Il disco fonde influenze elettroniche, ambient e industrial con velature di rock e di punk cosa che si può percepire già in Data Wave (Remix), traccia d’esordio dell’album, nella quale si sovrappongono sintetizzatori a linee di chitarre proto punk, con una batteria quasi impercettibile in background. Il brano appare molto confuso e con questa aurea di instabilità constante che va a sfumare in Elektro, brano decisamente dalle atmosfere rivolte alla New Wave ed alla Synth Wave.

Cube si costruisce e si sviluppa su una sequenza di drum machine che trasporta in un loop uditivo e sensoriale, che sfocia in Guardrail, dove la drum machine diventa aggressiva e sorretta da un wobbler che ne accentua il battere.

The Mental Industry sembra uscire direttamente dalla presa diretta di un rave old style con giochi di synth e groove box dando vita ad una sequenza trascendentale, in un sound molto distorto, protratto in Power Plant, quasi uno svolgimento dell’idea che perpetuava nel precedente brano, con aggiunta di chitarre qua e la.

Temptation esalta il lato industrial dell’elettronica di questo Vanterrania. Anch’essa segue il mood di trance presente nell’intero album, cercando di ipnotizzare il pubblico con il magma sonora del brano.

Un riff di chitarra principia The Gold Factory che spinge verso atmosfere più grunge/metal continuando il percorso elettronico/industrial. Fortuity sembrerebbe ricordare la musica dei New Order, certo in una versione più moderna, ma anche decisamente più rock, con una chitarra sulla quale viene applicato un phaser che ne muove e ne modifica il suono.

The Pine ci riconduce alla quarta traccia del disco, elaborandone il concetto, con una realizzazione decisamente più complessa, fino ad arrivare ad Electrowave nella quale, nuovamente, vi è uno stato confusionale, dettato dalla confusione sonora del brano. The Rip Off appare molto inquietante. Il lavoro segue le massime dell’album, costruendo la struttura, sempre, su loop constanti di drum machine e wobbler, con la variante di una synth melodico, il cui suono rende tutto molto conturbante, fino ad arrivare alla chiusura con Parkland, traccia nella quale viene fuori la vena più psichedelica dell’artista, in una traccia che ricorderebbe gli albori di questa musica, in un mood molto anni ’70.

In definitiva l’album si presenta come una buona sperimentazione in fase embrionale con un buon potenziale sul quale lavorare…

Link per l’ascolto:

Youtube: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kw_YsP4uLUPq2niBOhtxPdDa-64DJPRXY

Spotify: https://open.spotify.com/album/35SGK1zMFxt3etTt26T0CV

Itunes: https://music.apple.com/us/album/electrowave/1495092247

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Track list:

01) Data Wave (Remix)
02) Elektro
03) Cube
04) Guardrail
05) The Metal Industry
06) Power Plant
07) Temptation
08) The Gold Factory
09) Fortuity
10) The Pine
11) Electrowave
12) The Rip Off
13) Parkland

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