A principiare il tutto c’è Ototeman, una traccia che fonde musica cinematografica dai tratti medievali all’elettronica più pura. E’ come se provaste ad immaginare un cavaliere normanno o barbaro a cavallo del suo destriero alle cui spalle c’è un ensemble di synth futuristici.

Euphonic Noise prosegue le danze, calcando le atmosfere cupe del disco, con un violino che intermezza il tutto, creando una fibra sonora profonda che si tesse tra le note del background, rapendo l’ascoltatore in una dimensione trascendentale. Il tutto, fascinosamente accompagnato, da un noise costante.

Ma non tralasciamo una componente fondamentale già citata in precedenza. Si perché qui mi sono fermato un momento ascoltando Sinuslinie e ho iniziato a pensare: sembra di essere entrati in un maxi schermo. E ciò che si percepisce è la costante cinematografica del disco.

E se proseguiamo l’ascolto del disco compare Prosody. Una traccia che, per quanto riguarda la sessione ritmica, sembrerebbe ricordare la musica da club. Poi, però, senti cosa c’è sopra e, allora, scopri i pad, i synth, i reverberi, gli intrecci minuziosi e precisi di suoni. La psichedelia dark di un ballo dolce ma angosciante, folle ma pacato, che continua il suo corso in DRKNST e, proprio come un fiume, ascolti il fluire di onde che lentamente ti muovono con esse.

Fin poi spostarsi nei meandri più new wave di Minute Beat dove, per la prima volta nel disco, spunta un arpeggiatore con frequenze più alte e scandite, che, seppur crea un’apertura sonora maggiore rispetto agli altri brani, mantiene in modo netto le atmosfere cupe che animano il disco.

Simulcast è un esempio, a mio avviso ottimo, di elettronica tribale. E poi? Che succede? Che arriva sempre il violino, benedetto violino. Il violino è, credo, la parte più poetica del disco. Quella sfumatura, quel colore che rende il tutto un gioiellino. Il tocco di classe in un disco aureo già di per se.

Logical Divide si proietta sull’onda della new wave, fino a chiudersi e lasciare il campo all’arpeggio di Rain, brano più Pink Floydiano del disco, a ricordare le atmosfere di A Saucerful of Secret e Ummagamma.

A chiudere il grande cerchio sonoro c’è Life Cell nella quale, degna di nota, è l’apertura pianistica al centro del brano, che sposta tutto su atmosfere fiabesche, fanciullesche e decisamente meravigliose. Forse il brano più bello del disco. La chiusura perfetta per un sogno, giù, nel paese delle meraviglie.

Link per l’ascolto:

Spotify: https://open.spotify.com/album/7zRVVcNjkj9F9Xs7XeLhXW

Deezer: https://www.deezer.com/it/album/123427012?utm_source=deezer

Apple Music/iTunes: https://music.apple.com/gb/album/analogue-influence/1492106028

Tidal: tidal.com/browse/album/125971634?play=true

YouTube Music: https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_k6wUQpUuSQHqcbLUMbpKC6pCwPAGMldAo

Bandcamp: https://resonanzkreis.bandcamp.com/album/analogue-influence

Analogue Influence

Data di rilascio: 2 Gennaio 2020

Artista: Resonanz kreis

Durata: 35:18 min

Genere: Elettronica, Downtempo, Electro Dark

Label: Auto-produzione

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