I navigatori dell’infinito – Gli astronauti di J. H. Rosny aîné

I navigatori dell’infinito – Gli astronauti di J. H. Rosny aînéJ. H. Rosny aîné (1856-1940), scrittore, saggista e filosofo belga naturalizzato francese, è uno dei giganti della fantascienza francofona e la sua produzione merita ancora oggi di essere letta. A conferma del suo valore esce ora per i tipi del Palindromo (nell’ormai consolidata collana “I tre sedili deserti”) I navigatori dell’infinito uscito in origine nel 1925 (e qui accoppiato al postumo Gli astronauti pubblicato nel 1960), considerato dalla critica il suo capolavoro anche se, in realtà, il suo libro di maggior successo è La guerra del fuoco (1909) in cui ha fatto rivivere la figura dell’uomo preistorico. I navigatori dell’infinito è un romanzo ambientato su Marte e, all’epoca della sua uscita, era sicuramente innovativo in quanto ridefiniva la tematica dell’extraterrestre (sulla scorta di quanto stava facendo oltreoceano Stanley G. Weinbaum, non a caso apprezzato da Lovecraft). Si narra della prima spedizione dell’uomo su Marte da parte di un gruppo di scienziati, delle loro esplorazioni in un ambiente ostile e dell’incontro con una stirpe aliena in difficoltà. Dopo l’iniziale diffidenza i protagonisti scopriranno questa civiltà con cui daranno inizio ad una collaborazione sorprendente. Finiranno per difendere l’antico popolo marziano da un’oscura razza aliena che minaccia la loro stessa sopravvivenza. Nel successivo Gli astronauti si approfondisce ancor di più la relazione fra etnie diverse all’insegna di una sorta di “fratellanza cosmica”. Il bravo e competente Sandro Pergameno, nell’introduzione, sottolinea come questi due romanzi siano “incredibilmente attuali in quanto “il sentimento che pervade i protagonisti che si trovano dinanzi all’altro… è una curiosità permeata di rispetto per ciò che è diverso da sé”. Un’interpretazione che avvicina lo scrittore francofono a teorie progressiste e lo rende di questi tempi “politicamente corretto”. Curioso notare quindi come nel volume I Maestri del fantastico si sottolinei che la sua opera “ai giorni nostri appare invecchiata”. Di sicuro per apprezzarla pienamente a mio avviso occorre contestualizzare e calarsi nello spirito del tempo altrimenti il rischio è quello di leggere qualcosa che potrebbe apparire datato. Ma J. H. Rosny aîné non merita sicuramente l’oblio: per capire la sua importanza occorre calare la sua figura all’interno del dibattito dell’epoca sulla crisi del romanzo: lo scrittore francese si pone in un filone “tradizionalista” e conservatore in quanto rimane ancorato (a dispetto di quel che sosteneva Zola) al romanzo d’avventura rifuggendo dal naturalismo (e dal suo materialismo) e da qualsiasi “psicologismo”. Basta leggersi in effetti I navigatori dell’infinito per trovare quel “sense of wonder” estraneo non solo a tanta letteratura impegnata del ‘900 ma anche a molta cosiddetta narrativa di genere odierna. Come abbiamo visto, J. H. Rosny aîné offre diversi spunti contrastanti ponendosi all’interno del binomio Tradizione e Innovazione. La sua “visione poetica” della scienza è poi in contrasto con quella del celeberrimo Jules Verne. Per Verne la scienza è fonte di ispirazione ma anche uno strumento indispensabile per l’autore che si attribuisce una funzione educatrice. In questo senso la narrativa deve anticipare le evoluzioni della scienza e della tecnica seguendo rigidi criteri di verosimiglianza. Tutto il contrario di J. H. Rosny aîné che il cui atteggiamento verso la scienza è di totale libertà (in questo è molto vicino a H.G. Wells). Indubbiamente uno scrittore importante e da recuperare in questi tempi in cui vengono pubblicati molti libri superflui.
Disponibile sul sito de Il Palindromo: http://www.ilpalindromo.it/edizioni/.

I navigatori dell’infinito – Gli astronauti
Autore: J. H. Rosny aîné
Editore: Il Palindromo
Collana: I tre sedili deserti
Codice ISBN: 9788898447626
Prezzo di copertina: € 18,00

a cura di Cesare Buttaboni
(caesar1471@gmail.com)