Le visioni di Laura 11 – Attrice del tempo passato di Gordiano Lupi

Laura_AntonelliSono stata una grande attrice tanti anni fa. E adesso la sola cosa che mi tiene in vita è il ricordo del passato, la mia scuola di recitazione e la compagnia di giovani ragazze che spesso chiedono quello che nessuno può insegnare. Il talento non si trasmette, care mie. Il talento è un dono che va coltivato con fatica e passione, ma nessuno ve lo può dare. Io posso solo dirvi come affrontare un palcoscenico e l’occhio della macchina da presa, insegnare la tecnica ma niente di più. Il talento è come la bellezza: lo devi avere. Ed è pure più giusto, perché non scompare con gli anni, non si affievolisce, ma si affina e migliora, come un buon vino. Questa pelle rugosa, le pieghe del volto, i segni della vecchiaia, invece non si fermano. Una grande attrice è costretta a farsi da parte per colpa del tempo che passa e può solo insegnare alle altre, preparare il futuro a chi adesso è giovane e bella. Ma non è giusto. No davvero. Non è giusto…

Il vento che fa tremare i vetri porta alla memoria i soliti pensieri.
Marina e mio padre accompagnano i ricordi del passato. Immagini che volano nel cielo come spiriti inquieti. Mio padre sorride tra le nubi e Marina ha uno sguardo triste. Provo a parlare con loro, come quando erano vivi, racconto le cose che accadono quasi fossero presenti. Marina aveva vissuto con me il terrore del supermercato e avevamo visto quella lugubre immagine volare nel cielo. Adesso sarebbe contenta di sapere che il mistero è risolto e che una maledizione lontana è soltanto un ricordo. Penso al suo volto, che appare e scompare in un cielo tormentato dal vento, tra voli di gabbiani e lacrime di scirocco. Mi pare che Marina comprenda i miei pensieri. Siamo sempre vicine, come tanti anni fa.
Sono sola in casa e ho appena finito di pranzare. Nella sala la musica dello stereo diffonde una vecchia canzone di Paolo Conte. Note di pianoforte ritmate su di un’inconfondibile voce roca. Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo, per me… Paolo Conte piaceva a mio padre. Forse è per questo che lo ascolto volentieri. Mi pare di vederlo sul divano mentre legge il giornale e commenta le notizie politiche. E invece in questa stanza ci sono soltanto io. Sfoglio il quotidiano locale e mi soffermo su una notizia inconsueta che non ha grande rilievo: Scomparsa Barbara Roversi, una giovane attrice. Il pezzo dice che la famiglia ne ha dato notizia solo in questi giorni perché pensavano a una fuga d’amore o a un incontro segreto con un regista, ma adesso i genitori sono preoccupati, perché la ragazza non dà notizie da più di una settimana. Rileggo più volte l’articolo. Il giornalista pare non credere alla tesi della scomparsa e dà credito alla probabilità di una fuga per motivi poco chiari. Chiudo il giornale e ripenso al giorno in cui scomparve Marina e un folle la uccise in modo orribile, pure lei era giovane ma le rubarono la vita. Devo indagare su questo fatto perché sono troppe le cose che non mi convincono.

