La finestra chiusa di Arthur C. Benson

La finestra chiusa di Arthur C. BensonIl filone della ghost story britannica è sempre stato molto fecondo. D’altra parte Fruttero e Lucentini, nell’introdurre la storica antologia della Einaudi Storie di fantasmi, sottolineavano come gli inglesi avessero una sorta di tocco magico quando si trattava di scrivere racconti di questo genere. Difficile dare torto a quest’asserzione: ne è una prova la produzione dei fratelli Benson. Ora Dagon Press rende disponibile La finestra chiusa, un’antologia di Arthur C. Benson (1862-1925), il più anziano dei fratelli, con la traduzione competente di Bernardo Cicchetti. Qui in Italia il più noto dei fratelli è Edward Frederick Benson anche grazie a una bella antologia della Newton Compton (in questo caso la Newton Compton, criticata da molti per la scarsa attendibilità delle sue traduzioni, ha messo a segno un buon colpo anche se, come sottolinea il buon Pietro Guarriello nella postfazione, l’introduzione di Richard Dalby è attribuita inspiegabilmente a Pilo e Fusco). Arthur C. Benson viene addirittura considerato dal critico Peter Haining un pari di Montague Rhodes James. Non sono completamente d’accordo con quest’affermazione: a mio avviso Arthur C. Benson è bravissimo nel basare i suoi racconti su delle premesse intriganti che promettono molto. Purtroppo, in gran parte delle storie qui presenti, finisce con il rovinare queste premesse con spiegazioni didascaliche di stampo religioso, cosa che non avviene nelle storie “perfette” di Montague Rhodes James. Ne sono un esempio racconti come Dal mare e Il tempio della morte. Il primo è una storia molto “jamesiana” in cui una misteriosa creatura perseguita una famiglia mentre il secondo gode di un’atmosfera pagana molto efficace. In effetti in questo racconto assistiamo alla contrapposizione fra paganesimo e cristianesimo con l’inevitabile e un po’ scontata vittoria di quest’ultimo. Il campo rosso è alla lunga noioso pur partendo da un buono spunto. Il racconto che dà il titolo a questa antologia ovvero La finestra chiusa è indubbiamente molto buono anche se i riferimenti finali alla religione cristiana (pur non scadendo in questo caso nella spiegazione didascalica) sono costanti così come in Il gatto grigio (il protagonista si chiama Roderick in omaggio a Roderick Usher?). In Basil Netherby Arthur C. Benson crea invece un piccolo gioiello oscuro basando la storia sulla musica e costruendo con grande maestria un’atmosfera satanica. Si tratta quasi di un omaggio al “Diabolus in Musica”. Dai suoi racconti traspare l’influenza di Poe per quanto concerne la descrizione dei personaggi, spesso solitari, cupi e nevrotici. Insomma a mio avviso ci troveremmo di fronte al classico scrittore minore, comunque meritevole di lettura e di interesse per i seguaci del fantastico e per gli amanti delle ghost-story se non fosse per l’ultima storia qui presente (un romanzo breve o racconto lungo) che è di altissimo livello. L’ultimo spicciolo (presente anche nell’antologia di Armenia La voce del vento in una traduzione peggiore) è costruito in maniera esemplare con una serie progressiva di dettagli che riescono a creare il giusto “climax” aumentando costantemente la tensione. Onore alla Dagon Press per aver pubblicato uno scrittore di valore di cui mancava, in Italia, una raccolta organica dei suoi racconti. Anche se pare, da recenti studi, che l’antologia Fantasmi in biblioteca (un vero e proprio libro di culto che gli amanti del genere considerano un piccolo capolavoro) sia da attribuire alla sua fantasmatica penna.
Disponibile sul sito della Dagon Press al seguente link: http://studilovecraftiani.blogspot.com/ o su Amazon.

La finestra chiusa
Autore: Arthur C. Benson
Editore: Dagon Press
Prezzo di copertina: € 16,90

a cura di Cesare Buttaboni

(caesar1471@gmail.com)

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