte diviene protagonista principale della storia, divenendo sede della Magniverne alternativa, che proprio per il suo essere fisicamente sommersa rispetto a quella visibile ne appare ancor di più speculare, quasi la sua nemesi, con la trasfigurazione dei suoi abitanti in ributtanti e al tempo stesso malinconiche creature anfibie che sembrano rimpiangere, accanto alla precedente forma umana, anche una sorta di integrità perduta.
Il tema dell’infanzia, e anche del suo addentrarsi in quella zona d’ombra che precede o talvolta coincide con l’adolescenza e la scoperta del desiderio romantico ed erotico ma anche il prendere coscienza dei problemi del mondo è forse il leitmotiv sottinteso di tutte le storie. Non a caso spesso il punto di vista privilegiato è proprio quello del bambino o dell’adolescente. Nel successivo racconto Via da Magniverne Cometto fonde il tema della storia di fantasmi con quello delle prove di coraggio come rito di passaggio di età, dando vita a una storia che oltre a possedere grande pathos narrativo ha anche un respiro filosofico ed esistenziale.
Un ragazzo solitario scava ancora sul tema dell’adolescenza e le sue zone d’ombra, che insidiano la vita apparentemente perfetta di uno spietato manager aziendale. Grandi traumi sono nascosti sotto la sua apparente sicurezza e autostima, e per giungere alla catarsi deve fare i conti con gli anni d’infanzia trascorsi a Magniverne e con i suoi vecchi compagni di scuola. Il piccolo paese si rivela ancora una volta luogo di confine sottile tra questo mondo e un altro forse popolato dai fantasmi delle nostre paure sepolte, e torna protagonista il Labironte con le sue enigmatiche creature acquatiche.
Nel racconto conclusivo, Ritorno a Magniverne, troviamo ancora una volta un protagonista adulto che deve fare i conti con la pesante eredità della sua infanzia a Magniverne, che in questo caso nasconde oltre che un trauma pregresso un vero e proprio senso di colpa rimosso. Che tuttavia presenta il conto arrivando a distruggere una apparente felicità raggiunta. Racconto che, più rispetto agli altri che lo hanno preceduto, si mostra ricco di riferimenti anche espliciti alla psicanalisi, simbologie oniriche e spunti freudiani, è anche una storia in cui il tema del passaggio dall’infanzia all’età dei primi amori è trattato con rara intensità. Su tutto, ancora una volta domina l’enigmatico piccolo centro con il suo mulino abbandonato, i suoi boschi impregnati dall’odore di legno marcio, il fiume che gli scorre accanto sussurrando minaccioso, e le sue misteriose smagliature dal tessuto del reale, attraverso cui i fantasmi del passato giungono a punirci per le nostre malefatte.

Maurizio ComettoL’AUTORE
Maurizio Cometto (Cuneo, 1971).
Tra i suoi libri pubblicati, il romanzo Il costruttore di biciclette (Il Foglio 2006), la raccolta L’incrinarsi di una persistenza e altri racconti fantastici (Il Foglio 2008), il romanzo per istantanee Cambio di stagione (Il Foglio 2011). Nel 2016 sono usciti in e-book il racconto lungo La macchia, per Acheron Books, e il romanzo di formazione Michele e l’aliante scomparso, per Delos Digital. Nel dicembre 2017 è uscita la raccolta di racconti Heptahedron, per Acheron Books.  Nel settembre 2018 il racconto La Tierra Blanca, tradotto in inglese da Rachel S. Cordasco, è stato incluso nel primo numero della prestigiosa rivista The Silent Garden, edita da Undertow Publications. Ha pubblicato numerosi racconti in antologie, siti internet e riviste. Laureato in Ingegneria Meccanica, vive a Collegno.
Valerio Evangelisti ha scritto di lui: “Se mi chiedessero, a bruciapelo, qual è l’autore italiano di narrativa fantastica che preferisco, risponderei Maurizio Cometto.”

Magniverne
Autore: Maurizio Cometto
Editore: Edizioni Il Foglio
Pag. 313
Codice EAN: 9788876067532
Prezzo di copertina: € 16,00

a cura di Vincenzo Barone Lumaga

(vinxblack@hotmail.it)