Mi avevano detto di fare un lifting per poter tornare a calcare le scene e a fare cinema. Ne ho fatti molti ma sono stati tutti disastrosi. Un tempo ero famosa per le interpretazioni erotiche, ho recitato in pellicole che hanno segnato un’epoca e molte colleghe hanno imparato da me. Ero il simbolo della commedia sexy, la donna da portare come esempio di bellezza italiana, il sogno erotico dei ragazzini. Bastava che mettessero il mio nome in vista sulla locandina per riempire le sale. Il pubblico veniva solo per vedere il mio seno perfetto e abbondante, le mie gambe lunghe, il sedere alto e sodo. Non potevo accettare che tutto finisse. Non potevo accettare di non essere più bella e desiderabile. Avevo da poco passato i cinquant’anni quando ho cominciato a farmi togliere le rughe, a rassodarmi i glutei, a fare piccoli interventi chirurgici per eliminare il grasso superfluo. Fu così che proprio il regista che mi aveva lanciato mi chiamò a interpretare il remake di un vecchio successo. Avrei dovuto interpretare lo stesso ruolo di vent’anni prima, come se il tempo non fosse passato. Era la mia grande occasione. Non potevo rifiutare. Mi sottoposi a un lifting accurato del volto ed eliminai tutte le rughe, al punto che sembravo davvero quella di un tempo. Purtroppo non durò molto. Ebbi appena il tempo di finire le riprese del film che il lifting cedette, le rughe tornarono più pesanti di prima e la mia pelle gonfiò in maniera mostruosa. Sembravo la caricatura di me stessa, di quella attrice sexy che anni prima aveva fatto sognare il pubblico. Ero diventata un mostro e lo sapevo. Non potevo accettarlo. Oltre tutto quel film fu un fiasco colossale. Non piacque a nessuno. La critica disse che avrei dovuto rifiutare di interpretare lo stesso ruolo di vent’anni prima. Lucia Volpi è vecchia e non è più in grado di interpretare film erotici, dicevano. Persino il pubblico non comprese e dovetti subire tutto il disprezzo di chi un tempo mi aveva adorato. Non era bastato un lifting per ringiovanire. Non sarei più tornata a essere bella e desiderabile come una volta.

Vittorio è accanto a me nel grande letto della camera dove a volte dormiamo insieme. Abbiamo appena finito di fare l’amore, sento le sue braccia forti che mi stringono il seno, le gambe avvinte alle mie, il sesso ancora potente che preme sulle natiche. Vittorio ha il respiro lento e irregolare, sussurra poche parole, dice che mi vuol bene, accarezza la mia pelle e mi bacia. Sto bene con Vittorio, ma i nostri patti sono chiari: sa che per ora ho bisogno della mia indipendenza e devo vivere senza nessuno accanto. Vittorio è un ottimo amante, credo pure di volergli bene, ma promettere il futuro è una cosa che adesso non mi sento proprio di fare.
All’improvviso torno a pensare all’articolo di questa mattina.
Ne parlo con Vittorio.
“Hai letto la storia di quella ragazza scomparsa?”
Lui aggrotta le ciglia e fa un’espressione sorpresa.
“No, non ho sentito dire niente…”
“Era sul giornale di oggi. Si tratta di una giovane attrice…”
“Sarà scappata con un regista o con un produttore”.
“Il giornalista pensa la stessa cosa, ma io ho un brutto presentimento”.
“Cosa pensi di fare?”
“Mio padre conosceva un’attrice che molti anni fa era un mito del cinema erotico. So che dirige una scuola di recitazione a Porto Fabbrica e molte giovani attrici vanno da lei per imparare il mestiere…”
“Lucia Volpi. Ho visto tutti i suoi film…”
“Proprio lei. Ho pensato di farle visita per sapere se conosceva la ragazza scomparsa. Magari era una sua allieva e ci può dare qualche indicazione utile”.
“Credo che ci avrà già pensato la polizia…”
“Forse sì, ma credo che sia meglio approfondire. Lucia Volpi mi riceverà. Era molto amica di mio padre. Credo che dopo la morte della mamma abbiano avuto persino una storia…”
Vittorio si alza dal letto disfatto e sorride.
“Ti accompagno. Voglio vedere Lucia Volpi da vicino. Ho una collezione delle sue vecchie pellicole. Era una donna così bella…”
Fingo di arrabbiarmi, ma tanto lo so che Vittorio non ci casca.
“Guarda che sono gelosa…”
“Non ne hai motivo. Ormai è soltanto un’attrice del passato…”
Mi alzo anch’io per andare in bagno. La finestra di camera fa filtrare deboli raggi di luna che rischiarano la nostra alcova. Ormai è deciso. Domani andremo da Lucia Volpi per sapere qualcosa di più su quella strana storia.

