E' uscito il secondo numero di Zotique

E' uscito il secondo numero di ZotiqueSecondo numero della rivista licenziata dalla Dagon Press, data alla luce a svariati mesi di distanza rispetto al numero pilota. L’esperto Pietro Guarriello conferma struttura e caratteristiche già apprezzate dai cultori weird, presentando Ambrose Bierce e Gertrude Atherton, a cui dedica in prima persona un’ampia panoramica su vita e produzione narrativa. Grande spazio dedicato soprattutto alla penna californiana, celebre per la realizzazione del satirico aforismario Il Dizionario del Diavolo (1906) oltre per una lunga serie di racconti fantastici caratterizzati da un’ambientazione bellica risalente al periodo secessionista americano.
Il mix saggistica e narrativa, garantito dalle puntuali traduzioni sempre a cura di Guarriello di cinque inediti in Italia dello scrittore, è impreziosito da una completa carrellata critica di tutti i volumi pubblicati nella nostra penisola a firma Bierce. Guarriello spiega contenuti e fornisce impressioni, prendendo per mano l’ideale cliente verso un ideale acquisto benedetto dal crisma della conoscenza.
Più contenuta la parte dedicata alla scrittrice americana, con cui Bierce ha avuto un flirt, con un’ampia biografia e la proposizione del racconto (del terrore) che la stessa reputava il suo principale cavallo di battaglia.
Cesare Buttaboni completa il trittico caratterizzato da presentazione autore e inediti narrativi (quattro) ponendo l’attenzione sul belga Thomas Owen, collega e socio del più conosciuto Jean Ray. Il bravo appassionato lombardo ripropone un lavoro già uscito nel 2011 sulla rivista della Hypnos, a cui Guarriello associa quattro racconti fantastici che mantengono l’imprinting già tracciato da Bierce e dalla Atherton gravitante attorno al tema “morte”.
Il numero viene completato dai contributi squisitamente saggistici e assai colti offerti da Christian Lamberti, a cui viene offerto l’onore di aprire la rivista con un’analisi generale sul fascino dell’orrore nella narrativa, e da Mariano D’Anza. Quest’ultimo concentra il proprio sforzo allestendo un articolo votato a gettar luce sulla produzione poetica di Robert Ervin Howard comparata a quella di Clark Ashton Smith e a quella di Howard Phillips Lovecraft. Uno studio che cerca di rintracciare le problematiche della vita sociale del texano nella sua opera.
Guarriello ripesca poi un vecchio articolo di Donald Burleson che parla dei legami indiretti, offerti da amici e collaboratori, tra Ambrose Bierce e Lovecraft, cercando di individuare punti in comune e differenze.
Presenza infine del sapore delle nostre terre con un racconto scritto da Francesco Brandoli e intitolato La Madre Oscura, a metà strada tra Thomas De Quincey e, soprattutto, Stephen King. La strega diviene qua versione al femminile del baubau (boogeyman o più grezzamente uomo nero) della tradizione orrorifica, standosene metaforicamente appollaiata sotto il letto in cui dorme una bambina disturbata mentalmente dalla separazione dei genitori. Le paure della contemporaneità si miscelano così ai temi classici in un’ottica ottimista dall’epilogo catartico.
Bella la veste grafica, sia interna che esterna, impreziosita da disegni e foto, con una rilegatura che rimanda più al libro di narrativa che alla rivista a cadenza periodica.
Questo il contenuto rapidamente delineato del secondo numero, una rivista che non delude il suo zoccolo duro di lettori, grazie a un lotto di saggi calibrati, tre biografie costruite sulle analisi, seppur brevi, dei testi prodotti dai relativi autori e, ghiottoneria delle ghiottonerie, da undici racconti di cui dieci pubblicati per la prima volta in lingua italiana. Zotique è dunque una rivista da sostenere e da divulgare tra gli appassionati di weird e orrore.

a cura di Matteo Mancini
(goldenmancho@libero.it)

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