Il lago di Montalban di Felice Monda

Il lago di Montalban di Felice MondaUna sera come un’altra. Prendo l’auto e mi faccio un giro. Arrivo non so dove e posteggio la macchina. Mi incammino a piedi e accendo una canna. Sono in un bosco. C’è solo la luce del chiarore di luna. Ultimamente sono particolarmente apatico, spento, non ho voglia di far nulla. Per questo esco di sera o di notte senza un perché…

Vedo qualcosa lontano, qualcosa di chiaro.
Mi avvicino. È una ragazza nuda con addosso solo un vestito da sposa quasi trasparente. È bionda, capelli lunghi, fisico abbastanza snello.
Mi avvicino ancora e comincio a parlare con lei.

“Cosa ci fai qui?” le chiedo
“Potrei chiedere la stessa cosa a te…” mi risponde lei.
“Io non avevo nulla da fare a casa e sono uscito.”
“E immagino che non sai minimamente dove sei o vicino a cosa sei…”
“Cosa vuoi dire? Come ti chiami?”
“Io sono Christina. Non sai che molto vicino a noi c’è il lago di Montalban?”
“Cosa?”
“Il lago di Montalban…”
“Spiegati meglio…”
“È un lago che dà vita a mostri, un lago che trasforma in mostri… Vieni con me, andiamo a fare il bagno…”

Dopo cinque minuti circa ecco che siamo al lago in questione. Ci spogliamo del tutto dei nostri indumenti e facciamo il bagno. Poi usciamo dall’acqua e accade un prodigio: bestie immonde emergono dal lago, esseri infernali, deformi, orripilanti. Tutte queste creature vanno verso lo stesso posto, tutte sono dirette verso la radura di fronte alla riva dove sono emerse. Io osservo il tutto allibito per quello che sta accadendo.

Comincio a udire suoni allucinanti e in mezzo alla radura inizia a fuoriuscire una quercia dal terreno. Man mano che esce, vedo che sul tronco e sui rami c’è una sorta di liquido gelatinoso viola. Davvero sembra tutto un’allucinazione visiva. Davanti la quercia un celebrante agita le braccia in modo forsennato e altri mostri continuano a uscire dal lago…

Sono al rave. Jules ed Eva mi svegliano dal mio stato di torpore. Ho preso di sicuro qualche droga pesante ma non mi ricordo quale. Non mi ricordo di niente. Anzi. Mi ricordo solo del lago di Montalban, di Christina, dei mostri, etc. Però rammento tutto come si ricorda un sogno o un incubo.

Jules mi dice: “Ehi Frank, sei davvero fuori? Che droga ti sei preso? Ti ho trovato attaccato a quella cassa…”
“Non mi ricordo un cazzo e mi pare di aver avuto un incubo anche se era tanto reale…”

Christina ci osserva da lontano e sembra che pensi: Frank ritiene di aver avuto un incubo… intanto sorride in modo diabolico….

Sono di nuovo al lago di Montalban. C’è tanta nebbia e con me ci sono pure Eva e Jules. Arriva anche Christina. Mi trasformo in un demone volante e come me anche loro. Che caspita sta succedendo? Perché ora sono un demone volante? Mi specchio nelle acque del lago e vedo una creatura dal volto sfigurato, deforme, con ali membranose e grondanti di sangue.
Io, Eva, Jules e Christina arriviamo al cospetto del celebrante che ho già visto. Costui mi trafigge il petto con un pugnale, esce tanto sangue ma io non provo assolutamente dolore. Cosa sono diventato? Un essere che non prova dolore? Un non morto? Un paradosso vivente?

Dinanzi a noi un essere gigantesco appare dalla nebbia, ha sembianze umane e testa di caprone. A un suo gesto escono creature immonde sempre dal lago di Montalban. Sono finito all’inferno, allora penso…

Sono di nuovo al rave e il celebrante di poco fa è un dj mentre l’essere con testa di caprone è uno che balla con addosso una maschera. Forse non riesco più a distinguere realtà e allucinazione? O è magari un maleficio? Christina mi osserva in modo diabolico…in modo diabolico…in modo diabolico….

Io e Christina siamo in una barca in mezzo al lago di Montalban. Ci tuffiamo e facciamo il bagno. Tre sirene malefiche fanno il bagno con noi. Poco dopo le vedo sulla riva che dilaniano dei corpi senza vita con i loro artigli. Poi si cibano dei cadaveri anche grazie ai loro canini aguzzi.

“Che cosa siamo Christina?”
“Siamo creature immonde, Frank… non c’è speranza per noi… siamo i figli del male, siamo la genia del peccato, del vizio, rappresentiamo la parte maligna del reale e dell’irreale…”
“Che significa che non c’è speranza per noi?”
“Noi non possiamo essere “normali”. Desideriamo la lussuria, aspiriamo all’oscurità, siamo i figli della bestia infernale, siamo la progenie del serpente diabolico… Frank, siamo immortali ma l’immortalità ha un costo: la nostra anima è destinata alle tenebre, alle torture più atroci…
“Quali torture, Christina?”
“Per esempio, quella di non poter mai capire dove finisce l’incubo e inizia la realtà…”

Felice MondaL’AUTORE
Felice Monda è caporedattore della webzine di musica indipendente System failure. Promoter per band e artisti emergenti. Appassionato di musica, serie tv, cinema e fumetti. Ama soprattutto l’horror e la fantascienza.