Non bastava il lifting. Non sarei più tornata quella di un tempo. Intanto gruppi di smorfiose mi riempivano la casa e mi gettavano in faccia le loro speranze. Io insegnavo a recitare e loro non capivano. Credevano che bastasse essere belle per arrivare al successo. Pensavano che servisse il compagno giusto per andare a sculettare in televisione come veline o letterine. A molte andava bene, pure se erano delle vere cagne, attrici di serie zeta che non avrebbero mai imparato a recitare. Se penso che i miei vecchi film venivano massacrati dai critici solo perché c’era un po’ di nudo… Queste puttanelle facevano un calendario, scopavano con l’uomo politico influente, apparivano in televisione, andavano su un’isola a far vedere il culo e poi via con la fiction di successo, roba insopportabile, ma che andava alla grande. E io restavo lì, con la mia pelle aggrinzita, le rughe sul volto, la cellulite che avanzava, la bellezza sfiorita. Trovai quel libro durante una notte insonne e decisi di seguire l’esempio.

La casa di Lucia Volpi pare un museo del cinema, una sorta di santuario del tempo passato che conserva foto, locandine, ricordi, premi, cassette di vecchi film e polverosi libri di cinema. Una casa costruita vicino al mare, lontano dal grande complesso siderurgico, proprio nel punto più bello del promontorio, dove in estate i turisti affollano le spiagge. Ci riceve con grandi sorrisi e molti complimenti.
“La figlia di Mauro Sarti. Che piacere vederti! Sei diventata proprio bella…”
Vittorio guarda con ammirazione la vecchia attrice che è sempre affascinante: tra le rughe del volto si intuiscono una classe di altri tempi e tratti da signora galante. Saluta con un po’ di emozione e siede sul divano mentre la padrona di casa prepara un caffè. Abbiamo preavvisato la visita e Lucia pare contenta di avere ospiti.
“Oggi non faccio lezione e sono ancora più sola” dice.
“Insegna a un gruppo molto numeroso?” domando.
“Una decina di ragazze, ma non seguono tutte lo stesso corso”.
Lucia versa il caffè in tazze di porcellana e lo serve su un vassoio d’argento. I suoi modi sono molto raffinati, da donna d’altri tempi abituata ad avere ospiti. Quando si avvicina sento che il suo corpo emana uno strano odore di sangue, come un sapore aspro e dolciastro che viene dal passato. Non comprendo cosa possa essere, ma subito penso che Lucia ha girato tanti film horror quando andava di gran moda la commistione di erotico e orrore. L’odore di sangue forse è soltanto un ricordo di celluloide e di vecchie pellicole dimenticate. Il mio potere non sa distinguere la realtà dalla finzione e poi vicino a lei non sento voci di morti e non vedo immagini raccapriccianti.
“Cosa mi può dire di Barbara Roversi?” domando a bruciapelo.
Lucia mi guarda stupita.
“Era una mia allieva” risponde.
“I giornali dicono che è scomparsa” aggiunge Vittorio.
“Ho letto la notizia. Non la vedo da oltre un mese. Credo che abbia trovato qualcuno che l’ha portata nella capitale. Barbara voleva fare televisione, come tutte quelle che non hanno talento…”
Il tono della voce di Lucia è aspro, pieno di rancore.
“Non le piace insegnare alle giovani attrici, vero?” chiedo.
“Mi piacerebbe se avessero talento. Ma non ne hanno…”
“Ricordo i suoi film. Lei era molto brava” dice Vittorio.
“Ti ringrazio, ma ormai fanno parte del passato. Il tempo passa per tutti…”
“Non dica così. Ha sempre tanti ammiratori…” ribatte Vittorio.
Il sapore del sangue che sprigiona dal suo corpo si fa intenso. Non capisco come mai.
A un certo punto squilla un cellulare. Lucia risponde. Non comprendo il dialogo ma credo di sentire una voce di donna.
“Ci vediamo domenica in villa” conclude Lucia.
La vecchia attrice chiude la comunicazione, si scusa e torna a sorridere.
La villa in campagna, la residenza dove Lucia tiene i corsi alle giovani attrici e fa scuola di teatro, dove in passato organizzava spettacoli e invitava la borghesia più influente della zona. Penso che dovrei proprio a vederla. Non abbiamo più niente da fare in questa casa. L’attrice pare saperne meno di noi sul conto di Barbara.
“Il caffè era ottimo” dico.
“Tornate ancora a trovarmi” risponde Lucia.
“Non mancheremo”.
“Tu sei sempre più bella. Potresti fare l’attrice”.
“Non credo di avere talento”.
“Oggi non serve, purtroppo”.
Mi accorgo che mentre io e Vittorio percorriamo la strada sotto le folate di un vento fastidioso, l’attrice ci osserva dal balcone. Chissà se sta ricordando un passato e i tanti ammiratori che la acclamavano. Penso in un attimo a quanto è triste imboccare il viale del tramonto dopo aver avuto successo. Un bacio di Vittorio è la medicina giusta per cancellare ogni tristezza.

