Il Cimitero dei Vivi di Poppy Z. Brite

Il Cimitero dei Vivi di Poppy Z. BriteSelezione di sette racconti dati alle stampe nell’arco di dodici anni, dal 1990 al 2002, da colei che è stata definita “la regina dello splatterpunk”. Stiamo parlando di Poppy Z. Brite, qui tradotta da Francesca Noto e Alessandro Manzetti per la Independent Legions Publishing.
Il Cimitero dei Vivi è un’antologia che ha lo scopo di far conoscere l’autrice nelle sue molteplici sfaccettature. Una scelta che, probabilmente, non permette di far spiccare il volume, sospeso nella proverbiale terra di nessuno. È infatti un prodotto di non particolare lunghezza che si contraddistingue per un contenuto variegato, non tanto per le tematiche affrontate (che sono omogenee) piuttosto per gli stili, che oscillano tra un’anima classica e una più estrema propria del moderno horror. Quattro sono i racconti che appaiono per la prima volta in lingua italiana, proposti al fianco di cavalli di battaglia quali Calcutta Lord of Nerves (Calcutta. Signora delle Impudenze), inserito in altre antologie della casa editrice e di recente riproposto in graphic novel.
Autrice estrema, interessata alle contaminazioni tra macabro grandguignol ed erotismo di matrice omosessuale, Poppy Z. Brite rappresenta un curioso incontro tra truculenza e poetica malinconica. Dotata di uno stile a tratti elegante, incarna una sorta di compromesso tra il classicismo delle origini e la corrente più recente orientata alle stravaganze sul piano erotico, con momenti ai confini del pornografico sadomaso o comunque del sesso perverso, e, allo stesso tempo, su quello horror con una certa predilezione per la macellazione dei corpi.
Già conosciuta in Italia grazie alle pubblicazioni messe in circolazione da Frassinelli (Cadavere Squisito, 1996) e Sperling & Kupfer (Nel Cuore dell’Eternità, 1998), oltre che per alcuni racconti apparsi in antologie collettive licenziate da Editrice Nord (Horror: Il Meglio, 1994, a cura di Stephen Jones), Sperling & Kupfer (Lovecraft 2000, 1999) e Fanucci (Io, Erotica, 2001) al fianco di masters of horror del calibro di Clive Barker, Tanith Lee, Ramsey Campbell, Kim Newman, Roger Zelazny, Lisa Tuttle, Thomas Ligotti, Karl Edward Wagner e Peter Straub, Poppy Z. Brite deve alla Independent Legions il rilancio definitivo sul mercato italiano.
Il Cimitero dei Vivi costituisce un vero e proprio tributo alla morte e a tutte le creature che, per una via o per un altra, sembrano sfuggirle, pur se maledette dal crisma della perdizione. Così passiamo dal tragico e delicato The Heart of New Orleans (Il Cuore di New Orleans, 2002), in cui una coroner si trova a dover eseguire un’autopsia di un bambino che ha inciso sul cuore la storia che avrebbe messo nero su bianco una volta divenuto adulto, al delirio porno-orrorifico di Self Made Man (Risvegli, 1996), che guarda in modo piuttosto evidente alle folli pratiche del serial killer Jeffrey Dahmer finalizzate alla creazione di uno zombie schiavo sessuale. Una forbice di stile e di taglio che annovera altri due marcati esempi collocati agli antipodi: il famoso Calcutta Lord of Nerves, storia onirica di zombie (si muovono nell’indifferenza più assoluta, quasi fosse normale trovarseli in giro per le degradate vie urbane) devoti a una Dea Kali in odore di sesso perverso e nella cui vagina precipita il protagonista, e l’atmosferico Lantern Marsh (La Palude delle Lanterne, 2000), che propone una palude prossima a esser bonificata sulla cui superficie occhieggiano i fuochi fatui rappresentanti lo spirito dei morti. Un elaborato, quest’ultimo, che potremmo definire kinghiano per il suo giostrarsi sulle vicissitudini di un gruppo di amici adolescenti che si radunano al cospetto di una palude per ritrovarsi, nel medesimo luogo, anni dopo ormai divenuti adulti.
Tendono invece a toccarsi The Sixth Sentinel (La Sesta Sentinella, 1992) e His Mouth Will Taste of Wormwood (La sua Bocca Saprà di Assenzio, 1990) che condividono le ambientazioni (cimiteri) e la presenza di profanatori di tombe a caccia di tesori. Più classicheggiante e a suo modo poetico il primo, per effetto di un fantasma di un bandito trapassato da duecento anni intento, dietro la promessa di mirabolanti ricchezze da riportare alla luce, a convincere la ballerina di cui si è innamorato a scoperchiare una tomba al cui interno, unitamente a un immenso tesoro, è sepolto un uomo vittima di una maledizione che lo rende simile a una bestia pronta a sbranare il tombarolo di turno. L’obiettivo del fantasma è far cadere in trappola la donna, in modo che muoia e trapassi in uno stato assimilabile alla sua condizione (solo allora la potrà davvero amare). Decisamente più orientato al sesso perverso l’altro testo, ispirato da The Hound di H.P. Lovecraft. Due tombaroli omosessuali sognano di amoreggiare all’interno di un ossario. Collezionisti di gioielli trafugati dalle tombe nonché profanatori di cadaveri a caccia di reperti per il loro museo mortuario, si imbattono in un talismano voodoo che finirà col far risorgere il santone che ne era il legittimo titolare. La morte diverrà per loro momento di piacere estremo.
L’ironico Mussolini and the Axeman’s Jazz (Mussolini e il Jazz dell’Uomo con l’Ascia, 1995) è il racconto che si pone al centro tra le due opposte tipologie di racconti della Brite, riscrivendo sotto una luce complottista di matrice massonica le vicende che hanno portato allo scoppio della prima guerra mondiale e all’avvento delle dittature fasciste. Dietro a tutto si muoverebbe nientemeno che Cagliostro, divenuto ultracentenario grazie a un elisir di lunga vita. Un escamotage che permetterebbe allo stesso di celarsi sotto menzognere identità e di muovere i fili dell’umanità verso gli orrori della seconda guerra mondiale. Il fantasma di Francesco Ferdinando, inferocito per l’attentato che gli è costato la vita in jugoslavia, si impossesserà del corpo di un detective privato per uccidere a colpi di ascia quanti a New Orleans, secondo sue informazioni, potrebbero celare la vera identità di Cagliostro, in una sorta di rivisitazione, in chiave adulta, della parabola biblica de la strage degli innocenti.
Questo il contenuto di un’antologia che probabilmente farà storcere il naso ai puristi del genere weird. A parte un paio di racconti, infatti, mancano quelle atmosfere da sense of wonder tanto care ai classicisti. La Brite si fa forte dello spirito di trasgressione, del suo voler proporre storie dove l’omosessualità tende a proporsi sotto la luce dei riflettori e dove la spinta grandguignol non viene frenata per compiacere alle richieste del political correct. La sensazione è che manchi qualcosa, sia sul versante action sia su quello del terrore. Si segnalano, quali migliori testi: His Mouth Will Taste of Wormwood (punta sul versante del terrore), Calcutta Lord of Nerves (vertice onirico) e The Sixth Sentinel (per l’inatteso e agghiacciante finale). Leit motiv dell’opera, alquanto decadentista e pessimista, è il concetto della morte quale liberatrice di ogni sofferenza. I personaggi della Brite, spesso alcolizzati, drogati o depressi, la desiderano, la vogliano, ma morire, come abbiamo visto, potrebbe essere una mera illusione e il ritorno alla vita costante e maledetto, in una spirale di dannazione e sofferenza eterna da cui è impossibile liberarsi.

