Quando si parla di Rock, e in special modo, quando si dice che il Rock è morto, non si fanno i conti quasi mai con la capacità innata di questo stile e le sue attitudini di rigenerarsi in continuazione, investendo col suo fascino senza tempo le sfere musicali più svariate.

E’ il caso del partenopeo Mc Sof, che in questo disco, urla in faccia all’ascoltatore con la grinta propria dei suoi generi di appartenenza: senza dubbio l’hip-hop e con ancora meno dubbi il Rock!

Il disco è la prova del fatto che la rabbia della protesta ha il suono dei synth monolitici e dei chitarroni elettrici che si ingolfano di riff a denti stretti. Il risultato è un suono completo, intenso e ben strutturato, perfettamente filologico con le tematiche trattate, di esclusione, di critiche ad una quotidianità che ci va comprensibilmente sempre meno bene. Non lo si definirebbe un disco perfettamente omogeneo negli stili, ma questo rappresenta un’ulteriore ricchezza nell’economia complessiva dell’album.

L’idea dei titoli palindromi gioca un ruolo interessante e stimola l’ascoltatore ad un’attenzione maggiore sui testi, sempre centralissimi nella cultura musicale Hip-hop, e che forse, in questo caso, vengono un po’ penalizzati sonoramente, in fase di produzione, dalla botta sonica quasi sempre costante nello scorrere dei brani.

Non facciamo in tempo a sentire nostalgicamente un po’ di quel modo italiano di fare Rap, proprio degli Articolo 31, in brani come Deep Speed, che già veniamo schiaffeggiati dalla potenza in stile americano di “No part 2 trap on”, che ci riporta subito in territori più vicini ai Beastie Boys.

Possiamo sicuramente dire che a Mc Sof, le influenze derivanti dalla sua voglia di scoprire il mondo, e dai featuring eccellenti, piacciano e facciano bene.

Sicuramente, complice la vena profondamente rock, i riffoni famelici, l’intensità delle radici hip-hop, non possiamo fare a meno di apprezzare quanto artisti come Caparezza abbiano fatto bene alla musica ed alle nuove generazioni, a cui, in Italia, mancava un punto di rifermento.

Un disco che potrebbe soffrire forse di qualche imprecisione, ma con una buona produzione, che nel complesso scorre piacevolissimo, e carico di una grinta che ormai troviamo solo nelle produzioni indipendenti. Mc Sof è un artista da tenere d’occhio su diversi fronti stilistici, e a lui va il nostro plauso e in bocca al lupo.

Damn mad

Genere: electro, hip hop, rock

Label: KML

Link per lo streaming dell’album:

https://open.spotify.com/album/0myfn60ThhsV8xYwB7IbQV

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