Ho ripensato a lungo all’odore di sangue che ho sentito nella casa della vecchia attrice, quando si avvicinava e alle sue mani che porgevano le tazzine con il caffè. Saranno stati i ricordi dei ruoli che ha interpretato, certo. So che Lucia è stata la protagonista di Jacula, la vampira e ha ricoperto un ruolo importante in Isabella, duchessa dei diavoli, riedizioni cinematografiche di fumetti erotici. È vero che può essere quello il motivo per cui sento un intenso sapore di sangue mentre ricordo il nostro incontro, ma non sono del tutto convinta. So che per capire dovrò andare alla villa. Da sola. Non voglio neppure Vittorio con me. Nessuno deve correre rischi per causa mia. Ho già dovuto piangere fin troppi morti…

Il bagno rigeneratore. La sola cura per la mia vecchiaia. Quel libro dimenticato in soffitta me l’ha fatto capire. Il sangue umano di giovani ragazze conserva fresca la pelle e non la fa invecchiare. Aveva ragione la contessa Bathory, circondata di servi sciocchi che assecondavano ogni suo volere e la rifornivano di giovani prede. Io non ho nessuno accanto, sono rimasta sola, ma riesco a procurarmi corpi da massacrare per i bagni di giovinezza. Il sangue delle giovani attrici darà linfa vitale al mio corpo che deve risorgere in tutta la sua bellezza. E sarò la più grande, come una volta. Nessuno potrà reggere al confronto. Dovranno ricredersi su di me. Non sono ancora finita.

La villa di campagna della vecchia attrice è stata costruita in un luogo solitario e lontano dal centro abitato. Un posto silenzioso dove creare la giusta atmosfera per insegnare e stare lontano dal mondo, ritirata, senza fastidiosi vicini. Lucia viene qui per fare lezione alle sue allieve e per isolarsi da tutti, quando sente il bisogno di ricaricare le pile. Stasera sono qui pure io e attendo nascosta tra gli alberi e le aiuole del giardino che arrivi la donna della telefonata, quella che ha un appuntamento con Lucia. Sono qui per capire che cosa sta succedendo.

