I vostri inizi con la musica come sono stati?
Entrambi abbiamo preso lezioni di strumento e di vari strumenti fin da piccoli, oltre che manifestare interesse per tutto ciò che fosse creativo, in qualsiasi campo artistico. Importante per me (Ilaria) è stata la figura di mio padre, tastierista amante della musica prog e di qualsiasi tastiera esistente. Invece la mia figura vate (Davide) è stata quella di mio fratello maggiore, orecchio assoluto e polistrumentista. Da quando ci siamo incontrati abbiamo riconosciuto una sintonia nel nostro pensiero creativo e musicale. E questa sintonia si è poi sintetizzata nel nome Flic Floc che adesso ci accompagna in queste produzioni, nome che fa a riferimento ad un gioco di cultura popolare.
Quali sono gli artisti che influenzano le vostre scelte musicali?
Le nostre scelte musicali sono influenzate da diversi artisti provenienti dalla musica antica fino ai giorni nostri, ovvero gli anni dei millenials: siamo appassionati di musica classica (autori come Bach, Mozart, Mahler, Ravell, Sor, Mursorgskij, Stravinskij, Ligeti … ) e anche di musica popolare contemporanea (dal rock, jazz, blues, prog, elettronica, future classic, indie, dub, e perché no? Anche trap!) Cerchiamo quindi di convogliare le nostre conoscenze in quello che creiamo e questo si riversa sul fatto che ogni canzone che produciamo abbia stili diversi e distinti fra loro. Ci piace non essere ripetitivi e amiamo continuare a ricercare nuova musica.
Essere emergenti ora. Che Italia discografica vi trovate davanti?
Beh, come al solito ci sono due lati della medaglia: da una parte un pubblico interessato alla musica emergente e curioso nel scoprire musica innovativa, dall’altra parte un pubblico che aspetta che questa musica nuova venga proposta dai media e venga quindi ascoltata passivamente. Non ci resta che aspettare, che i curiosi siano i divulgatori delle avanguardie della musica indipendente.
Ci parlate in poche righe del vostro progetto artistico?
Il nostro progetto musicale nasce dalla voglia di esprimerci attraverso la musica e le parole delle nostre canzoni. In quanto creativi, noi sentiamo la necessità di dar vita a qualcosa di nuovo. E stiamo male se non lo facciamo. Ci piace l’idea di scrivere delle canzoni che parlino di noi, che parlino della nostra vita, che racchiudano nel sound e nella trama armonica tutti gli elementi provenienti dalla nostra cultura musicale, con la speranza che siano empatiche nei confronti di chi ascolta. Cogliamo anche qui l’occasione di ringraziare Jacopo Gobber che ci ha aiutato ad affinare il nostro sound fino al risultato attuale.
Fuoco andrà a far parte di un disco. Potete raccontarci qualcosa a proposito?
Il disco nasce da Fuoco. Questa canzone è stata la prima che ha dato vita al binomio Davide – Ilaria. Non solo sarà presente nel cd, ma vi spoileriamo che sarà la prima canzone dopo una breve introduzione di circa un minuto. Fuoco è la canzone che ha alimentato e carburato tutto il resto della produzione e quindi tutte le scelte che ci hanno portato fino ad adesso. Vogliamo che si pensi al cd non come un traguardo ma come l’inizio di una lunga formazione che comincia, anche se acerbamente, a concretizzarsi in un frutto.
Video di Fuoco
E il video di Fuoco? Come è nata l’idea e chi vi ha aiutato a realizzarlo?
L’idea è nata da quel verso nella canzone che dice “la luce, il mio abbaglio”. E non solo, più che cercare qualcosa che rispettasse il senso del testo, come invece è successo per Canzone stupida, qui abbiamo ricercato un video che imprimesse la sensazione che trasmette la musicalità di questo brano. E quindi la scelta di una discoteca intima, creata appositamente per due persone. Questa è Fuoco. Un brano introspettivo, ma allo stesso tempo fresco e ballabile, un brano che sembra banale ma parla della passione in senso lato. A realizzare il video ci ha aiutato il talentuoso Nicolò Angeleri, che fra qualche ripresa al Coachella e al video ufficiale del primo singolo di Greta Menchi, ha trovato dello spazio anche per noi. Cogliamo l’occasione di ringraziare Davide Nicolli per averci dato la possibilità di girare il video presso la location “Revolution Live Club” di Molvena.
Di quale messaggio volete essere portatori con la vostra musica?
Più passa il tempo e più ci rendiamo conto che amiamo regalare momenti di spensieratezza a chi ci circonda. Ci piace creare dei testi nei quali noi in primis ci possiamo riconoscere, affinché anche gli altri, ascoltando le parole accompagnate dalla musica, riescano a riconoscersi con ciò che è scritto all’interno. Speriamo sempre che la musica possa trasmettere dei messaggi universali e condivisibili.