Poppy Z. BriteL’AUTRICE
Poppy Z. Brite è nata a New Orleans, in Louisiana nel 1967. Ha imparato a leggere all’età di tre anni e ha iniziato a scrivere le sue storie all’età di cinque. Quando aveva sei anni, i suoi genitori si separarono e si trasferì con sua madre a Chapel Hill, nel North Carolina .
All’età di diciotto anni ha pubblicato il racconto Musica opzionale per voce e pianoforte nella rivista The Horror Show. Ha continuato a vendere racconti a The Horror Show fino a quando ha ricevuto una lettera dallo scrittore Douglas E. Winter che gli chiedeva dei romanzi.
Brite lasciò il college e si dedicò al suo primo romanzo Lost Souls , pubblicato nel 1992 dall’editore statunitense-americano Dell. Nel 1993 la Brite fece ritorno a New Orleans e continuò a pubblicare i suoi libri con crescente successo. Oggi ha cambiato sesso, diventando uomo, si fa chiamare Billy Martin e vive con il suo compagno, essendosi sempre sentita/o uomo gay, nel quartiere francese di New Orleans. Billy Martin è sempre stato attivo nelle lotte sociali in difesa di gay e gender. In Italia la Indipendent Legions Publishing ha pubblicato Cadavere Squisito, Colpevole ma pazza, Il Cimitero dei Vivi, Disegni di sangue e vari racconti su antologie collettive e la rivista Molotov.

Il cimitero dei vivi
Autrice: Poppy Z. Brite
Editore: Indipendent Legions Publishing
Pag. 218
Prezzo di copertina: edizione cartacea € 12,90; prezzo ebook € 2,99

A cura di Matteo Mancini
(goldenmancho@libero.it)