Mi sveglio ancora dolorante. L’ultima cosa che ricordo è che qualcuno mi ha colpita alla testa con un corpo contundente. Vedo macchie di sangue cadere dai capelli e macchiare il vestito. Sono legata a una sedia e davanti ai miei occhi osservo un orribile spettacolo. Una ragazza legata a una croce di legno è stata squartata e messa con la testa rivolta verso il basso, in modo che il suo sangue vada a cadere dentro una grande tinozza.
“Volevi sapere dov’era finita Barbara Roversi?” grida una voce nella stanza.
Alla mia destra c’è Lucia con gli occhi iniettati di sangue. È completamente nuda e sta per immergersi nella tinozza colma di sangue. All’improvviso vengo assalita da tutto l’orrore consumato in quella stanza e rivedo scene di tortura, donne sgozzate, decapitate, dissanguate e seviziate. Vedo l’ultimo efferato delitto della donna. La ragazza con cui aveva appuntamento alla villa è stata uccisa a colpi di mannaia e il suo sangue adesso sta riempiendo un altro recipiente in una stanza del piano superiore.
“Perché non mi hai ucciso?” domando.
“Lo farò. Non dubitare. Quando mi servirà sangue fresco…”
Devo prendere tempo e pensare a come liberarmi. Lucia è talmente invasata e presa dalla sua brama di sangue che non ha stretto bene i nodi delle corde che tengono le mie mani ferme alla sedia. Muovo le dita con pazienza e cerco di sciogliere i legacci. Serve tempo, ma non so se ne ho abbastanza. L’orrore delle ragazzine massacrate si impadronisce della mia mente. Vedo cadaveri scannati che servono per gli orribili bagni di una donna impazzita. Vicino a me pende un gancio dove per un istante vedo appeso il corpo di Barbara Roversi. La vecchia attrice l’ha uccisa a colpi di bastone e poi l’ha infilzata come un animale da portare al macello. Adesso il gancio è vuoto e attende solo il mio corpo.
“Perché hai ucciso quelle ragazze?”
Lo so perfettamente, ma devo farla parlare. Lucia è immersa nella vasca piena di sangue e si sta massaggiando il corpo con delicatezza. Pare inebriata da tanto piacere. Quella scena mi fa soltanto orrore. Lei lo comprende ma sorride.
“Erano soltanto attrici da televisione. Il loro sangue farà rinascere una grande attrice”.
“Di cosa stai parlando? Non capisco…”
“Ricordi la contessa Bathory? Quando ho trovato quel vecchio libro ho capito cosa dovevo fare…”
“Tu sei pazza. Il sangue di queste ragazze non ti farà tornare giovane”.
“Non è vero! Sta già facendo effetto. Tu sei giovane, cosa ne vuoi sapere?”
“Ma io non sono un’attrice. Non ti servo. Lasciami libera…”
“Tu hai visto troppo e devi morire”.
“Fallo per mio padre. A lui hai voluto bene…”
“È passato troppo tempo. Adesso non mi vorrebbe più neppure lui”.
Mentre Lucia pronuncia quelle parole sento il nodo che stringe le mie mani farsi ancora più lento. Sono quasi libera e riesco a muovere le dita. Lucia si alza dalla vasca e il suo corpo gronda sangue delle ragazzine. La vedo mentre si asciuga con un accappatoio ed è sempre più nervosa. È il momento di provocare la sua reazione.
“Questi bagni di sangue non ti serviranno a niente. Resterai vecchia e brutta. Il tuo tempo è passato” dico.
“Maledetta bastarda!” grida.
Lucia va su tutte le furie. Si getta contro di me come una belva feroce e brandisce un pugnale per colpirmi. Devo agire in fretta. Raccolgo le forze e mi alzo di scatto dalla sedia. Afferro il gancio che pende accanto a me. Lucia non fa in tempo a finire le sue imprecazioni che se lo trova piantato nella gola. Un colpo secco pone fine alla sua follia e immortala un corpo invecchiato che pende nel silenzio irreale di una casa ai confini del mondo. Una nuova contessa Bathory che voleva rubare la giovinezza alle ragazzine è morta, uccisa dalla follia di voler fermare il tempo.

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Gordiano LupiL’AUTORE
Gordiano Lupi ( 1960) – tre volte presentato al Premio Strega – ha dedicato alla sua città: Lettere da Lontano, Piombino tra storia e leggenda, Cattive storie di provincia, Piombino leggendaria, Piombino a tavola, Alla ricerca della Piombino perduta, Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino, Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano, Piombino con gusto, Sogni e altiforni – Piombino Trani senza ritorno (con Cristina de Vita) oltre a un sacco di racconti e articoli di cui non è facile conservare traccia. Molti racconti piombinesi sono sul blog TUTTOPIOMBINO edito ogni domenica dal quotidiano telematico QUI NEWS VALDICORNIA. Si occupa di cultura cubana, traduce ispanici, scrive di cinema e pubblica monografie su registi e attori italiani. Sito Internet: ww.infol.it/lupi. E – mail: lupi@infol.it. Blog di cinema: La Cineteca di Caino (http://cinetecadicaino.blogspot.it/). Blog di cultura cubana e letteratura: Ser Cultos para ser libres (http://gordianol.blogspot.it/)